della fede cristiana riformata
Il Catechismo Minore di Westminster del 1648, rielaborato nel 1864 da C.H. Spurgeon con testi biblici probanti e breve commento a cura del past. Paolo Castellina
41. Qual è la somma dei dieci comandamenti?
La somma dei dieci comandamenti è: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente; e il tuo prossimo come te stesso (1).
1. Mt. 22:37-40. E Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua e con tutta la tua mente". Questo è il primo e il gran comandamento. E il secondo, simile a questo, è "Ama il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti.
Commento. In evidenza qui vi sono due importanti principi: (1) L'amore è l'adempimento della Legge; (2) Quando una persona viene salvata da Dio essa ha ancora di più l'obbligo di osservare i comandamenti di Dio. Il principio dell'amore può essere in contraddizione con la Legge? Il comportamento dipenderebbe dalle circostanze, nelle quali si decide autonomamente che cosa sia più "amorevole"? Ma Gesù stesso esorta energicamente ed esemplifica con la sua persona che la Legge va osservata (Mt. 5:17; 19; 48; Gv. 14:15; Gv. 14:21; 1 Gv. 5:3). L'Antico Testamento non è abrogato o superato, esso in Cristo, viene compiuto, interpretato correttamente e valorizzato. (1) Nei dieci comandamenti viene espressa l'intera volontà di Dio, nulla è da aggiungervi. (2)L'ordine dei comandamenti è divinamente ispirato e segue una logica ben determinata. I primi quattro stabiliscono il culto che Egli gradisce, mentre gli altri sei il servizio che a Lui va reso: (3) La legge ha un'unità assoluta. Non se ne può infrangere uno senza infrangerli tutti (Gm. 2:10).
42. Qual è il primo comandamento?
Il primo comandamento è: "Non avrai altri déi davanti a me" [Es. 20:3].
43. Che cosa si prescrive nel primo comandamento?
Nel primo comandamento si prescrive di conoscere (1) e di riconoscere Dio come l'unico e vero Dio, e come il nostro Dio (2); nonché di adorarlo e di glorificarlo come tale (2).
1. 2 Cr. 28:9. Tu, Salomone, figlio mio, riconosci il Dio di tuo padre e servilo con cuore integro e con animo volenteroso.
2. De. 26:17. Tu oggi hai dichiarato che l'Eterno è il tuo Dio, che camminerai nelle sue vie ed osserverai i suoi statuti, i suoi comandamenti e i suoi decreti, e che ubbidirai alla sua voce.
3. Mt. 4:10. Adora il Signore Dio tuo, e servi a lui solo.
Commento. Il primo comandamento riguarda la persona a cui si rivolge il vero culto: solo il Dio vero e vivente ne è degno. E' una pretesa esclusivista. E' una menzogna affermare che "qualsiasi oggetto di culto vada bene basta che si sia sinceri" (Cfr. 1 Co. 8:5,6), e non basta credere astrattamente a "un dio" non meglio qualificato... Ci si immagina déi a nostro comodo, ma Dio si è rivelato a noi con chiarezza, e la conoscenza di Lui non è un'opinione e non va secondo le nostre congetture o convenienza. La Bibbia dà di Lui sufficiente rivelazione, ce lo definisce chiaramente e lo differenzia da tutte le false concezioni. Il primo comandamento, inoltre, richiede non solo di riconoscere il vero Dio, ma pure di glorificarlo nell'intera nostra vita. Dio non ammette una conoscenza indefinita di Lui o un servizio arbitrario, ma esige si riconosca Lui come si è chiaramente rivelato nella Bibbia e in Gesù Cristo.
Il primo comandamento, nell'affermare chiaramente la persona di Dio, come si è rivelata nella Bibbia, e i suoi legittimi diritti sulle sue creature umane, implica da parte nostra precise responsabilità nell'opporci a certe tendenze (fondamentalmente atee e agnostiche) sempre più prevalenti oggi.
