Crescere verso la maturità


Iddio si aspetta ed opera affinché ogni Suo figlio cresca verso la maturità in Cristo, progredendo in modo equilibrato in ogni area della vita.

La bellezza del crescere

E' bello veder crescere i propri figli: il loro corpo, il loro aspetto, il loro carattere… ma anche vederli crescere in conoscenze e in capacità. Per un cristiano è altresì molto importante vederli crescere spiritualmente.

Il cristiano sa, infatti, che noi siamo creature di Dio e che il meglio per noi si trova solo in comunione con Dio. Per questo vorremmo che i nostri figli fossero coscientemente discepoli del Salvatore Gesù Cristo e con Gesù essi potessero conoscere Dio, stabilire un rapporto autentico con Lui e lasciare che questo forgiasse sempre meglio l'intera loro personalità. Quanto grande è il dolore di un genitore cristiano che, in questa società empia e pagana, vede innumerevoli influenze negative rallentare e deviare la crescita spirituale dei suoi figli.

Il Salvatore Gesù Cristo, come uomo, è pure il nostro modello di umanità. Egli nacque, crebbe e visse come Dio volle anche per noi fin dall'inizio. Di Gesù dodicenne la Scrittura ci dice: "Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lu. 2:52). Questo il genitore cristiano vuole per i suoi figli: che essi crescano in sapienza, in statura e in grazia, davanti a Dio e davanti agli uomini.

Quattro linee di sviluppo

Lo stesso vale anche per ciascuno di noi singolarmente, per tutta la nostra vita, se siamo discepoli di Gesù: dobbiamo crescere spiritualmente ad immagine di Cristo, come altresì dice la Scrittura: "Crescete …. nella grazia e nella conoscenza del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen" (2 Pi. 3:18).

Ci sono almeno quattro linee di sviluppo, lungo le quali, come cristiani, siamo chiamati a crescere, a maturare, a progredire: (1) La linea dello sviluppo fisico; (2) la linea dello sviluppo della conoscenza; (3) la linea dello sviluppo relazionale; (4) la linea della crescita spirituale. Le vediamo nella crescita umana del Salvatore Gesù Cristo, e queste devono manifestarsi in noi per rendere compiuta la nostra umanità.

Sulle prime due linee: lo sviluppo fisico e conoscitivo non voglio soffermarmi oggi troppo: la nostra società se ne occupa e ha gli strumenti per renderlo possibile: l'educazione fisica, l'educazione scolastica, l'educazione nelle arti e nei mestieri. In questo possiamo dire di essere molto più avanti delle passate generazioni. La nostra società corre il rischio, però, di sottovalutare e di trascurare le due altre importanti aree di crescita dell'essere umano: quella relazionale e quella spirituale. Se non ci si cura molto seriamente anche di queste, infatti, non potrà esserci in noi e nei nostri figli, una crescita equilibrata. Di questa negligenza ne vediamo anche oggi fra di noi gli amari frutti.

La crescita relazionale

Che cos'è l'area che abbiamo chiamato della "crescita relazionale", che dovremmo particolarmente sviluppare fra di noi? E' qualcosa di cruciale per lo sviluppo e la crescita di una vita cristiana equilibrata.

1. Gesù dimostrava una matura integrità di carattere. Egli conosceva qual era la volontà di Dio alla quale ogni creatura umana deve conformarsi, ed era questa a conformare il suo carattere, il suo modo di essere e di vivere. Gesù chiama altresì ogni Suo discepolo a conoscere bene la volontà di Dio rivelata dalla Scrittura e a radicarla nella propria personalità, affinché fede e pratica, integrate in modo coerente, riflettano la Sua rettitudine e la Sua affidabilità.

2. Gesù era un modello di amorevole attenzione verso gli altri. Gesù diceva ai Suoi discepoli di amare il loro prossimo, e poi insegnava loro chi fosse il loro prossimo, modellando il loro comportamento sull'incondizionata e costante disponibilità di Gesù a prendersi amorevole cura di ogni creatura, umana e non. Chi è il nostro prossimo e in che modo noi lo serviamo, ad imitazione del nostro Maestro Gesù Cristo?

3. Gesù educava a coltivare uno spirito libero da ogni atteggiamento di condanna. La vita di Gesù, infatti, era caratterizzata da uno spirito conciliante e dimostrava di accordare sempre la grazia, quando la severità del giudizio sarebbe stata naturalmente meritata ed attesa. Questo non significa che Gesù fosse privo di chiari principi etici e morali, anzi. Gesù però non criticava e censurava gratuitamente il comportamento immorale, aiutava semmai a ravvedersene ed a cambiare attraverso una paziente opera di persuasione. "Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo di lui" (Gv. 3:17).

