Letteratura/Midollo Sacra Teologia/8 Della Creazione
Capitolo 8. La Creazione
1. L'Efficacia creativa di Dio si manifesta nella Creazione e nella Provvidenza [cap. 9].
2. La Creazione è l'efficacia operativa di Dio con la quale in principio Egli creò il Mondo dal nulla e molto buono.
3. La Creazione attiva la si concepisce di solito come la modalità di un'azione transitoria, nella quale c'è sempre un Oggetto presupposto e sul quale l'agente opera. L'opera della Creazione, però, è transitoria solo dal punto di vista formale o virtuale, perché la Creazione non presuppone un Oggetto, ma lo crea dal nulla[1].
4. La Creazione passiva[2] è concepita come la modalità di una mutazione, il che è impropriamente chiamata mutazione.
5. La Creazione riguarda l'universo intero, cioè tutto ciò che esiste oltre a Dio.
6. Quindi, tutte le cose che esistono oltre a Dio sono create, e sono create completamente; cioè, sono create secondo la loro materia, così come secondo la loro forma.
- Apocalisse 4:11 - "Degno sei, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, poiché tu creasti tutte le cose e per la tua volontà esistettero e furono create".
- Colossesi 1:16 - "... poiché in lui sono state create tutte le cose, che sono nei cieli e sulla terra, le visibili e le invisibili: troni, signorie, principati, potenze; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui".
7. La creazione produce originariamente, perché produce un essere, non solo in quanto tale, ma anche in modo assoluto in ogni sua parte.
8. Pertanto, prima della creazione, le creature non avevano un essere reale, né di esistenza né di sssenza; sebbene dall'eternità avessero un essere nella conoscenza di Dio.
9. La creazione produce quindi dal nulla; cioè da materia che non preesiste, che non ha un essere antecedente; ma coesiste, cioè che ha un essere insieme alla cosa creata. Poiché non c'era nulla dall'eternità oltre a Dio, né Dio è la materia o parte di alcuna Creatura, ma ne è solo causa efficiente.
10. In effetti, si dice che alcune cose siano create, la cui materia preesisteva. In quel caso la creazione non riguarderebbe solo quell'azione immediata, mediante la quale avviene che tali cose esistano; ma anche un'azione mediata, per mezzo della quale avviene che la materia stessa da cui sono formate. Così fu nella Creazione delle piante e degli esseri viventi.
- Genesi 1;11, 20 - "Poi Dio disse: “'Produca la terra dei germogli, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che portino, sulla terra, del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie'. E così fu [...] Poi Dio disse: 'Producano le acque animali viventi in abbondanza, e volino degli uccelli sopra la terra per l'ampia distesa del cielo”".
11. Quel nulla, o non-essere delle cose, precedeva il loro essere; non solo in ordine di natura – altrimenti potrebbero coesistere con Dio dall'eternità – ma anche in ordine di durata, o continuità, secondo il nostro modo di concepire le cose.
12. Quindi quell'inizio in cui si dice che Dio creò il mondo fu la fine di quella durata che aveva il nulla, e l'inizio di quella durata che aveva il mondo creato.
13. Pertanto, con la Creazione Dio ha mostrato sia la sua perfezione – il fatto di non aver bisogno di alcuna Creatura o cosa esteriore; perché allora avrebbe creato il mondo il prima possibile – sia anche la sua libertà, con la quale ha generato tutte le cose senza necessità naturale; perché se avesse creato necessariamente, l'avrebbe fatto dall'eternità.
- Apocalisse 4:11 - "Degno sei, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, poiché tu creasti tutte le cose e per la tua volontà esistettero e furono create".
- Salmi 115:3 - "Ma il nostro Dio è nei cieli; egli fa tutto ciò che gli piace".
14. Il mondo non fu creato dall'eternità, né poteva essere creato dall'eternità, in quella disposizione e ordine delle cose che ha ora[3].
15. Quel giorno non sarebbe esistito, se fossero trascorsi infiniti giorni prima; poiché quei giorni precedenti non sarebbero mai terminati, affinché un giorno successivo potesse seguirli.
- Genesi 1:5 - "Dio chiamò la luce “giorno” e le tenebre “notte”. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il primo giorno".
16. Da qui consegue anche che nessuna creatura fu o poteva essere causa, né strumentalmente né principalmente, nell'atto della Creazione.
17. Ogni cosa creata era molto buona, perché non fu fatta né avventatamente né invano, ma fatta per il fine a cui il Creatore giunse.
- Genesi 1:31 - "Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono".
- 1 Timoteo 4:4 - "Poiché tutto quello che Dio ha creato è buono e nulla è da rigettare, se usato con rendimento di grazie".
