Tre diverse personalità ecclesiastiche

Giacomo Picenino (1654-1714)

II suo impegno si rivolse tanto alla purezza della dottrina quanto alla profondità della devozione. Nato in Engadina, Giacomo Picenino studiò per tre anni filosofia e teologia all’università di Basilea. Fu parroco a Sils, Gasacela e per molti anni a Soglio (1679-1714). Egli deve la notorietà specialmente ai suoi trattati sistematici in difesa della fede riformata, criticata dai gesuiti. I titoli ne indicano chiaramente il contenuto: Apologia per i riformati e per la religione riformata contro le invettive di F. Panigarola e Paolo Segneri (1706) e Trionfo della vera religione contro le invettive diAndrea Semery Gesuita (1712).  Questi trattati furono molto apprezzati nei circoli riformati. Il secondo fu stampato a Ginevra e Benedici Pictet, rettore dell’Accademia teologica in quella città, recensì l’opera con grande elogio. Ortensia von Salis inviò un esemplare dell‘Apologia con dedica personale al borgomastro di Basilea. Picenino non si occupava però soltanto di ortodossia. Nella prefazione rivolta alle Tré Leghe si legge: «Felici pure chiese riformate, se alla verità della dottrina aggiungete la santità della vita, alla riformazione degli errori la riformazione dei vizi.” In breve questo significa: Io credo che la Parola di Dio sia la regola del credere e  dell’operare. Picenino non professava quindi una rigida ortodossia formale. Egli s’impegnò per un approfondimento della devozione,  promuovendo il raccoglimento e la preghiera domestica. Già da giovane aveva tradotto dal tedesco un libro di preghiere dal titolo “Sospiri spirituali”. Mori nel 1714 e venne sepolto nella chiesa di Soglio,

 Gian Battista Frizzoni (1727-1800)

Una personalità del tutto diversa fu Gian Battista Frizzoni, rappresentante del pietismo, vale a dire di quel fervore che consisteva soprattutto nell’approfondire l’esperienza interiore della redenzione in Cristo. Anch’egli proveniva dall’Engadina. Dopo aver studiato a Ginevra e Zurigo, fu assunto quale precettore dal luogotenente Rudolf von Salis a Soglio e, all’età di 21 anni, fu nominato parroco a Bondo. Le sue prediche, ma specialmente la sua gran devozione, fecero un’impressione profonda e provocarono delle conversioni. La sua fama oltrepassò i confini della Valle. Nel 1757 egli ricevette la visita di David Cranz, un pietista inviato dal grande centro Herm-hut in Germania, che percorreva il Grigioni alla ricerca di spiriti affini. Anche Cranz restò profondamente impressionato da Frizzoni. Ma, non da ultimo a causa sua, nacquero presto dei malumori nel villaggio. Mettendo l’accento sulla redenzione in Cristo e soprattutto sulla conversione personale, Frizzoni destò in alcuni l’impressione che egli distinguesse i cristiani in due classi e dividesse cosi la comunità.

Frizzoni fu energicamente sostenuto da Cranz e i “risvegliati” si riunirono in particolari assemblee (cosiddette conventicole). Scoppiò allora una vera lite. Ai pietisti si rimproverava di riternersi gli unici veri cristiani e di disprezzare quelli che non erano passati per il risveglio. Ma l’amore di Dio e l’annuncio della giustificazione per fede non erano forse rivolti ad ognuno? Si formarono partiti opposti e le turbolenze non accennavano a sedarsi. Si narra che gli avversari di Frizzoni fecero venire da Soglio una banda di picchiatori, che questi però, dopo aver assistito alla predica di Frizzoni, passarono dalla sua parte: “Adesso abbiamo sentito noi stessi la sua predica. Voi non meritate un pastore tanto valido.” Il Consiglio ecclesiastico licenziò comunque Frizzoni. Egli lasciò Bondo e trascorse il resto della sua vita quale parroco a Celerina. Frizzoni coltivava molti interessi. Aveva per esempio anche delle conoscenze in medicina. La sua grande vocazione era però il canto ecclesiastico. Già a  Bondo cominciò a tradurre in italiano inni pietistici e a farli cantare dalla comunità. A Celerina tradusse poi molti inni in romancio. Nel 1789 pubblicò un libro di canto dal  caratteristico titolo “Testimoniaunza dall’amur stupenda da Gesù Cristo vers pchiaduors umauns” (Testimonianza dell’amore miracoloso di Gesù Cristo per i peccatori umani). Una riedizione dei salmi di Davide, uscita nel 1790 a Vicosoprano, fu ampliata con 34 inni sacri, tutti composti da Frizzoni. Anche se allontanato da Bondo, restò sempre fedele alle comunità evangeliche di lingua italiana.

Petrus Dominicus Rosius a Porta (1733-1806)

La figura di a Porta rappresenta una direzione spirituale ancora diversa. Profondamente dedito alla tradizione riformata, egli assunse un ruolo di mediatore fra le diverse tendenze delle chiese nel Grigioni. Fu influenzato dall’illuminismo e si adoperò per la tolleranza. Per tutta la vita si preoccupò dei diritti delle minoranze, soprattutto di quelle riformate nei paesi soggetti. La giustizia fu il metro delle sue azioni. Senza essere lui stesso pietista, cercò delle mediazioni nel cosiddetto contrasto di Hermhut, scoppiato attorno alla figura di Gian Battista Frizzoni. Il suo merito maggiore risiede però nella storiografia. Dal 1771 al 1777 pubblicò la Historia Reformationis Ecclesiarum Rheticarum, la prima storia coerente delle chiese riformate nel Grigioni. Fu infaticabile nel raccogliere il materiale necessario e quest’opera resta determinante fino al giorno d’oggi. Anche se il suo punto di vista riformato traspare ovunque, è evidente che egli si preoccupava di dare sempre un giudizio equo. La sua opera, scritta in latino, era evidentemente destinata agli studiosi e non al popolo. Rosius a Porta proveniva da una stimata famiglia della Bassa Engadina. I suoi studi lo portarono prima a Berna, in seguito anche in Ungheria e in Olanda. Parlava, o almeno capiva, otto lingue. Le esperienze dei suoi anni di studio furono decisive. Il destino dei riformati  in tutta Europa gli stette sempre a cuore e specialmente di quelli in Ungheria. I suoi colleghi lo chiamavano “l’Ungherese”. Nel 1756 entrò in servizio delle chiese retiche. Dal 1781 al 91 fu parroco a Castasegna, dove era pure responsabile dei riformati di Chiavenna. Fu poi per dieci anni a Soglio, nel periodo movimentato in cui i Grigioni persero i paesi soggetti. Era parroco a Zuoz, quando morì nel 1806.

 

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