CATECHISMO

della fede cristiana riformata

Il Catechismo Minore di Westminster del 1648, rielaborato nel 1864 da C.H. Spurgeon con testi biblici probanti e breve commento a cura del past. Paolo Castellina


65. Vi può essere qualcuno in grado di osservare perfettamente tutti i comandamenti di Dio?

Nessun semplice essere umano da dopo la caduta è in grado in questa vita di osservare perfettamente i comandamenti di Dio (1), anzi, quotidianamente li trasgredisce in pensiero (2), parola (2) ed opera (3).

1. Ec. 7:20. Non c'è infatti alcun uomo giusto sulla terra, che faccia il bene e non pecchi.

2. Ge. 8:21. I disegni del cuore dell'uomo sono malvagi fin dalla sua fanciullezza.

3. Gm. 3:8. ...ma la lingua nessun uomo la può domare; è un male che non si può frenare, è piena di veleno mortifero.

4. Gm. 3:2. ...poiché noi tutti manchiamo in molte cose.


66. Tutte le trasgressioni della legge sono ugualmente gravi?

In sé stessi alcuni peccati, e per diverse aggravanti, sono agli occhi di Dio più gravi di altre (1).

1. Gv. 19:11. ...chi mi ha consegnato nelle tue mani ha maggior colpa.

1 Gv. 5:16. Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non sia a morte, preghi Dio, ed egli gli darà vita, a quelli cioè che commettono peccato che non è a morte. Vi è un peccato che è a morte; non dico egli debba pregare per questo.


67. Che cosa merita ogni peccato?

Ogni peccato merita l'ira e la maledizione di Dio, sia in questa vita che nella vita a venire (1).

1. 1. Ef. 5:6. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti, perché per queste cose viene l'ira di Dio sui figli della disubbidienza.

Sl. 11:6. Egli farà piovere sugli empi lacci, fuoco, zolfo e vento infuocato; questa sarà la porzione del loro calice.

Commento. Siamo salvati per sola grazia di Dio tramite la fede nell'opera di Gesù Cristo. Dopo essere divenuti credenti, però, non certo siamo perfetti, ancora pecchiamo in pensiero, parola ed opera. Non vogliamo peccare, ci sforziamo di non peccare, ma quello che non vorrei fare lo faccio (Cfr. Ro. 7:19). La perfezione in questa vita non è possibile, per nessuno. Vi sono due errori dai quali dobbiamo guardarci: (1) Il perfezionismo. Alcuni affermano possibile raggiungere oggi lo stato dell'essere privi di peccato. Non ci sono "santi" che abbiano acquisito meriti "da distribuire", e non ci sono segreti per raggiungere una vita di alto livello. Ci proponiamo certo di non peccare, ma peccatori rimaniamo (Cfr. Ec. 7:20; 1 Gv. 1:10). (2) L'antinomismo. Altri dicono che in Cristo non avremmo più obbligazioni verso la Legge che ci accusa, saremmo liberi. Il cristiano però prende seriamente la legge di Dio, e non si lascerà dominare dal peccato, cadrà, ma confesserà e si rialzerà (Ro. 7:22; 1 Gv. 5:3). Un vero credente perciò (1) lotterà quotidianamente per essere obbediente a Dio; (2) confesserà costantemente le rimanenti imperfezioni ed il peccato. Il peccato rimane una cosa seria, ed esso non può essere giustificato dicendo magari che la colpa è dell'ambiente, o di una malattia mentale... come si dice oggi. L'essere umano deve ritenersi responsabile, senza attenuanti. Per questo la riprovazione di Dio sul peccato è autentica, autentica la pena che merita, quanto mai necessaria la confessione di peccato e il ravvedimento.


68. Come possiamo fuggire dall'ira e dalla maledizione che il nostro peccato merita?

Per sfuggire dall'ira e dalla maledizione di Dio che il nostro peccato merita, dobbiamo credere nel Signore Gesù Cristo (1), confidando esclusivamente nel Suo sangue e nella Sua giustizia. Questa fede deve essere accompagnata dal ravvedimento per il proprio passato (2) e deve condurre a santità di vita per il futuro.

1. Gv. 3:16. Perché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico Figlio Gesù Cristo affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna.

2. At. 20:21. Dichiarando solennemente ai Giudei e ai greci la necessità della conversione a Dio e della fede nel Signore nostro Gesù Cristo.