18. La bontà di una cosa creata è quella perfezione per cui è adatta all'uso a cui serve[4]. Ora, quell'uso è particolare, oppure è universale.
19. L'uso particolare è quell'operazione propria a cui qualcosa serve la sua natura propria.
20. L'uso universale è l'ordinazione di una cosa [di concerto] con altre, per la perfezione del tutto universale.
- Salmi 104 e 148.
- Isaia 48:13 - "La mia mano ha fondato la terra e la mia destra ha spiegato i cieli; quando io li chiamo, si presentano assieme".
21. Per questa bontà, tutte le cose create, nel loro modo naturale, tendono a Dio, dal quale provengono. Poiché il secondo essere è dal primo essere, e per il primo. Da qui le frasi: Da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose".
- Romani 11:36 - "Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen".
22. Ora, le cose naturali tendono a Dio: (1) In quanto dichiarano la gloria di Dio; (2) In quanto ci danno occasione di conoscere e cercare Dio; (3). In quanto sostengono la nostra vita, affinché possiamo vivere bene per Dio.
- (1) Salmi 19:1,10 - "I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani [...] sono più desiderabili dell'oro, anzi, più di molto oro finissimo, sono più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi".
- (2) Romani 1:20 "... poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili"; Atti 17,26-27 "Egli ha tratto da uno solo tutte le nazioni degli uomini perché abitino su tutta la faccia della terra, avendo determinato le epoche loro assegnate e i confini della loro abitazione, affinché cerchino Dio, se mai giungano a trovarlo, come a tastoni, benché egli non sia lontano da ciascuno di noi".
- (3) 1 Corinzi 10,31 "Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio"; 1Timoteo 4:3-4 "... i quali vieteranno il matrimonio e ordineranno l'astensione da cibi che Dio ha creati affinché quelli che credono e hanno ben conosciuto la verità ne usino con rendimento di grazie. Poiché tutto quello che Dio ha creato è buono e nulla è da rigettare, se usato con rendimento di grazie".
23. Il tempo esiste o ha un essere insieme a tutte le cose naturali, come appare in quella frase: In principio; perché allora fu l'inizio del tempo.
24. Esiste anche il luogo, cioè un certo spazio in cui è limitata l'estensione della Creatura.
- Genesi 1:22 - "Dio li benedisse, dicendo: 'Crescete e moltiplicatevi, e riempite le acque dei mari, e moltiplichino gli uccelli sulla terra'".
25. Ma questi [tempo e spazio] non sono propriamente creati, ma con-creati, o annessi: sono uniti alle cose create, perché non hanno un'entità o un essere assoluto in sé, ma solo relativo [in loro funzione].
26. Poiché Dio ha creato tutte le cose dal nulla, quindi la nostra fede riposa in lui contro speranza, sotto speranza, per quelle cose che non sono, come se fossero.
- Romani 4:17-18 - "(com'è scritto: “Io ti ho costituito padre di molte nazioni”) davanti al Dio a cui egli credette, il quale fa rivivere i morti e chiama le cose che non sono come se fossero. Egli, sperando contro speranza, credette per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: 'Così sarà la tua discendenza'".
27. La creazione del mondo è distribuita secondo le parti del mondo; poiché sebbene il mondo sia uno – per unità di aggregazione, ordine e fine – tuttavia consiste di parti, distinte non solo in base alla situazione, ma anche in base all'Essenza e all'Esistenza[5].
28. La creazione di queste parti del mondo non avvenne completamente e in un solo momento; ma fu completata da parti che si succedettero l'una all'altra [gradualmente], nello spazio di sei giorni[6].
29. La creazione, quindi, riguarda le parti del mondo che sono o immediatamente perfette, o mediatamente perfette [tesi 43], Sal 33,6; Eb 11,3; Gen 2,7, 19, 22,115
30. La creazione di cose immediatamente perfette è quella per cui le cose furono fatte avendo i loro principi, sia materiali che formali, ingenerati in esse fin dall'inizio e in un'esistenza completa.
31. Quindi quelle Creature [immediate], di per sé, non sono soggette ad alcun cambiamento essenziale, come la generazione [cioè riproduzione] o corruzione [cioè malattia e morte].
32. Le parti immediatamente perfette sono il Cielo più alto e i suoi abitanti, gli angeli.
33. Il Cielo più alto è la dimora della santità di Dio, pieno di tutto ciò che appartiene alla beatitudine eterna, dove la Maestà di Dio si presenta per essere vista come se fosse faccia a faccia. 1Cor 2,8; Mc 12,23; 1Cor 13,12.116
34. È chiamato il terzo Cielo, Empyreum infuocato, il Cielo dei Cieli e il Paradiso, 1Re 8,27; Mt 18,10; Mc 12,25; 2Cor 12,2,4.
