Preghiera/Meditazioni quotidiane Proverbi/Maggio: differenze tra le versioni
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<blockquote>''"Meglio poco con il timore dell'Eterno, che grande tesoro con turbamento. Meglio un piatto di erbe, dove c'è l'amore, che un bue ingrassato, dove c'è l'odio"'' (Proverbi 15:16-17).</blockquote>Viviamo in un tempo in cui il valore di una vita viene spesso misurato con criteri esteriori: il benessere materiale, il successo, il possesso di cose visibili. Ma la sapienza biblica ci offre una prospettiva radicalmente diversa: meglio poco con il timore del Signore. C'è una ricchezza più profonda di quella monetaria — è la ricchezza della comunione con Dio, della pace interiore, dell’amore autentico. | |||
Il timore del Signore, nella Scrittura, non è paura servile, ma rispetto reverente, fiducia, desiderio di vivere sotto lo sguardo di Dio. E questo timore santo è la fonte di una gioia serena, anche in una condizione umile o priva di abbondanza. Al contrario, grandi ricchezze senza Dio sono spesso accompagnate da inquietudine, tensioni, conflitti. Quante famiglie o relazioni, pur godendo di agi materiali, sono lacerate dall’odio, dall’invidia, dalla mancanza d’amore? | |||
Il Nuovo Testamento conferma questa verità. Gesù ammonisce: ''"Che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua?" (''Marco 8:36). E l’apostolo Paolo scrive: ''"La pietà con animo contento del proprio stato è un grande guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e non possiamo portarne via nulla"'' (1 Timoteo 6:6-7). | |||
Meglio poco con Dio, che tanto senza di Lui. Meglio una tavola povera, ma colma d’amore, che un banchetto sontuoso nel gelo dell’egoismo. La vera ricchezza non si pesa in oro, ma in grazia; non si misura in abbondanza di beni, ma in profondità di relazioni e nella presenza del Signore. Siamo dunque invitati a rivalutare le nostre priorità: vivere nella verità, camminare nel timore del Signore, coltivare l’amore reciproco, anche a costo di rinunce materiali. Perché dove c’è l’amore, lì dimora Dio (1 Giovanni 4:16). | |||
'''Preghiera.''' Signore, nostro Padre e nostro tesoro, insegnaci a riconoscere la vera ricchezza che viene da Te. Liberaci dall’illusione di accumulare ciò che non può dare pace, e donaci un cuore che Ti teme con amore e confidenza. Meglio poco con Te, che molto senza di Te. Meglio un pasto semplice, ma condiviso nell’amore, che un banchetto sontuoso dove regna il disprezzo. Fa' che le nostre case siano luoghi di comunione, le nostre tavole segni della tua grazia, le nostre vite espressione del tuo amore. Per Cristo nostro Signore, che da ricco si è fatto povero per arricchirci della tua presenza. Amen. | |||
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== 3 Maggio == | |||
<blockquote>''"L'uomo irascibile fa nascere contese, ma chi è lento all'ira calma le liti. La via del pigro è come una siepe di spine, ma il sentiero degli uomini retti è piano. Il figlio saggio rallegra il padre, ma l'uomo stolto disprezza sua madre. La follia è una gioia per chi è privo di senno, ma l'uomo prudente cammina diritto per la sua via"'' (Proverbi 15:18-21),</blockquote>Questi versetti, posti in rapida successione, tracciano un ritratto a più dimensioni dell'uomo saggio e del suo contrario. Ci presentano quattro aspetti fondamentali del vivere quotidiano: il dominio di sé, l’operosità, il rispetto familiare e la ricerca della sapienza. In essi risuona l’invito costante della Scrittura a scegliere la via della rettitudine, che è la via della vita. | |||
