Confessioni di fede/Westminster/Culto pubblico/Cultowest11

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10. La visitazione degli infermi

E’ dovere del ministro non solo di insegnare in pubblico al popolo affidato alla sua cura, ma anche privatamente, e particolarmente per ammonire, esortare, riprendere e confortarli, in momenti opportuni, per quanto permetta il suo tempo, forza, e sicurezza personale.

Egli dovrà ammonirli, in tempo di salute, per prepararli per la morte e, a quello scopo, essi dovranno sovente conferire con il loro ministro sulla condizione della loro anima. In tempo di malattia ed afflizione Iddio mette nelle sue mani speciali opportunità per condividere una parola appropriata ad anime affaticate. Allora, infatti, la coscienza degli uomini è o dovrebbe essere più sensibile a pensare alla propria condizione spirituale in vista dell’eternità. Pure Satana, in quelle occasioni, profitta di loro con dolori e pesanti tentazioni. Il ministro, quindi, essendo inviato e visitando gli ammalati, dovrà applicare sé stesso con tatto ed amore, ad amministrare del bene spirituale alla loro anima a questo scopo.

Egli potrà, considerando l’attuale malattia, istruirlo sulla base della Scrittura, che la malattia non sopraggiunge per caso, o solo per le disfunzioni del corpo, ma dalla saggia ed ordinata disposizione della buona mano di Dio ad ogni particolare persona colpita da essa. Sia poi nel caso che la malattia gli sia mandata per il dispiacere che ha del suo peccato, per sua correzione ed emendamento, o per provarlo ed esercitare così le Sue grazie, sia per altri speciali ed eccellenti fini, tutte le sue sofferenze si riveleranno per suo profitto, e insieme coopereranno al suo bene, se egli sinceramente si adopererà per fare un uso santificato di ciò che Dio gli manda (1), non disprezzandone la riprensione, né non tollerando la sua correzione.

Se il ministro sospetta che in lui vi sia ignoranza (2), egli lo esaminerà a riguardo dei principi della religione (3), specialmente quelli che riguardano il ravvedimento e la fede e, se ne vedrà causa, lo istruirà nella natura, uso, eccellenza e necessità di quelle grazie. Menzionerà anche il patto di grazia, e ciò che riguarda Cristo, il Figlio di Dio, il mediatore di quel patto, come pure riguardo alla remissione dei peccati per fede in Lui.

Il ministro esorterà il malato ad esaminare sé stesso, ad esaminare attentamente il passato suo stile di vita, e la sua condizione spirituale di fronte a Dio.

Se la persona ammalata rivelerà avere scrupoli, dubbi, o tentazioni che siano su di lei, verranno date istruzioni e proposte risoluzioni per soddisfarlo e stabilizzare il suo cuore.

Se pare che egli non abbia il dovuto senso dei suoi peccati, dovranno essere fatti sforzi per convincerlo dei suoi peccati, della sua colpevolezza e ad abbandonarli, dello sporco e della contaminazione che la sua anima da loro ha contratto, come pure della maledizione della legge e dell’ira di Dio che essi meritano. Tutto questo affinché egli possa essere colpito ed umiliato a causa di essi. Egli dovrà fargli prendere coscienza del pericolo in cui incorre nel ritardare il ravvedimento e di trascurare la salvezza che gli è stata offerta, risvegliare la sua coscienza, trarlo su da una condizione di stupido e falso senso di sicurezza, affinché comprenda la giustizia e l’ira di Dio, di fronte al quale nessuno può sussistere, ma che egli, in sé stesso perduto, si aggrappi soltanto a Cristo per fede.

Se il malato si è impegnato a camminare sulle vie della santità ed a servire Dio con rettitudine, sebbene non senza molte debolezze e cadute, o se il suo spirito è affranto per il senso del suo peccato, od abbattuto per mancanza del senso del divino favore, allora sarà opportuno risollevarlo, mettendo di fronte a lui la disponibilità e la pienezza della grazia di Dio, la sufficienza della giustizia di Cristo, l’offerta di grazia dell’Evangelo, cioè che tutti coloro che si ravvedono e credono di tutto cuore nella misericordia di Dio in Cristo, rinunciando alla propria giustizia, avranno vita e salvezza in Lui.

Potrà essere pure utile mostrargli che la morte non ha in sé stessa alcun male spirituale da temere per coloro che sono in Cristo, perché il peccato, pungiglione della morte, è stato portato via da cristo, il quale ha liberato tutti coloro che sono tenuti prigionieri dal timore della morte, trionfato sulla tomba, e ci ha dato vittoria; è Egli stesso entrato nella gloria per preparare un posto per il Suo popolo, tanto che nö vita né morte potranno mai separarci dall’amore di Dio in cristo, in cui tali sono sicuri, sebbene ora debbano giacere nella polvere, di ottenere una gioiosa e gloriosa risurrezione a vita eterna.

