Predicazioni/2Tessalonicesi/Ciò che trattiene (per ora) l'Anticristo: differenze tra le versioni

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La potenza che ritiene l'Avversario, che ne impedisce per ora la manifestazione esterna è caratterizzata in modo alquanto misterioso prima con un neutro: ciò che lo ritiene, poi con un maschile: colui che ritiene. Si supponeva un tempo che fosse lo Spirito Santo, oppure un essere angelico. Se per questa potenza s'intende, come fanno i maggiori commentatori, l'impero romano o più genericamente l’autorità civile, la legge, la potestà civile (che mantiene un certo ordine e legalità), il testo si spiega facilmente. Come l'apostolo si astenga dal parlare apertamente di una futura sparizione dell'impero o della podestà civile, della “legge e dell’ordine”, e come possa chiamar lo Stato: «ciò che ritiene», e chi rappresenta e personifica lo Stato: «colui che ritiene». A suo tempo vale: nel tempo che gli è stato assegnato da Dio il quale lascia che la zizzania cresca insieme col grano fino alla maturità. Quando il lento svolgersi del male avrà fatto cadere anche l'ostacolo delle leggi e dell'autorità civile (l’anticristo, l’uomo dell’illegalità), sarà venuto il tempo favorevole alla manifestazione dell'uomo del peccato che sarà l'esponente visibile di uno stato di cose venutosi lentamente e lungamente maturando. Infatti fin dai suoi tempi Paolo poteva arguire da certi segni che l'iniquità non si lascerebbe vincere senza lottare strenuamente contro il regno di Dio. Al «mistero di pietà», al piano di Dio per la redenzione dell'umanità in Cristo, Satana contrapporrebbe il mistero dell'iniquità, il piano da lui elaborato per contrastare alla verità, per adulterarla e oscurarla, per corrompere la Chiesa e trarla all'apostasia, per impedire l'azione del lievito evangelico in seno alla società. Coll'intuito profetico di un generale dell'esercito di Cristo, Paolo vedeva nelle manifestazioni del male al suo tempo, i primi sforzi per tradurre in atti il piano segreto dell'avversario: già è all'opera il mistero dell'iniquità ossia l'iniquità operante segretamente, **sotto parvenze oneste, con mezzi subdoli, sistematicamente, secondo un piano prestabilito, che dovrà far capo a suo tempo ad una generale apostasia ed alla manifestazione dell'anticristo**. Questi sarà l'ultima e più perfetta incarnazione dell'empietà. Nella sua 1a Epistola 1Giovanni 2:18 S. Giovanni scrive: «Figliuoletti, è l'ultima ora e come avete udito che ha da venire l'anticristo, sappiate che fin da ora vi sono molti anticristi». Confr. 1 Giovanni 2:22; 4:3; 2 Giovanni 7. Anche qui l'opera dei molti anticristi che negano il Padre ed il Figlio appiana la via al supremo campione dello spirito anticristiano. Per ora, l'apparizione dell'empio non è possibile perchè v'è colui che trattiene, vale a dire il rappresentante dello Stato (l'imperatore romano), le leggi civili (oggi la Costituzione, la Carta dei Diritti Umani) che si opporrebbe a chiunque osasse porsi al di sopra di ogni legge, di ogni autorità, di ogni religione, e proclamarsi Dio. Quando «chi ritiene» sarà tolto di mezzo, in che modo non si dice, il terreno sarà libero per l'uomo del peccato. '''Oggi, in effetti, le autorità, con il pretesto della crisi sanitaria) si sentono giustificate a torcere, scavalcare ed alla fine ignorare legge e diritti, per imporre il loro arbitrio e raggiungere i propri obiettivi di controllo totale della popolazione (corpo, mente ed anima).''' Si può supporre che questi freni etici e morali verranno quindi sempre meno e quindi saranno aperte le porte al totale arbitrio disumano (e sicuramente, come si dice oggi, “post-umano” delle potenze anticristiche. ...Finché queste forze verranno spazzate via del Cristo.
