Il peggiore sermone al mondo!
La centralità della predicazione
Il titolo della nostra meditazione oggi è "Il peggiore sermone al mondo"...
Qual è la peggiore predica che mai si possa udire? Forse l'avete già sentita: era noiosa e interminabile, dottrinalmente scorretta, retorica e arrogante In ogni caso è la Bibbia stessa che ci dà gli strumenti per discernere quale sia un buon sermone. Si, perché dobbiamo discernere, valutare, vagliare bene ciò che udiamo, e non accontentarci acriticamente delle apparenze o sottoporla ai nostri propri criteri. Come per ogni altra cosa, anche la predicazione deve conformarsi ai criteri autorevolmente stabiliti dalla Parola di Dio.
In ogni caso, la predicazione, il sermone, sta al centro del culto riformato. La predicazione è irrinunciabile ed insostituibile. Essa non è un elemento accessorio accanto agli altri, ma essenziale, fondante e qualificante per la nostra fede. Perché? Perché la predicazione è lo strumento principe che Dio sceglie per proclamare la Sua Parola.
La confessione elvetica della fede riformata del 1561 afferma: "Quando dunque questa Parola di Dio è ora annunziata nella chiesa da predicatori legittimamente chiamati, noi crediamo che sia proclamata la Parola di Dio medesima e che come tale debba essere dai fedeli ricevuta, e che nessunaltra Parola di Dio debba essere inventata od aspettata dal cielo. Inoltre noi affermiamo che sia necessario prestare attenzione alla Parola predicata, e non tanto al ministro che la predica; perché anche se questi fosse malvagio e peccatore, la Parola di Dio rimarrebbe ancora vera e buona. Non ci è lecito nemmeno ritenere che la predicazione della Parola sia inutile ritenendo che essere istruiti sulla vera religione dipenda dall'illuminazione interiore dello Spirito Santo " (1,4).
Cattivi sermoni
Quali possono allora essere alcuni sermoni che senz'altro possiamo ritenere cattivi secondo l'insegnamento della Bibbia? Io come predicatore debbo ben riflettere su questo e voi come uditori altrettanto. Potremmo pensare a:
1. Il sermone noioso. Per la maggior parte di coloro che frequentano i culti domenicali non c'è niente di peggio che un sermone lungo e noioso!
Al riguardo si possono fare diverse considerazioni. Molto dipende dalla cultura in cui viviamo. I mass media hanno fatto si che la nostra capacità di prestare attenzione ad un qualsiasi discorso si riducesse sempre di più. Inoltre oggi il discorso, più che far riflettere, deve "intrattenere e divertire". Il famoso predicatore Charles Spurgeon disse: "Io sono qui per pascere gli agnelli, non per divertire le capre".
Io immagino che l'apostolo Paolo non fosse affatto noioso quando parlava. Eppure, come indicano alcuni dei suoi scritti, egli non era proprio quello che si può dire un "grande predicatore": lo ammetteva lui stesso. Altri, a quel tempo erano i popolari "principi della retorica". Eppure era lui, Paolo, insieme agli altri umili ed incolti apostoli, che portava la Parola di Dio, e non gli imbonitori del suo tempo. Sappiamo però che egli sapeva bene quel che stava dicendo, e lo diceva con grande convinzione, precisione e perizia. Perché? Ai cristiani di Filippi aveva scritto: "Per me il vivere è Cristo, e il morire guadagno" (Fl. 1:21). Quando un predicatore, come l'apostolo Paolo, investe completamente tutta la sua vita, fino a pagare di persona con coerenza e coraggio per quello che sta dicendo, egli raramente potrà essere noioso.
Può anche però essere il caso che qualche volta la gente si annoi con le prediche perché sia stanca di sentire parlare di Cristo, il Signore e il Salvatore, potenza ed sapienza di Dio, e che, spinta dalle mode e dalle passioni del mondo "voglia sentire altre cose". Se questo è il caso, il problema non è quello del predicatore, ma di chi ascolta, vittima delle ingannevoli lusinghe di questo mondo e cieco rispetto a ciò che più vale.
