La paura, l'immobilismo e la fuga sono delle caratteristiche molto comuni nella nostra esperienza di tutti i giorni. Qualcuno ha detto: "Non c'è passione come la paura che derubi la nostra mente da ogni capacità di agire e di ragionare" (E. Burke), la paura è però l'inizio della nostra sconfitta.
Abbiamo paura di sbagliare, paura di ciò che potrebbero pensare di noi gli altri, paura di fallire quando si tratta di rischiare, paura di essere ingannati, paura del nostro futuro, paura di essere svergognati. E questo ci accade soprattutto quando ci propongono qualcosa di nuovo, di fuori dall'ordinario, come le esperienze ed il modo di vedere le cose che la Parola di Dio ci pone dinanzi. Allora preferiamo ...seguire il gregge: è più sicuro, oppure cadiamo nella paralisi dell'immobilismo e nella fuga.
Paura, blocco e fuga furono le esperienze di quelle donne alle quali fu annunciata la prima volta la risurrezione del Signore Gesù Cristo. Non faremo fatica ad identificarci con loro. Impariamone la lezione leggendone il racconto in Marco 16:1-8.
Ora, trascorso il sabato, Maria Maddalena, Maria, madre di Giacomo, e Salome acquistarono degli aromi a per andare ad imbalsamare Gesù. La mattina del primo giorno della settimana, molto presto, vennero al sepolcro al levare del sole. E dicevano fra di loro: "Chi ci rotolerà la pietra dall'entrata del sepolcro?". Ma, alzando gli occhi, videro che la pietra era stata rotolata, sebbene fosse molto grande. Entrate dunque nel sepolcro, videro un giovanetto che sedeva dal lato destro vestito di bianco, e rimasero spaventate. Ed egli disse loro: "Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; è risuscitato, non è qui, ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete come vi ha detto". Ed esse, uscite prontamente, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremore e stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura (Mr. 16:1-8).
Ecco dunque tre donne, Maria Maddalena, Maria, Salomè, che si accingono, secondo l'usanza del tempo, a ungere con oli aromatici e spezie il corpo di Gesù, straziato da un'orribile morte in croce e deposto da mani pietose in una tomba.
1. Chi sono queste donne? Alcune di esse erano state guarite da spiriti maligni e da infermità, come Maria Maddalena e Lo seguivano come Suoi discepole riconoscenti. Altre come Giovanna o Susanna, affascinate da Gesù, erano state disposte a sostenerlo con i loro beni (Lu. 8:3). Altre ancora, erano mogli o madri di discepoli che fedelmente seguivano i loro figli o mariti. Non sappiamo se queste fossero veramente convinte cristiane o solo "seguissero a ruota" i loro cari, senza farsi troppe domande. In ogni caso si trattava di donne amorevoli e servizievoli, consacrate, se non a Cristo, almeno ai loro cari, consapevoli del loro dovere di seguirli nelle loro scelte.
La fedeltà e l'amorevole compassione di queste donne appare davvero stupefacente. Forse non avrebbero potuto dirsi "militanti del movimento cristiano", ma neanche negli ultimi tragici avvenimenti della vita di Gesù, esse non lo avrebbero abbandonato. Di fatto, mentre i discepoli di Gesù erano fuggiti dopo l'arresto e il processo di Gesù, esse sarebbero state le uniche ad accompagnarlo persino alla croce. La gente allora avrebbe detto: "sono solo delle donne" e non avrebbero fatto loro alcun male e non si sarebbero tanto preoccupati della loro presenza. Dice la Scrittura: "Erano là presenti anche molte donne che osservavano da lontano, esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo; fra di loro c'era Maria Maddalena. Maria madre di Giacomo e di Iose; e la madre dei figli di Zebedeo" (Mt. 27:55,56).