Si potrà pure dare consigli per metterlo in guardia contro una mal fondata persuasione di misericordia, o sulla bontà della propria condizione che gli meriterebbe il cielo, tanto da non farlo assolutamente confidare sui propri presunti meriti, e per affidarsi completamente e solo a Dio per ottenere misericordia, nei soli meriti della mediazione di Gesù cristo, il quale si è impegnato a mai respingere coloro che in verità e sincerità fossero venuti a Lui. Bisognerà pure aver cura che la persona malata non cada nella disperazione attraverso una tale severa rappresentazione dell’ira di Dio dovuta a lui per i suoi peccati, proprio perché non ha abbastanza consapevolezza di ciò che per lui rappresentano i meriti di Cristo, come autentica porta di speranza per ogni credente ravveduto.

Quando la persona ammalata sarà nella migliore sua disposizione, è meno disturbata, e altri necessari servizi intorno a lei di minor ostacolo, il ministro, se desiderato, pregherà con lei e per lei in questo tenore:

  • Confesserà e si rammaricherà del suo peccato originale e attuale, la miserabile condizione di tutti, per natura, essendo figli d’ira e sottoposti alla giusta maledizione di Dio.
  • Riconoscerà che tutte le infermità, malattie, morte, e l’inferno stesso, sono l’ineluttabile conseguenza ed effetto d’esso.
  • Implorerà la misericordia di Dio per la persona ammalata, mediante il sangue di Cristo.
  • Implorerà a che Dio gli apra gli occhi, affinché i suoi peccati gli siano manifesti, lo facciano prendere coscienza della sua condizione di perduto, che gli renda nota la causa per cui Dio così lo colpisce, che gli riveli Gesù Cristo alla sua anima per ottenere giustizia e vita, gli dia il Suo Santo Spirito, per creare e rafforzare in lui la necessaria fede per aggrapparsi a Cristo, che operi in lui confortanti evidenze del Suo amore, che gli dia le armi necessarie per sconfiggere la tentazione, che gli distolga il suo cuore dal mondo, che santifichi l’attuale sua prova, che lo fornisca di forza e pazienza per sopportarla, e gli dia perseveranza di fede fino alla fine.
  • Che Iddio si compiaccia di concedergli ulteriori giorni di vita, che Egli gli accordi, benedica e santifichi i mezzi della sua guarigione; che lo guarisca dalla sua infermità, rinnovi la sua forza, e lo ponga in grado di camminare degno di Dio, rammentando fedelmente ed osservando diligentemente quei voti e promesse di santità ed ubbidienza, che gli uomini tendono a fare in tempo di malattia, che egli possa glorificare Dio nella parte restante della sua vita.
  • Se Dio infine avesse determinato di porre fine ai suoi giorni attraverso l’attuale visitazione d’infermità, che egli possa trovare le evidenze del perdono di tutti i suoi peccati, dell’interesse che deve avere in Cristo, e la vita eterna attraverso Gesù Cristo, per far si che il suo uomo interiore sia rinnovato, proprio mentre il suo uomo esteriore decade; che egli possa contemplare la morte senza paura, affidandosi completamente a Cristo senza dubitare, desideri essere dissolto e con Cristo, e così ricevere il fine della sua fede, la salvezza della sua anima, attraverso i soli meriti ed intercessione del Signore Gesù Cristo, nostro solo Salvatore e Redentore pienamente sufficiente.

Il ministro lo ammonirà, inoltre (quando ve ne sarà causa) a sistemare ogni pendenza della sua vita terrena per evitare così inconvenienti; prendersi cura di pagare i suoi debiti, restituire il maltolto o dare soddisfazione a coloro con i quali è stato in lite, riconciliandosi con gli avversari e perdonando tutto ciò che fosse stato fatto eventualmente contro di lui come egli vorrebbe che Dio gli perdonasse.

Infine, il ministro potrà integrare la presente occasione esortando coloro che attorniano l’ammalato a considerare pure loro la loro mortalità, di ritornare al Signore, e di far pace con Lui; di prepararsi già quando sono sani, alla malattia, alla morte ed al giudizio; e che passino tutti i giorni destinati della loro vita ad attendere la trasformazione che avverrà quando Cristo, che è la vita nostra, apparirà, affinché anch’essi appaiano con Lui nella gloria.

Note

  • (1) Lett. “delle visitazioni di Dio”.
  • (2) delle cose del Signore.
  • (3) Sulle verità fondamentali della fede cristiana.