Liturgie/confessione di peccato/Confessione basata sul Decalogo: differenze tra le versioni

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== Quinto comandamento ==
== Quinto comandamento ==


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Ci disponiamo ora ad ascoltare la Legge di Dio per confrontare ad essa la nostra vita e chiedere perdono al Signore per le nostre trasgressioni, sicuri che lo troveremo facendo appello ai meriti del sacrificio di Cristo e alla potenza dello Spirito Santo per rinnovare la nostra vita.
 
Oggi considereremo il Quinto Comandamento: Il quinto comandamento è: "'''Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà" '''(Esodo 20:12). Che cosa ci viene ordinato nel quinto comandamento?  Nel quinto comandamento ci viene ordinato di preservare l'onore, e l'adempimento dei doveri, che spettano a ciascuno che, in diversi luoghi e rapporti, ci sia superiore, inferiore, od eguale. Il quinto comandamento ci vieta pure di trascurare o di macchinare qualsiasi cosa sia contraria all'onore ed ai doveri che spettano a ciascuno nei suoi diverso luoghi e rapporti. La ragione annessa al quinto comandamento è la longevità e prosperità (per quanto serva per la gloria di Dio ad al loro bene) per tutti coloro che osservano questo precetto.
 
'''Preghiamo:''' O Signore, in questo mondo tu ci hai messo in relazione a persone che ci sono superiori (come i nostri genitori, i nostri insegnanti, o le autorità legittime che guidano la vita comunitaria e sociale). Ci hai posti in relazione a persone con le quali siamo pari (come fratelli e sorelle, collaboratori, colleghi, e concittadini), come pure a persone che dipendono da noi (come subordinati in vario modo). Riconosciamo perdono per non avere preservato spesso l'onore e la dignità di tutte queste persone, di non avere onorato i doveri che ci sono propri o di averli trascurati e di avere persino danneggiato queste persone con comportamenti egoisti ed irresponsabili. Non ci siamo presi di loro la cura e la solidarietà che dovevamo loro, abbiamo preteso a viva voce i nostri diritti, veri o presunti, senza tenere debito conto dei nostri doveri. Di tutto questo ne siamo rattristati e, cercando il tuo perdono, vogliamo farne ammenda. Dacci di leggere spesso la tua parola, di ben riflettere su di essa e su quanto essa esige e di trasformarla in pratica nella nostra vita, con la dovuta sensibilità verso le altre persone. Te lo chiediamo per i meriti del sacrificio del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. E' con la sua mediazione che esprimiamo con sincerità questa nostra preghiera, fiduciosi nel tuo ascolto e perdono. Amen.{{In costruzione}}


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Versione delle 19:33, 14 lug 2020

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Primo comandamento

Mettiamoci ora a confronto con la legge morale di Dio com'essa è stata per noi riassunta nel Decalogo. Oggi considereremo il primo comandamento. Il primo comandamento è: "Non avere altri dèi oltre a me". Nel primo comandamento si esige di conoscere e riconoscere Jahvè come l'unico e vero Dio e il nostro Dio, e come tale di rendergli culto e glorificarlo. Si proibisce, inoltre, la negazione o la negligenza nel rendere culto e nel glorificare il vero Dio come Dio e il nostro Dio, come pure rendere a qualsiasi altro il culto e la gloria che sono dovuti a Lui soltanto. Le parole "nel mio cospetto" nel primo comandamento, insegnano che Dio, che vede ogni cosa, prende particolare nota ed è molto dispiaciuto del peccato di un qualsiasi altro Dio.