Il primo versetto ci ricorda quanto il temperamento influenzi la qualità delle relazioni. ''L’uomo irascibile fa nascere contese'': la rabbia incontrollata accende fuochi nei rapporti, distrugge comunione, genera divisioni. Al contrario, ''chi è lento all’ira calma le liti'': egli è un artigiano di pace. Qui risuona forte l’insegnamento di Gesù: ''"Beati i pacificatori, perché saranno chiamati figli di Dio"'' (Matteo 5:9). La mansuetudine e la padronanza di sé non sono debolezza, ma forza interiore che costruisce invece di distruggere. | |||
Segue la riflessione sull’operosità: ''la via del pigro è come una siepe di spine''. Chi evita lo sforzo e si rifugia nell’inerzia incontra ostacoli ovunque. Non è la vita ad essere impossibile, ma l’atteggiamento interiore a renderla tale. ''Il sentiero degli uomini retti è piano'': non perché privo di difficoltà, ma perché percorso con rettitudine e impegno. Anche Paolo ammoniva: ''"Chi non vuol lavorare, neppure mangi"'' (2 Tessalonicesi 3:10), esortando a un’esistenza attiva e responsabile. | |||
Il terzo detto mette in evidenza la dimensione familiare: ''Il figlio saggio rallegra il padre, ma l’uomo stolto disprezza sua madre''. Non vi è vera sapienza che non si esprima nel rispetto, nell’amore e nella gratitudine per coloro che ci hanno dato la vita e ci hanno educati. L’onorare il padre e la madre è un comandamento che il Nuovo Testamento riprende con forza: ''"Onora tuo padre e tua madre — è questo il primo comandamento con promessa — affinché tu sia felice e abbia lunga vita sulla terra"'' (Efesini 6:2–3). | |||
Infine, la distinzione tra la falsa gioia della stoltezza e la vera gioia della prudenza: ''La follia è una gioia per chi è privo di senno''. Vivere senza criterio, inseguire piaceri vuoti, può sembrare esaltante per un momento, ma è un inganno. L’uomo prudente, invece, ''cammina diritto per la sua via'': non è sviato dal capriccio o dall’istinto, ma segue una direzione chiara. Ricordiamo le parole di Gesù: ''"Stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano"'' (Matteo 7:14). Camminare diritto è spesso la scelta più difficile, ma è quella che porta alla vita vera. | |||
Questi quattro proverbi, letti insieme, tracciano un sentiero di maturità spirituale e morale: autocontrollo, laboriosità, onore verso la famiglia, amore per la sapienza. È la via dell’uomo nuovo in Cristo, guidato dallo Spirito e radicato nella verità. | |||
'''Preghiera.''' Signore nostro Dio, Tu conosci il nostro cuore e i nostri cammini. Donaci la pazienza e la mansuetudine che spezzano il ciclo della rabbia e della contesa. Liberaci dalla pigrizia spirituale e materiale, e rendi diritto il nostro cammino con la luce della tua Parola. Insegnaci a onorare con amore i nostri genitori e famiglia, riconoscendo in essi il dono della vita e della cura. Distogli il nostro sguardo dalla follia effimera del mondo e guidaci sulla via della prudenza, della fedeltà e della verità. Che ogni nostro passo sia segnato dalla tua volontà, e ogni nostro giorno sia occasione per vivere nella tua sapienza. Nel nome di Gesù Cristo, nostra via, verità e vita. Amen. | |||
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== 4 Maggio == | |||
<blockquote>''"I disegni falliscono, dove mancano i consigli; ma riescono, dove sono molti i consiglieri. Uno prova gioia quando risponde bene; e quanto è buona una parola detta a suo tempo! Per l'uomo sagace la via della vita conduce in alto, e gli fa evitare il soggiorno dei morti, situato in basso"'' (Proverbi 15:22-24).</blockquote>Questi tre versetti ci guidano lungo un cammino che parte dalla riflessione e dalla parola, per poi elevarsi verso la “via della vita”. In essi risuonano tre temi profondi: il valore della comunione nel discernimento, il potere della parola sapiente, e la tensione ascensionale della vita saggia. | |||