La potenza che ritiene l'Avversario, che ne impedisce per ora la manifestazione esterna è caratterizzata in modo alquanto misterioso prima con un neutro: ciò che lo ritiene, poi con un maschile: colui che ritiene. Si supponeva un tempo che fosse lo Spirito Santo, oppure un essere angelico. Se per questa potenza s'intende, come fanno i maggiori commentatori, l'impero romano o più genericamente l’autorità civile, la legge, la potestà civile (che mantiene un certo ordine e legalità), il testo si spiega facilmente. Come l'apostolo si astenga dal parlare apertamente di una futura sparizione dell'impero o della podestà civile, della “legge e dell’ordine”, e come possa chiamar lo Stato: «ciò che ritiene», e chi rappresenta e personifica lo Stato: «colui che ritiene». A suo tempo vale: nel tempo che gli è stato assegnato da Dio il quale lascia che la zizzania cresca insieme col grano fino alla maturità. Quando il lento svolgersi del male avrà fatto cadere anche l'ostacolo delle leggi e dell'autorità civile (l’anticristo, l’uomo dell’illegalità), sarà venuto il tempo favorevole alla manifestazione dell'uomo del peccato che sarà l'esponente visibile di uno stato di cose venutosi lentamente e lungamente maturando. Infatti fin dai suoi tempi Paolo poteva arguire da certi segni che l'iniquità non si lascerebbe vincere senza lottare strenuamente contro il regno di Dio. Al «mistero di pietà», al piano di Dio per la redenzione dell'umanità in Cristo, Satana contrapporrebbe il mistero dell'iniquità, il piano da lui elaborato per contrastare alla verità, per adulterarla e oscurarla, per corrompere la Chiesa e trarla all'apostasia, per impedire l'azione del lievito evangelico in seno alla società. Coll'intuito profetico di un generale dell'esercito di Cristo, Paolo vedeva nelle manifestazioni del male al suo tempo, i primi sforzi per tradurre in atti il piano segreto dell'avversario: già è all'opera il mistero dell'iniquità ossia l'iniquità operante segretamente, **sotto parvenze oneste, con mezzi subdoli, sistematicamente, secondo un piano prestabilito, che dovrà far capo a suo tempo ad una generale apostasia ed alla manifestazione dell'anticristo**. Questi sarà l'ultima e più perfetta incarnazione dell'empietà. Nella sua 1a Epistola 1Giovanni 2:18 S. Giovanni scrive: «Figliuoletti, è l'ultima ora e come avete udito che ha da venire l'anticristo, sappiate che fin da ora vi sono molti anticristi». Confr. 1 Giovanni 2:22; 4:3; 2 Giovanni 7. Anche qui l'opera dei molti anticristi che negano il Padre ed il Figlio appiana la via al supremo campione dello spirito anticristiano. Per ora, l'apparizione dell'empio non è possibile perchè v'è colui che trattiene, vale a dire il rappresentante dello Stato (l'imperatore romano), le leggi civili (oggi la Costituzione, la Carta dei Diritti Umani) che si opporrebbe a chiunque osasse porsi al di sopra di ogni legge, di ogni autorità, di ogni religione, e proclamarsi Dio. Quando «chi ritiene» sarà tolto di mezzo, in che modo non si dice, il terreno sarà libero per l'uomo del peccato. '''Oggi, in effetti, le autorità, con il pretesto della crisi sanitaria) si sentono giustificate a torcere, scavalcare ed alla fine ignorare legge e diritti, per imporre il loro arbitrio e raggiungere i propri obiettivi di controllo totale della popolazione (corpo, mente ed anima).''' Si può supporre che questi freni etici e morali verranno quindi sempre meno e quindi saranno aperte le porte al totale arbitrio disumano (e sicuramente, come si dice oggi, “post-umano” delle potenze anticristiche. ...Finché queste forze verranno spazzate via del Cristo.


