Un rapporto significativo con Dio


Una tragica filosofia popolare

Un’idea piuttosto comune nel nostro ambiente è che, in qualche modo, si debba fare del bene a tutti ma che sia meglio non essere amici di alcuno perché …non si sa mai: l’amico ti potrebbe tradire, ingannare, deludere... Che cosa sottenda quest’idea lo si può solo intuire, se la interpreto bene. Fondamentalmente significa che bisogna, senza dubbio, essere corretti con tutti, ma che con la gente sia necessario “mantenere una certa distanza di sicurezza”, non esserne mai troppo coinvolti, non impegnarsi troppo con essa appunto perché “non si sa mai”… Allora i nostri rapporti umani diventano formali e superficiali, e c’è sempre un sottofondo di sospetto che preclude un vero rapporto umano basato sulla fiducia.

Lo noto, per esempio, nei rapporti di molti con il “parroco”, il ministro della Parola di Dio. Si mantiene magari un certo rispetto formale per la sua figura, ma verso di lui si va sempre con una certa “precauzione”, senza mai prendere veramente sul serio quello che dice perché, si dice o si pensa, “potrebbe essere un inganno”, e ci si tiene così “a una certa distanza” da tutto quello che è e rappresenta. Questo atteggiamento è molto più comune di quello che si pensi. Non stiamo ora qui ad analizzarne i motivi.

Quello che mi preoccupa di più, però, è che questo stesso atteggiamento lo si abbia anche con Dio, l’Eterno Iddio, Creatore e Signore del cielo e della terra, Colui che ci dà la vita e sovranamente ne dispone. Per molti anche Dio e “la religione” è qualcosa da cui tenersi ad una certa “distanza di sicurezza”, “prudenzialmente”. Si ritiene di dover svolgere, certo, quelli che si ritengono i “doveri formali” verso Dio, ma nulla di più e ci si guarda bene dall’approfondire i propri rapporti con Lui, dall’esserne “troppo coinvolti”. Allora Dio praticamente rimane per noi un estraneo.

Onestamente però mi chiedo, in questa situazione, se Dio rimane per noi così estraneo, su che base poi Dio dovrebbe accoglierci e benedirci e se veramente bastino quei “doveri formali” che si pensa di avere svolto verso di Lui. No, non bastano, diciamolo chiaramente. In realtà. questa filosofia d’apparente “saggezza popolare”, questa si che è un tragico inganno, e prelude solo a “brutte sorprese”. Il sospetto come stile di vita, infatti, è un atteggiamento del tutto negativo, e direi anche, catastrofico.

L’apparente verità, anzi, la menzogna, scritta sui muri di certe case in questa valle, che dice: “Non ti fidare di nessuno, ecc.”, non coinvolgerti, non assumerti nessun rischio… ebbene questa è una maledizione distruttiva che prelude solo alla morte, alla morte della società, perché non permette alcun rapporto significativo con gli altri, e alla morte desolante della spiritualità e della chiesa, perché così saremo del tutto tagliati fuori dalla fonte di ogni bene, che è Dio. Fede autentica, la fede che salva, è infatti un rapporto intenso, coinvolgente, totale, fatto di fiducia ed ubbidienza con Dio, e nulla di meno che questo, e a questo ben pochi sono disposti. Potranno a volte deluderci gli uomini, ma forse che Dio ci deluderebbe e ci ingannerebbe? No, questa è solo l’eterna menzogna di Satana che ci inganna proprio quando vorremmo salvaguardarci da ogni inganno e delusione con la nostra presunta “saggezza popolare”. Questa è davvero una tragica ironia, e quante vittime ha fatto questa filosofia!

L’annuncio dell’Evangelo

Il meraviglioso messaggio dell’Evangelo di Gesù Cristo, però, ci chiama alla riconciliazione con Dio, perché solo in comunione con la fonte stessa della vita noi potremmo essere davvero al sicuro. Stabilire un rapporto personale profondo e significativo con Dio non solo è necessario, sommamente necessario per ognuno di noi, ma anche possibile.

L’apostolo Paolo, nella sua seconda lettera ai cristiani della città di Corinto, scrive: “Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro, e noi vi esortiamo per amore di Cristo: Siate riconciliati con Dio” (2 Co. 5:20).

