Liturgie/confessione di peccato/Confessione basata sul Decalogo

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Primo comandamento

Mettiamoci ora a confronto con la legge morale di Dio com'essa è stata per noi riassunta nel Decalogo. Oggi considereremo il primo comandamento. Il primo comandamento è: "Non avere altri dèi oltre a me". Nel primo comandamento si esige di conoscere e riconoscere Jahvè come l'unico e vero Dio e il nostro Dio, e come tale di rendergli culto e glorificarlo. Si proibisce, inoltre, la negazione o la negligenza nel rendere culto e nel glorificare il vero Dio come Dio e il nostro Dio, come pure rendere a qualsiasi altro il culto e la gloria che sono dovuti a Lui soltanto. Le parole "nel mio cospetto" nel primo comandamento, insegnano che Dio, che vede ogni cosa, prende particolare nota ed è molto dispiaciuto del peccato di un qualsiasi altro Dio.

Preghiamo. Di fronte alla chiara espressione della Tua volontà che stabilisce quali sia il nostro dovere di dedizione incondizionata ed esclusiva a te, riconosciamo di aver preso troppo per scontato questo comandamento come se fosse una formalità. Troppo spesso abbiamo elevato alla massima importanza per noi, se non idoli materiali, dei princìpi o delle palesi superstizioni e li abbiamo serviti. Ci siamo immaginati cose di te non insegnate dalla Tua Parola. Non ti abbiamo reso culto e glorificato e trascurato la preghiera. In questo ti abbiamo non solo rattristato, ma nella nostra perseveranza a fare ciò che ti dispiace, causato la tua giusta ira e meritato azioni disciplinari. Lo confessiamo e ti chiediamo di purificarci affinché possiamo essere riconoscenti della nostra redenzione in Cristo, in vista di una rinnovata ubbidienza. Te lo chiediamo per intercessione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. Amen.

Secondo comandamento

Disponiamoci ora ad udire la Legge di Dio affinché essa ci porti ad esaminare umilmente la nostra vita, a cercare il perdono di Dio per averla trasgredita e a rinnovare il nostro impegno a conformarci fedelmente ad essa per amore di Dio e della sua giustizia. Lo faremo leggendo oggi il secondo comandamento.

Qual è il secondo comandamento? Il secondo comandamento è: "Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il SIGNORE, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l'iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti" (Esodo 20:4-6). Il secondo comandamento esige di accogliere, osservare e conservare puro ed integro tutto quel culto ed ordinanze religiose che Dio ha stabilito nella Sua Parola. Ci proibisce pure il culto di Dio attraverso simulacri o qualsiasi altra cosa che non sia [espressamente] prescritta nella Sua Parola. Le ragioni che vengono annesse al secondo comandamento sono la sovranità che Dio esercita su di noi, il diritto peculiare che Egli ha in noi, come pure la gelosia che Egli manifesta per il culto che Gli è dovuto (dal Catechismo minore di Westminster).

Preghiamo. Signore Iddio. Davanti a quanto ci prescrivi in questo comandamento confessiamo non solo di avere spesso dato la precedenza ad altre cose prima di rendere a te il culto che ti è dovuto, ma anche di avere poi pensato di onorarti nel modo che a noi meglio ci garbava, secondo le nostre idee, preferenze e inclinazioni del momento senza considerare quanto tu prescrivi al riguardo. Non abbiamo osservato e conservato puro ed integro tutto quel culto e quelle ordinanze che tu ha stabilito nella tua Parola. Ci siamo avvalsi di ciò che tu non avevi espressamente prescritto. Abbiamo preferito le nostre tradizioni. Abbiamo ignorato il dovere di cantare i Salmi come tu ci comandi di fare. Abbiamo disprezzato la sovranità che tu eserciti verso di noi, il diritto peculiare che hai su di noi e persino negato che tutto questo ti facesse dispiacere e causasse la tua ira. Perdonaci, te ne preghiamo, e che il tuo Santo Spirito ci sostenga nella determinazione  di liberarci da tutto ciò che ti dispiace e di conformare il culto ed ogni altra cosa nella nostra vita alla tua volontà rivelata. Te lo chiediamo per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore. Amen.

Terzo Comandamento

Disponiamoci ora ad ascoltare la Legge di Dio affinché essa ci porti ad esaminare umilmente la nostra condotta, a cercare il perdono di Dio per averla trasgredita e a rinnovare il nostro impegno a conformarci fedelmente ad essa per amore di Dio e della sua giustizia. Lo faremo leggendo oggi il terzo comandamento.

Il terzo comandamento è: "Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano; perché il SIGNORE non riterrà innocente chi pronuncia il suo nome invano" (Esodo 20:7). Il terzo comandamento esige che si faccia uso dei nomi, titoli, attributi, ordinanze, Parola ed opere di Dio in modo santo e rispettoso e proibisce ogni profanazione ed abuso di tutto ciò attraverso il quale Dio si fa conoscere. A questo comandamento viene aggiunto una ragione, una motivazione. La ragione aggiunta al terzo comandamento è che per quanto i trasgressori di questo precetto possano sfuggire al castigo degli uomini, il Signore nostro Dio non permetterà che sfuggano al Suo giusto giudizio.

Preghiamo

La tua Parola ci chiama al rispetto per te, per tutto ciò che sei e ti appartiene. Quando pensiamo a questo comandamento, pensiamo di solito a ciò che chiamiamo bestemmia. Ti chiediamo perdono per tutte le volte che abbiamo lasciato correre la nostra lingua, magari in momenti di rabbia, facendo uso di espressioni che rimandato alla tua persona oppure a persone o cose che ti sono sacre ed aggiungendovi aggettivi insultanti. Riconosciamo che questa orribile e disgustosa tendenza si è radicata profondamente in noi, avendola udita così tante volte nel mondo incredulo e irriconoscente. Purifica la nostra mente e la nostra lingua affinché, ricolmi solo della tua parola, da noi per te sorgano solo espressioni di lode e di ringraziamento, pensando alla tua santità, magnificenza, giustizia ed amore. Confessiamo però anche di essere stati negligenti nell'onorare debitamente le tue ordinanze, disprezzato e criticato indebitamente il tuo popolo e coloro che ti hanno servito fedelmente nel passato. Confessiamo di non aver avuto abbastanza rispetto per la tua parola scritta o predicata, profanando ed abusando ciò attraverso il quale tu ti fai conoscere. Che il tuo Santo Spirito ci dia di rimettere a posto le nostre priorità affinché ti onoriamo in tutto ciò che pensiamo, diciamo o facciamo perché, in caso contrario non sfuggiremmo al nostro meritato castigo, ma soprattutto per amore e ricoscenza per ciò che per noi hai compiuto nel Salvatore e Signore nostro Gesù Cristo. Che sia il sangue del suo sacrificio a purificarci anche dalle nostre trasgressioni quotidiane alla tua santa volontà rivelata. Nel suo nome ti chiediamo tutto questo. Amen.

Quarto comandamento


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