Giovanni Andrea Scartazzini (1837-1901)
Pastore evangelico e studioso di Dante
Nella sua giovinezza Scartazzini ebbe consuetudine con due libri: la Bibbia, che il padre gli aveva insegnato a leggere fin da bambino e la Divina Commedia regalatagli dal padrino. Questi due libri l’accompagnarono per tutta la vita. All’età di 19 anni Giovanni Andrea Scartazzini lasciò Bondo per studiare all’Istituto delle missioni evangeliche di Basilea. Ben presto aderì alle tendenze liberali della teologia dell’epoca. Prosegui gli studi alla facoltà di teologia di Basilea e Berna. Dopo essersi candidato invano per un posto di parroco a Bondo, assunse successivamente le parrocchie di Twann, Ablandischen, Melchnau e, nel 1875, quella di Soglio. A causa di liti lasciò la Bregaglia nel 1884. Passò il resto della sua vita quale parroco a Fahrwengen, nel cantone di Argovia.
Scartazzini aveva un temperamento battagliero. Già nel suo periodo bernese partecipò attivamente ai contrasti teologici che sconvolgevano allora la chiesa riformata, sostenendo con scritti polemici e mordaci la corrente liberale. Sia come parroco che come dantista egli non rifuggiva dai conflitti. A questo proposito va ricordata la sua partecipazione, quale corrispondente della “Neue Zuercher Zeitung”, al processo di Stabio nel 1880. Le sue sfuriate contro la politica tradizionale e i giudici ticinesi gli procurarono aspre critiche.
Egli continuò pero imperturbato a dare la sua versione dei fatti. La fama di Scartazzini e legata ai suoi studi su Dante. Si dice che egli sapesse tutta la Divina Commedia a memoria. Nel 1869 usci in tedesco Dante Alighieri, il suo tempo, la sua vita e le sue opere, studio qualificato poi da lui stesso quale .opera giovanile’. Fecero seguito numerosi altri studi monografici sul grande poeta. Nel 1874 usci a Lipsia il primo volume della sua edizione della Commedia, seguito negli anni successivi da altri due volumi. I suoi lavori vennero dapprima accolti, soprattutto in Italia, con un certo scetticismo, ma furono a poco a poco riconosciuti quali fondamentali. La sua edizione commentata della Commedia resta a tutt’oggi un testo di riferimento essenziale.
Scartazzini era conscio di muoversi in due mondi diversi. Non cedette mai alla tentazione di fare di Dante un precursore della Riforma. Ammise anzi che, in coerenza al suo pensiero, Dante non avrebbe avuto altra scelta che di dannare Lutero, Melantone, Zwingli e tutti gli altri riformatori nei sepolcri ardenti del sesto cerchio del suo Inferno poetico. Nei due diversi mondi egli si muoveva con uguale passione. La cura e il grande amore con il quale egli si avvicinava al poema di Dante gli venneroriconosciuti già dai contemporanei. Il re di Sassonia gli conferì per esempio il cavalierato. Per quanto riguarda la religione, il suo sguardo era rivolto verso il futuro. Il continuo rinnovamento morale della vita personale e pubblica gli stava molto a cuore. In una predica troviamo il seguente pensiero: “Un popolo che si preoccupa di quello che serve alla sua pace ha posto i fondamenti più fermi e sicuri per il suo bene... Possano il nostro popolo e la nostra patria riconoscere in tempo quello che serve alla pace”.