Il concetto qui espresso di “riconciliazione” è di vitale importanza per l’umanità e lo è in modo particolare per i nostri rapporti con Dio. Riconciliare significa far ritornare all’unità ed all’amicizia il rapporto che è stato alienato.

1. La nostra ribellione contro Dio

La Bibbia ci fa prendere coscienza, prima di tutto, quanto sia grave la nostra alienazione da Dio, tanto che essa parla della nostra inimicizia fondamentale con Dio. Nessuno si illuda, ci fa intendere la Scrittura, che formali cerimonie religiose dimostrino o possano realizzare il contrario. Le apparenze possono ingannare gli uomini, ma non ingannano Dio. La realtà è che noi non siamo sottomessi alla Legge di Dio[1].

Siamo onesti. La situazione dell’essere umano è quella di un nemico che oltraggia Dio e disprezza il Suo nome[2], di gente che combatte Dio[3] ed è persino ostile e critica di coloro che amano Dio[4]. La Scrittura rivela la stoltezza e l’insensatezza del cuore dell’uomo che fondamentalmente dice: “Non c’è Dio”[5].

“Non è vero che io odio Dio e gli sono nemico”, dice l’uomo che vuole tenersi “a distanza” da Dio. In realtà nella Bibbia Iddio non ammette l’indifferenza o il rapporto formale con Lui. La mancanza di amore equivale ad odio. Gesù disse: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde” (Mt. 12:30), e Gesù che vede chiaro in noi, dice: “io vi conosco, che non avete l'amore di Dio in voi” (Gv. 5:42). Iddio, come nostro Creatore e Signore, esige che Lui sia al primo posto nella nostra vita. Se siamo onesti, è vero il contrario in noi, tutto viene spesso prima di Lui[6]. Si, noi non possiamo servire a due padroni, o amiamo uno, o amiamo l’altro[7]. Quanto spesso amiamo, infatti, il denaro o i piaceri più di Dio![8]. E non è forse vero che siamo impegnati in una guerra “difensiva” contro Dio?[9], si, perché, nella nostra arroganza non vorremmo che niente e nessuno avesse alcunché da dire sulla nostra vita, Dio compreso.

2. Un ambasciatore di pace

Se questa è la realtà (com’è realtà perché la Bibbia non mente, e lo sappiamo, anche se ci piacerebbe credere il contrario), da Dio dovremmo aspettarci solo il peggio, eppure Egli accondiscende a mandarci un ambasciatore di pace. L’apostolo dice: “Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro, e noi vi esortiamo per amore di Cristo: Siate riconciliati con Dio” (2 Co. 5:20)

Come avviene anche per i conflitti di questo mondo, qualcuno si offre di fare da mediatore fra le due parti in lotta, e la Scrittura ci presenta la Persona di Gesù Cristo come valido mediatore fra Dio e uomo[10], fra peccatori quali noi siamo e Dio, giustamente indignato perché, arroganti microbi quali noi siamo, pretendiamo sfidare e contestare la Sua sovranità. Che cosa fa allora il Salvatore Gesù Cristo? Viene, si frappone fra noi e Dio, e fa in modo che il castigo per le nostre trasgressioni cada su di Lui, innocente, affinché il prezzo della nostra salvezza sia pagato[11]. Poi, con grande condiscendenza manda i Suoi ambasciatori nel mondo, i ministri della Sua Parola, per annunciare che in Cristo ora la riconciliazione è possibile e ci esorta a deporre le armi della nostra ribellione, senza timore, perché Dio in Cristo ci dona grazia e perdono. E’ come quando Iddio manda Giona nella città di Ninive, che non sarebbe stata giudicata come Sodoma e Gomorra, se solo avesse riconosciuto e confessato la sua ribellione, ravvedendosene.

Quanto è grande, meraviglioso vedere giungere un ambasciatore di pace che, annuncia che essa è possibile. Quei disprezzati ministri della Parola di Dio sono ambasciatori di pace. Ciò che annunciano non appartiene a loro, ma portano la Parola stessa di Dio che può operare efficacemente meraviglie[12].