Il primo versetto (''v. 22'') ci insegna che l’isolamento nei progetti è spesso premessa di fallimento. ''"I disegni falliscono, dove mancano i consigli"'': l’autosufficienza è una forma di superbia che acceca. Al contrario, ''"riescono, dove sono molti i consiglieri"'': la saggezza si alimenta del confronto, dell’ascolto, del consiglio ponderato di persone rette e timorate di Dio. Nel Nuovo Testamento, l’apostolo Paolo insiste su questo principio comunitario: ''“esortatevi a vicenda”'' (Ebrei 3:13), e ancora: ''“non siate saggi ai vostri occhi”'' (Romani 12:16). Il discernimento cristiano è sempre comunitario, mai solitario, perché lo Spirito parla attraverso la molteplicità dei membri del corpo. | |||
Il secondo versetto (''v. 23'') si lega al primo con naturalezza. Il consiglio giusto produce frutto, ed è sorgente di gioia: ''"Uno prova gioia quando risponde bene"''. La parola detta con discernimento, amore e sapienza, non solo edifica l’altro, ma consola e rallegra anche chi la pronuncia. ''"Quanto è buona una parola detta a suo tempo!"'' — la parola opportuna è come un raggio di luce nel tempo giusto. Ricordiamo le parole di Gesù: ''“L’uomo buono, dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene”'' (Luca 6:45). E ancora, l’esortazione paolina: ''“La vostra parola sia sempre con grazia, condita con sale, per sapere come rispondere a ciascuno”'' (Colossesi 4:6). | |||
Infine, il terzo versetto (''v. 24'') eleva il tono: ''"Per l'uomo sagace la via della vita conduce in alto"''. Il cammino del giusto è ascensionale: tende a Dio, si orienta verso l’alto, verso la luce, verso la vita eterna. Invece, chi si abbandona alla stoltezza scivola verso ''il soggiorno dei morti, situato in basso''. Qui si tocca la profondità escatologica del testo: non si tratta solo di buoni consigli per la vita terrena, ma di orientamento spirituale per la salvezza. Gesù stesso lo disse: ''“Entrate per la porta stretta… stretta è la porta e angusta è la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano”'' (Matteo 7:13–14). | |||
Il cuore di questa meditazione, dunque, è la saggezza che ascolta, parla con grazia e si dirige verso l’alto. È lo stile di vita del discepolo, guidato dallo Spirito, radicato nella comunione, sobrio nel parlare, deciso nel seguire la via della vita. | |||
'''Preghiera.''' Signore nostro Dio, tu sei la fonte di ogni sapienza e la guida sicura nei sentieri della vita. Donaci cuori umili, pronti ad ascoltare i consigli dei giusti, e liberaci dalla solitudine dell’arroganza. Insegnaci a parlare con grazia, a pronunciare parole che edificano e consolano, a portare luce con la voce come con le azioni. Fa’ che le nostre risposte siano sempre ispirate dal tuo amore. E soprattutto, o Padre, rendici pellegrini sulla via che conduce in alto. Togli dai nostri piedi il peso della stoltezza e delle passioni e orienta il nostro cuore verso il tuo regno eterno. Nel nome di Gesù Cristo, sapienza incarnata, Via, Verità e Vita per tutti noi. Amen. | |||
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== 5 Maggio == |
Versione attuale delle 23:38, 1 mag 2025
Meditazioni quotidiane basate sul libro di Proverbi
1 Maggio
"Tutti i giorni sono brutti per l'afflitto, ma per il cuore contento è sempre festa" (Proverbi 15:15).
Il libro dei Proverbi, nella sua sapienza antica e ispirata, ci offre una riflessione di sorprendente attualità: la qualità dei nostri giorni non dipende esclusivamente dalle circostanze esteriori, ma profondamente dalla disposizione del cuore. L'afflitto — chi lascia che l'ansia, la tristezza e il timore governino il suo spirito — percepisce ogni giorno come una fatica, come un peso insostenibile. Ogni difficoltà diventa una montagna invalicabile; ogni ombra sembra oscurare l'intero orizzonte. Ma per chi ha un cuore contento — cioè pieno di gratitudine, fiducia e pace interiore — persino i giorni più ordinari si trasformano in una festa continua, una celebrazione silenziosa della grazia di Dio.
