Il “nuovo mondo” che sta sorgendo

di Giovanni Dalla Valle

Questo interessante articolo scritto da un mio contatto di Facebook, dal titolo originale “Il giorno in cui la terra si fermò”, bene descrive il tempo in cui viviamo ed i fenomeni che stanno avvenendo. Rileva come i dominatori di questo mondo ci considerino una società di persone stupide e irresponsabili che “deve” essere gestita e regolata da un élite di “saggi esperti” e da uno Stato “chioccia” che “a tutto pensa”. Vorrebbero realizzare una società di persone “tutte uguali” (questo lo considerano virtuoso) che vive in un ambiente a “rischio zero” come creata da “una balia ossessiva” e da un “padre” che vede tutto questo come una ghiotta occasione di enormi profitti. Indubbiamente stiamo assistendo ad un “matrimonio” fra un’idea di stato comunistoide e l’elite neo-liberista tecnocratica che ambisce a profitti sempre più grandi via l’omologazione della società. La “democrazia” non serve più…

Molti si stupiscono di come una cosina artificiale di pochi nanometri di diametro, maldestramente fuggita da un laboratorio cinese, possa aver spazzato via in pochi mesi tutti i diritti e tutte le libertà accumulati in centinaia di millenni di evoluzione. Ma a quasi tutti sfugge che quella cosina e’ solo il fronte di una valanga colossale partita molti anni fa’, quando era ancora una pallina di neve.

Quella pallina di neve si chiama rischio-zero; la madre che l’ha creata era una balia ossessiva, una mamma-chioccia attenta a preservare la sua nidiata ai limiti dell’angoscia; il padre era una volpe senza scrupoli che sapeva benissimo che quella chioccia era insana di mente ma che aveva visto nel suo furore iperprotettivo la ricetta perfetta per imbeccare un mercato di pulcini indottrinati e portarli tutti a poco a poco nelle sue avide fauci.

La mamma-chioccia è la metafora della stato comunista, che ci vuole tutti al sicuro sotto le sue immense ali, la volpe famelica quella della elite neoliberista e tecnocratica, che ci vuole tutti consumatori automatici dei suoi prodotti.

Io che ho la fortuna di essere nato prima dell’Era dello Stupido e quindi ho capacita’ mnemoniche naturali, ricordo perfettamente quando la pallina di neve inizio’ il suo trionfale rotolamento a valle. 

Era un giorno di marzo del ’99, quando io e un’amica e collega serba, usciti da una conferenza di psichiatria, ci eravamo avvicinati a un banchetto di caramelle, assemblato in modo surreale davanti alla chiassosa entrata di una stazione della metropolitana di Londra. 

“Guarda, Jovanka, hai notato che sono sempre le stesse?” Jovanka scruto’ quell’assetto di delizie colorate e mi dette ragione. “E’ vero , sono uguali a quelle che si comperano dappertutto oggi.”

Qualche tempo prima avevo letto di un bambino che si era rotto un dente mangiando una pasticca di liquirizia dura. La madre, anziché redarguire il figlioletto ingordo e insegnargli a masticare piano, aveva fatto causa all’azienda dolciaria e così, di botto, tutte le caramelle alla liquirizia erano state ritirate. 

Piu’ tardi fu la volta di una partita di fiocchi d’avena deteriorati. La direzione della catena di supermercati, anziche’ limitarsi a ritirare la partita esposta in quella franchigia, ordino’ il sequestro di tutti i pacchetti sull’intero territorio nazionale.

L’andazzo divenne ben presto pratica automatica. Ogni volta che si scopriva un solo prodotto guasto, anziché cercare di capire cosa era successo, fare campionamenti di altri stoccaggi e caso mai sostituire la partita sospetta con partite sane, si fermava tutta la catena di produzione e distribuzione di quella cosa.

Genesi di una società a rischio zero

Cominciai allora ad accorgermi che stavo vivendo in una società che aveva perso il senso delle proporzioni e annientava qualsiasi difetto di produzione con l’azzeramento in blocco di tutta la filiera. 

