Vivere nella luce
Introduzione
La luce, e in particolare la luce elettrica, è importante, anzi essenziale per il nostro mondo moderno. Alcuni anziani si ricordano delle prime centraline elettriche che producevano energia per illuminare poche case privilegiate. La corrente, però, spesso non era costante, a volte andava e veniva, e si bruciavano le lampadine.
Questo mi fa venire in mente una versione della classica barzelletta sul cambiare lampadine bruciate. Ascoltate: Quanti papi ci vogliono per cambiare una lampadina? Nessuno. Una volta che la lampadina è stata infallibilmente installata, non potrà mai più essere cambiata, anche se rimaniamo tutti al buio. Quanti cattolici ci vogliono per cambiare una lampadina? Nessuno, tanto usano già le candele. Quanti pentecostali ci vogliono per cambiare una lampadina? Nessuno. Semplicemente impongono le mani alla lampadina e pregano che possa guarire. Quanti professori valdesi di teologia ci vogliono per cambiare una lampadina? Uno per cambiare la lampadina, due per discuterne le implicazioni teologiche ed uno per moderare il dibattito. Quanto liberali ci vogliono per cambiare una lampadina? 10, dato che devono prima organizzare un dibattito per decidere se la lampadina esista o meno. Anche se però si accordassero sull'esistenza della lampadina, essi potrebbero non cambiarla, per paura di alienarsi quelli che preferiscono il tubo fluorescente del neon. Quanti agnostici ci vogliono per cambiare una lampadina? Nessuno, in ogni caso non erano mai stati del tutto sicuri che la lampadina avesse mai veramente funzionato. Quanti atei ci vogliono per cambiare una lampadina? Uno, ma essi rimangono tuttavia ancora nelle tenebre. Quanti tradizionalisti ci vogliono per cambiare una lampadina? Cambiare? Non sia mai!
Si potrebbe andare avanti così. In ogni caso luce e tenebre possono essere usate come delle metafore, nel nostro caso per fare della satira su tratti del carattere di tipi diversi di cristiani.
Una metafora comune
Giovanni, l’apostolo ed evangelista, amava molto le metafore di luce e tenebre per comunicare il messaggio cristiano. Quando parla della Persona e dell’opera del Salvatore Gesù Cristo, egli dice che in Gesù c’è la vita e che questa vita è luce per le creature umane (Gv. 1:4). Egli dice che Gesù è una luce così forte in mezzo a questa umanità che niente e nessuno è mai riuscito a sopraffarla: "La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno sopraffatta" (Gv. 1:5). Egli dice che è ben possibile capire perché molte persone respingano Gesù: Egli è infatti come una luce che mette in evidenza le loro opere malvagie, ed è logico che essi amino le tenebre (Gv. 3:19). Non ci sorprende che quindi anche Gesù stesso faccia questa ardita osservazione: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv. 8:12).
In quest’ultimo testo vi sono almeno quattro lezioni che noi possiamo apprendere:
1. Il mondo si trova in condizione di tenebre
Gesù dice: "Io sono la luce del mondo". L’affermazione di Gesù sul fatto che Egli è luce, implica che senza di Lui il mondo sia nelle tenebre. E’ un’affermazione ardita, anzi, molto presuntuosa, direbbe qualcuno. Eppure il cristiano non se ne sorprende: sa che Gesù è Dio che è venuto come uomo fra di noi. Non potrebbe essere altrimenti.
Il problema è che il mondo non si rende conto di essere nelle tenebre, nell’oscurità. Crede di essere "illuminato" e di "vederci chiaro", ma è del tutto cieco. Il mondo confida nelle capacità umane e nella supremazia della ricerca scientifica. Tutta la conoscenza che si è accumulata nei secoli passati, però, ci dà la conoscenza della vita solo per quanto riguarda un’unica dimensione. La sapienza comune ha conoscenza delle sfere biologiche e meccaniche della vita, e questo per essa è tutto. C’è molta conoscenza, ma nessuna reale risposta. Non c’è conoscenza dell’anima, della dimensione eterna. Esso brancola nel buio e nell’incertezza quando si tratta della sfera spirituale e, per evitare questo frustrante sentimento di impotenza, preferisce negarla o dire che essa non sia accessibile. A certi presuntuosi contemporanei di Gesù (questi si), Egli diceva: "Voi pensate di vedere, ma in realtà siete ciechi".