Questo principio è confermato e approfondito nel Nuovo Testamento. Gesù stesso proclama: "Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati." (Matteo 5:4). Non è la negazione del dolore, bensì la promessa che il dolore vissuto nella fiducia si trasfigura in beatitudine. E Paolo ci esorta: "Siate sempre lieti nel Signore. Ve lo ripeto: siate lieti." (Filippesi 4:4). L'Apostolo parla da uomo che ha conosciuto la prigionia, la fame, la persecuzione: la sua gioia non scaturisce da circostanze favorevoli, ma dalla comunione viva con Cristo.
Il cuore contento non è superficialità né indifferenza. È il cuore che si abbandona fiduciosamente all’amore del Padre, sapendo che nulla può separarlo da Lui (cfr. Romani 8:38-39). È il cuore che, pur nel travaglio, riconosce ogni giorno come un dono, e ogni difficoltà come un'occasione per avvicinarsi di più al proprio Signore. Viviamo dunque ogni giorno alla luce di questa verità: coltivando la gratitudine, esercitando la fiducia, e cercando la gioia che viene non dalle cose che passano, ma dalla presenza costante di Dio nel nostro cammino.
Preghiera. Signore nostro Dio, Tu conosci le nostre fatiche e le nostre ansie. Talvolta il peso dei giorni ci schiaccia, e i nostri occhi non riescono a vedere la luce. Insegnaci, o Padre, a confidare in Te con cuore semplice e fiducioso. Donaci un cuore contento, capace di riconoscere la tua bontà in ogni situazione, di scorgere la tua mano anche nelle prove, di vivere ogni giorno come una festa della tua presenza. Riempi la nostra esistenza della gioia che viene da Cristo risorto, affinché possiamo essere nel mondo testimoni della tua pace. Nel nome di Gesù, nostro Signore e Salvatore, Amen.
2 Maggio
"Meglio poco con il timore dell'Eterno, che grande tesoro con turbamento. Meglio un piatto di erbe, dove c'è l'amore, che un bue ingrassato, dove c'è l'odio" (Proverbi 15:16-17).
Viviamo in un tempo in cui il valore di una vita viene spesso misurato con criteri esteriori: il benessere materiale, il successo, il possesso di cose visibili. Ma la sapienza biblica ci offre una prospettiva radicalmente diversa: meglio poco con il timore del Signore. C'è una ricchezza più profonda di quella monetaria — è la ricchezza della comunione con Dio, della pace interiore, dell’amore autentico.
Il timore del Signore, nella Scrittura, non è paura servile, ma rispetto reverente, fiducia, desiderio di vivere sotto lo sguardo di Dio. E questo timore santo è la fonte di una gioia serena, anche in una condizione umile o priva di abbondanza. Al contrario, grandi ricchezze senza Dio sono spesso accompagnate da inquietudine, tensioni, conflitti. Quante famiglie o relazioni, pur godendo di agi materiali, sono lacerate dall’odio, dall’invidia, dalla mancanza d’amore?
Il Nuovo Testamento conferma questa verità. Gesù ammonisce: "Che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima sua?" (Marco 8:36). E l’apostolo Paolo scrive: "La pietà con animo contento del proprio stato è un grande guadagno. Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo, e non possiamo portarne via nulla" (1 Timoteo 6:6-7).
Meglio poco con Dio, che tanto senza di Lui. Meglio una tavola povera, ma colma d’amore, che un banchetto sontuoso nel gelo dell’egoismo. La vera ricchezza non si pesa in oro, ma in grazia; non si misura in abbondanza di beni, ma in profondità di relazioni e nella presenza del Signore. Siamo dunque invitati a rivalutare le nostre priorità: vivere nella verità, camminare nel timore del Signore, coltivare l’amore reciproco, anche a costo di rinunce materiali. Perché dove c’è l’amore, lì dimora Dio (1 Giovanni 4:16).
