Confessioni di fede/Canone di Vincenzo da Lerino

Da Tempo di Riforma Wiki.
Versione del 20 ott 2021 alle 12:32 di Pcastellina (discussione | contributi) (Creata pagina con " Ritorno ---- Per '''Canone di Vincenzo di Lerino''' si intende un passo estratto dal ''Commonitorium'' in cui questo monaco ha cercato di stabilire una regola di fede unive...")
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ritorno


Per Canone di Vincenzo di Lerino si intende un passo estratto dal Commonitorium in cui questo monaco ha cercato di stabilire una regola di fede universalmente valida.

Premesse storico-religiose

Il secolo delle eresie e il monachesimo

Il monaco gallico Vincenzo di Lerino, nell'opera Commonitorium, trattatello di 28 capitoli<ref name=":0">Template:Cita web</ref> scritta circa tre anni dopo il Concilio di Efeso (431)<ref>Template:Cita web</ref><ref>Template:Cita web</ref>, di fronte al diffondersi nel suo tempo di insegnamenti cristiani eterodossi quali il nestorianesimo, si propone di stabilire un criterio che dovesse essere considerato universale per l'unità della Chiesa<ref name=":0" />. Tale canone doveva essere unito alla fede della Chiesa universale rispetto a innovazioni e nuove dottrine che rischiavano di alterare e pregiudicare l'integrità della dottrina cristiana ricevuta, affidandosi alla traditio apostolica tramandata autorevolmente dai Padri della Chiesa, perfetti eredi dell'insegnamento degli Apostoli e quindi dell'insegnamento di Cristo stesso<ref>L'autorità dei Padri, ovviamente, proviene dalle Sacre scritture: </ref>. In concomitanza a questo periodo caratterizzato da una serie di dispute dottrinali riguardanti la cristologia, Vincenzo di Lerino si fece portavoce della mentalità del nascente monachesimo di affidarsi alla sicurezza del Cristianesimo dell'età apostolica. A tal proposito è stato scritto che:

Il Canone

Testo ed esegesi

Il passo riportato è la "formula di fede" proposta da Vincenzo che costituisce il cosiddetto Vincenzo delinea la sua ortoprassi teologica su tre direttive: quella "geografica" (ubique), quella temporale (semper), e infine quella ecumenica (ab omnibus), fattori indispensabili per promuovere una corretta adesione alla fede cattolica nel pieno delle eresie cristologiche.

Interpretazione nel corso dei secoli

Il motto vincenziano ebbe un influsso determinante nel corso della storia della Chiesa moderna e contemporanea<ref name=":1">Template:Cita web</ref>. Soprattutto, nel corso del XIX secolo<ref name=":1" />, il Canone divenne il perno su cui i membri del Movimento di Oxford, con in testa John Henry Newman, tentarono di legittimare la "cattolicità" della Chiesa Anglicana contro le modifiche aggiunte dalla Chiesa Cattolica Romana dopo il Concilio di Trento, modifiche "eretiche" perché contrarie all'insegnamento dei Padri della Chiesa<ref>Template:Cita web</ref>:

Template:CitazioneVincenzo, il cui pensiero sullo sviluppo è stato fatto proprio dalla Chiesa cattolica fin dal Concilio Vaticano I<ref>Template:Cita web</ref>, Vincenzo mostra come la sua teoria debba essere intesa in senso relativo e disgiuntivo, e non in modo assoluto. Si tratta, cioè, di unire tre criteri in uno: 'ubique _ ' (in ogni luogo), semper (sempre), ab omnibus (da tutti). Il pensiero vincenziano non deve essere inteso come una sorta di cristallizzazione della fede elaborata in un contesto storico-culturale ben determinato, ma dev'essere intravisto anche nell'ottica dello sviluppo della fede nella storia, partendo sempre dall'antichità come fonte originaria perché la fede stessa non venga alterata<ref>{{Cita news|autore = Luca Rolandi|titolo = </ref>. A tal proposito Vincenzo dice<ref>La traduzione è presa da Lo sviluppo del dogma S.Vincenzo, estratto da Template:Cita web (URL consultato il 4/2/2015)</ref>:

Note

<references />

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni