Quello che pensiamo noi, oppure quello che pensa Dio?
«1Ora Naaman, capo dell'esercito del re di Siria era un uomo grande e altamente stimato agli occhi del suo signore, perché per mezzo suo l'Eterno aveva dato vittoria alla Siria; ma quest'uomo forte e valoroso era lebbroso.
2Ora alcune bande di Siri in una razzia avevano portato via come prigioniera dal paese di Israele una piccola fanciulla, che era finita al servizio della moglie di Naaman. 3Ella disse alla sua padrona: "Se il mio signore potesse andare dal profeta che è in Samaria, certamente egli lo libererebbe dalla sua lebbra!".
4Così Naaman andò dal suo signore e gli riferì la cosa, dicendo: "La fanciulla del paese di Israele ha detto così e così". 5Allora il re di Siria gli disse: "Vai pure; io manderò una lettera al re di Israele". Egli dunque partì, prendendo con sé dieci talenti d'argento, seimila sicli d'oro e dieci cambi di vesti.
6Portò quindi al re di Israele la lettera, che diceva: "Quando ti giungerà questa lettera, sappi che ti mando il mio servo Naaman, perché lo guarisca dalla sua lebbra". 7Dopo aver letta la lettera, il re di Israele si stracciò le vesti e disse: "Sono io Dio, col potere di fare morire o vivere, che costui mi manda un uomo perché lo guarisca dalla sua lebbra? Perciò state ora a vedere che egli cerca pretesti contro di me".
8Quando Eliseo, l'uomo di Dio, seppe che il re di Israele si era stracciato le vesti, mandò a dire al re: "Perché ti sei stracciato le vesti? Costui venga da me e saprà che c'è un profeta in Israele". 9Così Naaman venne con i suoi cavalli ed i suoi carri e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Allora Eliseo gli inviò un messaggero a dirgli: "Va a lavarti sette volte nel Giordano, e la tua carne tornerà come prima e sai mondato".
10Ma Naaman si adirò, e se ne andò dicendo: "Ecco, io pensavo: Egli uscirà certamente incontro a me, si fermerà, invocherà il nome dell'Eterno, il suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata e mi guarirà dalla lebbra. 11I fiumi di Damasco, l'Abanah e il Parpar, non sono forse migliori di tutte le acque di Israele? Non potrei lavarmi in quelli, ed essere mondato?". Così si voltò e se ne andò tutto infuriato. 13Ma i suoi servi gli si avvicinarono e gli parlarono, dicendo:"Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una grande cosa, non l'avresti fatta? Tanto più ora che ti ha detto: Lavati, e sarai mondato?".
14Allora egli scese e si immerse sette volte nel Giordano, secondo la parola dell'uomo di Dio; la sua carne tornò come la carne di un piccolo fanciullo e fu mondato. 15E poi tornò con tutto il suo seguito dall'uomo di Dio, andò a presentarsi davanti a lui e disse: "Ecco, ora riconosco che non c'è alcun Dio in tutta la terra se non in Israele. Perciò ora, ti prego, accetta un dono dal tuo servo".
16Ma egli rispose: "Come è vero che vive l'Eterno alla cui presenza io sto, non accetterò nulla". Naaman insisteva con lui perché accettasse, ma egli rifiutò. 17Allora Naaman disse: "Poiché non vuoi, permetti che sia data al tuo servo tanta terra quanta ne portano due muli, perché il tuo servo non offrirà più olocausti e sacrifici ad altri déi, ma solo all'Eterno. 18Tuttavia l'Eterno perdoni il tuo servo per questa cosa: quando il mio Signore si reca nel tempio di Rimmon per farvi l'adorazione, e si appoggia al mio braccio, se anch'io mi prostro nel tempio di Rimmon, voglia l'Eterno perdonare il tuo servo per questa cosa, quando io mi prostrerò nel tempio di Rimmon". 19Il profeta gli disse: "Va in pace!". Così partì da lui, e fece un buon tratto di strada» (2 Re).
