Ecclesiologia/Donne e ministero cristiano/L'ordinazione delle donne - Pratiche nella chiesa primitiva e nella chiesa post-apostolica

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L'ordinazione delle donne nel periodo apostolico e sub-apostolico

Ogni discussione che si voglia fare sulla Chiesa al tempo degli apostoli deve tenere conto del fatto che la sua prassi era in una larga misura condizionata dal particolare contesto storico e sociale in cui si trovava e che, di conseguenza, quanto essa faceva e decideva non può, di per sé stesso essere considerato normativo per la Chiesa di ogni tempo e paese.

Al riguardo degli uffici amministrativi e ministeriali della Chiesa apostolica non troviamo una prassi uniforme. La Chiesa era suddivisa in due sezioni, le comunità d'origine ebraica (quelle in cui prevalevano israeliti) e quelle di origine pagana (quelle in cui prevalevano credenti provenienti dal paganesimo, o chiesa ellenista o paolina). In queste due sezioni della Chiesa, ciò che veniva richiesto per esserne membri, l'ordine del culto e diversi aspetti della loro condotta erano in una certa qual misura diversi. C'erano, per esempio, cose che venivano concesse agli ellenisti e non ai cristiani d'origine ebraica. Sebbene i Dodici apostoli, insieme a Giacomo, fratello del Signore, fossero riconosciuti l'autorità con facoltà di supervisione sull'intera Chiesa, è difficile stabilire fino a che punto venisse esercitata questa supervisione. Già abbastanza presto essi condividono questa autorità con i Diaconi che, sebbene fossero stati scelti per “servire alle tavole”, pure esercitavano la funzione di evangelisti (Atti 6-8). Inoltre, i loro compiti specifici di servizio quotidiano sembra essere stata una disposizione locale e non aveva implicato l'ufficializzazione in quanto “ordine dei diaconi” per l'intera Chiesa (si confronti Atti 14:23, dove solo gli anziani vengono nominati nelle comunità paoline).

I Dodici sembrano poi aver condiviso la loro autorità di supervisione con gli anziani (i confronti Atti 15:2,6<ref>“E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione. (…) Allora gli apostoli e gli anziani si riunirono per esaminare la questione” Atti 15:2,6).</ref>). La lista dei ministeri riconosciuti che compare in 1 Corinzi (“in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di governo, diversità di lingue” 12:28) ed Efesini (“...apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori” 4:11) rivela sia varietà che mancanza di uniformità. Non sembra esservi stata una pratica comune al riguardo di queste posizioni, né troviamo nel Nuovo Testamento alcuna indicazione tesa a perpetuare questi ministeri specifici.

Nella Chiesa primitiva gli uffici possono essere in qualche modo suddivisi in amministrativi e ministeriali. Nell'ambito degli uffici amministrativi troviamo gli Apostoli che governavano con gli anziani (Atti 15:2,6). Senza dubbio gli Apostoli avevano un duplice ruolo. Si nota una certa ambiguità nello stesso termine “apostolo”, in quanto viene riferito sia ad un evangelista itinerante (Atti 14:14; Efesini 4:11; Didaché 11<ref>“Ma gli apostoli Paolo e Barnaba, udito ciò, si strapparono le vesti, e balzarono in mezzo alla folla, gridando...” (Atti 14:14); “È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori” (Efesini 4:11); “Ogni apostolo che venga presso di voi sia accolto come il Signore. Però dovrà trattenersi un giorno solo; se ve ne fosse bisogno anche un secondo; ma se si fermasse tre giorni, egli è un falso profeta” (Didaché 11:4-5).</ref>), sia ad un testimone della risurrezione (ad es. i Dodici, insieme con Giacomo, fratello del Signore, e Paolo). Più tardi gli uffici amministrativi sembrano essere stati concentrati nella funzione di vescovo, anziano e diacono (si confronti 1 Timoteo 3, 5; Tito 1). L'esistenza di uno speciale ordine di Ministri della Parola ed Amministratori dei Sacramenti non sembra essere stata conosciuta. È praticamente impossibile rilevare nella Chiesa primitiva qualcosa di simile ad un “sacerdozio”.

