Predicazioni/Giovanni/Il potenziamento cognitivo opera dello Spirito Santo

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Il potenziamento cognitivo opera dello Spirito Santo

Mentre chi domina questo mondo vorrebbe farlo in modo incontrastato rendendo la popolazione stupida, ignorante, sottomessa e servile, il Signore e Salvatore Gesù Cristo mira a formare i Suoi discepoli come persone libere e dotate di un sano senso critico per restituirle alla dignità di figli di Dio. Lo faceva durante il suo ministero terreno e lo fa ancora oggi, nonostante le sempre presenti contraffazioni, attraverso l’azione e l’efficace potenziamento operato dallo Spirito Santo promesso. Il testo che esaminiamo oggi, in Giovanni 16:5-15, ce ne parla. Egli è lo Spirito della verità e fra le Sue opere vi è il “potenziamento cognitivo” della comunità cristiana. Che vuol dire?

Una popolazione ben controllata?

L'istupidimento generale della popolazione sembra essere l’obiettivo che si pone il sistema in cui viviamo per poterci meglio dominare. Cerca di realizzarlo alterando la nostra percezione della realtà, riducendo le nostre conoscenze e sopprimendo il nostro senso critico per neutralizzare l’efficacia di ogni possibile opposizione. A questo fine utilizza una varietà di strumenti come i programmi del sistema educativo pubblico che impartiscono nozioni schematiche e controllate ad arte intese a “educarci” a diventare consumatori e servi fedeli. Lo fa attraverso la spazzatura di cui ci riempie la testa “l’industria dell’intrattenimento” per distrarci con lo sport e lo spettacolo. Per “i tipi religiosi”, poi, utilizza religioni asservite al potere che, come droghe, ne proiettano i fedeli in mondi di fantasia atti a non far sì che essi mettano in discussione l’ordinamento stabilito, anzi a servirlo. Tutto questo è sotto il controllo di una sorta di “ministero della verità di stato” che si premura che tutto “funzioni a dovere” per garantire i fini dei potentati che tutto vorrebbero controllare.

Educazione alla libertà

Il movimento cristiano autentico, lungi dall’essere al servizio del potere, era e rimane forza di liberazione. Essere discepoli di Gesù, il Maestro per eccellenza, voleva e vuol dire sottoporsi a quella formazione che ci restituisce alla dignità di figli di Dio, com’è scritto: “Guardate che non vi sia qualcuno che faccia di voi sua preda con la filosofia e con la vanità ingannatrice secondo la tradizione degli uomini, gli elementi del mondo” (Colossesi 2:8). Che sarebbe avvenuto, però, ai Suoi discepoli quando Gesù non sarebbe stato più fisicamente con loro? Fino a quel momento Egli li aveva conservati e protetti [1], ma dopo? Il movimento cristiano si sarebbe forse sciolto ed essi sarebbero stati dispersi come i seguaci di alcuni falsi messia del passato [2]? No, secondo la promessa stessa di Gesù, essi avrebbero goduto della presenza con loro dello Spirito Santo che avrebbe preso il Suo posto fino al giorno del Suo ritorno per renderli efficaci nell’adempimento del loro mandato - e così è stato.

Che significa e qual’è la funzione del santo Spirito di Dio? Ascoltiamo una parte del “discorso di addio” di Gesù ai Suoi discepoli, come lo troviamo nel vangelo secondo Giovanni al capitolo 16 dal versetto 5 a 15. Avevamo già cominciato a trattarlo la scorsa settimana [3].

“(5) Ma ora me ne vado a colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: 'Dove vai?'. (6) Invece, perché vi ho detto queste cose, la tristezza vi ha riempito il cuore. (7) Pure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore, ma, se me ne vado, io ve lo manderò. (8) Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. (9) Quanto al peccato, perché non credono in me; (10) quanto alla giustizia, perché me ne vado al Padre e non mi vedrete più; (11) quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. (12) Molte cose ho ancora da dirvi, ma non sono per ora alla vostra portata, (13) però quando sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito e vi annuncerà le cose a venire. (14) Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve l'annuncerà. (15) Tutte le cose che ha il Padre, sono mie: per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà” (Giovanni 16:5-15).