== Commento di Calvino alla Bibbia ==
== Dal commentario di Giovanni Calvino ==


E ora cosa trattiene Τὸ κατέχον significa qui propriamente impedimento o occasione di ritardo. Crisostomo, che pensa che questo possa essere inteso solo come riferito allo Spirito, o all'Impero Romano, preferisce appoggiarsi a quest'ultima opinione. Assegna una ragione plausibile — perché Paolo non avrebbe parlato dello Spirito in termini enigmatici, (655) ma parlando dell'Impero Romano ha voluto evitare di suscitare sensazioni spiacevoli. Dichiara anche il motivo per cui lo stato dell'Impero Romano ritarda la rivelazione dell'Anticristo - che, poiché la monarchia di Babilonia fu rovesciata dai Persiani e dai Medi, e i Macedoni, dopo aver vinto i Persiani, ripresero possesso della monarchia, e i Macedoni furono infine soggiogati dai Romani, così l'Anticristo si impadronì della vacante supremazia dell'Impero Romano. Non c'è una di queste cose che non sia stata poi confermata da un avvenimento reale. Il Crisostomo, dunque, parla veramente per quanto riguarda la storia. '''Sono dell'opinione, tuttavia, che l'intenzione di Paolo fosse diversa da questa: che la dottrina del Vangelo avrebbe richiesto di essere diffusa qua e là, fino a quando quasi tutto il mondo fosse stato condannato per ostinazione e deliberata malizia.''' Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza. fino a quando quasi tutto il mondo fu condannato per ostinazione e deliberata malizia. Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza. fino a quando quasi tutto il mondo fu condannato per ostinazione e deliberata malizia. Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza.
E ora cosa trattiene Τὸ κατέχον significa qui propriamente impedimento o occasione di ritardo. Crisostomo, che pensa che questo possa essere inteso solo come riferito allo Spirito, o all'Impero Romano, preferisce appoggiarsi a quest'ultima opinione. Assegna una ragione plausibile — perché Paolo non avrebbe parlato dello Spirito in termini enigmatici, (655) ma parlando dell'Impero Romano ha voluto evitare di suscitare sensazioni spiacevoli. Dichiara anche il motivo per cui lo stato dell'Impero Romano ritarda la rivelazione dell'Anticristo - che, poiché la monarchia di Babilonia fu rovesciata dai Persiani e dai Medi, e i Macedoni, dopo aver vinto i Persiani, ripresero possesso della monarchia, e i Macedoni furono infine soggiogati dai Romani, così l'Anticristo si impadronì della vacante supremazia dell'Impero Romano. Non c'è una di queste cose che non sia stata poi confermata da un avvenimento reale. Il Crisostomo, dunque, parla veramente per quanto riguarda la storia. '''Sono dell'opinione, tuttavia, che l'intenzione di Paolo fosse diversa da questa: che la dottrina del Vangelo avrebbe richiesto di essere diffusa qua e là, fino a quando quasi tutto il mondo fosse stato condannato per ostinazione e deliberata malizia.''' Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza. fino a quando quasi tutto il mondo fu condannato per ostinazione e deliberata malizia. Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza. fino a quando quasi tutto il mondo fu condannato per ostinazione e deliberata malizia. Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza.

Versione attuale delle 18:05, 5 dic 2021

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τὸ κατέχον - ciò che trattiene (per ora) l'Anticristo

Mi hanno chiesto oggi una spiegazione di questo testo di 1 Tessalonicesi, nel quale si parla dell'arrivo dell'Anticristo: *Non vi ricordate che quand'ero ancora presso di voi io vi dicevo queste cose? E ora voi sapete quel che lo ritiene ond'egli sia manifestato a suo tempo* (2 Tessalonicesi 2:5-6). Chi sta trattenendo ora l'arrivo dell'Anticristo per eccellenza e quando questi freni saranno mollati?