Preghiera. Signore, nostro Padre e nostro tesoro, insegnaci a riconoscere la vera ricchezza che viene da Te. Liberaci dall’illusione di accumulare ciò che non può dare pace, e donaci un cuore che Ti teme con amore e confidenza. Meglio poco con Te, che molto senza di Te. Meglio un pasto semplice, ma condiviso nell’amore, che un banchetto sontuoso dove regna il disprezzo. Fa' che le nostre case siano luoghi di comunione, le nostre tavole segni della tua grazia, le nostre vite espressione del tuo amore. Per Cristo nostro Signore, che da ricco si è fatto povero per arricchirci della tua presenza. Amen.
3 Maggio
"L'uomo irascibile fa nascere contese, ma chi è lento all'ira calma le liti. La via del pigro è come una siepe di spine, ma il sentiero degli uomini retti è piano. Il figlio saggio rallegra il padre, ma l'uomo stolto disprezza sua madre. La follia è una gioia per chi è privo di senno, ma l'uomo prudente cammina diritto per la sua via" (Proverbi 15:18-21),
Questi versetti, posti in rapida successione, tracciano un ritratto a più dimensioni dell'uomo saggio e del suo contrario. Ci presentano quattro aspetti fondamentali del vivere quotidiano: il dominio di sé, l’operosità, il rispetto familiare e la ricerca della sapienza. In essi risuona l’invito costante della Scrittura a scegliere la via della rettitudine, che è la via della vita.
Il primo versetto ci ricorda quanto il temperamento influenzi la qualità delle relazioni. L’uomo irascibile fa nascere contese: la rabbia incontrollata accende fuochi nei rapporti, distrugge comunione, genera divisioni. Al contrario, chi è lento all’ira calma le liti: egli è un artigiano di pace. Qui risuona forte l’insegnamento di Gesù: "Beati i pacificatori, perché saranno chiamati figli di Dio" (Matteo 5:9). La mansuetudine e la padronanza di sé non sono debolezza, ma forza interiore che costruisce invece di distruggere.
Segue la riflessione sull’operosità: la via del pigro è come una siepe di spine. Chi evita lo sforzo e si rifugia nell’inerzia incontra ostacoli ovunque. Non è la vita ad essere impossibile, ma l’atteggiamento interiore a renderla tale. Il sentiero degli uomini retti è piano: non perché privo di difficoltà, ma perché percorso con rettitudine e impegno. Anche Paolo ammoniva: "Chi non vuol lavorare, neppure mangi" (2 Tessalonicesi 3:10), esortando a un’esistenza attiva e responsabile.
Il terzo detto mette in evidenza la dimensione familiare: Il figlio saggio rallegra il padre, ma l’uomo stolto disprezza sua madre. Non vi è vera sapienza che non si esprima nel rispetto, nell’amore e nella gratitudine per coloro che ci hanno dato la vita e ci hanno educati. L’onorare il padre e la madre è un comandamento che il Nuovo Testamento riprende con forza: "Onora tuo padre e tua madre — è questo il primo comandamento con promessa — affinché tu sia felice e abbia lunga vita sulla terra" (Efesini 6:2–3).
Infine, la distinzione tra la falsa gioia della stoltezza e la vera gioia della prudenza: La follia è una gioia per chi è privo di senno. Vivere senza criterio, inseguire piaceri vuoti, può sembrare esaltante per un momento, ma è un inganno. L’uomo prudente, invece, cammina diritto per la sua via: non è sviato dal capriccio o dall’istinto, ma segue una direzione chiara. Ricordiamo le parole di Gesù: "Stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano" (Matteo 7:14). Camminare diritto è spesso la scelta più difficile, ma è quella che porta alla vita vera.
Questi quattro proverbi, letti insieme, tracciano un sentiero di maturità spirituale e morale: autocontrollo, laboriosità, onore verso la famiglia, amore per la sapienza. È la via dell’uomo nuovo in Cristo, guidato dallo Spirito e radicato nella verità.
Preghiera. Signore nostro Dio, Tu conosci il nostro cuore e i nostri cammini. Donaci la pazienza e la mansuetudine che spezzano il ciclo della rabbia e della contesa. Liberaci dalla pigrizia spirituale e materiale, e rendi diritto il nostro cammino con la luce della tua Parola. Insegnaci a onorare con amore i nostri genitori e famiglia, riconoscendo in essi il dono della vita e della cura. Distogli il nostro sguardo dalla follia effimera del mondo e guidaci sulla via della prudenza, della fedeltà e della verità. Che ogni nostro passo sia segnato dalla tua volontà, e ogni nostro giorno sia occasione per vivere nella tua sapienza. Nel nome di Gesù Cristo, nostra via, verità e vita. Amen.