Il Vicario di Cristo

Come doveva essere affascinante stare con i primi discepoli di Gesù alla presenza fisica di Gesù, il Maestro per eccellenza, fonte senza pari della sapienza di Dio! Quando Egli aveva annunciato loro la Sua prossima dipartita, questo li aveva riempiti di tristezza, anzi, di sgomento! Lo sgomento è un grave turbamento simile a quello che coglie un bambino quando, per qualche terribile motivo, perde per sempre i suoi genitori. È proprio a questo sentimento che Gesù risponde loro dicendo: “Non vi lascerò orfani; tornerò a voi” (Giovanni 14:18). Egli non stava allora parlando del Suo promesso ritorno “alla fine dei tempi”, al quale non avrebbero direttamente partecipato, ma della discesa su di loro di una speciale presenza di Dio, quella dello Spirito Santo, che l’avrebbe, per così dire, “rimpiazzato”, anzi non solo, ma moltiplicato la sua forza! Sarebbe stato “un rimpiazzo” utile e necessario! Gesù, infatti, dice loro: “... la tristezza vi ha riempito il cuore. Pure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore, ma, se me ne vado, io ve lo manderò” (Giovanni 16:5-7). Non si sarebbe trattato - bisogna dirlo - di un uomo ad assumere la funzione di “vicario di Cristo” al Suo posto. Chi, a qualunque preteso titolo, si fosse presentato in quel modo sarebbe stato senz’altro un usurpatore sotto mentite spoglie. Gesù parla dello Spirito Santo di Dio, che, con il Suo popolo, ma anche fuori di esso, opera libero e sovrano.

Il dono della presenza di Dio fra il Suo popolo come Spirito Santo potrebbe forse sembrarci qualcosa di alquanto “inconsistente”. Di fatto, per questo motivo, corriamo sempre il rischio, l’errore, di “concretizzarlo” in qualche modo. La presenza dello Spirito Santo non è neanche coltivare un vago sentimento come il ricordo di una persona scomparsa a noi cara che ci rimane nel cuore e che è nutrito dal guardarne ogni tanto la fotografia o che compare nei nostri sogni. Quella dello Spirito Santo non si tratta nemmeno di un’esperienza mistica, sacramentale o miracolistica che sia - cosa che si potrebbe pure falsificare. Quella dello Spirito Santo è piuttosto una presenza che si manifesta in quello che potremmo chiamare il “potenziamento cognitivo” dei discepoli di Gesù - cosa che non può che produce tangibili frutti nel popolo di Dio, a Lui consacrato.

Gesù spiega la funzione che avrebbe avuto la presenza dello Spirito Santo nella comunità cristiana con vari termini. Ne abbiamo considerato uno la settimana scorsa quando, dallo stesso testo di Giovanni 16 abbiamo discusso del significato di Spirito Santo come di Colui che opera, nella proclamazione dell’Evangelo, come “avvocato dell’accusa”. L’avevamo considerato in modo esteso: Egli agisce attraverso la fedele proclamazione dell’Evangelo, per evidenziare la colpevolezza umana e far prendere coscienza che abbiamo bisogno di un Salvatore che ci liberi dalle conseguenze temporali ed eterne del peccato. Oggi consideriamo quanto Gesù, in quel testo, particolarmente afferma nei versetti da 12 a 15.