L'origine del termine (τὸ κατέχον, tò catechon) è in Paolo che se ne serve in un contesto escatologico, per indicare il potere che tiene a freno l'avanzata dell'Anticristo (ciò che impedisce di fatto la sua piena manifestazione) prima del disastro finale e della parusia di Cristo. Il termine è usato nella teologia cristiana per indicare un'entità collegata alla manifestazione dell'Anticristo. I Tessalonicesi non avevano posto mente o avevano dimenticato questi insegnamenti orali di Paolo, dati un po' rapidamente nel breve suo soggiorno nella loro città e non potuti ribadire e spiegare. Il non conoscere noi il tenore dell'insegnamento orale a cui si riferisce l'apostolo **costituisce una delle maggiori difficoltà dell'interpretazione di questo brano profetico**. Non sappiamo, quindi, con certezza. Possiamo fare solo delle ipotesi. L’Apostolo parla dell'apostasia, dell'uomo del peccato, di quel che lo trattiene, del mistero d'iniquità, come di cose non nuove per i Tessalonicesi che avevano udito la sua parola, ma nuove per chi non possiede che i suoi scritti e non le trova in questi altrimenti spiegate.

La potenza che ritiene l'Avversario, che ne impedisce per ora la manifestazione esterna è caratterizzata in modo alquanto misterioso prima con un neutro: ciò che lo ritiene, poi con un maschile: colui che ritiene. Si supponeva un tempo che fosse lo Spirito Santo, oppure un essere angelico. Se per questa potenza s'intende, come fanno i maggiori commentatori, l'impero romano o più genericamente l’autorità civile, la legge, la potestà civile (che mantiene un certo ordine e legalità), il testo si spiega facilmente. Come l'apostolo si astenga dal parlare apertamente di una futura sparizione dell'impero o della podestà civile, della “legge e dell’ordine”, e come possa chiamar lo Stato: «ciò che ritiene», e chi rappresenta e personifica lo Stato: «colui che ritiene». A suo tempo vale: nel tempo che gli è stato assegnato da Dio il quale lascia che la zizzania cresca insieme col grano fino alla maturità. Quando il lento svolgersi del male avrà fatto cadere anche l'ostacolo delle leggi e dell'autorità civile (l’anticristo, l’uomo dell’illegalità), sarà venuto il tempo favorevole alla manifestazione dell'uomo del peccato che sarà l'esponente visibile di uno stato di cose venutosi lentamente e lungamente maturando. Infatti fin dai suoi tempi Paolo poteva arguire da certi segni che l'iniquità non si lascerebbe vincere senza lottare strenuamente contro il regno di Dio. Al «mistero di pietà», al piano di Dio per la redenzione dell'umanità in Cristo, Satana contrapporrebbe il mistero dell'iniquità, il piano da lui elaborato per contrastare alla verità, per adulterarla e oscurarla, per corrompere la Chiesa e trarla all'apostasia, per impedire l'azione del lievito evangelico in seno alla società. Coll'intuito profetico di un generale dell'esercito di Cristo, Paolo vedeva nelle manifestazioni del male al suo tempo, i primi sforzi per tradurre in atti il piano segreto dell'avversario: già è all'opera il mistero dell'iniquità ossia l'iniquità operante segretamente, **sotto parvenze oneste, con mezzi subdoli, sistematicamente, secondo un piano prestabilito, che dovrà far capo a suo tempo ad una generale apostasia ed alla manifestazione dell'anticristo**. Questi sarà l'ultima e più perfetta incarnazione dell'empietà. Nella sua 1a Epistola 1Giovanni 2:18 S. Giovanni scrive: «Figliuoletti, è l'ultima ora e come avete udito che ha da venire l'anticristo, sappiate che fin da ora vi sono molti anticristi». Confr. 1 Giovanni 2:22; 4:3; 2 Giovanni 7. Anche qui l'opera dei molti anticristi che negano il Padre ed il Figlio appiana la via al supremo campione dello spirito anticristiano. Per ora, l'apparizione dell'empio non è possibile perchè v'è colui che trattiene, vale a dire il rappresentante dello Stato (l'imperatore romano), le leggi civili (oggi la Costituzione, la Carta dei Diritti Umani) che si opporrebbe a chiunque osasse porsi al di sopra di ogni legge, di ogni autorità, di ogni religione, e proclamarsi Dio. Quando «chi ritiene» sarà tolto di mezzo, in che modo non si dice, il terreno sarà libero per l'uomo del peccato. Oggi, in effetti, le autorità, con il pretesto della crisi sanitaria) si sentono giustificate a torcere, scavalcare ed alla fine ignorare legge e diritti, per imporre il loro arbitrio e raggiungere i propri obiettivi di controllo totale della popolazione (corpo, mente ed anima). Si può supporre che questi freni etici e morali verranno quindi sempre meno e quindi saranno aperte le porte al totale arbitrio disumano (e sicuramente, come si dice oggi, “post-umano” delle potenze anticristiche. ...Finché queste forze verranno spazzate via del Cristo.