E' tragico e deplorevole, però, quando capita che sia lo stesso predicatore ad essere stanco di Cristo e, come una banderuola, andare lui - cieco guida di ciechi - dietro alle ingannevoli lusinghe di questo mondo. Eppure questa non è probabilmente la peggiore fra le situazioni, perché un tale predicatore, un predicatore che non predica Cristo, verosimilmente attirerà ben poca gente, e farà così pochi danni Dopo il sermone noioso potremmo pensare a:
2. Il sermone del predicatore vanitoso. Ci sono predicatori di successo umili e consacrati, ma vi sono oggi pure molti predicatori di successo, conferenzieri pure "molto invitati", che sono vanitosi e presuntuosi, pieni di sé stessi ed arroganti. Si compiacciono del potere e della fama che hanno acquisito, come pure della propria sapienza, amano ascoltare la propria voce, e magari anche guadagnarci su Ciò che non va con il sermone di un predicatore vanitoso, o meglio, troppo pieno di SE STESSO, sicuro di sé, è che, se è il sermone è buono, esso farà si che la gente lodi lui, il predicatore, più che lodare Dio!
Dobbiamo certo essere riconoscenti quando un sermone ci ha fatto del bene ed edificato, ed anche quando riconosciamo sia stato impostato bene dobbiamo lodare Dio per questo, e non tanto il predicatore. Quanti in questo mondo dicono: "Oh, che predicatore meraviglioso che abbiamo! E' così intelligente! Ha un grande senso dell'umorismo. E' così eloquente!". I predicatori devono guardarsi molto dall'orgoglio e dal sentirsi sufficienti a sé stessi. Il sermone di un predicatore vanitoso sarà SEMPRE carente della vera potenza di Dio.
L'apostolo Paolo scrisse: "Anch'io, fratelli, quando venni da voi, non venni con eccellenza di parola o di sapienza, annunziandovi la testimonianza di Dio, perché mi ero proposto di non sapere fra voi altro, se non Gesù Cristo e lui crocifisso. Così io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore. La mia parola e la mia predicazione non consistettero in parole persuasive di umana sapienza, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza, affinché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla potenza di Dio" (2 Co. 2:1-5).
Sermoni, dunque, noiosi, sermoni di predicatori vanitosi, ma anche:
3. Il sermone dottrinalmente scorretto. Abbiamo già rilevato come il criterio per valutare un buon sermone debba trovare riscontro nella Parola di Dio. La Parola di Dio, però, e quella soltanto, deve non solo essere il criterio della forma del sermone, ma anche e soprattutto del suo contenuto. Al centro di un "buon sermone" la Bibbia dice debba sempre esservi la Persona, la Parola e l'Opera di Cristo, come annunciato ed interpretato dalla Scrittura stessa e da quella soltanto. La concezione del mondo che ad esso soggiace deve essere quella biblica, come pure bibliche le dottrine che presenta. Non la tradizione umana, non le teorie delle filosofie di questo mondo, non le tendenze più di moda: ma la Parola di Dio.
Paolo così scrive ai cristiani della Galazia: "Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto" (Ga. 1:8).
Altri vangeli come quelli proclamati da movimenti religiosi non ortodossi come Testimoni di Geova, Mormoni, Moonies ecc. e talora da predicatori più o meno liberali che pure si dicono cristiani e ufficialmente consacrati dalle chiese, sono estremamente pericolosi e da respingere. Essi possono condurre la gente a pregiudicarsi la loro stessa salvezza e condannano sia il predicatore che gli uditori, anche se essi magari non sono neanche i peggiori sermoni, quand'anche si possa dire si possa dire di loro che "parlano bene".
Abbiamo così parlato di "cattivi" sermoni, ma qual è:
Il peggiore sermone mai udito
Qual è allora il peggiore sermone mai udito? Guardate che cosa dice la Scrittura. Dal libro del profeta Geremia al riguardo di alcuni falsi profeti del suo tempo (profeta equivale a predicatore):
"Essi curano alla leggera la ferita del mio popolo, dicendo: "Pace, pace" quando non c'è pace" (Ger. 6:14). "Essi curano alla leggera la ferita della figlia del mio popolo, dicendo: "Pace, pace", quando non c'è pace" (Gr. 8:11). "Così dice l'Eterno degli eserciti: Non ascoltate le parole dei profeti che vi profetizzano. Essi vi fanno diventare spregevoli; vi espongono le visioni del loro cuore e non ciò che procede dalla bocca dell'Eterno. Dicono del continuo a quelli che mi disprezzano: "L'Eterno ha detto: Avrete pace" e a tutti quelli che camminano nella caparbietà del proprio cuore: "Nessun male verrà su di voi" (Gr. 23:16,17).
