Berkouwer, Gerrit Cornelis (1904-1996)
Berkouwer,
Gerrit Cornelis (1904-1996), per lungo tempo principale teologo della Gereformeerde
Kerk in Olanda (GKN), esercita notevole influenza sulle denominazioni riformate
nordamericane seguendo personalmente molti studenti che poi diventano particolarmente
noti, come R. C. Sproul. La sua posizione iniziale riflette la teologia classica
delle confessioni di fede riformate. Gradualmente, però, se ne allontana
affascinato dal pensiero di Karl Barth e del movimento ecumenico, senza mai
però rinnegare completamente il debito che riconosce d’avere verso
il pensiero del teologo Bavinck.
Berkouwer nasce l’8 giugno 1903. Studia teologia (1922-27) all’Università
libera di Amsterdam (1922-27), fondata da Abraham Kuyper. Allora la teologia
riformata olandese dominante era quella di Herman Bavinck, che Berkhouwer porta
in dialogo con la nuova teologia dialettica tedesca, sulla quale poi pubblica
una dissertazione (1934).
Dopo due periodi in cui serve come pastore, Berkhouwer insegna
teologia contemporanea all’Università libera (1940-45) e vi diventa
professore di teologia sistematica, andando in emeritazione nel 1973. Durante
la seconda guerra mondiale l’Università libera, insieme ad altre
università, deve chiudere e non vi si tengono lezioni. Berkouwer continua
però a predicare ed a produrre scritti polemici difendendo le posizioni
di D. H. Th. Vollenhoven e H. Dooyeweerd, che condurranno alla scissione dalla
GKN ed alla formazione di una GKN “liberata”. Più tardi Berkouwer
si rammaricherà di aver contribuito a questa scissione e di non aver
saputo suggerire un diverso modo di comporre queste dispute.
Nel 1957 partecipa all’Assemblea del Concilio Ecumenico delle Chiese a
Nuova Delhi, India. Relazionando alla sua chiesa su questa assemblea, Berkouwer
raccomanda che essa chieda di far parte del CCE. La proposta viene accolta,
diventando la prima denominazione evangelicale ad entrare nella corrente principale
del Movimento ecumenico e rimanendovi attiva.
Sviluppa una teologia confessionale del XX secolo nell’ambito della tradizione riformata olandese, che presenta una creativa alternativa evangelica al liberalismo, allo scolasticismo ed alla neo-ortodossia. Il metodo teologico di Berkouwer è stato descritto come funzionale o relazionale. La funzione o proposito della Scrittura è quello di rivelare in che modo Dio si rapporti a noi. Nei 14 volumi dei suoi Sudi di Dogmatica, Berkhouwer presenta la sua metodologia: “La teologia è … occupata nell’ascolto continuo, attento ed ubbidiente della Parola di Dio” [Fede e Giustificazione, 1954, p. 9]. Berkhouwer si contrappone ad ogni speculazione, però, che, a suo dire, imponga sistemi logici o vada oltre i dati della Scrittura. Egli definisce la teologia come una riflessione scientifica sulla normatività della rivelazione per la fede.
Berkhouwer rimane profondamente radicato nelle Scritture,
nella sua chiesa e nelle confessioni di fede della tradizione riformata, ma
desidera far meglio comprendere ciascuno di questi ambiti attraverso l’ascolto
onesto ed aperto di altre fonti.
Scrive tre libri su Karl Barth, l’ultimo dei quali, Il trionfo della grazia
nella teologia di Karl Barth (1956) suscita un certo qual apprezzamento dallo
stesso Barth. Nel suo primo libro su Barth (1936) egli è molto critico
sul fondamento stesso della metodologia di quest’ultimo. Pian piano, però,
egli si avvicina molto di più a Barth tanto che Berkouwer, sotto la sua
sempre più grande influenza, cambierà molto la sia posizione iniziale
sull’elezione.
Dopo la seconda guerra mondiale, Berkouwer comincia ad incontrarsi
regolarmente con studiosi cattolici-romani interessandosi molto degli sviluppi
del Cattolicesimo. Così la sua enfasi iniziale sul conflitto con Roma
è seguita dal suo: Il Concilio Vaticano II ed il Nuovo Cattolicesimo
(1965). Un teologo cattolico-romano lo descrive come “scritto al rovescio”
a causa del suo ingresso come osservatore ufficiale nei dibattiti del Concilio.
Piuttosto che insistere sull’adesione letterale alla Confessioni riformate
della sua chiesa, Berkouwer investiga le “intenzioni profonde” di
questi documenti, mostrando quanto siano rilevanti per il XX secolo. Il suo
primo libro sulla Scrittura (1938) egli lo considererà più tardi
come basato troppo su giudizi aprioristici. Nel suo Sacra Scrittura (1975) Berkouwer
mette in rilievo il principio riformato che la Scrittura è interprete
di sé stessa. La chiarezza delle Scritture riguarda il suo messaggio
centrale di salvezza in Gesù Cristo, al quale siamo chiamati a rapportarci
personalmente. La forma letteraria umana delle Scritture può essere compresa
in tutti i suoi limiti legati al tempo ed alla cultura in cui è stata
prodotta senza pregiudicare il suo messaggio universalmente valido. La conoscenza
in un qualunque campo può fornire senza timore una “occasione”
per riesaminare l’esegesi tradizionale. Berkouwer conclude: “Può
sembrare un circolo vizioso assumere come metodo l’andare dal messaggio
della Scrittura alla sua autorità unica. In realtà, questa è
la sola e vera via verso l’ubbidienza” (p. 336).
Dal suo pensionamento, Berkouwer ha scritto due volumi di
riflessioni sulla teologia del suo tempo: Mezzo secolo di teologia: Movimenti
e motivazioni e Cercare e trovare: Ricordi ed esperienze (1989).
Bibliografia