2. Un'ultima illusione. Neanche dopo la Sua morte e sepoltura esse lasciano Gesù, e sono disposte a svolgere le ultime pratiche di pietà con il Suo corpo. Comprano così oli ed erbe aromatiche per ungerne il cadavere di Gesù, come si usava allora. Questa pratica pietosa serviva per ritardarne la corruzione e dare ad esso un profumo gradevole. Ancora oggi, presso certe culture, come per esempio negli USA, i morti vengono sottoposti a un vero e proprio maquillage e poi esposti ai loro cari per dare loro l'illusione che essi stiano magari dormendo, o che la morte non sia poi così brutta...
Esse rispettano così l'usanza che in giorno di sabato non era permesso alcun lavoro ed appena possibile, al sorgere del primo giorno della settimana, la domenica, si recano al sepolcro dove era stato deposto il corpo di Gesù.
3. Il problema di quelle donne. C'è però un problema: chi avrebbe per loro aperto l'entrata del sepolcro, chiusa da una pesante pietra? Sembra che non avessero saputo nulla del fatto che il sepolcro di Gesù fosse stato sigillato e controllato da uomini armati, mandati dalle autorità per impedire che il corpo di Gesù fosse sottratto dai Suoi discepoli.
In ogni caso nessun altro fra i Suoi discepoli, avranno pensato, "si era degnato" di andare con loro. Probabilmente, come dice Giovanni, si erano chiusi in casa "per paura dei Giudei" (Gv. 20:19), e le donne si erano dimostrate più coraggiose di loro (e non era la prima volta!). Forse i discepoli di Gesù aspettavano l'avverarsi della preannunziata risurrezione, e possiamo immaginare che le donne li avessero rimproverati di credere a questo sogno. Esse erano "più realiste". Le donne, magari, andando al sepolcro si illudevano che forse alla fine qualcuno di loro si fosse deciso a venire "mettendosi il cuore in pace". Nessuno di loro si era presentato. Quelle donne si trovavano così "in un bel problema".
1. Problema risolto? Con occhi bassi e tristi e con cuori pesanti le donne si erano così recate al sepolcro di Gesù e la prima loro sorpresa era stata quella di trovare il sepolcro già aperto! Che era successo? Chi le aveva precedute? In loro vi sono ora sentimenti contrastanti: forse i discepoli di Gesù alla fine si erano decisi, erano venuti ed avevano già fatto il lavoro? Oppure i nemici di Gesù non erano stati sazi di averlo ucciso ed ora ne avevano sottratto il corpo per vilipenderlo ancora di più?
2. Il messaggero. La seconda sorpresa, ancora più stupefacente, era stata però quella di vedere nel sepolcro, invece del corpo del Signore, un giovanetto vestito di bianco seduto accanto al luogo della sepoltura. Ora si che ne rimangono spaventate. Era uno speciale messaggero di Dio, un angelo, come appare nei momenti decisivi della storia della salvezza. E come tutte le apparizioni autentiche di creature angeliche, anche questa è portatrice di uno speciale messaggio da parte di Dio.
3. Il messaggio. Che cosa dice questa creatura angelica? In primo luogo egli rassicura le donne: "Non vi spaventate". Spaventarsi è naturale davanti all'inaspettato e a ciò che ci è sconosciuto. Non sappiamo se si tratta di un pericolo per la nostra vita. L'angelo però vuole rassicurare queste donne: hanno il privilegio di essere partecipi di un avvenimento straordinario e decisivo nei progetti di Dio per l'umanità, e si tratta di progetti certamente fuori dall'ordinario, ma buoni e benefici. Certamente buoni e benefici lo sono per quelle donne, la cui dedizione per Gesù, anche se non forse la fede, era veramente ammirevole. Non avrebbero avuto motivo di temere: il Signore sarebbe stato comprensivo e riconoscente verso di loro.
A scanso di equivoci, quasi per rassicurarle anche del fatto che non si sono sbagliate di tomba, l'angelo dice loro: "Voi cercate Gesù di Nazareth, Colui che ha subito l'orrore e la vergogna della morte in croce come il peggiore fra i criminali". E poi l'annuncio di ciò che Cristo stesso e le Scritture avevano pure preparato: "Ecco, la vergogna si è trasformata in gloria, Un miracolo della provvidenza di Dio è avvenuto: Egli non è più qui: è risuscitato. Questo è il posto dove l'avevano messo.