Nel contesto di una società 'laica' e 'neutrale' anche i credenti vengono tentati a non manifestare pubblicamente la loro fede ('discrezione', 'pace religiosa', riserbo su questioni considerate 'private'), oppure a considerare la propria come un'opzione religiosa fra tante, da cui il conseguente atteggiamento 'non settario' e relativista, la tendenza a pregiudicare la propria fede mischiandola o 'armonizzandola' con altre. Si cerca così di intimidire chi osa professare apertamente la sua fede chiamandolo 'fanatico', o 'settario'. Chi però rinunzia ad affermare con chiarezza la fede biblica, 'annacquandola' o 'adattandola' al clima prevalente, infrange il primo comandamento. Lo stesso avviene per chi trascura, neglige i doveri verso Dio e la comunità dei credenti, lasciandoli ai margini della sua vita. Dio ha pretese totalizzanti che mal si adattano alla mentalità moderna: il credente però, rifuggendo dal conformarsi a questo mondo, deve saper affermare con coraggio e con intelligenza la fede "una volta per sempre tramandata ai santi", quella fede per la quale i martiri dei secoli passati hanno dato la vita. Se non c'è che un unico Dio vivente e vero, allora bisogna rendere il nostro culto solo a Lui. Se questo Dio si è fatto conoscere a noi tramite la sua Parola ispirata (la Bibbia), dovremmo fare attenzione a non confonderlo con gli idoli.
44. Qual è il secondo comandamento?
Il secondo comandamento è: "Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra, o nelle acque sotto alla terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai; perché Io, l'Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza ed alla quarta generazione di quelli che mi odiano; e uso benignità a migliaia a quelli che mi amano, e osservano i miei comandamenti" [Es. 20:46].
45. Che cosa si prescrive nel secondo comandamento?
Nel secondo comandamento si prescrive di ricevere, osservare (1), e conservare puro ed integro, tutto il culto e le ordinanze che Dio ha stabilito nella Sua Parola (2).
1. De. 32:46. Prendete a cuore tutte le parole con cui oggi ho testimoniato contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, affinché abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge.
Mt. 28:20. ...insegnando loro di osservare tutte le cose che io vi ho comandato.
2. De. 12:32. Abbiate dunque cura di mettere in pratica tutti gli statuti e i decreti, che oggi io pongo davanti a voi.
46. Che cosa si proibisce nel secondo comandamento?
Nel secondo comandamento si proibisce il culto di Dio attraverso immagini (1) o attraverso qualsiasi altra cosa che non sia esplicitamente stabilita nella Sua Parola (2).
1. De. 4:15,16. Poiché dunque non vedeste alcuna figura il giorno che l'Eterno vi parlò in Horeb dal mezzo del fuoco, vegliate diligentemente sulle anime vostre, perché non vi corrompiate, e vi facciate qualche immagine scolpita, nella forma di qualche figura: la rappresentazione di un uomo o di una donna...
2. Cl. 2:18. Nessuno vi derubi del premio con un pretesto di umiltà e di culto degli angeli, fondandosi su cose che non ha visto, essendo temerariamente gonfio a motivo della sua mente carnale.
Commento. La Chiesa Romana e le Chiese luterane trattano il 2. comandamento come se fosse parte del primo; così, per far tornare il numero 10, sdoppiano l'ultimo che tratta della concupiscenza. Questo però non è legittimo, perché il 2. comandamento ci dice come noi dobbiamo rendergli il culto che gli è dovuto. Difatti questo comandamento stabilisce che Egli debba essere onorato nei termini stabiliti dalla Sua volontà, bisogna cioè renderGli quel culto che Egli stesso comanda. Il vero culto consiste di quelle cose che Dio ha comandato nella Sua Parola dovessero essere usate. Ciò che Dio non ha comandato, Egli ha proibito. Che cosa dice la Bibbia sugli elementi che devono caratterizzare il culto cristiano? Parla di lettura e predicazione della Scrittura, il canto dei salmo, l'amministrazione dei sacramenti, e la preghiera Il culto riformato è dunque semplice e spirituale. Paramenti sacri, candele, croci, statue, processioni... Dio non le ha stabilite ed è pericoloso introdurle, pensando magari di "abbellire" il culto, o "adattarlo a certa sensibilità religiosa" che sarebbe "più ispirata" attraverso forme, gesti, o immagini sensibili. Ci basti ciò che Dio ha espressamente stabilito.