4. Gesù dimostrava e insegnava ad avere un cuore pieno di tenera compassione. Gesù ben sapeva partecipare al dolore ed alle preoccupazioni che osservava nella gente, le comprendeva ed era pronto a consolare, a sanare ogni ferita, a guidare amorevolmente ad uscire dalle situazioni di crisi. "E abbiate compassione degli uni usando discernimento. Ma salvate gli altri con timore, strappandoli dal fuoco, odiando perfino la veste contaminata dalla carne" (Gd. 22).

5. Gesù dimostrava integrità nel modo di parlare. Egli insegna ad avere, per così dire, "la lingua sotto controllo" perché non dica nulla che sia meno che costruttivo, significativo, gentile. Parole infondate, parole oziose, parole inutili, parole che feriscono, devono essere bandite dalla bocca del cristiano, perché di esse dovrà rendere conto. Gesù diceva: "Or io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detta" (Mt. 12:36), come pure: "Nessuna parola cattiva deve mai uscire dalla vostra bocca; piuttosto, quando è necessario, dite parole buone, che facciano bene a chi le ascolta" (Ef. 4:29 TILC).

6. Gesù mostrava un sottomesso spirito conciliatorio. La sottomissione è diventata oggi, nella nostra società egocentrica, una parola negativa. E' difficile oggi persino fra credenti dire che bisogna essere sottomessi l'uno all'altro nel timore di Cristo (Ef. 5:21). Con l'idea, infatti, che dobbiamo proteggere noi stessi in ogni tempo e ad ogni costo, abbiamo perduto la capacità di confidarci del Signore e nel Suo popolo. Il Signore Gesù ci mostra, al contrario, che a volte è meglio cedere e sottometterci ad un'altra persona che voler provare d'avere ragione. Avete mai voi vinto in una discussione, ma perduto nel rapporto umano? Iddio, nella Scrittura ci dice: "Sottomettetevi dunque a Dio, resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi" (Gm. 4:7). "Ubbidite ai vostri conduttori e sottomettetevi a loro, perché essi vegliano sulle anime vostre, come chi ha da renderne conto, affinché facciano questo con gioia e non sospirando, perché ciò non vi sarebbe di alcun vantaggio" (Eb. 13:17). "Similmente voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Sì, sottomettetevi tutti gli uni agli altri e rivestitevi di umiltà, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili" (1 Pi. 5:5).

7. Gesù aveva nella Sua vita priorità equilibrate. Oggi si mette molto l'accento sul fare, sul conseguire, sul guadagnare materialmente. Nel fare così, però, dimentichiamo la priorità che dobbiamo dare ai rapporti umani. Quando ci focalizziamo troppo sui nostri "improrogabili impegni", spesso ignoriamo e trascuriamo gli altri. Gesù, al contrario era, ed insegnava ad essere, una persona disponibile, anche se questo andava contro i Suoi immediati interessi. Se la nostra professione, i nostri incarichi nella chiesa, i nostro orto, le nostre attività ricreative assumono priorità rispetto al nostro rapporto con il Signore, con nostra moglie o marito, con i nostri figli, amici, o vicini, dobbiamo ristabilire le nostre priorità impegnandoci in ciò che maggiormente sta a cuore al nostro Signore.

La crescita in maturità spirituale

Gesù cresceva fisicamente, culturalmente, relazionalmente e così insegnava a fare. Gesù "cresceva davanti agli uomini". Egli cresceva però anche "davanti a Dio". Egli cresceva nel favore di Dio, Suo Padre, sviluppando una personalità matura, completa, perfetta, nello Spirito.

La maturità spirituale è cruciale, essenziale, allo sviluppo e crescita di una vita cristiana equilibrata. Dio Padre diceva di Gesù: «Tu sei il mio amato Figlio, in te mi sono compiaciuto!». Potrebbe dirlo di noi? Lo sguardo di favore del Signore era su Gesù, perché Egli lo meritava, perché la sua vita perfetta, priva di peccato, all'altezza della santità di Dio, meritava un tale favore.

Che cosa possiamo noi fare per crescere e progredire in maturità spirituale dato che questa crescita dipende da Lui? Per fede e nella potenza dello Spirito Santo che dimora in noi, come discepoli di Gesù, noi possiamo procedere nelle seguenti aree di applicazione pratica, renderle significative, ed in esse crescere:

1. La priorità del culto. In primo luogo noi dobbiamo far si che il culto che a Dio è dovuto diventi la nostra priorità più alta.

Rendere a Dio il culto che Gli è dovuto, significa incontrarlo a livello personale ogni giorno nella preghiera e nella meditazione della Sua Parola. Per un cristiano, salvezza significa sapere che un giorno saremo sempre faccia a faccia con Lui per rendergli un culto eterno. Sarà una continuazione del culto che ogni giorno oggi Gli rendiamo. La gioia del rendergli oggi il culto che gli è dovuto, sarà un giorno vissuta al massimo grado. La Scrittura dice: «Degno sei, o Signore, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create» (Ap. 4:11).