Iddio parla a noi come un marito tradito dalla propria moglie, e che pure offre riconciliazione e perdono, o come a figli traviati ed irriconoscenti, che pure vuole tornare ad accogliere presso di sé[13]. Iddio parla a noi come pecore che si sono allontanate dal gregge e che si sono perdute e che con amore è andato a cercare[14], oppure come una gallina che richiama i suoi pulcini sotto le sue ali[15] quando essi stessi si ostinano ad andare lontano, inconsapevoli dei pericoli che corrono. Si, “siate riconciliati con Dio”, abbassate la cresta del vostro orgoglio perché non ne ricavereste proprio nulla di buono!

3. Che cosa significa essere riconciliati con Dio

Accogliendo con fiducia Cristo come nostro Salvatore e Signore, e rinunciando alle nostre pretese ed auto-illusioni, tutto veramente cambia.

Il Signore prende il primo posto nella nostra vita, quello che Gli spetta, e non ci accontentiamo più di formalità religiose e di rapporti superficiali, ma stabiliamo con Dio un’amicizia profonda e coinvolta, basata sulla conoscenza e, proprio per questo sulla fiducia.

Rinunciamo con umiltà alla nostra presunzione con vero ravvedimento per aver preteso di essere autonomi dalla fonte stessa della vita e di ogni più vero bene e ci rammarichiamo profondamente di avere offeso un Dio infinitamente santo e benevolente.

Ci sottomettiamo volentieri alla sovranità di Dio sulla nostra vita, ubbidendo a tutta la Sua Parola rivelata, perché questo dà gloria a Dio, che così vogliamo onorare e ringraziare, e per il nostro miglior bene. Modello di questo ci è lo stesso salvatore Gesù Cristo. La Scrittura, infatti ci dice: “Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l'essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; e, trovato nell'esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce" (Fl. 2:5-8).

Questa importante riconciliazione con Dio, poi, produrrà per noi grandi ed immeritati privilegi e frutti abbondanti. Avremo la straordinaria presenza in noi dello Spirito Santo di Dio, insieme a tutti i Suoi doni[16].

Avremo la piena certezza della nostra salvezza, non quella illusoria basata sulla nostra propria presunta bontà o sul valore delle nostre formali cerimonie religiose, ma sul valore infinito e sicuro dell’opera di Cristo, accolto per fede.

Avremo il pieno perdono dei nostri peccati, così come l’apostolo annunciava e spiegava la sua missione: “per aprir loro gli occhi e convertirli dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio, affinché ricevano mediante la fede in me il perdono dei peccati e un'eredità tra i santificati” (At. 26:18).

Godremo infine della piena e vera comunione con il popolo eletto di Dio, non quella basata sulla formale iscrizione del nostro nome su qualche registro di chiesa, ma quella che risulta dall’effettiva nostra partecipazione alla comunità di coloro che Dio ha riscattato dal peccato e che insieme e con gioia, distinguendosi dal mondo ostile a Dio, servono Dio e testimoniano della Sua grazia e del Suo amore.

Dice la Parola del Signore “llora quelli che temevano l'Eterno si sono parlati l'uno all'altro. L'Eterno è stato attento ed ha ascoltato e un libro di ricordo è stato scritto davanti a lui per quelli che temono l'Eterno e onorano il suo nome. «Essi saranno miei», dice l'Eterno degli eserciti, «nel giorno in cui preparo il mio particolare tesoro, e li risparmierò, come un uomo risparmia il figlio che lo serve. Allora vedrete nuovamente la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve DIO e colui che non lo serve»” (Ma. 3:16-18).

Conclusione

Il Signore Iddio ci chiama così oggi a rinunciare alle pretese ed alla filosofia di questo mondo, per quanto passi per “grande sapienza”, per accogliere la verità, la realtà e la fecondità di un vero, autentico, profondo ed impegnato, rapporto con Dio, il che per la nostra esistenza è davvero la cosa fondamentale. Il mondo ci potrà anche deludere ed ingannare, ma certo Dio non lo ha mai fatto, non lo fa, e non lo farà mai.

La fede nel Signore Iddio, quella che conduce all’ubbidienza alla Sua Parola, non è un salto nel buio, ma l’unico atto realistico che noi potremmo mai fare. La realtà, infatti, non è quella che i nostri ingannevoli ed ingannati sensi ci vorrebbero rappresentare, ma lo è solo ciò che Dio ci rivela nella Sua Parola.