Preghiamo. Di fronte alla chiara espressione della Tua volontà che stabilisce quali sia il nostro dovere di dedizione incondizionata ed esclusiva a te, riconosciamo di aver preso troppo per scontato questo comandamento come se fosse una formalità. Troppo spesso abbiamo elevato alla massima importanza per noi, se non idoli materiali, dei princìpi o delle palesi superstizioni e li abbiamo serviti. Ci siamo immaginati cose di te non insegnate dalla Tua Parola. Non ti abbiamo reso culto e glorificato e trascurato la preghiera. In questo ti abbiamo non solo rattristato, ma nella nostra perseveranza a fare ciò che ti dispiace, causato la tua giusta ira e meritato azioni disciplinari. Lo confessiamo e ti chiediamo di purificarci affinché possiamo essere riconoscenti della nostra redenzione in Cristo, in vista di una rinnovata ubbidienza. Te lo chiediamo per intercessione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Amen.

Secondo comandamento

Disponiamoci ora ad udire la Legge di Dio affinché essa ci porti ad esaminare umilmente la nostra vita, a cercare il perdono di Dio per averla trasgredita e a rinnovare il nostro impegno a conformarci fedelmente ad essa per amore di Dio e della sua giustizia. Lo faremo leggendo oggi il secondo comandamento.

Qual è il secondo comandamento? Il secondo comandamento è: "Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti" (Esodo 20:4-6). Il secondo comandamento esige di accogliere, osservare e conservare puro ed integro tutto quel culto ed ordinanze religiose che Dio ha stabilito nella Sua Parola. Ci proibisce pure il culto di Dio attraverso simulacri o qualsiasi altra cosa che non sia [espressamente] prescritta nella Sua Parola. Le ragioni che vengono annesse al secondo comandamento sono la sovranità che Dio esercita su di noi, il diritto peculiare che Egli ha in noi, come pure la gelosia che Egli manifesta per il culto che Gli è dovuto (dal Catechismo minore di Westminster).

Preghiamo. Signore Iddio. Davanti a quanto ci prescrivi in questo comandamento confessiamo non solo di avere spesso dato la precedenza ad altre cose prima di rendere a te il culto che ti è dovuto, ma anche di avere poi pensato di onorarti nel modo che a noi meglio ci garbava, secondo le nostre idee, preferenze e inclinazioni del momento senza considerare quanto tu prescrivi al riguardo. Non abbiamo osservato e conservato puro ed integro tutto quel culto e quelle ordinanze che tu ha stabilito nella tua Parola. Ci siamo avvalsi di ciò che tu non avevi espressamente prescritto. Abbiamo preferito le nostre tradizioni. Abbiamo ignorato il dovere di cantare i Salmi come tu ci comandi di fare. Abbiamo disprezzato la sovranità che tu eserciti verso di noi, il diritto peculiare che hai su di noi e persino negato che tutto questo ti facesse dispiacere e causasse la tua ira. Perdonaci, te ne preghiamo, e che il tuo Santo Spirito ci sostenga nella determinazione  di liberarci da tutto ciò che ti dispiace e di conformare il culto ed ogni altra cosa nella nostra vita alla tua volontà rivelata. Te lo chiediamo per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore. Amen.

Terzo Comandamento

Disponiamoci ora ad ascoltare la Legge di Dio affinché essa ci porti ad esaminare umilmente la nostra condotta, a cercare il perdono di Dio per averla trasgredita e a rinnovare il nostro impegno a conformarci fedelmente ad essa per amore di Dio e della sua giustizia. Lo faremo leggendo oggi il terzo comandamento.

Il terzo comandamento è: "Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano" (Esodo 20:7). Il terzo comandamento esige che si faccia uso dei nomi, titoli, attributi, ordinanze, Parola ed opere di Dio in modo santo e rispettoso e proibisce ogni profanazione ed abuso di tutto ciò attraverso il quale Dio si fa conoscere. A questo comandamento viene aggiunto una ragione, una motivazione. La ragione aggiunta al terzo comandamento è che per quanto i trasgressori di questo precetto possano sfuggire al castigo degli uomini, il Signore nostro Dio non permetterà che sfuggano al Suo giusto giudizio.