Poi i direttori di fabbrica mandavano dei comunicati imperiosi dove, in giacca e cravatta e con volto sorridente, dichiaravano che la loro azienda poneva la “sicurezza” dei clienti al centro della propria attenzione, come se, ipocritamente, non avesse nemmeno piu’ interesse a vendere i propri prodotti ma solo ad assicurarsi che nessuno si facesse del male. E naturalmente cio’ aveva implicazioni. La prima implicazione era che il consumatore era una sorta d’idiota, incapace di accorgersi che un prodotto aveva un aspetto insolito o un odore strano prima d’ingurgitarlo. Quindi occorreva una “mamma” che gli togliesse il pericoloso boccone dalle mani prima che fosse troppo tardi. La seconda, che milioni di merci venissero distrutte senza nemmeno essere controllate. Tante bellissime e buonissime cose sparirono dalla nostra vita senza che si capisse il perche’. 

Era cosi’ nata la società della Balia, ed era cominciata l’Era dell’Uomo Stupido, privo di senso delle proporzioni, e quindi di capacita’ di ragionare. Soltanto un consumatore ebete che doveva essere indirizzato a comprare solo prodotti standardizzati e “sicuri”, quasi sempre di multinazionali già ben avviate che facendo pressioni con le loro lobby sui governi dettavano regole di produzione che dovevano essere uguali per tutti.

Così, le caramelle di produzione locale, confezionate in modo diverso a seconda delle diverse culture e dei diversi gusti umani, scomparvero. Oggi, le caramelle che compriamo in qualsiasi supermercato e in quasi tutti i negozi di caramelle sono sempre le stesse. Fanno abbastanza schifo, forse sono anche pessime per il nostro stomaco, ma sono gommosamente e morbidamente “sicure” per i denti.

Il dogma del rischio zero

Il dogma del rischio-zero si estese un paio d’anni dopo anche ai consumatori di viaggi. Siccome un giorno di settembre del 2001 una banda di folli aveva eluso la sorveglianza della polizia aeroportuale ed aveva dirottato tre o quattro aerei su punti strategici di una società molto ricca, si decise che in tutti gli aeroporti del Mondo si controllassero minuziosamente tutti i passeggeri all’imbarco con mezzi sempre piu’ invasivi della loro liberta’ personale. Come se tutti, milioni di viaggiatori all’anno, fossero potenziali terroristi. Non ci si curò piu’ di combattere il terrorismo dove originava. Ora si assumeva che tutti fossimo pericolosi e quindi si cercava di estirpare il problema direttamente sui potenziali luoghi della sua manifestazione. Gli stessi controlli si facevano anche in aeroporti periferici per voli verso destinazioni completamente irrilevanti per un terrorista serio. Così il vero obiettivo dei terroristi era stato superbamente centrato: il terrore globale.

Ovviamente il dogma del rischio-zero veniva già applicato anche ai conduttori di semplici veicoli, per cui tutti dovevano usare cinture di sicurezza, anche se guidavano da soli. L’assunzione era che tutti fossimo spericolati gangster della strada, sempre ubriachi e con il piede sull’acceleratore e che tutto ciò che ci veniva insegnato a scuola guida, cioè le regole del codice stradale, ci scivolasse sulle spalle come l’aria.

E, collateralmente, il martellamento di pubblicità strazianti. Ricordo ancora quella della ragazzina che strillava alla radio: “mi stai uccidendo, mi stai uccidendo, rallenta!”. Mi veniva da bestemmiare per la rabbia, come mi viene da fare oggi quando sento la voce cretina che dice di usare la mascherina e di stare a casa per “salvare vite”. L’implicazione e’ sempre la stessa: siamo tutti nati criminali. Ma l’isteria della societa’-balia e’ maturata. Prima uccidevamo solo la ragazzina se eccedevamo il limite dei 50 chilometri orari, adesso provochiamo un genocidio se non portiamo un brandello di stoffa davanti alla bocca. 

Nessun senso delle proporzioni

Nessun senso delle proporzioni. Nessun affidamento al buon senso e all’educazione che viene impartita in qualsiasi famiglia decente fin dalla notte dei tempi. Nella società dello Stato-balia siamo tutti eterni monelli da correggere in eterno.