Le migliori imprese umane, i migliori progetti, le migliori idee, le migliori promesse, le migliori intenzioni, in questo mondo sembrano tutte destinate al fallimento perché c'è qualcosa dentro di noi, nella natura stessa dell'essere umano che sembra rovinare prima o poi qualunque cosa ci passa per le mani. E' come una maledizione, una malattia di fondo della quale non sappiamo come liberarcene. E' disperante questo, è frustrante, è scoraggiante. Che fare? Cadere nell'apatia e dire "Non ne vale la pena di fare niente tanto...".
Se sentiamo questo ci può essere utile il racconto biblico di Naaman il Siro, il grande e famoso generale la cui carriera stava per essere prematuramente stroncata perché era ammalato, ammalato di lebbra.
Naaman era comandante dell'esercito della Siria, era un uomo molto importante in quel paese. Godeva di grande popolarità, era un soldato valoroso, un uomo di grande coraggio, un eroe che poteva vantare grandi imprese. Con l'onore aveva ricevuto ricchezza e grandi ricompense al merito. Naaman, però era malato di lebbra, e la lebbra, in quei giorni, era la malattia più temuta del mondo. Era una malattia incurabile e chi ce l'aveva portava un marchio che lo avrebbe gradualmente escluso dalla società, perché era una malattia infettiva. Quando la malattia progrediva, la persona sarebbe stata dichiarata impura, ed allora, quando andava in giro, doveva portare sempre un campanello e suonarlo, gridando: "Impuro, impuro!" affinché la gente se ne stesse alla larga da lui (1).
1. Figura del peccato
Naaman nella Bibbia è una figura che rappresenta ciascuno di noi. La lebbra è l'immagine del peccato, il peccato che c'è nella nostra vita -una condizione funesta che mette in ombra tutte le migliori realizzazioni e conquiste che possiamo fare in questa vita, e che ci porta alla morte. L'ombra della morte, infatti, si proietta inevitabilmente su ciascuno di noi.
Proprio come la lebbra faceva si che il malato fosse separato dal resto della società, la Bibbia ci insegna che il peccato ci tiene lontani da Dio, ci separa da Lui. La Bibbia ci dice che "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (2). Si, noi ci portiamo dentro una malattia che distrugge il nostro rapporto vitale con Dio. Ecco perché nella nostra vita noi non possiamo mai trovare piena soddisfazione. Ecco perché nella nostra vita non possiamo mai trovare vera pace, gioia e felicità e le nostre migliori intenzioni e progetti spesso cadono o ci lasciano delusi, amareggiati, frustrati.
Il profeta Isaia disse: "le vostre iniquità hanno prodotto una separazione fra voi e il vostro Dio, e i vostri peccati hanno fatto nascondere la sua faccia da voi, per non darvi ascolto" (3). Gesù ha detto a chiare lettere a coloro che pur ascoltandolo, si rifiutavano di credere alle Sue parole: "Perciò vi ho detto che voi morirete nei vostri peccati, poiché se non credete che io sono, voi morirete nei vostri peccati" (4). Il peccato opera in noi in modo progressivo, certo, deliberato, fino alla distruzione della nostra esistenza.
2. Perdita di sensibilità
La lebbra è caratterizzata da una perdita della sensibilità tattile, perché lede i nervi e porta alla paralisi. I malati di lebbra non sentono più dolore in quelle aree del colpo che sono lebbrose. Questo, similmente, è il modo in cui il peccato opera nella nostra vita.
La Bibbia parla dell'essere umano come "indurito per l'inganno del peccato" (5), peccato che fa si che noi veniamo abbandonati ad "una mente perversa" (6), una mente cioè che non va per la giusta strada. Noi non ce ne rendiamo neppure spesso conto: il peccato opera in noi una lenta opera di distruzione. La nostra coscienza comincia a non farci più male, a non suonare più un campanello di allarme quando facciamo cose sconvenienti, e cadono i nostri scrupoli morali. La nostra coscienza diventa insensibile come la mano o il piede affetto dalla lebbra, non sente più dolore e rincrescimento quando facciamo cose che a Dio dispiacciono, non ci avverte più del danno che tutto ciò fa alla nostra anima. La tua mente diventa intorpidita, insensibile al peccato.