Il peggiore sermone al mondo non solo è dottrinalmente scorretto, ma è un sermone dottrinalmente scorretto in modo sottilmente diabolico.
Il peggiore sermone al mondo - come molti che si udivano al tempo del profeta Geremia, è tutto pieno di "pace, pace quando non c'è pace", è un sermone che dice che "tutto va bene" quando invece tutto va male, è un sermone che annuncia e promette un futuro roseo quando dietro l'angolo c'è di fatto la catastrofe. I contemporanei di Geremia avevano il cuore molto lontano da Dio, eppure volevano "salvare le apparenze" praticando una religiosità formale ed ipocrita. I contemporanei di Geremia erano avidi ed egoisti: non gli importava di fatto nulla di Dio e delle Sue leggi. Era una società in decadenza morale e spirituale che però voleva conservare una certa rispettabilità esteriore. Era una società che stava per subire un tremendo giudizio da parte di Dio: non lo vedeva e se qualcuno glielo diceva, non ne voleva sapere. Geremia li ammoniva sull'imminente catastrofe, ma per loro Geremia era troppo "negativo", lo criticavano e non volevano ascoltarlo. Preferivano invece predicatori compiacenti che dicessero loro quello che volevano udire "pace, pace tutto va bene "!
Non è molto diversa la situazione oggi. Vogliamo "discorsi positivi", "ben fatti", che ci illudano, ci lusinghino, che non ci scomodino più di quel tanto, che non ci accusino (se no ci offendiamo), pieni di banalità, luoghi comuni e "ottimisti". Possono essere molto apprezzati questi discorsi, ma, in certi contesti, possono essere falsi e pieni di menzogne!
Il peggiore sermone al mondo promette "pace", dice che Dio è buono, disposto ad aiutarci e a renderci felici, favorevole e amoroso, quando "quando non c'è pace". Il peggiore sermone al mondo promette "pace" senza mettere mai in evidenza che non siamo affatto a posto con Dio e abbiamo urgente necessità di ravvedimento: un serio e profondo esame di coscienza, la confessione dei nostri peccati, il loro abbandono e la precisa determinazione a cambiare strada. Esso parla di pace senza quel cambiamento interiore del cuore che solo una rinascita spirituale può apportare.
Il peggiore sermone al mondo dice ai peccatori, convincendoli, che non hanno motivo di temere il giudizio di Dio, anche se continuano a vivere nei loro peccati. Il peggiore sermone al mondo è quello che fa sentire tutti contenti, quando dovrebbe far piuttosto sentire tutti a disagio!
Il peggiore sermone al mondo è uno che "cura le ferite alla leggera". Esso fornisce l'equivalente spirituale di due aspirine quando ciò che occorrerebbe veramente sarebbe un'operazione chirurgica al cuore! Esso dice alla gente: basta che siate battezzati, basta che siate delle brave persone, basta che facciate ogni tanto del bene, basta che crediate nel vostro cuore e poi non importa come vivete, quali siano i vostri valori e priorità nella vita! Gesù però dice: " se non prendete la vostra croce e non mi seguite ".
Iddio dice che abbiamo bisogno di un'operazione chirurgica radicale al cuore che solo Lui può fare e che noi dobbiamo ravvederci. Il migliore sermone al mondo, però, è quello che DICE LA VERITA', seppure con amore. Il sermone che parla dei peccati che abbiamo commesso e del bisogno, del grande bisogno che noi abbiamo di Cristo.
Il peggiore sermone al mondo dice alla gente solo ciò che la gente ha piacere di udire. Dice loro: "Tutti certamente saranno salvati, nessuno deve preoccuparsi!". Il migliore sermone al mondo, invece, è quello che la gente ha bisogno di udire!!