Molte cose da imparare

Gesù, prima di tutto, dice ai Dodici: “Molte cose ho ancora da dirvi” (12a). Quanto Gesù ha insegnato nel Suo ministero terreno non è solo contenuto nei vangeli che ci sono pervenuti e che lo Spirito Santo stesso ha stabilito come autorevoli e canonici, cioè quelli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Lì c’è sicuramente la base del messaggio cristiano. Su di essa, però, gli apostoli, insieme ai profeti dell’Antico Testamento, hanno edificato più tardi, elaborandolo, il complesso autorevole e normativo della dottrina cristiana. L’apostolo Paolo, riferendosi a questo “edificio”, scrive: “... essendo stati edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare” (Efesini 2:20). Nello specifico, lo Spirito avrebbe a suo tempo rivelato agli Apostoli “tutta la verità”, l’intera verità. Essa avrebbe incluso la spiegazione del pieno significato della passione, morte e risurrezione di Gesù così come tutta la rivelazione ora contenuta nel Nuovo Testamento. Esso, infatti, insegna il complesso della teologia cristiana, dell’antropologia cristiana, dell’etica cristiana e dell’escatologia cristiana - solo per citare alcuni campi importanti. Come dice l’apostolo Paolo, evidenziando l’ampiezza del suo ministero: “... io non mi sono tirato indietro dall'annunciarvi tutto il consiglio di Dio” (Atti 20:27).

Questo “materiale extra”, non contenuto se non “in nuce” nei quattro vangeli, non ha a che fare con le pretese del Cattolicesimo romano o di certe organizzazioni religiose settarie, che, negando la completa sufficienza delle Sacre Scritture canoniche, sostiene che Gesù avrebbe indicato allora il sorgere nel tempo di nuove rivelazioni e dogmi sconosciuti al tempo degli Apostoli, e questo per giustificare lo sviluppo del “magistero ecclesiastico” o di altri insegnamenti spuri. Gesù, di fatto, stava parlando ai suoi primi discepoli come ci si può rivolgere a un bambino delle elementari prospettando loro la maggiore conoscenza che avrebbero conseguito frequentando “le scuole superiori”, quelle dello Spirito Santo che, come affermano subito dopo le parole di Gesù: “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve l'annuncerà” (14). Si tratta sempre dell’insegnamento di Gesù, e non di altri quello che doveva essere normativo. L’apostolo Paolo scrive: “... perché per nostro mezzo impariate a praticare il ‘non oltre quel che è scritto’, affinché non vi gonfiate d'orgoglio esaltando l'uno a danno dell'altro” (1 Corinzi 4:6). Significativo è, a questo riguardo, pure ciò che è scritto al termine delle rivelazioni del libro dell’Apocalisse: “Io lo dichiaro a ognuno che ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali le piaghe descritte in questo libro e, se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della città santa, che sono descritti in questo libro” (Apocalisse 21:18-19).

Gradualità dell’insegnamento

Gesù dice allora ai Suoi Dodici: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma non sono per ora alla vostra portata” (12). In che senso quelle cose non erano in quel tempo “alla loro portata”, anche tradotto: “ora sarebbe troppo per voi” (TILC)?

In questo versetto, Gesù sta parlando ai suoi discepoli prima della sua passione, morte e resurrezione. Egli dice qui che c'era ancora molto che doveva insegnare loro, ma che non era ancora il momento per loro di comprendere appieno tutte le implicazioni della Sua opera. In effetti, nonostante avessero passato circa tre anni con Gesù, avevano ancora da ricevere insegnamenti più profondi e significativi che essi allora non potevano ancora comprendere a causa del loro livello di comprensione, esperienza spirituale e maturità. Fra di questi il rigetto, da parte della maggior parte del popolo ebraico, di Gesù come Messia e l’estensione mondiale del popolo di Dio che sarebbe sorta dall’annuncio dell’Evangelo. Lo Spirito Santo, scendendo su di loro nel giorno di Pentecoste, avrebbe per loro così significato un potenziamento cognitivo che li avrebbe resi gradualmente idonei a diventare il tramite della divina rivelazione per i cristiani di ogni tempo e paese.

Ci sono indubbiamente anche per noi insegnamenti più profondi e significativi nella vita e nella fede cristiana che possono richiedere tempo, esperienza e maturità spirituale per essere compresi appieno. Il dono della promessa presenza dello Spirito Santo di Dio non ci rende immediatamente consapevoli e competenti, ma è un invito a continuare a crescere e a imparare nella nostra fede, sapendo che ci sono sempre nuovi livelli di comprensione e di significato, una maturità che possiamo e dobbiamo raggiungere. Lo esprime ancora l’apostolo Paolo: “ ... fra quelli che sono maturi, noi esponiamo una sapienza, però una sapienza non di questo secolo né dei dominatori di questo secolo che stanno per essere annientati, ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria” (1 Corinzi 2:4-7).