69. Che cos'è la fede in Gesù Cristo?

La fede in Gesù Cristo è una grazia salvifica (1), per la quale noi Lo riceviamo (2) e confidiamo in Lui solo per la nostra salvezza (3), come ci è presentata nell'Evangelo (4).

1. Eb. 10:39. Ma non siamo di quelli che si tirano indietro a loro perdizione, ma di quelli che credono per la salvezza dell'anima.

2. Gv. 1:12. ...ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l'autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome.

3. Fl. 3:9. ...e per essere trovato in lui, avendo non già la mia giustizia che deriva dalla legge, ma quella che deriva dalla fede di Cristo; giustizia che proviene da Dio mediante la fede.

4. Is. 33:22. Poiché l'Eterno è il nostro giudice, l'Eterno è il nostro Legislatore, l'Eterno è il nostro re; Egli ci salverà.


70. Che cos'è il ravvedimento per ottenere la vita?

Il ravvedimento per ottenere la vita è una grazia salvifica (1), per la quale un peccatore, da una profonda consapevolezza del proprio peccato (2), e ricevendo la misericordia di Dio in Gesù Cristo (3), si volge, con dispiacere e odio per il proprio peccato, da esso verso Dio (4), proponendosi diligentemente di esercitare una nuova obbedienza (5).

1. At. 11:18. Dio dunque ha concesso il ravvedimento anche ai gentili per ottenere la vita.

2. At. 2:37. Or essi, udite queste cose, furono compunti nel cuore e chiesero a Pietro e agli apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?».

3. Gl. 2:13. Stracciate il vostro cuore, non le vostre vesti e tornate all'Eterno, il vostro DIO, perché egli è misericordioso e pieno di compassione, lento all'ira e di grande benignità, e si pente del male mandato.

4. Gr. 31:18,19. Tu mi hai castigato e sono stato castigato... fammi ritornare e io ritornerò, perché tu sei l'Eterno, il mio Dio. Dopo essermi sviato, io mi sono pentito; dopo aver riconosciuto il mio stato mi sono battuto l'anca. Mi sono vergognato e ho provato confusione, perché porto l'obbrobrio della mia giovinezza.

5. Sl. 119:59. Ho esaminato le mie vie e ho rivolto i miei passi verso i tuoi precetti.

Commento. La chiamata efficace risulta nella conversione del peccatore. La conversione può essere intesa come una completa rivoluzione (ri-volgersi) della mente (o cuore, o anima) dell'uomo, per la quale il peccatore "volta le spalle" al peccato per incamminarsi lungo la strada della fiducia in Cristo soltanto per la sua salvezza. Nell'anima entra: (1) luce che lo mette in grado di comprendere l'Evangelo (la sua condizione di perduto ed il suo bisogno di Cristo); (2) calore, cioè il sentimento, il profondo convincimento di essere peccatore e il suo bisogno di Cristo; (3) forza per volgersi risolutamente e con fiducia totale in Cristo.

Fede e ravvedimento non sono atti legati solo al primo momento della conversione, ma devono essere esercitati tutta la vita perché ci muoviamo ancora in un mondo contaminato dal peccato che costantemente tenta di influenzarci. Il ravvedimento, la fede e l'obbedienza è una strada da percorrere. La prova della nostra elezione non si trova solo considerando il momento della nostra conversione, ma nella perseveranza. "Perciò, fratelli, vie più studiatevi di rendere sicura la vostra vocazione ed elezione, perché, facendo queste cose, non inciamperete giammai" (2 Pi. 1:10).


71. Quali sono i mezzi esteriori per i quali Cristo ci comunica i benefici della redenzione?

I mezzi esteriori ordinari per cui lo Spirito Santo ci comunica i benefici della redenzione di Cristo, sono la Parola, per la quale le anime vengono rigenerate a vita spirituale, il Battesimo, la Cena del Signore, e la Meditazione, mediante i quali i credenti vengono ulteriormente edificati nella loro santissima fede (1).

1. At. 2:41,42. Quelli dunque che ricevettero la sua parola lietamente furono battezzati... Essi erano perseveranti nel seguire l'insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere.

Gm. 1:18. Egli ci ha generati di sua volontà mediante la parola di verità, affinché siamo in certo modo le primizie delle sue creature.

