Flacio: un eroe "marxista"?

In Croazia, dove la contro-riforma distrusse la memoria della Riforma, Flacio fu rammentato da una monografia del 1938 - la prima di tre biografie - da Mijo Mirković (19), che aveva scoperto il suo concittadino studiando economia a Berlino. Flacius sarebbe stato compiaciuto che Mirković fosse riuscito a rendere la sua opera lettura obbligatoria nella sua terra natale.

"L'opera di Flacius, anche in tempi più recenti, deve essere contata fra i testi obbligatori della Geistesgeschichte croata, attraverso la quale la comprensione di sé stessi da parte del popolo croato come comunità culturale, è costituita, interpretata e quindi ulteriormente sviluppata" (20).

L'appassionato teologo, però, sarebbe stato meno compiaciuto che, con l'eccezione della dissertazione di Ante Bilokapić (21), l'interesse dei suoi compatrioti in lui (22), fosse del tutto secolare. Iniziò con Mirković, che vedeva la storia in prospettiva marxista, in cui la questione religiosa maschera più importanti forze economiche e storiche. Dato che per Marković, il servilismo verso Roma era il male più grande della storia croata, il comunismo internazionale presentava un'opportunità per i suoi concittadini, simile a quello un tempo offerto dal luteranesimo internazionale.

"La cosa essenziale era se i croati avessero accettato e si fossero appropriati delle idee progressiste e moderne che vi erano nel mondo, e da esse avessero creato la propria cultura. Tutto dipendeva da questo e così fu allora".

Dopo la salita al potere del comunismo, ora in armonia con l'ideologia imperante, e con l'appoggio dello stato, Marković pubblicò un'altra edizione della sua biografia, in cui si fece giocare a Flacio una parte della nuova interpretazione "socialista scientifica" del passato croato. Egli così sottopose le posizioni teologiche di Flacio, che considerava statiche, conservatrici e controrivoluzionarie, ad una correzione sulla base del "principio storico" marxista, della sua "prospettiva storica", "indipendenza delle cognizioni scientifiche", e "l'influenza dialettica positiva sulla scienza". Per lui, Wittemberg era una metafora di Mosca, il Protestantesimo croato una metafora del liberalismo di sinistra, e Flacio un rivoluzionario culturale. Scrivere una biografia di Flacio significò così per lui promuovere il marxismo.

(O. K. Olson, "Matthias Flacius and the Survival of Luther's Reform", Harassowitz Verlag, Wiesbaden 2002, in Kommission, p. 20, 21).

Mattia Flacius Illyricus

Tempo di Riforma - a cura del past. Paolo Castellina - Scrivici cliccando qui