CATECHISMO

della fede cristiana riformata

Il Catechismo Minore di Westminster del 1648, rielaborato nel 1864 da C.H. Spurgeon con testi biblici probanti e breve commento a cura del past. Paolo Castellina


11. In che cosa consiste l'opera della divina provvidenza?

L'opera della divina provvidenza consiste nel fatto che Dio conserva nel modo più santo (1), saggio (2) e potente (3), come pure governa, tutte le Sue creature e tutte le loro azioni (4).

1. Sl. 145:17. L'Eterno è giusto in tutte le sue vie e benigno in tutte le sue opere.

2. Is. 28:29. Anche questo procede dall'Eterno degli eserciti, che è meraviglioso nel suo consiglio e grande in sapienza.

3. Eb. 1:3. Sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza.

Ne. 9:6. Tu conservi in vita tutte queste cose.

4. Sl. 103:19. Il suo regno domina su tutto.

Mt. 10:29. Non si vendono forse due passi per un soldo? Eppure neanche uno di loro cade a terra senza il volere del Padre vostro.

Commento. La Scrittura dice che, nonostante quello che noi potremmo altrimenti dire, che Dio ha il completo controllo di quello che noi chiamiamo natura (Mt. 5:45; Sl. 104:14; Gb. 37:10,12); che Dio ha controllo sulle nazioni (Da. 4:25; 2:21; At. 17:26); che Dio è in controllo della vita di ogni singolo individuo al mondo (1 Sa. 2:6-8); che Dio esercita un controllo persino sulle libere azioni degli uomini (Pr. 16:1; Fl. 2:13; Sl. 76:10). Non possiamo però spiegare come lo faccia, ci basti sapere che è vero.


12. Quale speciale atto di provvidenza Dio ha fatto verso l'essere umano nello stato in cui era stato creato?

Nel creare l'essere umano Dio aveva stabilito con esso un patto che gli avrebbe garantito la vita se egli avesse obbedito perfettamente alla Sua volontà (1). Nel contempo Egli gli aveva proibito, sotto pena di morte, di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male (2).

1. Ga. 3:12. Ora la legge non proviene dalla fede, ma «l'uomo che farà queste cose vivrà per mezzo di esse».

2. Ge. 2:17. ...ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare, perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai.

Commento. Un patto ingiusto? No. (1) Adamo era stato creato con la capacità di fare ciò che gli era stato richiesto (Ec. 7:29; 1 Ti. 2:14); (2) Dio gli aveva provveduto tutto ciò di cui egli aveva bisogno e che avrebbe reso inutile cadere in tentazione; (3) La stessa minacciata pena di morte avrebbe dovuto essere sufficiente per scoraggiarlo dal disubbidire.


13. I nostri progenitori continuarono a vivere nello stato in cui erano stati originalmente creati?

I nostri progenitori, essendo stati creati con una volontà libera, sono decaduti dallo stato in cui erano stati originalmente creati, peccando contro Dio (1), mangiando del frutto proibito (2).

1. Ec. 7:29. Ecco, solo questo ho trovato: DIO ha fatto l'uomo retto, ma gli uomini hanno ricercato molti artifici.

2. Ge. 3:6,7,8. E la donna vide che l'albero era buono da mangiare, che era piacevole agli occhi e che l'albero era desiderabile per rendere uno intelligente; ed ella prese del suo frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito che era con lei. Allora si apersero gli occhi di ambedue e si accorsero di essere nudi; ...e l'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell'Eterno DIO fra gli alberi del giardino.


14. Che cos'è il peccato?

Peccato è qualsiasi mancanza nel conformarsi alla legge che Dio ha stabilito per noi oppure trasgredirla (1).

1. 1 Gv. 3:4. Chiunque commette il peccato, commette pure una violazione della legge; e il peccato è violazione della legge.

Commento. I nostri progenitori erano stati creati in stato di innocenza ed erano (1) liberi di seguire o la via dell'obbedienza oppure quella della disobbedienza. Non c'era nulla che li avrebbe forzati ad andare o in una direzione o in un'altra, nemmeno Satana. (2) Avevano la capacità di seguire o l'una strada oppure l'altra. Erano cioè capaci di bene o di male. Dio ha creato l'uomo libero di agire, con la facoltà di scegliere tra il bene ed il male; desiderava che la Sua creatura scegliesse di amarlo e adorarlo volontariamente, desiderava per essa il bene, non il male. Ma, se la creatura ha la facoltà di scegliere il bene deve necessariamente avere pure la facoltà di scegliere il male. L'essere umano è una creatura di Dio. Come tale può trovare la migliore realizzazione di sé stesso rimanendo entro i limiti che Dio gli ha posto. Andare oltre a questi limiti significa scadere di qualità, essere di meno di quello che poteva essere, causare da sé stesso il proprio danno, in una parola "decadere".


15. Quali conseguenze ha avuto il peccato di Adamo e di Eva su tutta la loro discendenza?

Il peccato di Adamo e di Eva ha contaminato tutta la loro discendenza naturale, perché il patto che Dio aveva stabilito con Adamo includeva tutti i suoi discendenti.