Non risolveremo i problemi del mondo, però, con la "sapienza della notte". Considerate il confronto che si potrebbe fare, in alcuni semplici esempi, con il pensiero della luce e quello delle tenebre:
Luce: "Educate i vostri figli nella sapienza rivelata di Dio…". Tenebre: "Abbiamo bisogno di valori educativi neutrali". Luce: "Insegnate ai vostri bambini i comandamenti di Dio… sempre". Tenebre: "Dobbiamo separare le chiese dallo stato… a scuola non si deve parlare di Dio", oppure "…ci pensi il parroco a parlare ai bambini di Dio, questo noi non lo sappiamo e non lo vogliamo fare". Luce: "Tenetevi lontani da qualunque tentazione di immoralità sessuale". Tenebre: "Non bisogna reprimere la sessualità. Dobbiamo solo fornire opportunità per del sesso sicuro". Luce: "Abbiate fiducia nel Signore Iddio e nella Sua Parola". Tenebre: "Noi non crediamo a quello che ci dicono preti e pastori: tutte balle!". Luce: "Non uccidere". Tenebre: "Dobbiamo favorire il suicidio assistito dal medico". Luce: "Perdonagli". Tenebre: "Fagli causa in tribunale".
2. Vivere nella luce è preferibile a vivere nelle tenebre
Gesù dice: "Chi mi segue non camminerà nelle tenebre". Vivere nella luce significa vivere una vita sana e significativa dalle prospettive eterne. Non vorremmo questo per noi e per i nostri figli? Gesù ci dice che Egli è la luce della vita.
Quando noi cerchiamo invece di affrontare i problemi del mondo con le nostre "soluzioni", abbiamo fatto un fallimento dopo l’altro. Abbiamo creduto che bastasse un alto livello di istruzione, che bastasse organizzare la società in un certo modo, che fossero decisive le conferenze internazionali… le abbiamo provate tutte. C’è davvero una speranza per l’umanità? Si, una speranza abbondante ed eterna: è necessario che l’essere umano venga rigenerato spiritualmente da Dio. Gesù lo dice chiaramente: "Senza una rinascita spirituale, nessuno mai potrà vedere il regno di Dio". La luce c’è, non è che manchi, la luce è venuta nel mondo, ma l’hanno disdegnata e la disdegnano ancora. Il problema è la cecità umana. Se non si pone l’uomo in condizione di essere curato da questo male, la cecità spirituale, non potrà avvalersi della luce per il proprio bene. L’uomo ha bisogno di una natura che gli permetta di vedere ed amare la luce come pure di respingere e odiare le tenebre. Questo lo può fare solo Cristo, seguendolo fedelmente come Suoi discepoli.
Vivere nella luce comporta vera libertà. Non si può essere liberi fintanto che noi siamo liberati da ciò che ci rende schiavi. E non si può essere liberati fintanto che non ci mettiamo faccia a faccia con la verità. La luce, che è Cristo mostra quale sia il nostro vero problema, il peccato, e ci indica la direzione verso la quale camminare per trovare libertà: quella che porta a Cristo, alla Sua Persona ed opera. Certo, può essere spiacevole vedere il peccato che c’è in noi in tutta la sua crudezza. Qualcuno dice: "Io non voglio sentire parlare di peccato nelle prediche, voglio qualcosa di più piacevole, sennò in chiesa non ci verrò più", oppure: "Non parli, pastore, ai bambini nell’ora di religione, che tutti noi siamo peccatori: parli di cose più positive!". Dicendo così, però, si dimostrano ciechi ed ostinati. Certo, il peccato è spiacevoli, ma va identificato affinché in Cristo esso possa essere risolto!
Vivere nella luce dà uno scopo alla nostra vita ed una prospettiva. La luce di mostra il cammino lungo il quale camminare, tanto da vedere dove stiamo andando. Non vaghiamo più senza meta domandandoci quale sia lo scopo della nostra vita. Quanti fra i nostri contemporanei vivono al buio sul significato della vita! Sono confusi e spaventati, soprattutto se accade loro qualcosa di male. Non hanno alcun punto di riferimento, e allora, magari preferiscono soffocare le brucianti domande che sono in loro, anche se questo è vano. In Cristo troverebbero la luce di cui hanno bisogno!
Vivere nella luce fa si che noi si apprezzi e si goda la bellezza. Quand’è l’ultima volta in cui avete ammirato un quadro bellissimo al buio? O quando avete ammirato la bellezza di una rosa nel buio più totale? Non vi ricordate di questa esperienza, perché non c’è stata nemmeno una prima volta in cui l’avete fatto! Nel mondo ci sono tante cose belle. Innumerevoli artisti hanno fatto opere magnifiche che bisogna imparare ad apprezzare: quadri, sinfonie… Molti però non sanno apprezzare queste cose. Preferiscono cose banali e non impegnative. Se mancano di questa sensibilità verso le cose artistiche, come potremmo pensare che essi apprezzassero le meraviglie del mondo spirituale e di Dio. Cristo è la luce che le farebbe loro apprezzare!
