Decenni di guerre, torbidi e violenza
In Italia i riformati erano esposti a persecuzioni; per questo motivo essi fuggivano dal loro paese. Gli esuli giungevano da noi per vie malfide; qualcuno di loro aveva subito il carcere; tutti avevano patito molti disagi. Un numero considerevole di riformati non faceva invece in tempo a sfuggire alle condanne dell’Inquisizione e veniva giustiziato. Con il consolidarsi della scissione s’inasprirono pure i conflitti fra le confessioni. Per i riformati grigioni si trattava di guadagnare alla nuova fede altri tenitori, cioè i paesi soggetti; i cattolici, da parte loro, cercavano in tutti i modi di arginare almeno “l’eresia riformata”, se non era possibile di estirparla completamente. Nel contrasto fra le confessioni si insinuavano interessi politici. Anche i conflitti per il controllo dei valichi assumeva un aspetto religioso. L’Austria e la Spagna, che dominava allora su Milano, sostenevano il partito cattolico; Venezia e la Francia cercavano di rafforzare la parte riformata.
Per la Spagna soprattutto si trattava di assicurare sia il passaggio sui valichi che la salvezza della anime. A partire dal 1618 si ebbero tempi funesti. Il tribunale penale dei Grigioni a Thusis indisse pene tremende a parecchie persone sospettate di cospirare con la Spagna. In queste condanne i pastori riformati ebbero un ruolo nefasto. L’arciprete Nicolo Rusca di Sondrio mori sotto tortura. Fra i condannati per cospirazione ci fu anche Prevosti, una stimata personalità evangelica di Bregaglia.
Due anni dopo, nel luglio del 1620, avvenne il .massacro di Valtellina’. In varie località della valle bande di eccitati assassinarono circa 300riformati. Un grido d’orrore corse per l’Europa. Vincenzo Parivacini, più tardi parroco a Bondo e Castasegna, dette un’estesa descrizione del massacro in un testo stampato a Zurigo e poi tradotto in varie lingue. Questi fatti richiamarono alla memoria di molti evangelici la notte di San Bartolomeo a Parigi. Il ricordo di tali violenze ha avvelenato a lungo le relazioni fra le due confessioni.
Negli anni seguenti i conflitti armati ebbero fortune alterne. Quando la Bregaglia venne temporaneamente occupata e devastata da truppe spagnole, sembrò che la Valle potesse venire ricondotta al cattolicesimo. L’accordo fra i contendenti giunse nel 1639 con il Capitolato di Milano. La Spagna riconobbe alla Rezia il dominio sulle terre soggette, a condizione che vi fosse però riconosciuta la sola religione cattolica. Si determinavano cosi dei confini confessionali. Nei paesi soggetti i riformati erano tollerati come persone, ma non potevano celebrare il loro culto. Il parroco di Castasegna divenne quindi responsabile anche dei riformati di Chiavenna.