47. Qual è il terzo comandamento?
Il terzo comandamento è: "Non userai il Nome dell'Eterno, il tuo Dio, invano, perché l'Eterno non lascerà impunito chi usa il Suo Nome invano" [Es. 20:7].
48. Che cosa si prescrive nel terzo comandamento?
Nel terzo comandamento si prescrive l'uso santo e riverente dei nomi (1), titoli, attributi (2), ordinanze (3), Parola (4), ed opere (5) di Dio.
1. Sl. 29:2. Date all'Eterno la gloria dovuta al suo nome.
2. Ap. 15:3,4. Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non ti temerà, o Signore e non glorificherà il tuo nome?
3. Ec. 5:1. Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio; avvicinati per ascoltare, piuttosto che per offrire il sacrificio degli stolti, i quali non sanno neppure di far male.
4. Sl. 138:2. Adorerò rivolto al tuo santo tempio e celebrerò il tuo nome per la tua benignità e per la tua verità, perché tu hai esaltato la tua parola e il tuo nome al di sopra di ogni altra cosa.
5. Gb. 36:24. Ricordati di magnificare le sue opere, che gli uomini hanno cantato.
De. 28:58,59. Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e tremendo, l'Eterno, il tuo Dio, allora l'eterno rovescerà su di te... indescrivibili calamità.
Commento. Il secondo comandamento ci insegnava il modo in cui dobbiamo rendere a Dio il culto che Gli è dovuto; ora il terzo comandamento ci insegna quale deve esserne l'atteggiamento. "Ora dunque temete l'Eterno, e servitelo con integrità e fedeltà" (Gs. 24:14). Il nome di Dio non è un semplice vocabolo, rappresenta ciò che Egli ha rivelato di Sé, la Sua Persona. Se siamo coscienti di chi Lui sia è chiaro che non potremmo che avere sempre di Lui il massimo rispetto in pensiero, parola ed opera. Dobbiamo vivere coscienti di essere alla Sua presenza, e quindi tutto quello che facciamo, diciamo o pensiamo deve darGli gloria. Non è solo questione di pronunciare parole offensive, è tutto quello che noi siamo che non dovrà mai esserGli offensivo. Il comandamento ci esorta ad essere sempre coscienti di chi Lui è e di chi siamo noi (sue creature salvate per grazia), creature alle quali è rivolta una speciale vocazione e che sono chiamate ad esserne sempre coerenti. Condannato in questo comandamento è pure (1) ogni formalismo religioso. "Giacché questo popolo si avvicina a me colla bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lungi da me e il timore che ha di me non è altro che un comandamento imparato dagli uomini" (Is. 29:13). "...aventi le forme della pietà, ma avendone rinnegata la potenza" (2 Ti. 3:5). Ciò che non nasce da profonda convinzione è peccato. (2) Lo stesso vale per il vuoto tradizionalismo. "Ma invano mi rendono il loro culto insegnando dottrine che sono precetti d'uomini... annullando così la Parola di Dio con la tradizione che vi siete tramandata" (Mc. 7:7,13). La tradizione spesso va contro la vera religione del cuore. Tende a promuovere l'idea che fintanto che facciamo le cose come si sono sempre fatte, questo sia sufficiente. Però è vera devozione coerente con la Parola di Dio? (3) Il modernismo, invece è il nome che diamo ad una falsa versione della fede cristiana. Prende le parole della fede cristiana storica e ne cambia completamente il significato. E' la tendenza a "reinterpretare", a "aggiornare". "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me voi tutti, operatori d'iniquità" (Mt. 7:21,22).