Vivere nella luce porta energia e vitalità. Quando il tempo è buio, grigio e piovoso, quando c’è bassa pressione, anche noi siamo depressi, malinconici, indolenti e pigri, senza voglia di far nulla. Quando però c’è un bel sole, abbiamo voglia di uscire, voglia di fare, ottimismo e buon umore! Lo stesso è quando Cristo illumina la nostra vita: egli ci ristora lo spirito e ci dà vitalità e voglia di fare! Attraverso Gesù Iddio vuole donarci tutte le risorse spirituali dello Spirito Santo. Perché sono così attivi quei cristiani laggiù di cui abbiamo sentito parlare? Perché è Cristo ad aver trasformato la loro vita, dando loro una vitalità impensabile prima.
Vivere nella luce infligge un colpo mortale alla paura. Quando eravate piccoli e pensavate che sotto il vostro letto si nascondessero dei mostri, in che modo i nostri genitori ci rassicuravano, scacciando la nostra paura? Accendevano la luce! Il cristiano conosce Dio, sa che Egli è buono e giusto, sa che Egli è suo Padre e che di Lui può avere fiducia, sa che Egli cammina al suo fianco. Questa conoscenza scaccia dalla vita la paura, rende coraggiosi ed impavidi. Pensate alle testimonianze dei martiri della fede che sono stati pronti ad essere torturati ed uccisi, pur di non rinnegare la loro fede. Perché? Perché in Cristo avevano trovato qualcosa che valeva ancor più della loro stessa vita.
3. Camminare nella luce esige aver fatto un passo decisivo per uscire
dalle tenebre
Gesù dice che dobbiamo SEGUIRLO. Non si tratta semplicemente di un assenso mentale. E’ l’impegno del soldato che ubbidisce a tutto ciò che il suo comandante gli ordina. Questo implica:
Prestare attenzione alle Sue istruzioni. Le possiamo trovare nella Bibbia. Dobbiamo leggere la Bibbia, perché non si tratta solo di informazioni, ma di istruzioni da seguire quotidianamente. Per questo Iddio dà ai genitori ed ai maestri la responsabilità precisa di istruire i bambini, con la parola e l’esempio, nell’insegnamento della Bibbia. Per questo è così importante lo studio biblico, privato e comunitario. E’ il contatto con la Parola di Dio che nutre il nostro spirito e ci dà linfa vitale. Quanti di noi, invece, non si nutrono che di cose vuote e contaminate che li rendono vuoti e contaminati loro stessi!
Significa mettere nella nostra vita la priorità del regno di Dio. Che cos’è che sta al primo posto nella nostra vita? Che cosa cercate, perseguite, come valore prioritario? L’accumulo di denaro? Il divertimento? Quali priorità insegnate ai vostri figli di avere? Che cos’è importante come priorità a livello globale? L’avanzamento della medicina? I risultati accademici? Lo sforzo umano? Il consiglio dell’opinione pubblica? Come fanno molti, spesso ci rivolgiamo al Signore DOPO aver provato ogni altra opzione. I veri seguaci di Gesù cercano PRIMA il regno di Dio. Avete paura, facendo così, di "esagerare". Il metro, però, di che cosa sia giusto o non giusto fare, però, non può darcelo il mondo, ma solo Dio.
Significa perseguire la gloria e l’onore di Dio, non la nostra. Qualunque cosa facciamo o diciamo dovrebbe avere per obiettivo quello di esaltare e magnificare la gloria del nostro meraviglioso Iddio, la Sua sapienza, forza, opere e parole L’ironia è che quando cerchiamo la gloria e il piacere di noi stessi e degli uomini ci rendiamo conto di aver tolto qualcosa dalla dignità e dal valore stesso della vita. In realtà perseguire la gloria di Dio si rivela sempre producente per noi stessi.
Significa coinvolgimento personale. Coloro che camminano nella luce non sono solo osservatori, spettatori, ma attivi protagonisti del gioco in campo. Essi "scendono in campo", non stanno semplicemente sugli spalti ad applaudire oppure a fischiare! Spesso in molte delle nostre cosiddette chiese, si "mandano in campo" solo …i pastori o i membri del Consiglio di Chiesa. Diciamo "Non sono pagati per questo?". E’ lo stesso però che ritenere di guadagnarsi il favore di Dio pagando …le tasse di chiesa. Bisogna farlo, perché qualunque cosa si fa costa, ma nessuno deve presumere che basti questo. Un giorno potremo sentirci dire da Dio: "Che vada in malora tu e il tuo denaro! Era l’intera tua vita che io volevo!".