Gli uffici ministeriali, determinati dalla varietà di doni spirituali, non sembravano dividere il popolo fra clero e laici, oppure uomini e donne. La varietà di doni tendeva a mettere in rilievo come tutti fossero essenziali alla Chiesa e, dalla loro distribuzione, Dio provvedeva alla cura spirituale di tutti i membri. Paolo, prima della sua conversione, quando perseguitava la Chiesa, era determinato a fare arrestare i leader del movimento cristiano, cioè che, “se avesse trovato dei seguaci della Via, uomini e donne, li potesse condurre legati a Gerusalemme” (Atti 9:2). Questo implica come le donne fossero altrettanto attive degli uomini nel propagare la nuova fede, altrimenti, perché specificare? Il dono carismatico della profezia, allo stesso modo, era esercitato sia da uomini che da donne<ref>“Chi parla in altra lingua edifica sé stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa … ma ogni donna che prega o profetizza senza avere il capo coperto fa disonore al suo capo, perché è come se fosse rasa” (1 Corinzi 14:4; 11:5); “Egli aveva quattro figlie non sposate, le quali profetizzavano” (Atti 21:9).</ref>. Troviamo menzionata Febe, la diaconessa<ref>“Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencre” (Romani 16.1).</ref> ed un certo numero di donne collaboratrici di Paolo che “si sono molto affaticate per il Signore”, come Priscilla, che probabilmente era un'insegnante<ref>“Egli cominciò pure a parlare con franchezza nella sinagoga. Ma Priscilla e Aquila, dopo averlo udito, lo presero con loro e gli esposero con più esattezza la via di Dio” (Atti 18:26); “Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù” (Romani 16:3).</ref>, Maria<ref>“Salutate Maria, che si è molto affaticata per voi” (Maria 16:6).</ref>, Trifena e Trifosa<ref>“Salutate Trifena e Trifosa, che si affaticano nel Signore. Salutate la cara Perside che si è affaticata molto nel Signore” (Romani 16:12).</ref>. Sembra poi esservi un ordine di vedove<ref>1 Timoteo 5:3ss. Si confronti Atti 6:1, 9:39.</ref> che, senza dubbio era stato stabilito come opera sociale per sostenere donne in difficoltà, le quali poi ricambiavano con atti di servizio nella Chiesa. Nel Nuovo Testamento non troviamo alcun tentativo di riassumere questi uffici in un'unica categoria. Il ministero dei vescovi e dei diaconi si accompagnava a quello degli uffici carismatici e può essere stato considerato di minor onore. Notiamo come l'esortazione della Didaché: “Eleggetevi quindi episcopi e diaconi degni del Signore, uomini miti, disinteressati, veraci e sicuri; infatti anch'essi compiono per voi lo stesso ministero dei profeti e dei dottori” (15:1) e in 1 Timoteo: “Certa è quest'affermazione: se uno aspira all'incarico di vescovo, desidera un'attività lodevole” (3:1) sembrano essere state sollecitate proprio dalla minor considerazione che essi avevano rispetto a quei cristiani che avevano ricevuto doni spirituali più appariscenti.

Per quanto riguarda la “imposizione delle mani” e la preghiera che venivano usate nella consacrazione, non è conclusiva l'affermazione che esse venissero usate solo con ministeri speciali. Alcuni cristiani ricevevano i doni dello Spirito attraverso questo rito, come pure venivano usati per l'accoglienza di nuovi membri di chiesa<ref>“Quindi imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo. … Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo» … e, avendo Paolo imposto loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro ed essi parlavano in lingue e profetizzavano” (Atti 8:17, 9:17, 19:6).</ref>. Con questa stessa cerimonia altri venivano messi a parte per compiti speciali (come diaconi e missionari<ref>“Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani” (Atti 6:6); “Fratelli miei, figli della discendenza d'Abraamo, e tutti voi che avete timor di Dio, a noi è stata mandata la Parola di questa salvezza” (13:26).</ref>). Nel primo caso, anche le donne ricevevano questo rito.

Sebbene nella Chiesa primitiva non troviamo (come ci si aspetterebbe) una donna ufficialmente consacrata come vescovo, anziano o diacono e, di conseguenza nessuna sembra avere giocato un ruolo preminente nella conduzione e governo della Chiesa, le donne possedevano ed esercitavano doni spirituali in comune con gli altri membri della comunità cristiana ed erano strumentali per propagare la fede, inclusa la predicazione della Parola.

