31. Quali sono i benefici che possono godere in questa vita coloro che sono stati chiamati efficacemente dallo Spirito Santo a godere della redenzione operata da Cristo?
Coloro che sono stati efficacemente chiamati dallo Spirito Santo a godere della redenzione operata da Cristo ottengono in questa vita i benefici della giustificazione (1), dell'adozione (2), della santificazione, come pure quanti altri li accompagnano o ne conseguono (3).
1. Ro. 8:30. ...e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati; e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.
2. Ef. 1:5. ...avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesù cristo secondo il beneplacito della sua volontà.
3. 1 Co. 1:30. Ora grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione, e redenzione.
32. Che cos'è la giustificazione?
La giustificazione è un atto gratuito della grazia di Dio per cui Egli perdona tutti i nostri peccati (1) e ci accetta considerandoci giusti ai suoi occhi (2) per il solo merito della giustizia di Cristo, la quale ci viene accreditata (3) e che riceviamo per sola fede (4).
1. Ro. 3:24. ...ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.
Ef. 1:7. ...in cui abbiamo la redenzione per mezzo del suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia.
2. 2 Co. 5:21. Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui.
3. Ro. 5:19. Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l'ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti.
4. Ga. 2:16. ...sapendo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge, ma per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù, affinché fossimo giustificati mediante la fede di Cristo.
Fl. 3:9. ...e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo; giustizia che proviene da Dio mediante la fede.
Commento. Quando un giudice "assolve l'innocente" significa che egli lo dichiara giusto, quando "condanna il colpevole" significa che lo dichiara colpevole, o reo. Giustificare significa così "dichiarare qualcuno innocente di fronte alla legge". Così davanti a Dio. Ma come può Dio dichiarare innocente qualcuno dato che "tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Ro. 3:23)? L'Evangelo dice: rendendolo giusto accreditandogli, imputandogli, l'innocenza di un altro! Imputare significa: attribuire, accreditare, ascrivere, mettere in conto a qualcuno.
Quando parliamo dell'"imputazione del peccato di Adamo" vogliamo dire che il peccato di Adamo (la sua colpevolezza e condanna) viene pure "messa in contro, attribuita" alla sua posterità. In questa imputazione, noi riceviamo qualcosa da Adamo, diciamo come un'"infezione". Nel caso di Gesù Cristo e del suo popolo eletto c'è una doppia imputazione. (1) l'imputazione della nostra colpevolezza e condanna al Signore Gesù Cristo. "Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto essere peccato per noi". Il nostro peccato "gli è stato messo in conto", ed è stato trattato come se avesse commesso il nostro peccato. (2) C'è poi l'imputazione della Sua giustizia a noi, "affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui" dice l'apostolo (2 Co. 5:21). La perfetta giustizia di Cristo "viene messa in conto a noi". Dio ci tratta come se non avessimo mai peccato, come se avessimo sempre osservato perfettamente le Sue sante leggi.
Il fatto di ricevere questa giustizia "per fede" non significa che la fede "meriti" in qualche misura la nostra giustificazione. La fede è uno strumento, è "la mano con la quale riceviamo la giustizia di Dio". In ogni caso l'esercizio della fede da parte nostra, come pute il nostro ravvedimento, è reso possibile a noi sempre da Dio che ad essa ci "abilita".
La giustificazione non dipende dunque né dal nostro ravvedimento, né dalla nostra fede, e neppure dalle nostre opere. Incoraggerebbe forse questo il vivere tranquillamente nel peccato? No, perché quando Dio "risveglia" il peccatore chiamandolo alla salvezza per grazia, Egli produce in lui ravvedimento e fede, ma pure "opere", un nuovo e giusto stile di vita. L'agire giustamente è conseguenza del ravvedimento, della fede, della giustificazione. La fede che giustifica è per sola fede, ma la fede che giustifica non è mai sola". Le "buone opere" sono possibili quando una persona viene messa in condizione di farle, e questa condizione è quanto avviene con la salvezza per grazia.
33. Che cos'è l'adozione?
L'adozione è un atto gratuito della grazia di Dio (1), per la quale noi veniamo accolti a far parte dei numero dei figlioli di Dio acquisendo così il diritto ai privilegi che questa condizione comporta (2).
1. 1 Gv. 3:1. Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio.
2. Gv. 1:12. ...ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome.
Ro. 8:17. ...e se siamo figli siamo anche eredi, eredi di Dio e coeredi di Cristo, se pure soffriamo con lui per essere anche con lui glorificati.
Commento. L'adozione segue la giustificazione nell'ordine logico delle cose: Dio infatti non può accogliere alcuno nella sua famiglia senza che prima sia reso giusto davanti a Lui.