4. Coloro che camminano nella luce diventano luce nelle tenebre
In Matteo 5 Gesù dice a coloro che fedelmente Lo seguono: "Voi siete la luce del mondo".
Sapete che cosa sono i "santi", nel pensiero biblico? Santi è semplicemente sinonimo di cristiani. Quando l’apostolo Paolo scrive ai "santi" di una particolare chiesa, egli non scrive a persone particolarmente fedeli e dotate moralmente e spiritualmente, ma chiama così tutti i membri di quella comunità cristiana. Perché? Perché tutti i membri di quelle comunità cristiane erano particolarmente impegnati e consacrati a Dio. Siamo noi oggi che abbiamo creato due categorie di persone: quella dei "santi" e quella dei "cristiani normali". I primi cristiani ci direbbero che quelli che noi chiamiamo "cristiani normali", in realtà non sono affatto cristiani, perché non si può essere cristiani senza impegnarsi consapevolmente ad ubbidire a tutto ciò che Cristo insegna ed a rifletterne la luce. Alla domanda: "Secondo te, chi sono i santi?", un bambino a scuola ha risposto: "Sono quelle statue che nelle chiese cattoliche sono contornate di candele e che servono per riflettere la luce!". Era caduto in un equivoco, ma non è andato molto lontano dalla verità, perché i santi, secondo la Bibbia, non sono delle statue, ma persone viventi che di fatto riflettono nella loro vita la luce di Cristo!
Il cristiano riflette la luce di Cristo nella sua vita quotidiana. Questo non vuol dire tacere sul modo di vivere che Iddio esige da noi come Sue creature, anche se questo ci comporta la riprovazione del mondo.
Certo, noi non siamo la luce… noi RAPPRESENTIAMO la luce. Una volta, quando non c’era ancora i lampioni elettrici per le strade, di notte, i viandanti dovevano portare per strada una lampada ad olio. Un giorno un bambino, vedendone uno dalla finestra, aveva esclamato: "Papà, guarda, un uomo che sta facendo dei buchi nel buio!". Questa è una magnifica descrizione di uno che cammini nella luce.
Conclusione
In alcune chiese c’è la tradizione, in occasione di un battesimo, di portare una candela e di accenderla durante il rito. Non è in sé stessa una tradizione biblica e non è normativa per l’atto del battesimo. Questa, però, è una tradizione significativa perché sottoporre una persona al rito del battesimo, significa sottoporla consapevolmente alla luce di Cristo. Come questa candela è ora accesa accanto a te, così ricorda che Cristo, la luce del mondo, dovrà essere sempre accanto a te per guidarti e per proteggerti. Troviamo infatti scritto nell’Evangelo: "Gesù parlò loro di nuovo, dicendo: "Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita"" (Gv. 8:12).
Dov’è che voi andate per "ricevere illuminazione"? Alla televisione, alla biblioteca pubblica, a scuola, da un terapista, da un medico, oppure vi rivolgete al Signore ed alla Sua Parola, infallibile ed inerrante? Qual è la fonte dei valori in cui credete e secondo i quali vivete? La luce oppure le tenebre? A chi vi rivolgete nei momenti di prova? Alla luce oppure alle tenebre? Di chi voi siete i rappresentanti nella vostra vita? Della luce oppure delle tenebre?
Dove vi trovate? A fare buchi nelle tenebre con la luce di Cristo oppure girando a vuoto persi nella notte e nelle tenebre? Se voi siete ancora nelle tenebre, il Signore Iddio vi comanda di seguire il Suo figlio Gesù Cristo, vera luce. Egli è la luce del MONDO. Questo include ciascuno di voi. Fate il primo passo oggi stesso verso la luce.
Potrei darvi poi quasi un compito da fare a casa… Mettete una candela, una lampadina o una piccola torcia elettrica sul vostro tavolo davanti al quale di solito lavorate, e questo per rammentarvi che Gesù è LA VERA luce. Inoltre, sullo specchio davanti al quale di solito vi specchiate, mettete un bigliettino adesivo con la seguente domanda: "Vedi un riflesso di Gesù in questo specchio?". Possa Dio usarvi per praticare dei "buchi" nel buio della vita di coloro che vi circondano.
(Paolo Castellina, sabato 19 settembre 1998,
elaborato da una predicazione di Bruce Goettsche. Tutte le citazioni bibliche,
salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione Nuova Diodati, edizione
La Buona Novella, Brindisi, 1991).