3. Un'unica medicina
Naaman non sapeva dove trovare la medicina che potesse guarirlo. Per la lebbra di Naaman c'era un'unica medicina possibile e la persona che gliela indica, la persona che lo informa della sua esistenza è proprio quella dalla quale non se lo sarebbe mai aspettato: una piccola fanciulla, che era finita al servizio della moglie di Naaman. Saputo della malattia del suo padrone la fanciulla dice alla moglie di Naaman: "Se il mio signore potesse andare dal profeta che è in Samaria, certamente egli lo libererebbe dalla sua lebbra!". Questa fanciulla aveva dato a Naaman una ragione per sperare.
Quanto sono importanti le persone che ci danno ragioni per sperare, che pregano per noi e ci indirizzano a risolvere i nostri problemi ai piedi di Cristo!
E' raro che una persona venga da sola a cercare salvezza presso il Signore Gesù Cristo. Qualcuno forse ha pregato e sta pregando per la tua salvezza oggi. Qualcuno ti ha indicato il Salvatore Gesù Cristo come possibile risposta al tuo problema interiore. Dobbiamo essere riconoscenti che qualcuno si occupi spiritualmente per noi: vuol dire che ci ama e che ha compassione per noi.
4. Da sé non poteva far nulla
La vita di Naaman stava andando letteralmente a pezzi, e non c'era nulla che egli potesse fare per arrestare questo processo. Naaman, per quanto ricco e potente fosse, non aveva nulla che potesse fare qualcosa per curare la sua lebbra. Naaman doveva giungere alla convinzione che la cura che Dio gli aveva provveduto era dono del Suo amore, ed essa non poteva essere comprata o guadagnata.
Non c'è nulla che noi possiamo fare per guadagnarci la nostra salvezza eterna. Non ti puoi comprare la salvezza. Nella lettera di Tito leggiamo: "Egli ci ha salvati non per mezzo di opere giuste che noi avessimo fatto, ma secondo la Sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e il rinnovamento dello Spirito Santo" (7). Non potrai mai fare abbastanza buone opere per farti perdonare i peccati e raggiungere così il Paradiso. La salvezza è possibile solo attraverso l'opera di espiazione compiuta da Gesù Cristo ricevuta per fede.
Dio ti offre un dono. Dice la Bibbia: "Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio" (8). E' Dio che offre il dono della salvezza. Sulla croce Gesù ha portato i nostri peccati ed Egli ha versato il Suo sangue per noi. E' il Suo sangue che può lavar via i nostri peccati, se noi riponiamo la nostra fiducia in Lui.
5. Dare ascolto all'indicazione
Così Naaman decide di fare proprio come la fanciulla che serviva in casa sua aveva detto, e va nella terra di Samaria, là dove viveva Eliseo, profeta, uomo di Dio.
Gesù similmente disse: "Chi ascolta la mia parola e crede a Colui che mi ha mandato, ha vita eterna, e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita" (9): per questo noi dobbiamo ascoltare con grande serietà le indicazioni che ci indirizzano a Gesù e seguirle. Allora troveremo la via che ci porta alla nostra eterna salvezza.
Vi sono oggi molti che cercano Dio, che se ne rendano conto oppure no. Gesù ha promesso che in Lui possiamo trovare ciò che cerchiamo: "perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa" (10). Forse stai bussando senza rendertene conto. Forse stai chiedendo senza rendertene conto. Gesù attende solo di risponderti.
6. La salvezza non la si può comprare
Naaman arriva così al re di Israele con una lettera di raccomandazione del proprio re, insieme a una grande quantità di ricchezze per comprarsi la sua guarigione.
Come Naaman oggi molti non comprendono che per sanare la malattia del peccato occorre da parte nostra ravvedimento e fede. Abbiamo solo bisogno di riporre nel Salvatore Gesù Cristo la nostra più totale fiducia. E' così semplice, eppure per tanta gente sembra così difficile e inverosimile!
Naaman pensava che la guarigione l'avesse dovuta chiedere al re di Israele, ma quando il re riceve Naaman e legge la lettera, si arrabbia non poco, ed equivoca tutta la faccenda. Dice: "Sono io Dio, col potere di fare morire o vivere, che costui mi manda un uomo perché lo guarisca dalla sua lebbra? Perciò state ora a vedere che egli cerca pretesti contro di me". In altre parole: "Io non posso guarire nessuno. Cerca forse questo di prendermi in giro o dei pretesti per attaccar briga?". Pensava che questo fosse uno scherzo del re di Siria per provocare una guerra.