Dal commentario di Giovanni Calvino

E ora cosa trattiene Τὸ κατέχον significa qui propriamente impedimento o occasione di ritardo. Crisostomo, che pensa che questo possa essere inteso solo come riferito allo Spirito, o all'Impero Romano, preferisce appoggiarsi a quest'ultima opinione. Assegna una ragione plausibile — perché Paolo non avrebbe parlato dello Spirito in termini enigmatici, (655) ma parlando dell'Impero Romano ha voluto evitare di suscitare sensazioni spiacevoli. Dichiara anche il motivo per cui lo stato dell'Impero Romano ritarda la rivelazione dell'Anticristo - che, poiché la monarchia di Babilonia fu rovesciata dai Persiani e dai Medi, e i Macedoni, dopo aver vinto i Persiani, ripresero possesso della monarchia, e i Macedoni furono infine soggiogati dai Romani, così l'Anticristo si impadronì della vacante supremazia dell'Impero Romano. Non c'è una di queste cose che non sia stata poi confermata da un avvenimento reale. Il Crisostomo, dunque, parla veramente per quanto riguarda la storia. Sono dell'opinione, tuttavia, che l'intenzione di Paolo fosse diversa da questa: che la dottrina del Vangelo avrebbe richiesto di essere diffusa qua e là, fino a quando quasi tutto il mondo fosse stato condannato per ostinazione e deliberata malizia. Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza. fino a quando quasi tutto il mondo fu condannato per ostinazione e deliberata malizia. Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza. fino a quando quasi tutto il mondo fu condannato per ostinazione e deliberata malizia. Infatti non c'è dubbio che i Tessalonicesi avevano udito dalla bocca di Paolo di questo impedimento, di qualunque genere fosse, poiché egli ricorda loro ciò che aveva precedentemente insegnato in loro presenza.

Lascia che i miei lettori considerino ora quale dei due è il più probabile: oche Paolo dichiarò che la luce del Vangelo doveva essere diffusa in tutte le parti della terra prima che Dio lasciasse così le redini a Satana, o che il potere del Romano L'Impero ostacolava l'ascesa dell'Anticristo, in quanto poteva solo sfondare in un possesso vacante. Mi sembra almeno di sentire Paolo discorrere sulla chiamata universale delle genti — chela grazia di Dio deve essere offerta a tutti — che Cristo deve illuminare il mondo intero con il suo vangelo, affinché l'empietà degli uomini sia più pienamente attestato e dimostrato. Questo, quindi, era il ritardo, fino a quando la carriera del Vangelo fosse completata, perché un grazioso invito alla salvezza era il primo nell'ordine. (656) Quindi aggiunge,ai suoi tempi, perché la vendetta era matura dopo che la grazia era stata respinta. (657)

(655) “En termes couuerts ou obscurs”; — "In termini nascosti o oscuri."

(656) “ D'autant que l'ordre que Dieu vouloit tenir, requeroit que le monde premierement fust d'vne liberalite gratuite conuié a salut;” — «In quanto l'ordine che Dio si proponeva di mantenere, esigeva che il mondo fosse anzitutto invitato alla salvezza da una graziosa liberalità».

(657) “La droite saison de la vengeance estoit apres la grace reiette;” — "La giusta stagione della vendetta era dopo che la grazia era stata respinta".