Poi la stessa cosa nei cantieri di lavoro, negli uffici, in qualsiasi negozio. Tutti dovevamo cominciare a seguire severe regole di protezione, pena il licenziamento o persino una denuncia penale.

Perché è chiaro: nell’Era dello Stupido siamo tutti bambini deficienti e non siamo in grado di vedere chesso’, un pavimento lavato e pensare che se ci camminiamo sopra potremmo scivolare e farci del male, oppure chesso’, un collega anziano che solleva un carico troppo grosso e anziche’ aiutarlo, lasciare che si spezzi la schiena. Occorre pertanto che per legge ci sia una cartello con scritto “pavimento bagnato” e si allestiscano dei corsi di formazione su come sollevare un carico inginocchiandosi a gambe divaricate anziché piegare la schiena. 

Il rischio dev’essere sempre zero. Un mondo di minorati da tutelare, insomma, dove ogni buona  azienda deve farsi vanto di assicurare che tutti i propri dipendenti e clienti siano sempre al sicuro. Così’ tutti comprano i suoi prodotti o pagano i suoi servizi contenti, anche se magari i prodotti sono scadenti e i servizi sono inefficienti. 

Anche il linguaggio “deve” cambiare

Poi i dettami della societa’ della balia si estesero anche al linguaggio. L’Era dello Stupido adottò allora il linguaggio “politicamente corretto”.

Fino ad allora, gente di ogni cultura, estrazione sociale, posizione politica e religiosa e persino orientamento sessuale usava di tanto in tanto parole stigmatizzanti per gente di altre culture, estrazioni sociali, posizioni politiche e religiose, orientamenti sessuali.

I piu’ ci ridevano sopra, capendo che si trattava di semplice maleducazione, altri rispondevano con un sano schiaffo in faccia al bullo del momento. Altri tiravano dritto per la loro strada, magari indignati ma non troppo turbati. Tuttavia, ahimè, ogni tanto qualcuno o qualcuna riteneva quelle parole altamente lesive e persino traumatizzanti e ne traeva incurabile dolore. Dunque, come con le caramelle, bisognava che tutti parlassimo allo stesso modo.

E siccome la nostra lingua riflette spesso quello che pensiamo, allora bisognava anche che pensassimo allo stesso modo. Tutte le caramelle dovevano essere uguali e “sicure”, sia in superficie che dentro.

La cosa si allargò poi non solo alle cattive parole ma a intere culture che in qualche modo avevano partorito quelle parole o erano anche solo sospettate di averlo fatto. Cosi’ qualcuno pensò bene di cominciare a cancellare anche la cultura, le tradizioni, la storia e la lingua di quelle civiltà che aveva dato origine a fenomeni di bullismo, razzismo, xenofobia, sia pure in proporzioni minime e in frange marginali delle proprie viscere e sia pure dimostrando alla fine di aver superato quei problemi con leggi e dottrine piu’ che consolidate.

Si cominciò allora a mettere all’indice e a ostracizzare libri e autori di ogni tipo e di ogni epoca, poi a togliere statue dalle università e dalle piazze,  specie quelle che per disgrazia erano state collocate in epoche in cui un gruppo perseguitava un altro gruppo, a cancellare lingue antiche come il Greco e il Latino che erano state fondamento filosofico e giuridico di visioni del Mondo appartenute in origine ad una sola tipologia antropica, quella europea bianca. Perché’ ovviamente il richiamo dei loro precetti poteva essere offensivo per chi apparteneva ad altre culture.

Tutte le caramelle devono essere uguali

La computerizzazione di massa, l’arma di sterminio piu’ efficace dell’Era dello Stupido, avrebbe poi diffuso e imposto algoritmi e linguaggi uguali per tutti, come le regole di produzione e guadagno in vigore nell’antico comunismo. Tutti dovevano parlare e pensare allo stesso modo, e poi, con l’avvento dei social, anche comunicare allo stesso modo tra di loro.

E ci avrebbero presentato quell’orrore come una conquista del progresso, sotto forma di una parola maniacale come “globalizzazione”. 

Come se l’Umanità non fosse mai stata interconnessa, come se prima di allora avessimo vissuto come cavernicoli solitari e rozzi in grotte isolate e remote.