Per questo in Adamo noi pure abbiamo peccato, con lui siamo decaduti, ed insieme a lui noi subiamo tutte le conseguenze del suo peccato (1).

1. 1 Co. 15:22. Perché, come tutti muoiono in Adamo, così tutti saranno vivificati in Cristo.

Ro. 5:12. Perciò, come per mezzo di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, per mezzo del peccato, la morte, così la morte si è estesa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato.


16. In quale condizione la caduta trascinò l'umanità?

La caduta trascinò l'umanità in condizione di peccato e di miseria (1).

1. Ro. 5:18. Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini...

Commento. Il peccato ereditario (o originale). Questa è stata definita la dottrina più difficile che possa essere accettata da essere umano. (1) C'è una fondamentale unità fra Adamo e tutti i suoi discendenti, come rami di uno stesso albero, come le radici di un albero determinano tutta la qualità di ciò che vi cresce sopra [Cfr. At. 17:26; Gb. 14:4; 25:4]. L'albero dell'umanità è diventato cattivo e tutti ne subiscono l'influenza, eccetto Gesù Cristo. Per cui: (2) C'è un senso per il quale il peccato di Adamo è pure il nostro. La natura peccaminosa di Adamo si è trasmessa alla sua discendenza. Adamo poteva solo generare figli con la sua stessa natura, e quella natura era peccaminosa. E' necessario che ai bambini si insegni a fare il bene, ma essi sanno fare il male molto bene anche se nessuno glielo insegna [Cfr. Sl. 51:5]


17. In che cosa consiste la condizione di peccato in cui è decaduto l'essere umano?

La condizione di peccato nella quale è decaduto l'essere umano consiste nel fatto che tutti siamo colpevoli del primo peccato di Adamo (1); siamo tutti privi della nostra originaria giustizia (2); la nostra natura è totalmente corrotta. Questo viene chiamato 'peccato originale'(3) ed esso si accompagna a tutte le trasgressioni che di fatto noi compiamo e che derivano da questo (4).

1. Ro. 5:19. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori...

2. Ro. 3:10. Non c'è alcun giusto, neppure uno.

3. Ef. 2:1. Egli ha vivificato anche voi, che eravate morti nei falli e nei peccati.

Sl. 51:5. Ecco, io sono stato formato nell'iniquità e mia madre mi ha concepito nel peccato.

4. Mt. 15:19. Poiché dal cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, maldicenze...

Commento. Che cosa avvenne quando Adamo peccò? (1) E' morto spiritualmente davanti a Dio; (2) è divenuto soggetto alla sofferenza fisica, alla malattia ed alla morte; (3) ha perduto la sua innocenza, divenendo ingiusto ed empio, colpevole e perduto, nemico ed estraneo a Dio [Cfr. Ge. 3:7; Ef. 2:1-3]; (4) Se fosse morto nei suoi peccati (senza ravvedersene) avrebbe sofferto una condanna eterna. Non c'è dunque nulla di buono nell'uomo? Dipende dal come consideriamo la questione: dal punto di vista di Dio o dal punto di vista umano. Dio non trova nell'uomo alcun bene che possa fargli guadagnare un posto in cielo. Per quanto riguarda, invece, la rettitudine o la condizione dell'essere degno del cielo, Dio dice che non esiste affatto, l'uomo è totalmente corrotto (Cfr. Is. 1:6). Per 'totalmente corrotto' si intende che il peccato ha influenzato ogni parte dell'essere umano e che, nonostante non commetta di fatto tutti i peccati, l'uomo è potenzialmente in grado di commetterli (Gr. 17:9; Ro. 3:10-18; 7:18). Inoltre si intende che egli è del tutto incapace di piacere a Dio, per quanto riguarda la salvezza (Ge. 8:21; Sl. 58:3; 1 Sa. 16:7Ge. 6:5; Ro. 8:8; 3:12). Dio non vede solo ciò che una persona ha di fatto commesso, ma ciò che essa è di per sé stessa. Dio infine, non permette che tutti gli uomini giungano al massimo della loro depravazione. (1) Gli ha lasciato la riprensione della coscienza (Ro. 12:5), (2) gli ha lasciato il freno delle leggi e delle autorità civili (Ro. 13:1-5); (3) gli ha lasciato la paura della morte (Eb. 12:5); (4) e poi l'influenza della famiglia, dell'educazione, della società. Comprendete però come tutto questo sia pure piuttosto labile, fragile e comunque non sufficiente a rendere l'uomo buono. Lasciato a sé stesso l'uomo è incline al male.


18. In che cosa consiste la condizione di miseria in cui è decaduto l'essere umano?

Tutta l'umanità, con la sua caduta, ha perduto la comunione che aveva con Dio (1) ed è soggetta alla sua ira e maledizione (2). Essa si è resa così passibile di tutte le miserie di questa vita, alla morte stessa, ed alle pene eterne dell'inferno (3).

1. Ge. 3:8,24. L'uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza dell'Eterno DIO fra gli alberi del giardino... Così egli scacciò l'uomo.

2. Ef. 2:3. Anche noi un tempo... eravamo per natura figli d'ira, come anche gli altri.

Ga. 3:10. Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle.