49. Qual è il quarto comandamento?
Il quarto comandamento è: "Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. Lavorerai sei giorni e farai in essi ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è sabato, sacro all'Eterno, il tuo Dio; non farai in esso lavoro alcuno, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né il forestiero che è dentro alle tue porte; poiché in sei giorni l'Eterno fece i cieli e la terra, e il mare, e tutto ciò che è in essi, e il settimo giorno si riposò; perciò l'Eterno ha benedetto il giorno di sabato e l'ha santificato" [Es. 20:811].
50. Che cosa si prescrive nel quarto comandamento?
Nel quarto comandamento si prescrive di conservare particolarmente dedicati al Signore quei tempi che Egli ha stabilito nella Sua Parola; in particolare un intero giorno su sette, per essere come un santo 'sabato' dedicato a Lui (1).
1. Le. 19:30. Osserverete i miei sabati e porterete rispetto al mio santuario. Io sono l'Eterno.
De. 5:12. Osserverai il giorno di sabato per santificarlo, come l'Eterno, il tuo Dio, ti ha comandato.
51. Come deve essere santificato il 'sabato'?
Il 'sabato' deve essere santificato con un santo riposo per tutto quel giorno, cessando da quelle occupazioni mondane e da quelle ricreazioni legittime comuni negli altri giorni (1); e trascorrendo l'intero tempo nell'esercizio del culto pubblico e privato verso Dio (2), eccetto per quanto è necessario assumersi in opere di necessità e di misericordia (3).
1. Le. 23:3. Si lavorerà per sei giorni, ma il settimo giorno è un sabato di riposo e di santa convocazione. Non farete in esso lavoro alcuno.
2. Sl. 92:1,2 (Cantico per il giorno di sabato). E' bello celebrare l'Eterno, e cantare le lodi al tuo nome, o Altissimo; proclamare al mattino la tua benignità e la tua fedeltà ogni notte.
3. Mt. 12:11,12. Chi è l'uomo fra voi che avendo una pecora, se questa cade in giorno di sabato in una fossa, non la prenda e non la tiri fuori? Ora, quanto vale un uomo più di una pecora! E' dunque lecito fare del bene in giorno di sabato?
Commento. Il Decalogo è legge morale di valore universale, così il riposo sabbatico è principio che vale per ogni popolo, tempo e paese. (1) Esso è un'ordinanza che risale alla Creazione (Ge. 2:2,3); (2) è stato impresso sulla pietra direttamente da Dio (Es. 31:18); (3) non è scritto da nessuna parte nel Nuovo Testamento che esso sia stato abrogato (Mt. 5:17; Ro. 3:31).
Il comandamento però non indica che il riposo sabbatico debba essere necessariamente il settimo giorno della settimana. Un nuovo ordine è stato inaugurato con la risurrezione di Cristo, e i primi cristiani osservavano la domenica (Mt. 28:1; Mc. 16:2; Lu. 24:1; Gv. 20:1,19; At. 20:7; 1 Co. 16:2). L'importante però non è il giorno specifico, ma il principio che un giorno su sette deve essere riservato solo al Signore. Cl. 2:16,17 ci dice di non fare questioni sui giorni, l'importante è salvaguardare il principio.
La parola 'sabato' significa 'riposo', è la cessazione delle attività comuni negli altri giorni per riservare un giorno al Signore. Non che gli altri giorni possono essere spesi senza considerazione alcuna del Signore, ma il 'sabato' significa 'giorno riservato al culto' in senso proprio. Certo può sembrare eccessivo (quando ci viene chiesto finanche di 'non pensare' alle nostre occupazioni), ma questo deve essere il nostro obiettivo. Parte poi dei doveri del 'sabato' sono le opere di pietà (tutto ciò che favorisce e promuove il culto), le opere di necessità (tutto ciò che è necessario per la conservazione ed il sostegno della vita), e le opere di misericordia (quelle compiute per il bene altrui). Infine il 4. comandamento non ci esorta solo al riposo in quel giorno, ma anche al lavoro diligente tutti gli altri sei giorni.