Di Dio, quello che la Bibbia ci rivela, avrò quindi piena fiducia e con Lui stabilirò fin da questo momento (prima che sia troppo tardi) un rapporto significativo. Non mi baserò sulle mie presunzioni, ma sulla certezza oggettiva della Sua Parola. Questa sola è e sarà la mia speranza in vita ed in morte. Riascoltiamo così dunque l’apostolo che ci dice, anzi, ci scongiura, dicendo: “Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro, e noi vi esortiamo per amore di Cristo: Siate riconciliati con Dio” (2 Co. 5:20).

 

[Paolo Castellina, giovedì 12 ottobre 2000. Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte dalla versione La Nuova Diodati, ediz. La Buona Novella, Brindisi, 1991].

 



[1]  Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo” (Ro. 8:7).

[2] “Ricordati di questo, o Eterno, che il nemico ti ha oltraggiato e che un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome” (Sl. 74:18)

[3] “ma se è da Dio, voi non la potete distruggere, perché vi trovereste a combattere contro Dio stesso!” (At 5:39).

[4] “senza affetto, implacabili, calunniatori, intemperanti, crudeli, senza amore per il bene” (2 Ti. 3:3); “chi cammina rettamente è un abominio per gli empi” (Pr. 29:27).

[5] “Lo stolto ha detto nel suo cuore: «Non c'è DIO». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c'è alcuno che faccia il bene. L'Eterno guarda dal cielo sui figli degli uomini per vedere se vi sia qualcuno che abbia intendimento, che cerchi DIO. Si sono tutti sviati, si sono tutti corrotti; non c'è alcuno che faccia il bene, neppure uno” (Sl. 14:1-3).

[6]Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo” (Lu. 14:26).

[7] “Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro; oppure sarà fedele all'uno e disprezzerà l'altro; voi non potete servire a Dio e a mammona” (Mt. 6:24).

[8] “traditori, temerari, orgogliosi, amanti dei piaceri invece che amanti di Dio, aventi l'apparenza della pietà, ma avendone rinnegato la potenza; da costoro allontanati” (2 Ti. 3:4,5). “Adulteri e adultere, non sapete che l'amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (Gm. 4:4).

[9] “"Uomini di collo duro ed incirconcisi di cuore e di orecchi, voi resistete sempre allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi" (At. 7:51); "...nei quali il dio di questo secolo ha accecato le menti di quelli che non credono, affinché non risplenda loro la luce dell'evangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio" (2 Co. 4:4).

[10] “Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo” (1 Ti. 1:5). ”E perciò egli è il mediatore del nuovo patto affinché, essendo intervenuta la morte per il riscatto dalle trasgressioni commesse sotto il primo patto, i chiamati ricevano la promessa dell'eterna eredità” (Eb. 9:15).

[11] “poiché Dio ha riconciliato il mondo con sé in Cristo, non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posto in noi la parola della riconciliazione” (2 Co. 5:19).

[12] “Anche per questo non cessiamo di render grazie a Dio perché, avendo ricevuto da noi la parola di Dio, l'avete accolta non come parola di uomini, ma come è veramente, quale parola di Dio, che opera efficacemente in voi che credete” (1 Ts. 2:13).

[13] “Soltanto riconosci la tua iniquità, perché ti sei ribellata all'Eterno, il tuo DIO; hai profuso i tuoi favori agli stranieri sotto ogni albero verdeggiante e non hai dato ascolto alla mia voce», dice l'Eterno. «Tornate o figli traviati», dice l'Eterno, «perché io ho sovranità su di voi. Vi prenderò uno da una città e due da una famiglia e vi ricondurrò a Sion” (Gr. 3:13,14).

[14] “Il mio popolo è stato un gregge di pecore smarrite; i loro pastori le avevano sviate, le avevano fatte smarrire sui monti. Sono andate di monte in colle e hanno dimenticato il luogo del loro riposo” (Gr. 50:6).

[15] “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” (Mt. 23:37).

[16] "Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo ...  E di queste cose noi gli siamo testimoni, come pure lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che gli ubbidiscono" (At. 2:38; 5:32).


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