E' importante sottolineare, di fronte agli errori moderni, che, se pure per natura noi siamo creature di Dio, noi non siamo necessariamente figli di Dio. Noi possiamo parlare solo nei termini di "divenire figli adottivi di Dio". Uno solo è il Figlio di Dio, della stessa natura e sostanza del Padre: Gesù Cristo. Noi però possiamo entrare nell'ambito della famiglia di Dio e dei privilegi e responsabilità conseguenti, solo quando Dio "ci adotta" di Sua iniziativa e quando noi rispondiamo favorevolmente. Giovanni dice chiaramente: "ma a tutti quelli che l'hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figlioli di Dio; a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, ma sono nati da Dio" (Gv. 1:13,14)
34. Che cos'è la santificazione?
La santificazione è l'opera dello Spirito Santo (1) per la quale noi veniamo rinnovati completamente secondo l'immagine di Dio (2), e veniamo messi sempre più in grado di morire al peccato e di vivere una vita di giustizia (3).
1. 2 Ts. 2:13. Dio vi ha eletti fin dal principio per salvarvi, mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità.
2. Ef. 4:24. ...per essere rivestiti dell'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e santità della verità.
3. Ro. 6:10,11. Perché, in quanto egli è morto, è morto al peccato una volta per sempre; ma in quanto egli vive, vive a Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi a Dio, in Gesù Cristo, nostro Signore.
Commento. Nemmeno la santificazione può essere meritata, perché non è l'uomo che santifica sé stesso, ma Dio solo. Essa però si compie in modo tale che l'uomo stesso è arrivo e responsabile nel processo di santificazione, "compiete la vostra salvezza con timore e tremore" (Fl. 2:12,13).
(1) L'opera della santificazione inizia con una trasformazione interiore (la rigenerazione che Dio opera). Questa però non rende la natura umana istantaneamente perfetta. Ad es. un bambino nasce, ma deve crescere, essere educato, fare esperienze, cadere e rialzarsi per diventare uomo maturo. Gli effetti del peccato originale rimangono presenti nel credente.
(2) L'opera della santificazione è graduale. Vi potranno essere alti e bassi, e anche temporanei arretramenti. Nei suoi successi però egli dovrà restare umile, e non si raggiungerà la perfezione se non nel completamento finale alla presenza di Dio stesso. La santificazione non è un processo per cui noi andiamo sempre più in alto, fintanto che raggiungeremo la presenza di Dio sentendo in noi stessi di essere santi. Essa è un processo per il quale noi andiamo sempre più in basso nella stima che abbiamo per noi stessi, e, nello stesso tempo desiderando più di ogni altra cosa di potere essere santi!
(3) L'opera della santificazione implica la collaborazione umana. Dio ce ne dà la forza, ma non saremo santificati senza impegno, senza la precisa e gioiosa determinazione di vivere come piace a Dio.
35. Quali sono i benefici che, in questa vita, si accompagnano o derivano dalla giustificazione, dall'adozione, e dalla santificazione?
I benefici che, in questa vita si accompagnano o derivano dalla giustificazione (1), dall'adozione, e dalla santificazione sono: la certezza che Dio ci ama, la pace della nostra coscienza, la gioia nello Spirito Santo (2), il progresso nella grazia, e la perseveranza sino alla fine (3).
1. Ro. 5:1,2,5. Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio... Or la speranza non confonde, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
2. Ro. 14:17. Poiché il Regno di Dio non è mangiare e bere, ma giustizia, pace, e gioia nello Spirito Santo.
3. Pr. 4:18. Il sentiero dei giusti è come la luce dell'aurora, che risplende sempre più radiosa fino a pieno giorno.
1 Gv. 5:13. Ho scritto queste cose a voi che credete nel nome del Figlio di Dio, affinché sappiate che avete la vita eterna e affinché continuiate a credere nel nome del Figlio di Dio.
1 Pi. 1:5. ...che dalla potenza di Dio mediante la fede siete custoditi.
Commento. Vi sono dei benefici "accessori" della salvezza che si possono godere in questa vita. Mentre i primi sono indispensabili, questi non sono necessariamente goduti da tutti.
Un peccatore recentemente convertito può non ancora rendersi conto che egli sia uno degli eletti di Dio. Magari ancora non conosce abbastanza la Bibbia a questo riguardo (Cfr. 2 Pi. 1:10).