4. L'incarico. Queste donne però ricevono anche un preciso incarico: "andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete come vi ha detto". Gli angeli compaiono solo raramente: il compito principale dell'annunzio dell'Evangelo spetta alle creature umane.
L'angelo vuole mandare le donne a dare questo lieto annuncio ai Suoi discepoli, ma particolarmente a Pietro. Pietro sicuramente era sconvolto per aver rinnegato il Signore e si sarebbe aspettato da Lui solo una condanna. Essa però non giunge, anzi, Dio vuole mandare i Suoi messaggeri per confortarlo dalla sua afflizione e dalla sua caduta, come pure per incoraggiarlo dicendogli che Gesù non ...si è offeso per il suo rinnegamento, che ha compreso, che ha il Suo perdono e grazia. Vuole che superi la vergogna e si riunisca con i suoi compagni.
Il messaggio pure riafferma che in effetti quanto era successo era stato predetto, che non avrebbe dovuto per loro essere una sorpresa. I discepoli avrebbero rivisto Gesù, seppure per un periodo limitato, per completare la loro istruzione all'apostolato.
Gesù li avrebbe preceduti in Galilea, la terra dove il Suo ministero era iniziato. Gesù infatti apparirà loro in Galilea in due notevoli occasioni: accanto al lago tanto amato (Gv. 21:1) e sui monti (Mt. 28:16-20). Gesù avrebbe dato loro appuntamento in Galilea. Certo si sarebbe mostrato alcune volte a Gerusalemme, ma la Galilea è luogo che simbolizza la missione che essi avrebbero dovuto continuare a portare avanti.
A tutto questo come reagiscono le donne del nostro racconto? Piene di gioia, con fiducia ed ubbidienza fanno come era stato loro detto? No, "Ed esse, uscite prontamente, fuggirono via dal sepolcro, perché erano prese da tremore e stupore; e non dissero nulla a nessuno, perché avevano paura". Incredibile? Non più di tanto, conoscendo la natura umana. Il resoconto di questa loro reazione è anche un'ulteriore prova che i vangeli non sono racconti di eroi idealizzati, ma non hanno vergogna di presentare la realtà umana tale e quale essa è.
Quelle donne prontamente, così, reagiscono, ma prontamente fuggono, prese da tremore e stupore. Gli altri vangeli aggiungono che questi sentimenti erano anche frammisti a gioia, ma non deve sorprenderci. Che turbine di sentimenti deve essere sorto in loro! La paura, come si dice, mette loro le ali ai piedi.
Grazie a Dio il racconto non finisce con la reazione pusillanime di queste donne. Gesù sarebbe apparso personalmente a Maria Maddalena, la quale, finalmente persuasa che le cose erano veramente accadute come aveva detto l'angelo, va e annuncia il fatto ai discepoli di Gesù che ancora "erano afflitti e piangevano" (Mr. 16:10). Naturalmente non le credono... e questo accade anche quando Gesù appare a due altri discepoli che erano in cammino verso la campagna. Gesù alla fine apparirà anche a loro rimproverandoli "per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a coloro che lo avevano visto risuscitato" (16:14). Gesù, perdonandoli, rivolgerà loro il Suo Grande Mandato: "Andate per tutto il mondo e predicate l'evangelo a ogni creatura; chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato; ma chi non ha creduto, sarà condannato" (16:15).
Fin qui il nostro racconto. Quali considerazioni però possiamo trarre da ciò che ci viene narrato di queste donne?