La transizione dalla varietà di uffici nella Chiesa apostolica ai tre principali uffici clericali nella chiesa post-apostolica: vescovi, anziani e diaconi, si perde nell'oscurità. Mentre dei regolamenti per l'elezione dei vescovi e dei diaconi sono presenti in 1 Timoteo, e si nota che: “Gli anziani che tengono bene la presidenza, siano reputati degni di doppio onore, specialmente quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento” (5:17), la distinzione fra questi uffici amministrativi e quelli carismatici non è chiara. Non si menziona in che modo questi tre ministeri abbiano assunto un ruolo più elevato. È probabile che questo sia parte del movimento nel II secolo verso la Cattolicità. Si nota nella Chiesa post-apostolica un movimento verso la gerarchizzazione fra il clero: il vescovo che presiede in luogo di Dio; i presbiteri che presiedono al posto del collegio degli apostoli ed i diaconi ai quali è affidato il servizio di Gesù Cristo (Ignazio ai Cristiani di Magnesia<ref>“Con la guida del vescovo al posto di Dio, e dei presbiteri al posto del collegio apostolico e dei diaconi a me carissimi che svolgono il servizio di Gesù Cristo che prima dei secoli era presso il Padre e alla fine si è rivelato” (6:1).</ref>). Nell'epistola di Clemente a Giacomo (ca. 300 a. D.) abbiamo funzioni separate elencate come: il vescovo che deve presiedere sul popolo; i presbiteri celebrano matrimoni, provvedono alle vedove e agli orfani, rimuovono i dubbi ed amano tutti i fratelli; i diaconi, che devono essere gli occhi del vescovo e che investigano nella condotta dei membri di chiesa rilevando i disordinati. Un ordine separato di catechisti devono insegnare la Parola. Oltre a questi uffici principali sembra esservi stati ordini inferiori (o minori) di clero. Gli ordini consacrati sono le Diaconesse, i sub-diaconi (che si occupano dei vasi sacri), i lettori (che leggono dalle Sacre Scritture) e i cantori. Gli ordini non consacrati di coloro che servono nella chiesa sono: i confessori, le vergini, le vedove e gli esorcisti (che possedevano il dono di guarire)<ref>Si confronti la Costituzione Apostolica del III secolo.</ref>. Fra questi uffici troviamo tre ordini di diaconesse che venivano consacrate e le vergini e vedove che non venivano consacrate come tali. I compiti specifici delle diaconesse sembrano essere stati quello di ostiarie<ref>Ostiario (letteralmente 'portinaio', dal latino ostium - porta) era il chierico che aveva ricevuto l'ostariato, cioè il primo degli ordini minori. Prevedeva il compito di aprire e chiudere le porte della chiesa e di custodirla. Durante le celebrazioni liturgiche particolarmente affollate dirigeva i movimenti dei fedeli.</ref> (o “addette alle porte”), per assistere nel battesimo delle donne vigilando che tutto fosse fatto decentemente, per accompagnare le donne presso i diaconi ed i vescovi ed amministrare la solidarietà verso le donne bisognose. Non avevano, però, a che fare con i compiti dei presbiteri e dei diaconi<ref>Apost. Const. II, xv. xvi. III xxviii.</ref>. Le vergini sono chiamate: “il fiore dell'ordine ecclesiastico, la porzione più illustre del gregge di Cristo” (Cipriano). Esse devono essere onorate come le sacerdotesse di Cristo”<ref>Ign. ai Tars. ix</ref>, impegnate verso Cristo e devono prendere i voti per dare ampio spazio alla loro pietà<ref>Cost. Apost. IV,14.</ref>. L'ordine delle vedove sembra essere stato costituito come gruppo a sé stante per la beneficenza della chiesa (per gli organi). Ad esse si richiedeva di dedicarsi alla preghiera in favore di coloro che davano elemosine per l'intera chiesa<ref>Cost. Apost. III, 5.</ref>. Esse devono essere onorate come l'altare di Dio<ref>Ign. Tars. ix</ref> ed avevano altri servizi da rendere occasionalmente alla Chiesa. Sia le vedove che le vergini nel culto occupavano una posizione di preminenza rispetto alle altre donne ed erano sotto la supervisione delle diaconesse. Non dovevano rispondere a questioni di fede se non per contrastare il politeismo e non potevano insegnare, battezzare o assumere gli incarichi di un presbitero. L'ordinazione di donne sacerdote erra considerato come “una delle pratiche ignoranti dell'ateismo dei Gentili”<ref>Apost. Const. III. Viii.</ref>. In tutto questo notiamo come nessuno degli uffici più alti della Chiesa era aperto alle donne. Se fossero considerate, in virtù della loro ordinazione, parte del clero, non può essere verificato. È possibile che l'ordinazione permettesse loro di assistere ai battesimi, nella distribuzione delle elemosine e nell'esercizio della disciplina.

Sebbene non sia possibile, sulla base della pratica apostolica e sub-apostolica sostenere il caso dell'ordinazione delle donne, si deve notare come la struttura sociale di quei tempi esigeva, per il benessere della chiesa, l'esistenza di ordini speciali riservati alle donne. Questo sembra indicare che l'ordinazione fosse in qualche modo determinata dalle condizioni sociali e, sebbene il ministero della chiesa fosse nelle mani dei maschi, c'era posto affinché le donne avessero una qualche capacità ufficiale. Nella Chiesa di Cristo, dunque, vi era posto per le donne. Inoltre, se la proclamazione della Parola, l'amministrazione dei sacramenti e l'esercizio della disciplina è il segno della Chiesa e la funzione del clero, allora si può notare come nella pratica apostolica e sub-apostolica, come le donne, svolgessero questa funzione in stato di consacrazione o di non consacrazione ufficiale. A questo riguardo esse erano considerate, anche se non ufficialmente, come parte del clero.

Note