Un altro potrà arrivare ad avere dubbi (a causa di qualche caduta) sulla sua posizione di salvato davanti a Dio. Questa certezza potrà poi ritornare perché Dio è fedele alle sue promesse. La pace della propria coscienza, la serenità e la gioia sono pure dono del Signore: tutto questo lo dobbiamo ricercare con la diligenza nel percorrere la via indicata dal Signore lasciandosi docilmente guidare e forgiare dalla Parola di Dio e dallo Spirito Santo. Lo stesso vale per la perseveranza. Colui che Dio ha eletto a salvezza non potrà mai decadere da questa sua condizione, perché Dio è potente da preservarlo nonostante 'gli alti e i bassi della vita', ed Egli è fedele alle sue promesse, realizzando infallibilmente i suoi eterni propositi. {28}
(Excursus)
Una salvezza che non può essere perduta
Quando Dio salva una persona, Egli spezza in modo permanente la morsa del peccato e della morte. Una volta per tutte Egli ci dona un rapporto inscindibile con il Salvatore Gesù Cristo, il quale promette di proteggerci con il Suo potere fino a quando non saremo nella nostra casa celeste. Da un punto di vista umano questo dono è segnato da: (1) Convinzione di peccato [Lu. 18:9-14], (2) Fede nel Signore Gesù (Gv. 5:1); (3) Il sentimento di essere corretti per non peccare [Eb. 12:3-8]. Quando veramente si è salvati, allora si è portati ad un senso di sovrabbondante gratitudine e da obbedienza entusiastica. Essa deve essere contrassegnata da: (1) Un impegno radicale verso Cristo [Lu. 14:25-33], (2) rapporti amorevoli [Gv. 15:9-17].
Ciononostante il N.T. mostra come di fatto i cristiani possano cadere in un comportamento che sembra negare la loro pretesa di conoscere Cristo. Per questo la Scrittura ammonisce i credenti molto severamente. Bisogna esaminare la verità della nostra fede. Altri versetti suonano un allarme: sebbene i cristiani disobbedienti non perdano la loro salvezza, c'è tuttavia ancora molto da perdere: (1) la comunione consapevole con Dio; (2) l'approvazione di Dio; (3) la propria influenza sugli altri in favore di Dio; (4) amore, gioia, pace, pazienza, autocontrollo, (5) la remunerazione in questa vita; (6) tutto ciò che può rendere significativa la nostra vita. Nonostante tutto questo, nonostante che il cristiano possa peccare e perdere queste cose, la Bibbia è chiara su di questo: Dio, con il Suo potere, preserverà la loro fede e la loro sicurezza. I veri cristiani hanno una fede personale in Cristo, data da Dio, una fede che durerà fino alla fine (Fl. 1:6; 2 Ti. 1:2). Magari essi non agiranno sempre in coerenza con essa, ma quella fede rimane.
36. Quali benefici ricevono da Cristo i credenti alla loro morte?
Le anime dei credenti, alla loro morte, vengono rese perfette in santità (1), ed immediatamente passano nella gloria (2), mentre il loro corpo, rimanendo unito a Cristo (3), riposa nelle loro tombe (4) fino alla risurrezione (5).
1. Eb. 12:23. ...agli spiriti dei giusti resi perfetti.
2. Fl. 1:23. ...avendo il desiderio di partire da questa tenda e di essere con Cristo.
2 Co. 5:8. Ma siamo fiduciosi ed abbiamo molto più caro di partire dal corpo e andare ad abitare col Signore.
Lu. 23:43. In verità ti dico: oggi tu sarai con me in paradiso.
3. 1 Ts. 4:14. ...crediamo pure che Dio condurrà con lui, per mezzo di Gesù, quelli che si sono addormentati.
4. Is. 57:2. Egli entra nella pace; quelli che hanno camminato nell'integrità riposano sui loro letti.
5. Gb. 19:26. Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, nella mia carne vedrò Dio.
Commento. Si considera qui ciò che è stato chiamato "la condizione intermedia". Quando moriamo non raggiungiamo lo stato che per noi sarà finale, ma una condizione transitoria. La morte separa l'anima dal corpo. Quando il corpo muore, esso ritorna alla polvere (Ge. 3:9; At. 13:36) e si corrompe. L'anima del credente, però, è resa santa e passa subito alla gloria (Lu. 23:43; Ap. 14:13; Lu. 16:19-31), mentre quella del non-credente comincia subito a soffrire la pena della separazione da Dio. Nel giorno del giudizio colui che verrà trovato in stato di grazia vedrà la sua anima riunirsi al suo corpo, ora glorificato.