1. Realismo e senso pratico? Le donne, diremo noi "con molto realismo e senso pratico", si erano troppo preoccupate con le pietose pratiche della sepoltura, sia pure legittime e doverose nei casi normali. Il realismo ed il senso pratico sono virtù importanti, ma spesso ci impediscono di spingerci "al di là del conosciuto" per investire la nostra vita in ciò che riteniamo "straordinario" e "soprannaturale". In realtà la separazione fra ordinario e straordinario, fra naturale e soprannaturale, è solo apparente e relativa alla nostra limitata prospettiva. Il mondo è uno, ed esso è il mondo di Dio, il mondo dove Dio fa operare "le leggi della natura", ma dove pure Egli ha la libertà di travalicarle. Quelle donne, e noi con loro, dovevano accettare la sfida di "ampliare i loro orizzonti". Senza dubbio non è facile, ma anche questa è la sfida dell'Evangelo.
2. L'incontro con l'inaspettato. L'incontro inaspettato di queste donne con la Parola di Dio annunciata le sconvolge e le blocca. La Parola di Dio che gli angeli annunziano loro (e che in ogni caso non era una novità, perché già ribadita dalle Scritture) annuncia realtà straordinarie, è intesa ad aprire loro le prospettive ed ad annunciare loro non la fine di una sia pur meravigliosa esperienza, ma l'inizio di nuove "avventure". Quanto spesso questa reazione è vera pure per noi! La Parola di Dio ci sembra "strana", "impossibile", troppo "rischiosa". La Parola di Dio ci spaventa perché ci sfida e ci mette in crisi. Essa ci apre al nuovo ed allo sconosciuto. Quanto spesso così essa, pure per noi, ci sconvolge e ci blocca. Non aspettiamoci però necessariamente nuovi incoraggiamenti come quelli di cui aveva avuto esperienza Maria Maddalena. I dati oggettivi delle Scritture ci devono bastare. Fino a quando continueremo a fuggire la Parola di Dio (lo facciamo in tanti modi!)?
3. Vincere la paura. Una parola di incoraggiamento per vincere le nostre paure è così quanto mai opportuna.
Chi, come queste donne, cerca il Cristo crocifisso, e da Lui cerca vita e salvezza, non ha motivo di averne paura. Non deve neppure avere paura del potere di dannazione del peccato, dato che Cristo salva, il Suo sangue purifica e la Sua giustizia giustifica da ogni peccato. Né deve avere paura della Legge, delle sue minacce, maledizioni e condanne, perché Cristo ce ne ha redento. Né deve aver paura di Satana, e dei suoi servi che pure hanno spogliato Cristo, perché il popolo di Dio è stato redento dalle sue mani. Non deve avere paura della morte perché il suo pungiglione è stato strappato ed è stata abolita in quanto condanna del peccato. Non deve aver paura dell'inferno e dell'ira a venire, perché Cristo ce ne ha salvato, e tanto meno di quei buoni angeli di Dio così sempre disponibili. Abbiamo forse paura dell'uomo? Qualcuno ha detto: "Noi temiamo gli altri così tanto perché noi temiamo Dio così poco!" (W. Gurnall). Si, è solo il timore di Dio che ci può liberare dalla paura dell'uomo, perché Dio è il valore supremo e Colui che supremamente ci può proteggere.
Non deve temere chi guarda il Cristo crocifisso, perché dietro alla croce c'è una realtà di vita e di speranza che neppure immagina: potrà trovare in essa redenzione. Chi è stato reso sensibile al proprio stato di perdizione, la cui Cristo ha parlato, e che vede il proprio bisogno di Lui, come pure il Suo valore non ha motivo di avere paura.
Noi dunque cerchiamo Cristo con tutto il cuore, per essere purificati, perdonati, per ricevere la Sua giustizia, riposo, nutrimento, salvezza e vita eterna. Lo cerchiamo dove Egli è e si rivela, cioè nelle Scritture, nell'Evangelo, nelle ordinanze di Cristo ed alla destra di Dio. Egli è risorto e rimane un Salvatore potente ed efficace per chiunque accetti la Sua sfida! Basta dunque con la paura, l'immobilismo e fa fuga: cogliamo lo spirito della risurrezione!
[Paolo Castellina, venerdì 28 marzo 1997. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, edizioni La Buona Novella, Brindisi, 1991].