Preghiamo

La tua Parola ci chiama al rispetto per te, per tutto ciò che sei e ti appartiene. Quando pensiamo a questo comandamento, pensiamo di solito a ciò che chiamiamo bestemmia. Ti chiediamo perdono per tutte le volte che abbiamo lasciato correre la nostra lingua, magari in momenti di rabbia, facendo uso di espressioni che rimandato alla tua persona oppure a persone o cose che ti sono sacre ed aggiungendovi aggettivi insultanti. Riconosciamo che questa orribile e disgustosa tendenza si è radicata profondamente in noi, avendola udita così tante volte nel mondo incredulo e irriconoscente. Purifica la nostra mente e la nostra lingua affinché, ricolmi solo della tua parola, da noi per te sorgano solo espressioni di lode e di ringraziamento, pensando alla tua santità, magnificenza, giustizia ed amore. Confessiamo però anche di essere stati negligenti nell'onorare debitamente le tue ordinanze, disprezzato e criticato indebitamente il tuo popolo e coloro che ti hanno servito fedelmente nel passato. Confessiamo di non aver avuto abbastanza rispetto per la tua parola scritta o predicata, profanando ed abusando ciò attraverso il quale tu ti fai conoscere. Che il tuo Santo Spirito ci dia di rimettere a posto le nostre priorità affinché ti onoriamo in tutto ciò che pensiamo, diciamo o facciamo perché, in caso contrario non sfuggiremmo al nostro meritato castigo, ma soprattutto per amore e ricoscenza per ciò che per noi hai compiuto nel Salvatore e Signore nostro Gesù Cristo. Che sia il sangue del suo sacrificio a purificarci anche dalle nostre trasgressioni quotidiane alla tua santa volontà rivelata. Nel suo nome ti chiediamo tutto questo. Amen.

Quarto comandamento

L'essere messi a confronto con la Legge di Dio è quanto mai salutare perché, come credenti, ci chiama ad esaminare umilmente la nostra vita per conformarla sempre meglio alla volontà rivelata del Signore. Scoprendo le nostre mancanze e peccati, possiamo e dobbiamo confessarli per trovare nerl certo suo perdono la risorse per venirne a capo. Oggi ascolteremo che cosa ci dice il quarto comandamento: Il quarto comandamento è: "Ricòrdati del giorno del riposo per santificarlo. Lavora sei giorni e fa' tutto il tuo lavoro, ma il settimo è giorno di riposo, consacrato al SIGNORE Dio tuo; non fare in esso nessun lavoro ordinario, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo servo, né la tua serva, né il tuo bestiame, né lo straniero che abita nella tua città; poiché in sei giorni il SIGNORE fece i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposò il settimo giorno; perciò il SIGNORE ha benedetto il giorno del riposo e lo ha santificato" (Esodo 20:8-11). Il quarto comandamento esige che noi si riservi come giorni santi a Dio quei tempi che Dio ha stabilito nella Sua Parola, espressamente un intero giorno su sette per essere un sabato consacrato a Lui. 

Quale giorno dei sette Dio ha designato come settimanale sabato? Dall'inizio del mondo fino alla risurrezione di Cristo, Dio ha designato il settimo giorno della settimana come sabato settimanale, e da allora affinché durasse fino alla fine del mondo il primo giorno della settimana come il sabato cristiano. Il sabato deve essere santificato con un santo riposo per tutto quel giorno, [cessando] persino da quelle attività mondane e ricreazioni legittime comuni negli altri giorni e passando l'intero tempo negli esercizi pubblici e privati del culto a Dio, ad eccezione dell'esecuzione di quelle opere di necessità e misericordia che lo impediscano. Nel quarto comandamento si proibisce l'omissione o l'esecuzione negligente dei doveri richiesti, come pure la profanazione di questo giorno consumandolo nell'ozio, o facendo ciò che in sé è peccato oppure con pensieri, parole o opere non necessarie al riguardo delle nostre occupazioni o ricreazioni mondane. Le ragioni annesse al quarto comandamento sono: la concessione che Dio ci fa di occuparci sei giorni alla settimana nei nostri propri impieghi, la rivendicazione che Egli fa del settimo giorno come Sua proprietà particolare, il Suo stesso esempio, e la Sua benedizione sul giorno del sabato. (CMinW 57-62).