37. Quali sono i benefici che i credenti ricevono da Cristo nel momento della loro risurrezione?
Nel momento della loro risurrezione i credenti risuscitano alla gloria (1), saranno apertamente riconosciuti ed assolti nel giorno del giudizio (2), e resi perfettamente benedetti nella gioia di Dio (3) per tutta l'eternità (4).
1. 1 Co. 15:43. ...è seminato ignobile e risuscita glorioso; è seminato debole, e risuscita pieno di forza.
2. Mt. 10:32. Chiunque perciò mi riconoscerà davanti agli uomini, io pure lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli.
3. 1 Gv. 3:2. Quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è.
4. 1 Ts. 4:17. ...e così saremo sempre col Signore.
Commento. La dottrina della risurrezione del corpo è stata da sempre al centro della fede cristiana. Il corpo fisico che giace nella tomba e si corrompe, un giorno risorgerà, cioè "starà di nuovo in piedi". Irragionevole? Non possiamo però porre alla potenza di Dio i limiti della nostra attuale incapacità di comprendere. La Bibbia però lascia intendere questo: (1) il corpo di risurrezione sarà lo stesso corpo come sostanza ed identità, ma (2) sarà differente quanto a qualità ed a poteri. Dio non farà dal nulla un nuovo corpo, ma rinnoverà il vecchio, rivestendolo di incorruttibilità ed immortalità.
38. Che accadrà ai malvagi alla loro morte?
L'anima dei malvagi alla loro morte viene gettata nei tormenti dell'inferno (1), ed il loro corpo rimarrà nella tomba fino al gran giorno della risurrezione e del giudizio (2).
1. Lu. 16:22-24. Morì anche il ricco e fu sepolto. E, essendo tra i tormenti nell'inferno, alzò gli occhi e vide da lontano Abrahamo e Lazzaro nel suo seno. Allora, gridando, disse: "Padre Abrahamo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro ad intingere nell'acqua la punta del dito per rinfrescarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma.
2. Sl. 49:14. Sono sospinti come pecore verso lo Sceol; la morte li ingoierà... il loro sfarzo svanirà nello Sceol, lontano dalla loro dimora.
39. Che accadrà ai malvagi nel giorno del giudizio?
Nel giorno del giudizio il corpo dei malvagi risorgerà dalla tomba e, insieme con la loro anima subirà la sentenza di indicibili tormenti con il diavolo ed i suoi angeli per sempre (1).
1. Da. 12:2. Molti di coloro che dormono nella polvere della terra si risveglieranno, alcuni per la vita eterna, altri per la vergogna e infamia eterna.
Gv. 5:28,29. Non vi meravigliate di questo, perché l'ora viene, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce, e ne usciranno; quelli che hanno fatto il bene in risurrezione di vita, e quelli che hanno fatto il male in risurrezione di condanna.
2 Ts. 1:9. Questi saranno puniti con la distruzione eterna, lontani dalla faccia del Signore e dalla gloria della sua potenza.
Mt. 25:41, 46. Allora egli dirà ancora a coloro che saranno a sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che è stato preparato per il diavolo e per i suoi angeli... E questi andranno nelle pene eterne.
40. Qual è la prima regola da obbedire che Dio ha rivelato all'essere umano?
La regola che per primo Dio ha rivelato all'essere umano affinché fosse obbedita è la legge morale che è stata riassunta nei dieci comandamenti (1).
1. De. 10:4. E l'Eterno scrisse sulle tavole ciò che aveva scritto la prima volta, cioè i dieci comandamenti.
Mt. 19:17. Ora, se tu vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti.
Commento. In quanto Dio ha creato l'essere umano, Egli ha quindi "diritto" di esigere da esso ciò che desidera, e l'essere umano, come creatura ha il dovere di ubbedirGli. Dio ha stabilito per l'uomo una legge morale (legge di comportamento). La regola di comportamento che Dio ha dato ad Adamo è essenzialmente la stessa che troviamo nei Dieci Comandamenti e quella riassunta da Gesù nei due comandamenti dell'amore (Mt. 22:37-40), sebbene la forma sia diversa. I pagani, è vero, non hanno "la Legge" (la Bibbia, i Dieci Comandamenti in forma scritta), ma ciò che è contenuto nella legge, sotto forma di coscienza morale. Era necessario che però Dio pubblicasse questa legge a causa del peccato dell'uomo che sempre ha tentato di sopprimerla, e lo ha fatto perché -riconoscendosi colpevoli, fossero condotti al Salvatore Gesù Cristo per riabilitarsi ed acquisire una nuova e gioiosa obbedienza. La legge morale è da distinguersi dalla legge cerimoniale e dalla legge civile, pure data da Dio, ma limitata ad Israele in diversi momenti della sua storia