3. Ro. 6:23. Il salario del peccato è la morte.

Mt. 25:41. Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli.

Commento. Sull'umanità grava il dominio della morte: è il denominatore comune a cui tutti siamo soggetti, ma ancor di più la pena eterna dell'eterna dannazione (la discuteremo più tardi alle dd. 28 e 84). Gesù la afferma in modo molto serio e solenne: è lui che ci ha messo chiaramente in guardia contro questa concreta possibilità [Cf. Mt. 3:12; Mc. 9:48; Ap. 14:10; Mt. 8:12; 25:46].


19. Dio ha forse lasciato che tutta l'umanità perisse in condizione di peccato e di miseria?

Dio, per semplice suo beneplacito, ha eletto alcuni da ogni eternità a vita eterna (1) stabilendo con loro un patto di grazia affinché fossero liberati dalla condizione di peccato e di miseria e fossero portati in condizione di salvezza tramite un Redentore (2).

1. 2 Ts. 2:13. Ma noi siamo obbligati a rendere del continuo grazie per voi a Dio, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi, mediante la santificazione dello Spirito e la fede nella verità.

2. Ro. 5:21. ...affinché come il peccato ha regnato nella morte, così anche la grazia regni per la giustizia a vita eterna per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Commento. Qualcuno ha detto che "non c'è dottrina che non sia stata più odiata di questa, ma non c'è dottrina che nella Scrittura venga insegnata più chiaramente di questa". Fissiamo così alcuni punti della fede riformata:

(1) E' per sola grazia che viene provveduta all'essere umano una via di salvezza,

(2) ed è pure per la sola potenza di Dio che uomini peccatori possono avere la forza per uscire dalla loro condizione di peccato e di miseria.

(3) Dio elegge persone alla salvezza incondizionatamente (senza tenere conto di eventuali requisiti che possano nella creatura stessa motivare tale scelta).

Per cui: (1) Dio sceglie dal numero totale dei perduti una parte di essi per destinarli alla salvezza;

(2) Dio non sceglie queste persone perché abbiano in sé stesse qualcosa di speciale o di diverso dagli altri;

(3) Dio sceglie queste persone ai fini della salvezza solo a causa di Gesù Cristo, quando a tempo debito, vengono innestate in Lui.

(4) Questa scelta incondizionata è stata decisa dall'eternità.

Dio è forse ingiusto quando opera questa scelta? Tutti però meritano la dannazione. Dio non è ingiusto quando dà agli uomini quello che si meritano, mentre dà ad altri la grazia che non meritano.

Allora non importa quello che si fa, tanto uno sarà salvato o dannato automaticamente? No, perché se uno è eletto, sarà salvato in Cristo ravvedendosi del suo peccato e riponendo in Cristo la sua fede, e verrà così salvato secondo i piani vedendo radicalmente trasformata la sua vita.

Ma se io non sono eletto allora non c'è nulla che possa fare non importa quanto io desideri essere salvato. Ma.

(1) Nessuno può mai desiderare di essere salvato se questo desiderio prima non gli sia stato ispirato da Dio tramite il dono di "un nuovo cuore".

(2) Nessuno che voglia essere salvato nel modo stabilito da Dio - che desideri cioè venire a Cristo - sarà perduto.

(3) Coloro che non vogliono essere salvati venendo a Cristo con il ravvedimento e la fede sono gli unici responsabili del loro destino.


20. Chi è il Redentore degli eletti di Dio?

L'unico Redentore degli eletti di Dio è il Signore Gesù Cristo (1), il quale, essendo l'eterno Figliolo di Dio, è divenuto uomo (2). Egli era e continua ad essere così per sempre Dio ed uomo in due nature distinte, ma un'unica persona (3).

1. 1 Ti. 2:5. Vi è infatti un solo Dio, ed anche un solo mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù uomo.

2. Gv. 1:14. E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra noi.

3. 1 Ti. 3:16. Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria.

Cl. 2:9. ...poiché in Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità.

Commento. Da sottolinearsi l'importanza di dire "il solo redentore" (Cfr. Mt. 4:10; Gv. 17:3; 3:16; At. 4:12; Gv. 14:6; 1 Gv. 2:23) soprattutto nel clima moderno in cui si tende a dire che vi sia verità salvifica in tutte le religioni per coloro che sono sinceri. Nei confronti di questa degenerazione del cristianesimo dobbiamo protestare con chiarezza, non importa quello che si dice. La via è Gesù, la via è stretta, mentre larga è quella che porta alla perdizione. Però: perché questo è vero?

(1) Gesù Cristo è chiamato Dio (Is. 9:6; Gv. 20:28);

(2) Possiede gli attributi di Dio (Gv. 1:1; 2:24,25);

(3) E' in grado di compiere le potenti opere di Dio (Gv. 5:21; Cl. 1:16):

(4) A Lui è dovuto il culto che è reso a Dio solo (Gv. 20:28; Ap. 5:12-14).

Da notare infine che Dio Figlio divenne uomo senza cessare di essere Dio, la natura divina si unì a quella umana "senza conversione, composizione o confusione)


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