Lo Spirito Santo di Dio promuove la nostra maturità cristiana quando ci nutriamo costantemente della Parola di Dio, approfondendone i multiformi aspetti nell’ambito della comunità cristiana sia dei tempi passati che di oggi [4]. È allora che acquisiamo (1) maggiore comprensione della Parola che ci aiuta a discernere la volontà di Dio per la nostra vita; (2) consolazione, perché ci sarà una fonte di conforto e sostegno in momenti di prova e sofferenza; (3) santificazione, perché saremo gradualmente trasformati rendendoci più simili a Cristo e liberandoci dal peccato; (4) maggiore consapevolezza di essere parte di una comunità di fede, dove possiamo sostenere e incoraggiare gli uni gli altri nella nostra crescita spirituale; (5) guida e discernimento: saremo guidati nella nostra vita quotidiana, aiutandoci a prendere decisioni sagge e a vivere secondo la volontà rivelata di Dio.

Strettamente in sintonia trinitaria

Dal nostro testo risulta infine evidente come lo Spirito Santo di Dio operi in stretta sintonia con il Signore e Salvatore Gesù Cristo e, a sua volta, con Dio Padre. I propositi di Dio nella storia si realizzano infatti nella completa sintonia trinitaria di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, dove ciascuna Persona ha le sue funzioni specifiche da assolvere.

Lo Spirito Santo di Dio, dice il versetto 13, guidandoci in tutta la verità, perché è lo Spirito della verità, “non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito e vi annuncerà le cose a venire”. Egli non insegnerà cose indipendenti da quelle insegnate da Cristo Gesù ma allargherà le nostre “prospettive storiche” sul passato, presente e futuro dei propositi di Dio. Egli ci rende consapevoli del giudizio in cui incorrerà questo mondo empio ed incredulo come pure del “nuovo cielo e della nuova terra” che lo soppianterà, quello al quale fin da ora ci chiama ad esserne con Lui i costruttori. Lo Spirito Santo di Dio, Gesù dice ai Suoi discepoli, sarà impegnato a glorificare Egli stesso, il Cristo, perché “Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve l'annuncerà”. L’Evangelo di Cristo e la sua efficacia di salvezza ad ogni livello sarà glorificato nella vita e testimonianza dl popolo che Gli appartiene. Perché? Perché, prosegue il testo: “Tutte le cose che ha il Padre, sono mie: per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà” (15).

Conclusione

La presenza ed opera dello Spirito Santo, quindi, secondo l’insegnamento dell’apostolo Giovanni, confortato dall’intero Nuovo Testamento, ha soprattutto quello che abbiamo chiamato un “potenziamento cognitivo” sia a livello personale che in quanto comunità cristiana. Esso, ben lungi dal farci diventare servi stupidi ed ignoranti del sistema, ci rende persone consapevolmente istruite ed impegnate qui ed ora, dotate di senso critico verso il mondo - le persone alle quali il Signore e Salvatore Gesù Cristo ha restituito la dignità e la libertà, quella che ci era stata sottratta, di figli di Dio. Strumento di questo “potenziamento cognitivo”, opera dello Spirito Santo è il tesoro della Bibbia stessa. Come afferma la Confessione di fede di Westminster: “L'intero consiglio di Dio al riguardo di tutte le cose necessarie alla Sua propria gloria, la salvezza degli uomini, la fede e la vita, è espressamente contenuto nella Scrittura, oppure può esserne derivato come conseguenza buona e necessaria. Ad esso nulla mai potrà essere aggiunto, né per nuove rivelazioni dello Spirito o per tradizio­ne umana. Ciononos­tante, per la comprensione salvifica di ciò che è rivelato nella Parola, riconosciamo necessaria l'illumina­zione interiore dello Spirito di Dio” (Confessione di fede di Westminster 1:16).

