Cura pastorale/Fenomenologia dell'autoritarismo/Narcisismo religioso/Abuso di potere

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Narcisismo religioso e abuso di potere

Il narcisismo spirituale e l’abuso di potere sono strettamente connessi. Il primo è spesso la radice interiore e psicologica del secondo: un modo distorto di percepire sé stessi all’interno di un ruolo religioso può generare comportamenti che travalicano i limiti sani dell’autorità spirituale, trasformandola in dominio. Analizziamo più da vicino questa dinamica.


1. Dal carisma al controllo

Il leader narcisista parte spesso da un vero carisma, da una chiamata reale o da un’effettiva capacità comunicativa e guida. Tuttavia, con il tempo, il bisogno di essere riconosciuto e confermato nel proprio ruolo cresce fino a diventare totalizzante. Ogni deviazione dalla propria visione è vista come un attacco alla propria persona. Per proteggere il proprio “io spirituale” idealizzato, il leader ricorre allora al controllo: delle coscienze, delle opinioni, della liturgia, delle relazioni comunitarie.

Il potere diventa così uno strumento difensivo e identitario. Non è più esercitato per servire, ma per affermare sé stessi.


2. Sacralizzazione dell'autorità personale

Una caratteristica ricorrente è la sacralizzazione dell'autorità personale: il leader non parla più come servo della Parola, ma come fonte interpretativa primaria. Ogni parola è caricata di autorità spirituale, ogni decisione ha il peso della volontà divina. Questo atteggiamento crea una forma sottile ma efficace di manipolazione religiosa: chi si oppone al leader si oppone a Dio stesso.

In questo senso, l’abuso di potere nasce non tanto da azioni eclatanti, ma da una colonizzazione dell’immaginario dei membri, che interiorizzano l’idea che obbedire al pastore significhi essere fedeli a Dio — anche quando il pastore sbaglia o abusa.


3. Strumenti dell’abuso: colpa, paura, isolamento

Il narcisismo spirituale agisce spesso mediante strumenti affettivi e simbolici:

  • colpa: “Se ti allontani, ferisci il corpo di Cristo”;
  • paura: “Fuori da questa comunità, sarai in balìa del maligno”;
  • isolamento: si scoraggiano i legami con altre chiese o con membri dissidenti, creando una realtà chiusa.

Tutti questi meccanismi costituiscono abuso spirituale: il potere viene esercitato non per nutrire e liberare, ma per controllare e trattenere.


4. Eclissi del Vangelo

In definitiva, dove il narcisismo spirituale genera abuso, si verifica un’eclissi della buona notizia evangelica. Il messaggio centrale della grazia, della libertà e della responsabilità personale è soffocato da una logica di sudditanza spirituale. Il pastore non è più il testimone della libertà in Cristo, ma diventa mediatore e custode di un sistema in cui la persona è vincolata, infantilizzata, persino colpevolizzata.

Paradossalmente, in nome dell'unità e della verità, si distruggono la comunione e la verità.


5. Conseguenze sulle persone e sulla comunità

L’abuso di potere di matrice narcisistica produce frutti amari:

  • Ferite spirituali profonde (fino alla perdita della fede);
  • divisioni e fughe (che vengono lette come “tradimenti”);
  • conformismo e passività nei membri che restano, i quali spesso rinunciano al proprio pensiero critico e alla propria maturazione.

Ma può anche provocare, in alcuni, una reazione profetica, una presa di coscienza che li spinge a denunciare, uscire, o costruire nuove forme di chiesa più sane.