Conclusione
E' importante, dunque, riaffermare la centralità della predicazione nel culto della Chiesa cristiana, ma guai a far si che la predicazione diventi solo una formalità, che corra dietro alle mode del momento ritenendo di avere così maggiore successo, o peggio alienandola e sostituendola con ciò che Dio non ha stabilito. Esso deve essere un "buon" sermone, cioè rispondente ai criteri che la Bibbia stessa, in quanto Parola di Dio, stabilisce, sia per quanto riguarda il contenuto che la forma. Esso deve essere "sudato", quanto a preparazione, come pure recepito con attenzione come Parola stessa di Dio. Certo non deve essere lungo e noioso, certamente non fatto per il vanto del predicatore stesso e dottrinalmente assolutamente corretto.
Presentando Cristo e nient'altro che Cristo, il "buon sermone" deve parlare ai suoi particolari uditori non per compiacerli, ma per farli incontrare con il Dio vivente, anche quando questo può essere scomodo e scottante Dio ci guardi, dunque, dal "peggiore sermone al mondo": il migliore sarà sempre per la gloria e l'onore di Dio. Anche a questo riguardo potrebbe valore quanto l'Apostolo dice per ogni discorso: "Nessuna parola malvagia esca dalla vostra bocca, ma se ne avete una buona per l'edificazione, secondo il bisogno, ditela affinché conferisca grazia a quelli che ascoltano" (Ef. 4:29).
[Paolo Castellina, sabato 4 ottobre 1997. Tutte le citazioni, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991].
Letture prima della predicazione
1.
"Perciò io vi dico: Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi, e dei farisei, voi non entrerete affatto nel regno dei cieli" (Mt. 5:20).
2.
"Perciò ecco', dice l'Eterno, 'io sono contro i profeti che rubano gli uni agli altri le mie parole. Ecco'. dice l'Eterno, 'io sono contro i profeti che usano la loro lingua e dicono: Egli dice. Ecco, io sono contro quelli che profetizzano sogni falsi', dice l'Eterno, 'e li raccontano e traviano il mio popolo con le loro menzogne e con le loro millanterie, benché io non li abbia mandati né abbia dato loro alcun ordine; perciò non saranno di alcuna utilità a questo popolo', dice l'Eterno. 'Se pertanto questo popolo o un profeta o un sacerdote ti domanderà, dicendo: "Qual è l'oracolo dell'Eterno?" tu risponderai loro: Quale oracolo? Io vi rigetterò', dice l'Eterno. 'Quanto poi al profeta, al sacerdote o al popolo che dirà: "Oracolo dell'Eterno io punirò quel tale e la sua casa. Così direte, ognuno al proprio vicino e ognuno al proprio fratello: Che cosa ha risposto l'Eterno? e Che cosa ha detto l'Eterno? Ma l'oracolo dell'Eterno non lo menzionerete più, perché la parola di ciascuno sarà il suo oracolo, perché avete distorto le parole del DIO vivente l'Eterno degli eserciti, il nostro DIO. Cosi dirai al profeta: "Che cosa ti ha risposto l'Eterno?" e "Che cosa ha detto l'Eterno?" Ma se dite ancora: "Oracolo dell'Eterno" allora così dice l'Eterno: Poiché dite questa parola: "Oracolo dell'Eterno" anche se io vi avevo mandato a dire: Non dite più: "Oracolo dell'Eterno" ecco, io mi dimenticherò interamente di voi e vi getterò lontano dalla mia faccia, voi e la città che avevo dato a voi e ai vostri padri, e vi coprirò di un obbrobrio eterno e di una eterna vergogna, che non saranno mai dimenticati'" (Gr. 23:9-40).
3.
"Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?". E allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di iniquità". Perciò, chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, io lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia. Cadde la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa però non crollò, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque invece ode queste parole non le mette in pratica, sarà paragonato ad un uomo stolto, che ha edificato la sua casa sulla sabbia. Cadde poi la pioggia, vennero le inondazioni, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa; essa crollò e la sua rovina fu grande. Ora, quando Gesù ebbe finito questi discorsi, le folle stupivano della sua dottrina" (Mt. 7:21-28).