Che lo Spirito Santo di Dio possa così operare anche in voi che avete seguito fino a questo punto questa esposizione dell’insegnamento della Parola di Dio.

Paolo Castellina, 8 Marzo 2024

Note

  • [1] “Mentre io ero con loro, io li conservavo nel tuo nome; quelli che tu mi hai dati, li ho anche custoditi e nessuno di loro è perito, tranne il figlio di perdizione, affinché la Scrittura fosse adempiuta” (Giovanni 17:12).
  • [2] “Dopo costui, sorse Giuda il Galileo, ai giorni del censimento, e si trascinò dietro della gente; anch'egli perì e tutti coloro che gli avevano prestato fede furono dispersi” (Atti 5:37).
  • [3] A questo collegamento: https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Predicazioni/Giovanni/Il_tribunale_supremo_di_Dio_e_i_suoi_avvocati
  • [4] In che modo lo Spirito Santo ci fa crescere in maturità spirituale? Lo Spirito Santo è una presenza attiva e vitale nella vita dei cristiani, e svolge un ruolo cruciale nel guidare e sostenere la crescita spirituale. Attraverso la fede in Cristo, lo Spirito Santo viene donato a coloro che credono e li trasforma gradualmente in persone nuove, conformandoli all'immagine di Cristo. Ecco alcuni modi in cui lo Spirito Santo ci aiuta a crescere in maturità spirituale:
    • Illuminazione: Lo Spirito Santo ci guida nella comprensione della Parola di Dio e ci aiuta a discernere la volontà di Dio per la nostra vita. Come si legge in Giovanni 16:13: "Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito e vi annunzierà le cose future".
    • Consolazione: Lo Spirito Santo è una fonte di conforto e sostegno in momenti di prova e sofferenza. Come si legge in Giovanni 14:26: "Ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che io vi ho detto".
    • Santificazione: Lo Spirito Santo ci trasforma gradualmente, rendendoci più simili a Cristo e liberandoci dal peccato. Come si legge in Romani 8:13: "Se però con lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete".
    • Unità: Lo Spirito Santo ci unisce in una comunità di fede, dove possiamo sostenere e incoraggiare gli uni gli altri nella nostra crescita spirituale. Come si legge in Efesini 4:3-4: "sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace. Un solo corpo e un solo Spirito, come pure siete stati chiamati a una sola speranza, che è la vostra vocazione".
    • Guida e discernimento: Lo Spirito Santo ci guida nella nostra vita quotidiana, aiutandoci a prendere decisioni sagge e a vivere secondo la volontà di Dio. Come si legge in Romani 8:14: "poiché tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio".

In sintesi, lo Spirito Santo è un dono prezioso che ci aiuta a crescere in maturità spirituale, guidandoci nella comprensione della Parola di Dio, sostenendoci nelle difficoltà, trasformandoci gradualmente e unendoci in una comunità di fede. Attraverso la fede in Cristo e la presenza dello Spirito Santo, possiamo continuare a crescere e a maturare nella nostra vita spirituale.

Supplemento

Come creature di Dio non nasciamo come una “tabula rasa” priva di conoscenze, ma, a ca usa del peccato che ci accomuna e distorce le nostre facoltà cognitive, abbiamo bisogno di insegnamento. Sul concetto di “tabula rasa” vedi questa sintesi: https://it.wikipedia.org/wiki/Tabula_rasa

Perché il peccato distorce le nostre conoscenze? Vedi l’articolo che parla degli “effetti noetici del peccato”: https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Filosofia/Gli_effetti_noetici_del_peccato

Il Cattolicesimo romano ed altri giustificano variamente le loro aggiunte alla Rivelazione biblica sostenendo che essa non sarebbe sufficiente. Essa opera inferenze illegittime. Quali sono? E quali sono le conseguenze buone e necessarie dall’insegnamento della Scrittura? Vedasi: https://www.tempodiriforma.it/mw/index.php?title=Bibbia/Conseguenze_buone_e_necessarie