Infine arrivò l’idea della digitalizzazione di massa, la più geniale, la classica ciliegina sulla torta.

Ora non solo tutti devono parlare e pensare allo stesso modo ma anche essere facilmente identificabili e al tempo stesso costretti a interagire tra di loro tramite complesse applicazioni digitali affinché nessuno osi fare, dire o immaginare qualcosa per conto suo. Applicazioni spesso laboriose e inefficienti, che frustrano e richiedono pazienza e perizia, ma che ci costringono tutti ad agire all’unisono. Come era per la dottrina economica e sociale nella vecchia Unione Sovietica e come è oggi più’ che mai nella Cina comunista.

Perche’ solo cosi’ la madre-chioccia, la società-balia può finalmente controllare ogni secondo della vita dei suoi pigolanti pulcini. E soprattutto, le poche e  furbissime volpi che fin dall’inizio hanno diretto l’orchestra possono assicurarsi che tutti comprino le loro caramelle, i loro vestiti, le loro macchine, le loro case, i loro telefonini, i loro computer. Che usino tutti i loro social, che ascoltino tutti i loro media, che prendano (o non prendano) tutti le medicine (e i “vaccini”) che dicono loro.

Perche’ solo quelli sono “sicuri” e si sa, nell’Era dello Stupido il cliente non ha mai ragione ma e’ solo stupido. E’ il venditore quello che non sbaglia mai.

Una valanga

Così quella pallina di neve e’ diventata una valanga. Ed oggi non c‘e’ da sorprendersi se davanti a un virus ridicolo con una letalità ridicola tutti si comportino come se fosse arrivata la Peste Nera.

Una volta che il pifferaio di Hamelin e’ riuscito ad ammaestrare tutti i suoi topini, tutti lo seguiranno fino alla fine.

E così siamo arrivati al “Giorno in cui la Terra si fermò” come nel celebre film degli anni ’50. 

Non perché siamo stati invasi dai Marziani ma perché siamo evasi dalla nostra coscienza.

Quella coscienza critica che e’ fondamento di ogni libertà. Quel libero arbitrio che Dio volle per noi su questa terra e che viene rispettato da qualsiasi Spirito che sa dare e amare, non solo prendere e distruggere.

Incluso lo Spirito di uno Stato amico e democratico, non opprimente e tiranno.

Quella razione che ci fa soppesare rischio e beneficio, che ci fa capire se fare un dramma o meno di una cosa, se prendere sul serio una minaccia seria o ignorare una stupidaggine. Se uccidere una mosca con una bomba atomica o con una semplice paletta. Se smettere di guidare per paura di investire la ragazzina oppure se continuare attenendosi alle consuete indicazioni del codice stradale. 

Vivere è rischiare

Quel buon senso che ci dice che la Vita e’ rischio fin dalla nascita e che se pretendiamo di vivere senza alcun rischio siamo per definizione gia’ morti, poiché solo la Morte e’ priva di rischi.

Quel pomeriggio di marzo l’aria di Londra era frizzantina e il vento pungente. La luce crepuscolare accarezzava i cappotti neri che ci ovattavano di tepore. Intorno a noi il clamore confuso d’una folla che si affrettava all’imbocco del metro’. Io, Giovanni, e lei, Jovanka, lo stesso nome in lingue diverse e declinato in generi diversi, ma pur sempre un uomo e una donna di questa Terra, ci guardammo negli occhi. E in quello sguardo intenso si leggeva la consapevolezza che stava accadendo qualcosa di spaventoso. Eravamo rimasti solo noi, fermi e immobili al centro di un vortice che stava risucchiando ogni anima in fuga.

Quel giorno capimmo che l’Umanità, meravigliosa, colorata e briosa creatura divina in tutte le sue sfumature e in tutti i suoi canti di esultanza e di pena, si stava estinguendo. Il rischio-zero stava prendendo il sopravvento, la follia della standardizzazione di massa iniziava a soffocare ogni singulto d’identità, ogni impeto d’iniziativa, ogni anelito di creatività. Ogni accenno di rischio, quindi anche ogni vagito di Vita.

Era iniziata l’Era dello Stupido.

Fonte: https://www.facebook.com/707172647/posts/10158322496737648/