Predicazioni/Efesini/Salvati per compiere opere buone

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Salvati per compiere opere buone

In vista di che cosa, a quale scopo, Dio ci ha salvati in Cristo Gesù? Una risposta popolare a questa domanda è: “Affinché noi si possa essere con Lui un giorno nella beatitudine celeste”. Salvarci dalle conseguenze temporali ed eterne del peccato ed essere in comunione con Lui, però, non è l’obiettivo primario che Dio si è posto quando misericordiosamente Dio ci ha portato al Salvatore Gesù Cristo. Il Suo obiettivo primario è affinché noi, qui e ora, ci impegniamo a compiere “opere buone”, quelle a Lui gradite e predisposte per noi. Questo è ciò che esprime il testo biblico di Efesini 2:8-10.

Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio. Non è in virtù di opere, affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le buone opere, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo”(Efesini 2:8-10).

In questo testo l’Apostolo mette prima di tutto in evidenza come sia solo per grazia che Dio ci ha salvato e siamo giunti alla fede in Cristo. Noi non possiamo vantare alcun merito in questo: è un dono di Dio. La salvezza, infatti, non è una ricompensa per le opere buone che potremmo dire di aver fatto - e questo affinché nessuno di noi possa vantarsene. Possiamo dire che la trasformazione morale e spirituale che è avvenuta e sta progredendo in noi, sia il capolavoro di Dio. E’ come se Egli ci avesse creati di nuovo: siamo stati rigenerati moralmente e spiritualmente in Cristo Gesù. Qual è però, il fine ultimo per il quale Dio fa tutto questo? L’Apostolo dice: affiché facciamo “le opere buone” che Dio ha pianificato per noi personalmente molto tempo fa affinché noi le compissimo. In altre parole, Dio ci ha inserito nel Suo progetto di restituzione di questo mondo alla Sua sovranità. Questo progetto egli lo specifica in questa lettera in 1:10“Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nei cieli, quanto quelle che sono sulla terra”, vale a dire riunire sotto l’autorità di Cristo tutto ciò che è in cielo e sulla terra. In questo contesto Dio ci ha resi “operai” alle Sue dipendenze per compiere il servizio specifico al quale Dio ci ha personalmente assegnato nel nostro luogo e tempo.

Questo “servizio specifico” che noi siamo chiamati a compiere l’Apostolo lo chiama: “buone opere”. Nel contesto biblico, "opere buone" si riferisce alleazioni che sono in linea con l’espressa volontà di Dio e che si basano sulla fede in Gesù Cristo come Salvatore.

Ai suoi discepoli Gesù dice:“In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anche egli le opere che faccio io e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre”(Giovanni 14:12). Con queste parole, Gesù promette ai suoi discepoli che, quando Egli se ne andrà, essi compiranno opere ancora più grandi di quelle che aveva fatto durante il suo ministero terreno, grazie all'aiuto del Santo Spirito che Egli avrebbe mandato loro dopo la sua risurrezione e ascensione al cielo. Le "opere ben più grandi" non si riferiscono tanto alla grandezza in senso quantitativo, ma piuttosto alla portata e all'importanza del loro impatto nella diffusione dell’Evangelo e nella costruzione del Regno di Dio sulla terra.

Queste azioni includono, ad esempio, l'amore verso il prossimo, la giustizia, la verità, la santità, la compassione, l'umiltà e l'obbedienza a Dio. Le opere buone sono una manifestazione della fede viva che i credenti hanno in Gesù Cristo e un modo per esprimere la loro gratitudine per la salvezza che hanno ricevuto attraverso di Lui. Le “opere buone” non sono un modo per guadagnarsi la salvezza o meritarsi il favore di Dio, ma sono piuttosto il frutto della salvezza che ci è stata donata gratuitamente. In breve, le "opere buone" si riferiscono alle azioni giuste e virtuose che i credenti compiono per glorificare Dio e servire il prossimo, sulla base della loro fede in Gesù Cristo.