Preghiamo: Di fronte a questo chiaro e santo tuo comandamento, o Signore, confessiamo di avere spesso omesso ed eseguito negligentemente i doveri che attraverso di esso ci avevi richiesto.  Confessiamo di avere profanato questo giorno passandolo nell'ozio, o facendo ciò che in sé è peccato, come pure di avere intrattenuto in esso pensieri, parole o opere non necessarie al riguardo delle nostre occupazioni o ricreazioni mondane. Troppe volte, o Signore, abbiamo tirato fuori scuse e fallaci giustificazioni per non recarci, se ci era possiabile, al culto insieme ai nostri fratelli e sorelle in fede, come pure, se ci siamo stati, ad esserci persi nei nostri pensieri senza fare la debita attenzione alla tua parola predicata che ci avrebbe dovuto portare a prendere nota di ogni cosa per praticarla poi diligentemente. Cerchiamo così il tuo perdono, come pure lo stimolo ad occuparci sempre meglio per rendere quel giorno qualcosa da trascorrere alla tua gloriae per l'avanzamento del tuo regno. Te lo chiediamo per l'intercessione ed i meriti di Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore. Amen.

Quinto comandamento

Ci disponiamo ora ad ascoltare la Legge di Dio per confrontare ad essa la nostra vita e chiedere perdono al Signore per le nostre trasgressioni, sicuri che lo troveremo facendo appello ai meriti del sacrificio di Cristo e alla potenza dello Spirito Santo per rinnovare la nostra vita.

Oggi considereremo il Quinto Comandamento: Il quinto comandamento è: "Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà" (Esodo 20:12). Che cosa ci viene ordinato nel quinto comandamento?  Nel quinto comandamento ci viene ordinato di preservare l'onore, e l'adempimento dei doveri, che spettano a ciascuno che, in diversi luoghi e rapporti, ci sia superiore, inferiore, od eguale. Il quinto comandamento ci vieta pure di trascurare o di macchinare qualsiasi cosa sia contraria all'onore ed ai doveri che spettano a ciascuno nei suoi diverso luoghi e rapporti. La ragione annessa al quinto comandamento è la longevità e prosperità (per quanto serva per la gloria di Dio ad al loro bene) per tutti coloro che osservano questo precetto.

Preghiamo: O Signore, in questo mondo tu ci hai messo in relazione a persone che ci sono superiori (come i nostri genitori, i nostri insegnanti, o le autorità legittime che guidano la vita comunitaria e sociale). Ci hai posti in relazione a persone con le quali siamo pari (come fratelli e sorelle, collaboratori, colleghi, e concittadini), come pure a persone che dipendono da noi (come subordinati in vario modo). Riconosciamo perdono per non avere preservato spesso l'onore e la dignità di tutte queste persone, di non avere onorato i doveri che ci sono propri o di averli trascurati e di avere persino danneggiato queste persone con comportamenti egoisti ed irresponsabili. Non ci siamo presi di loro la cura e la solidarietà che dovevamo loro, abbiamo preteso a viva voce i nostri diritti, veri o presunti, senza tenere debito conto dei nostri doveri. Di tutto questo ne siamo rattristati e, cercando il tuo perdono, vogliamo farne ammenda. Dacci di leggere spesso la tua parola, di ben riflettere su di essa e su quanto essa esige e di trasformarla in pratica nella nostra vita, con la dovuta sensibilità verso le altre persone. Te lo chiediamo per i meriti del sacrificio del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. E' con la sua mediazione che esprimiamo con sincerità questa nostra preghiera, fiduciosi nel tuo ascolto e perdono. Amen.


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