Commento. I mezzi esteriori della grazia non sono automaticamente efficaci se nel contempo la grazia non tocca profondamente l'interiore della persona che vi partecipa. Coloro che vengono benedetti dalla fedele predicazione della Parola, dalla corretta amministrazione dei sacramenti, e dal coscienzioso esercizio della disciplina ecclesiastica sono persone che di solito hanno già la grazia che opera in loro; vi sono infatti casi in cui i soli mezzi esteriori non conferiscono grazia. La Scrittura menziona Simone, che aveva udito la Parola ed era stato battezzato ma che rimase "in fiele amaro e in legami d'iniquità" (At. 8:23). Nel contempo non dobbiamo sottovalutare o negligere i mezzi esteriori della grazia, perché sono stati comandati da Dio. Di essi dobbiamo fare uso diligente. Per questo veniamo ammoniti a "non abbandonare la nostra comune adunanza, come molti sono soliti fare" (Eb. 10:25). Dio opera attraverso i mezzi che Egli ha stabilito: non pretendiamo mezzi straordinari.


72. Com'è che la Parola si rende efficace ai fini della salvezza?

E' lo Spirito Santo che rende la lettura, ma specialmente la predicazione della Parola un efficace mezzo per convincere e convertire i peccatori (1), nonché per edificarli in santità e consolazione (2), attraverso la fede, per la loro salvezza (3).

1. Sl. 19:7. La legge dell'Eterno è perfetta, essa ristora l'anima, la testimonianza dell'Eterno è verace, rende savio il semplice.

2. 1 Ts. 1:6. E voi siete divenuti nostri imitatori e del Signore, avendo ricevuta la parola in mezzo a tanta afflizione con la gioia dello Spirito Santo.

3. Ro. 1:16. Infatti io non mi vergogno dell'Evangelo di Cristo, perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede.


73. In qual modo è necessario leggere ed udire la Parola, affinché essa possa divenire efficace ai fini della salvezza?

Affinché la Parola possa divenire efficace ai fini della salvezza, dobbiamo accostarci ad essa con ogni diligenza (1), preparazione (2), e con la preghiera (3); riceverla con fede (4) ed amore (5), conservarla nel nostro cuore (6), e praticarla nella nostra vita (7).

1. Pr. 8:34. Beato l'uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte e custodendo gli stipiti delle mie porte.

2. 1 Pi. 2:1,2. Deposta dunque ogni malizia ed ogni inganno, le ipocrisie, le invidie ed ogni maldicenza, come bambini appena nati, desiderate ardentemente il puro latte della parola, affinché per mezzo suo cresciate.

3. Sl. 119:18. Apri i miei occhi, e io contemplerò le meraviglie della tua legge.

4. Eb. 4:2. La parola della predicazione non giovò loro nulla, non essendo stata congiunta alla fede in coloro che l'avevano udita.

5. 2 Ts. 2:10. ...e da ogni inganno di malvagità per quelli che periscono, perché hanno rifiutato di amare la verità per essere salvati.

6. Sl. 119:11. Ho conservato la tua parola nel mio cuore, per non peccare contro di te.

7. Gm. 1:25. Ma chi esamina attentamente la legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera in essa, non essendo un uditore dimentichevole ma un facitore dell'opera, costui sarà beato nel suo operare.

Commento. La predicazione della Parola di Dio ritiene nella chiesa la sua priorità: essa è molto più importante dei sacramenti. I sacramenti da soli non comportano un chiaro messaggio per la persona non istruita. La Parola annunciata è il mezzo ordinario che Dio usa per convertire e convincere i peccatori. Persino la lettura privata da sé non è normalmente sufficiente (Cfr. At. 17:11,12). Non è però nemmeno la Parola che ha in sé questo potere, ma solo nella misura che essa viene utilizzata sovranamente dallo Spirito Santo. Senza un'opera diretta dello Spirito Santo nel cuore dell'uditore, la gente potrà anche udire ed apprezzare la parola udita (Ez. 33:32), ma non per questo esserne convinta e convertita. Questo non toglie la responsabilità dell'uditore! Gesù disse: "Badate dunque come ascoltate!" (Lu. 8:18). E' inoltre nostro dovere perseverare nell'essere esposti personalmente e spesso alla Parola di Dio, coscienti proprio della nostra debolezza e dimentichevolezza. Dobbiamo radicarci bene nella Parola per non essere portati qui e là "da ogni vento di dottrina" (Ef. 4:14).


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