Confessioni di fede/Westminster/Culto pubblico/Cultowest01
2. Il radunarsi della comunità e il suo comportamento nel culto pubblico di Dio
Nel luogo e nel tempo stabilito per il culto pubblico della comunità cristiana, il popolo (dopo aver predisposto ad esso il proprio cuore) dovrà convenire e parteciparvi tutto. Non gli sarà consentito di assentarsi dalle pubbliche ordinanze per negligenza o con il pretesto di incontri privati (1).
Che tutti entrino nell’assemblea non in modo irrispettoso (2), ma in modo serio e composto, prendendo posto nei banchi o sulle sedie senza genuflessioni, gesti religiosi od inchini verso un luogo o l’altro (3).
Quando tutti saranno al proprio posto, il ministro, dopo avere solennemente rivolto alla comunità un appello ad adorare (4) il grande nome di Dio (5), dovrà iniziare con una preghiera.
Con massimo rispetto ed umiltà riconoscendo l’incomprensibile grandezza e maestà del Signore (alla cui presenza essa compare in modo particolare), e la propria miseria e indegnità ad accostarsi a Lui, esprimendo la nostra totale incapacità di noi stessi a farlo. S’implorerà umilmente il Suo perdono, assistenza ed accettazione durante l’intero servizio che sta per compiere. Si chiederà la benedizione di Dio sulla porzione della Parola di Dio che sarà letta. Il tutto dovrà essere fatto nel nome e con la mediazione del Signore Gesù Cristo.
Cominciato così il culto pubblico, il popolo dovrà prestarvi completa attenzione, astenendosi dal leggere una qualsiasi cosa diversa eventualmente da ciò che il ministro legge o cita6 ed astenendosi del tutto da ogni chiacchiera o parole sussurrate l’uno all’altro, conversazioni, saluti o riverenze a persone presenti o che stanno entrando. E’ altresì del tutto inappropriato mettersi ad osservare le persone presenti, a dormire, o qualsiasi altro comportamento indecente che disturbi il ministro o il popolo, o impedisca che sé stessi od altri si renda il culto che a Dio è dovuto.
Se qualcuno, per necessità, è impedito dall’essere presente all’inizio del culto, questi non dovrà, entrando nell’assemblea, accingersi a compiere devozioni private, ma dovrà rispettosamente comporsi unendosi all’assemblea compiendo quell’ordinanza di Dio in corso in quel momento.
Note
- (1) Si possono immaginare le varie scuse che molti adducono ancora oggi per non partecipare al culto domenicale: “Abbiamo già un incontro privato nelle case … non è necessario, prego già io da solo … ne seguirò uno alla televisione…”.
- (2) Non si entra in un luogo di culto in modo casuale chiacchierando come se si entrasse in un bar o ad un concerto, vestiti in modo sconveniente (il nostro aspetto e comportamento non deve distrarre l’attenzione, che deve concentrarsi solo su Dio). Si prenderà posto e si conserverà il silenzio per permettere la propria ed altrui preparazione interiore al culto. “Sta' in silenzio davanti all'Eterno e aspettalo” (Sl. 37:7); “Sto in silenzio, non aprirò bocca, perché sei tu che operi” (Sl. 39:9). “Ogni carne stia in silenzio davanti all'Eterno, perché egli si è destato dalla sua santa dimora” (Za. 2:13).
- (3) Pratiche queste molto comuni nella tradizione cattolica e radicate ancora nella coscienza di molte persone, per altro non necessariamente religiose. Nella chiesa riformata non c’è nessun “oggetto sacro” o “presenza reale” eucaristica, che comporti particolari atti di omaggio come genuflessioni o baci; non è necessario alcun “segno di croce” simbolico o superstizioso che sia, né della “acqua santa” con la quale “segnarsi”. E’ sufficiente la consapevolezza di recarsi in un luogo dove ci si incontra con Dio nella preghiera e nell’ascolto della Sua Parola, consapevolezza che esige un normale rispetto del luogo e delle circostanze.
- (4) Si può usare un saluto biblico ed un breve testo biblico dove si fa appello al culto.
- (5) L’uso del preludio d’organo o di altri strumenti musicali non è previsto dalle ordinanze di Dio al riguardo del culto, benché lo si giustifichi con l’idea di “preparare l’atmosfera” del culto. Spesso, anche in quel caso, si nota gente che continua a chiacchierare come se niente fosse…
- (6) E’ un’usanza cattolica-romana quella di leggere libretti di devozione durante lo svolgimento della messa, perché …tanto il popolo non comprendeva nulla di quanto avveniva. Questo sarebbe del tutto fuori luogo in un culto riformato.