Quello di cui Naaman aveva bisogno non poteva essere ottenuto con la politica, e non era in vendita! La cura per la sua lebbra non poteva essere acquistata per nessuna somma di denaro! Allo stesso modo la cura per il problema del nostro peccato non può essere acquistata con il denaro, né per qualsiasi ammontare di opere buone. Dice la Bibbia: "...sapendo che non con cose corruttibili, come argento ed oro, siete stati riscattati dal vostro vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma col prezioso sangue di Cristo, come di Agnello senza difetto e senza macchia" (11).
Tempo fa ho letto di una donna di 27 anni che disse: "Sono stata via da casa, scuola, poi lavoro, e ne ho provate di tutte, non ultima una vita sessuale senza freno. Ho raggiunto però il punto dove dici: nella vita ci deve essere qualcosa di più, ma non l'ho ancora trovato".
Si, c'è qualcosa di più che può veramente soddisfare una vita. Vieni a Cristo, e troverai che Lui ti può dare quel "qualcosa di più" che hai cercato per tutta la tua vita senza trovarlo mai.
In tutta umiltà hai bisogno di venire a Cristo e dirgli: "O Signore, vieni nel mio cuore. Perdonami e purificami. Io mi affido completamente a Te". Forse sei stata battezzata o confermata in una chiesa, ma non sei ancora soddisfatta, e non c'è una sola certezza nel tuo cuore. Hai bisogno di un incontro personale con il Salvatore Gesù.
7. Aspettative deluse?
Ora Naaman cambia. Eliseo lo aveva mandato a chiamare. Così, con tutti i suoi cavalli, i suoi carri e tutto il suo potere militare, Naaman arriva alla casa di Eliseo.
Naaman si aspettava che di essere trattato come con tutto il riguardo che meritava una persona importante che lui riteneva d'essere. Eliseo però nemmeno esce di casa per incontrare Naaman e dargli il benvenuto. Manda solo un suo servitore a dirgli: "Va a lavarti sette volte nel Giordano, e la tua carne tornerà come prima e sai mondato". Allora Naaman si infuria. Il suo orgoglio era stato punto. Era il generalissimo delle armate della Siria, ma il profeta non si era neppure degnato di venirlo ad incontrare. Invece, gli aveva detto di andarsi a fare un bagno nel fiume Giordano!
Il fiume Giordano era un fiume fangoso, e Naaman disse: "I fiumi di Damasco, l'Abanah e il Parpar, non sono forse migliori di tutte le acque di Israele? Non potrei lavarmi in quelli, ed essere mondato?". Vedete, voleva lui dettare i termini della sua guarigione, e molte volte anche noi vogliamo dettare a Dio i termini della nostra salvezza.
Dio però dice: "No, c'è solo un'unica via: devi ravvederti dei tuoi peccati e rivolgerti con fede al Salvatore Gesù Cristo".
Ognuno ha le proprie idee su come raggiungere il Paradiso. Tu sei colui che è nel bisogno. Non è importante quello che tu pensi a questo riguardo, è importante quello che Dio pensa!
Tu dici: "Mi pagherò io il biglietto", ma Dio dice: "Non c'è oro ed argento che conti!" (11). Tu dici: "Io farò delle buone opere", ma Dio dice: "Sulla croce tutto è stato compiuto" (12). Non c'è nulla che tu possa aggiungere a ciò che Gesù ha compiuto sulla croce. Tu dici: "Io poi non sono neanche tanto male", ma Dio dice: "Tutte le nostre opere di giustizia sono come un abito sporco" (13). Tu dici: "Ho ancora tempo per decidere di queste cose", ma Dio dice: "Ecco ora il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salvezza" (14). Tu dici: "Io ho il mio orgoglio, non mi abbasserò mai davanti a Dio", ma Dio dice: "Prima della rovina viene l'orgoglio, prima della caduta lo spirito altero" (15).
La Scrittura dice: "Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri, e ritorni all'Eterno che avrà compassione di lui, e al nostro Dio che perdona largamente" (16).