E’ necessario, inoltre, specificare che l'amore verso il prossimo, la giustizia, la verità, la santità, la compassione, l'umiltà ecc. non sono concetti il cui contenuto possa essere definito da noi stessi o dalla comprensione che di questi termini ha la cultura secolare, ma sono definiti da Dio stesso nella Sua legge rivelata.

Martin Lutero nella sua opera "Della libertà del cristiano" (1520), afferma, infatti, che le opere buone non sono quelle che l'uomo giudica tali sulla base dei suoi valori e delle sue idee, ma sono quelle che Dio considera tali sulla base della sua Parola. Lutero scrive: "La vita cristiana consiste soltanto in questi due punti: fede in Cristo e libertà dal peccato e dalla morte, e ciò non in modo che ci disinteressiamo delle opere, ma affinché nascano e maturino dallo spirito che ci è stato donato. (...) Dunque, le opere giuste non sono quelle che noi giudichiamo tali, ma quelle che Dio giudica tali e che ci comanda nella sua Parola. (...) In sintesi, la fede sola giustifica e le opere non giustificano, ma al contrario, la giustificazione porta necessariamente con sé le opere buone. (...) Le opere buone sono necessarie, ma non per la salvezza, perché la salvezza è per la sola fede. Le opere buone servono a testimoniare la nostra fede e ad aiutare il nostro prossimo". Lutero sostiene che la giustificazione e la salvezza non sono ottenute attraverso le opere umane, ma solo attraverso la fede in Gesù Cristo. Tuttavia, le opere buone sono comunque importanti, perché sono il frutto della fede e della grazia di Dio che opera nella vita del credente. Le opere buone sono quelle che si basano sulla volontà di Dio rivelata nella Bibbia e che si riferiscono alla fede in Gesù Cristo come unico Salvatore. Queste opere non possono essere compiute attraverso la propria forza o merito, ma solo attraverso la grazia di Dio che opera nella vita del credente. In questo senso, le opere buone sono il risultato dell'obbedienza alla Parola di Dio e alla sua volontà, non della propria volontà o giudizio.

Da tutto questo deriva la necessità (e la responsabilità) che abbiamo, come singoli credenti e come comunità cristiana di “investigare” nelle Sacre Scritture quale sia l’espressa volontà di Dio nei diversi campi della nostra vita, persoinale e sociale e come essa debba essere applicata nel contesto in cui ci troviamo.

Paolo Castellina, 7-4-2023.

Domande di revisione e approfondimento

Sulla base del testo biblico di Efesini 2:8-10 e delle riflessioni fatte in questo articolo ecco una serie di domande di approfondimento.

  1. Qual è l’obiettivo primario che Dio si è posto quando misericordiosamente Egli ci ha portato al Salvatore Gesù Cristo?
  2. Nel testo biblico di Efesini 2:8-10 che cosa significa: “è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio”?
  3. Questo vuole forse dire che “le opere” possano essere trascurate?
  4. Che cosa significa: “essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le buone opere, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo”?
  5. Perché Dio vuole che noi, come cristiani, qui e ora, ci impegnamo a compiere “opere buone”, quelle a Lui gradite e predisposte per noi?
  6. Quale progetto Dio ha predisposto di realizzare per questo mondo? Quali strumenti Egli ha scelto per realizzarlo? Chi sono “gli operai” che Egli ha assunto per questo?
  7. Cosa si intende nell’ambito delle Sacre Scritture per “opere buone”?
  8. In che modo le "buone opere" sono state "precedentemente preparate" per noi da Dio?
  9. Come possono essere definiti concetti come l'amore verso il prossimo, la giustizia, la verità, la santità, la compassione, l'umiltà?
  10. Commenta con parole tue: “Le ‘opere buone’ non sono un modo per guadagnarsi la salvezza o meritarsi il favore di Dio, ma sono piuttosto il frutto della salvezza che ci è stata donata gratuitamente”.
  11. Che cosa dice Martin Lutero nella sua opera "Della libertà del cristiano" (1520) sulle opere buone?
  12. Perché come cristiani abbiamo il dovere costante di “investigare le Sacre Scritture”?
  13. Perché la legge morale rivelata da Dio in diverse maniere nell’Antico Testamento continua ad essere importante per noi come cristiani?