4 Maggio
"I disegni falliscono, dove mancano i consigli; ma riescono, dove sono molti i consiglieri. Uno prova gioia quando risponde bene; e quanto è buona una parola detta a suo tempo! Per l'uomo sagace la via della vita conduce in alto, e gli fa evitare il soggiorno dei morti, situato in basso" (Proverbi 15:22-24).
Questi tre versetti ci guidano lungo un cammino che parte dalla riflessione e dalla parola, per poi elevarsi verso la “via della vita”. In essi risuonano tre temi profondi: il valore della comunione nel discernimento, il potere della parola sapiente, e la tensione ascensionale della vita saggia.
Il primo versetto (v. 22) ci insegna che l’isolamento nei progetti è spesso premessa di fallimento. "I disegni falliscono, dove mancano i consigli": l’autosufficienza è una forma di superbia che acceca. Al contrario, "riescono, dove sono molti i consiglieri": la saggezza si alimenta del confronto, dell’ascolto, del consiglio ponderato di persone rette e timorate di Dio. Nel Nuovo Testamento, l’apostolo Paolo insiste su questo principio comunitario: “esortatevi a vicenda” (Ebrei 3:13), e ancora: “non siate saggi ai vostri occhi” (Romani 12:16). Il discernimento cristiano è sempre comunitario, mai solitario, perché lo Spirito parla attraverso la molteplicità dei membri del corpo.
Il secondo versetto (v. 23) si lega al primo con naturalezza. Il consiglio giusto produce frutto, ed è sorgente di gioia: "Uno prova gioia quando risponde bene". La parola detta con discernimento, amore e sapienza, non solo edifica l’altro, ma consola e rallegra anche chi la pronuncia. "Quanto è buona una parola detta a suo tempo!" — la parola opportuna è come un raggio di luce nel tempo giusto. Ricordiamo le parole di Gesù: “L’uomo buono, dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene” (Luca 6:45). E ancora, l’esortazione paolina: “La vostra parola sia sempre con grazia, condita con sale, per sapere come rispondere a ciascuno” (Colossesi 4:6).
Infine, il terzo versetto (v. 24) eleva il tono: "Per l'uomo sagace la via della vita conduce in alto". Il cammino del giusto è ascensionale: tende a Dio, si orienta verso l’alto, verso la luce, verso la vita eterna. Invece, chi si abbandona alla stoltezza scivola verso il soggiorno dei morti, situato in basso. Qui si tocca la profondità escatologica del testo: non si tratta solo di buoni consigli per la vita terrena, ma di orientamento spirituale per la salvezza. Gesù stesso lo disse: “Entrate per la porta stretta… stretta è la porta e angusta è la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano” (Matteo 7:13–14).
Il cuore di questa meditazione, dunque, è la saggezza che ascolta, parla con grazia e si dirige verso l’alto. È lo stile di vita del discepolo, guidato dallo Spirito, radicato nella comunione, sobrio nel parlare, deciso nel seguire la via della vita.
Preghiera. Signore nostro Dio, tu sei la fonte di ogni sapienza e la guida sicura nei sentieri della vita. Donaci cuori umili, pronti ad ascoltare i consigli dei giusti, e liberaci dalla solitudine dell’arroganza. Insegnaci a parlare con grazia, a pronunciare parole che edificano e consolano, a portare luce con la voce come con le azioni. Fa’ che le nostre risposte siano sempre ispirate dal tuo amore. E soprattutto, o Padre, rendici pellegrini sulla via che conduce in alto. Togli dai nostri piedi il peso della stoltezza e delle passioni e orienta il nostro cuore verso il tuo regno eterno. Nel nome di Gesù Cristo, sapienza incarnata, Via, Verità e Vita per tutti noi. Amen.