8. Le cose debbono andare come vogliamo noi?
Naaman si era molto infuriato. Egli voleva che le cose si facessero come lui si aspettava. Diceva: "Ecco, io pensavo: Egli uscirà certamente incontro a me, si fermerà, invocherà il nome dell'Eterno, il suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata e mi guarirà dalla lebbra". Se ne era così andato borbottando che i fiumi di Damasco fossero più puliti del fangoso Giordano, e poi perché questo Eliseo non si comporta come tutti i guaritori che si rispettano?
La via della croce, però, non è mai attraente agli occhi del mondo. Dice la Bibbia: "Infatti il messaggio della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati, è potenza di Dio" (17).
La salvezza non viene da un predicatore o da un maestro, o dalla chiesa, per quel che conta. Essa viene da una sola ed unica fonte: Gesù Cristo. Disse l'apostolo Pietro: "E in nessun altro vi è la salvezza. Poiché non c'è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati" (18).
Per Naaman devono essere proprio i suoi servitori che gli dicono: "Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una grande cosa, non l'avresti fatta? Tanto più ora che ti ha detto: Lavati, e sarai mondato?". Si, lui, importante ed istruito personaggio deve sentire dai suoi inferiori in pratica: "Smettila con il tuo stupido orgoglio, fa quello che l'uomo di Dio ti dice, non pretendere di saperne meglio tu!". Naaman deve diventare umile, e così dobbiamo farlo noi, perché tante forme di orgoglio ci impediscono di accettare semplicemente cosa la Bibbia dice e vivere!
9. La salvezza al fiume
Naaman va così al fiume Giordano, e questa è un'immagine dell'opera redentrice che Dio compie in Gesù Cristo. Naaman va al fiume e si immerge una, due, tre, quattro, cinque volte. E io lo immagino che ogni volta guarda il suo corpo, e tutto rimane come prima, con la sua lebbra. E forse stava per rinunciare a continuare, pensando che l'intero esercizio fosse ben proprio stupido. Ecco che però finalmente si immerge per la settima volta, e il racconto dice: "egli scese e si immerse sette volte nel Giordano, secondo la parola dell'uomo di Dio; la sua carne tornò come la carne di un piccolo fanciullo e fu mondato". La lebbra era sparita.
I piani di salvezza che Dio ha stabilito possono apparire stupidi, irragionevoli, senza senso, ma sono così semplici. Naaman aveva trovato la purificazione dalla sua lebbra in un fiume melmoso. Aveva ubbidito umilmente e semplicemente alla Parola di Dio e Naaman era diventato puro come se mai avesse avuto la lebbra. Che tragedia sarebbe stata se Naaman fosse tornato al suo paese come un uomo, orgoglioso, irato, ammalato, e definitivamente condannato.
10. La nostra storia personale
Vedete, la storia del generale Naaman è come la nostra storia personale. Il nostro mondo continuerà ad essere frustrato nelle migliori sue aspettative se non cercherà di risolvere il problema della lebbra del peccato nei termini che Dio ha posto. Tu continuerai ad essere frustrato, disilluso e scontento fintanto che non deporrai umilmente il tuo peccato ai piedi di Cristo per ottenere perdono e nuove possibilità di vita al Suo seguito.
Continuerai tu nella stessa direzione nella quale stai andando per continuare a dichiarare fallimento o accetterai di umiliarti davanti a Dio ed alla Sua Parola, ti ravvedrai dal tuo peccato e per fede riceverai Gesù Cristo come tuo Salvatore e Signore?
Che così possa essere per te quest'oggi.
NOTE
(1) Lev. 13:45; (2) Ro. 3:23; (3) Is. 59:2; (4) Gv. 8:24: (5) Eb. 3:13; (6) Ro. 1:28; (7) Tt. 3:5; (8) Ef. 2:8; (9) Gv. 5:24: (10) Mt. 7:3; (11) 1 Pi. 1:18,19; (12) Cf. Gv. 17:1-4; (13) Is. 64:6; (14) 2 Co. 6:2; (15) Pr. 16:18; (16) Is. 64:6; (17) 1 Co. 1:18; (18) At. 4:12; Sermone tratto da "Our Way or God's Way", un messaggio di Billy Graham, pubblicato su "Decision" del marzo 1992, p. 1ss. - Questo messaggio p. 3339.
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