Anche il privilegio e la responsabilità del culto comunitario con i nostri fratelli e sorelle nella fede è un'importante componente della nostra crescita spirituale. Quando il Corpo di Cristo si riunisce per il culto potrà vedere quest'esercizio come significativo e soddisfacente quando in esso davvero Lo incontriamo ed interagiamo con Lui.

2. Sviluppare uno spirito riconoscente. Il Signore Gesù ci insegna a rendere grazie a Dio per ogni cosa, trovandone soddisfazione. Una delle evidenze più dirette della nostra fiducia nel Signore è la presenza di un cuore riconoscente che trova la sua pace nel confidare in Lui ed in tutto ciò che Egli si compiace di provvederci. "In ogni cosa rendete grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi" (1 Ts. 5:18).

3. Impegnarsi in un servizio attivo con e per gli altri con spirito di sacrificio. La maturità in Cristo si dimostra nella misura e qualità del nostro servizio verso di Lui e verso gli altri, a Sua imitazione. In che misura noi serviamo gli altri ad imitazione del Maestro? "Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando" (Gv. 15:13,14).

4. Uno spirito critico verso noi stessi. Crescere spiritualmente significa aver la capacità di riconoscere, abbandonare ed evitare tutto ciò che a Dio dispiace per impegnarci a crescere in purezza ed in santità. Se non riconosciamo in noi stessi un area oscura che dispiace al Signore, dei peccati ancora non confessati e per i quali ancora non abbiamo fatto sforzo alcuno per trovarne perdono, non cresceremo nella nostra maturità spirituale e la nostra vita cristiana ne soffrirà fintanto che non risolveremo la questione. "Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non aver peccato, lo facciamo bugiardo e la sua parola non è in noi" (1 Gv. 1:8-10).

5. Camminare per lo Spirito e resistere alla tendenza di tornare ad avvalerci della carne. Ogni credente in crescita deve comprendere questa questione fondamentale, cioè che cosa significa appartenere a Gesù Cristo: vivere per grazia e non per la legge; vivere per fede, e non per visione; vivere secondo le promesse di Dio, e non secondo le formule dell'uomo. "Camminate secondo lo Spirito e non adempirete i desideri della carne" (Ga. 5:16).

6. Desiderare di conoscere e di fare ciò che al Signore piace. La prova del nostro amore verso di Lui, dell'autenticità della nostra fede è la nostra ubbidienza. Gesù spesso metteva questo in evidenza. "Se mi amate, osservate i miei comandamenti" (Gv. 14:15).

7. Dare gloria a Dio. Crescere spiritualmente, infine, significa avere per obiettivo, in qualunque cosa facciamo, di dare gloria a Dio. E' questo il nostro obiettivo nella vita in ogni cosa? In ogni nostra parola ed opera, nel mangiare come nel bere, sia nello spendere come nel dare, sia nel servizio come nel riposo, qualunque cosa noi si faccia, Dio deve essere in essa glorificato! "E qualunque cosa facciate, in parola o in opera, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui" (Cl. 3:17).

Conclusione

La Scrittura dice che il Signore Gesù, come nostro modello, "cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lu. 2:52). Egli cresceva, e si trattava di una crescita qualitativa. E' questo il modello che noi mettiamo davanti ai nostri figli ed assumiamo per noi stessi? Iddio si aspetta ed opera affinché ogni Suo figlio cresca verso la maturità in Cristo, progredendo in modo equilibrato in ogni area della vita: nel campo fisico, nel campo intellettuale, nel campo spirituale. Vi sono alcuni che scioccamente puntano ogni cosa sull'educazione fisica, trascurando quella intellettuale e spirituale. Vi sono coloro che puntano ogni cosa sull'educazione intellettuale, trascurando quella fisica e quella spirituale. Certo sbagliano pure e crescono in modo squilibrato, coloro che puntano ogni cosa sull'educazione spirituale: sono però piuttosto pochi… Una "generazione storta e perversa", però, come si esprime la Scrittura, è il risultato del non prendersi debita ed attenta cura dell'educazione spirituale, risparmiando in essa, come se non fosse importante. Si tratta però di un tragico errore del quale prima o poi ne pagheremo le conseguenze, se non le paghiamo già oggi. Il discepolo di Cristo autentico, però, presta la sua incondizionata attenzione all'esortazione della Scrittura che dice: "Crescete …. nella grazia e nella conoscenza del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo. A lui sia la gloria, ora e in eterno. Amen" (2 Pi. 3:18).

 

(Paolo Castellina, venerdì 4 settembre 1998. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991).


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