35. Questo Cielo è indicato in Gen 1,1 ed Eb 11,10,16.117
36. Gli angeli sono Spiriti di perfezione primaria, creati per servire Dio.
37. Che gli angeli siano stati creati, è evidente da Col 1,16; Sal 148,4-5,118. Che siano stati creati il primo giorno con il Cielo più alto appare: 1. Dalla somiglianza di natura che hanno. 2. Dal fatto che si dice che abbiano, per così dire, applaudito Dio nella creazione di altre cose, Giobbe 38,7,119. 3. Dal fatto che gli angeli sono Spiriti, Eb 1,14; Luca 24,39;120 Ministri di Dio, Eb 1,7,14; di suprema perfezione e di natura immortale, Luca 20,36,121.
38. Per questo motivo gli angeli eccellono così tanto nella ragione chiara, che si dice che siano come pieni di occhi,122 discernendo prontamente ciò che Dio avrebbe fatto per mezzo loro e come deve essere fatto. Ed eccellono così nella libertà di volontà, che svolgono i loro uffici con diligenza, Sal 103.20.123 Ed eccellono così in perfetta forza, che sono in grado di fare grandi cose, 2Pt 2.11;124 Ed eccellono così in massima agilità, come se avessero ali, che eseguono rapidamente ciò che hanno l'incarico di fare, Ez 1.6.125
39. Il loro ministero è celebrare la gloria di Dio ed eseguire i suoi comandamenti, Sal 103.20, specialmente riguardo a coloro che saranno eredi della vita eterna, Eb 1.14; Sal 91.11; 34.7.126
40. Sono stati creati sani in santità e giustizia, Luca 9.26; Giovanni 8.44; Giuda 1.6; 2Pt 2,4.127
41. Sono molti di numero, diecimila volte diecimila, Dan 7,10; Eb 12,22; Mt 26,53.128 Si distinguono tra loro in base ai loro Uffici e agli Oggetti per i quali sono esercitati, Ef 1,21.129 E sono sotto il comando di Dio e di Cristo soltanto.130
42. Dio è conosciuto attraverso la Creazione, ma non Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, perché quel potere effettivo con cui il mondo è stato creato appartiene all'essenza di Dio e non alla sua sussistenza personale.
43. La creazione delle parti del Mondo mediatamente perfette è quella per cui le cose sono state fatte da principi che esistevano prima.
44. Quindi quelle Creature sono soggette a cambiamento e corruzione. 45. Quelle cose che sono state rese mediatamente perfette hanno una doppia esistenza: prima, un'esistenza rozza e incompleta, e poi un'esistenza completa, distinta e bella. 46. L'esistenza rozza e incompleta delle cose era in quella massa che in principio fu creata informe, vuota e avvolta nelle tenebre – che è chiamata Terra, Acque e Abisso. 132
47. Si dice che sia informe, non perché non avesse forma, ma perché non aveva né bellezza né ornamento, né un atto completo di quelle forme che in seguito sarebbero derivate da essa.
48. Nella Costituzione dell'esistenza completa delle cose, due cose sono principalmente rispettate: cioè, il modo e l'ordine.
49. Il modo della costituzione contiene quattro cose. 1. Il comando di Dio che produce ogni cosa: Sia, o Sia fatto questo o quello, in cui risplende la potenza di Dio, che con la sola sua parola o volontà, ha fatto tutte le cose, Sal 33,9; 133 115,3. 2. La sua approvazione134 riconoscendo che la cosa prodotta era buona, Dio vide che era buona.135 Quindi la bontà di Dio risplende nel fatto che ha prodotto tutte le cose per un fine e un uso buoni, Sal 19,1.136 3. La sua ordinazione assegnando a ogni cosa il suo uso, Sia per questo o per quel fine. Da qui risplende la sapienza di Dio con la quale ha assegnato diversi usi a ogni cosa, nel modo più appropriato, Ger 10,12; 51,15.137 Ha fatto la terra con la sua potenza; ha stabilito il mondo abitabile con la sua sapienza; e ha disteso i cieli con la sua prudenza. 4. Stabilendo la legge e l'ordine affinché siano osservati servì perpetuamente in quella cosa che è anche unita all'ordinazione. Quindi la costanza di Dio risplende nel fatto che Egli volle che tutte le Creature osservassero il loro ordine, non per alcuni giorni o anni, ma fino alla fine del mondo.
50. Queste cose precedenti non sono espresse separatamente in alcuni generi di cose, perché la loro imperfezione dipende dalla perfezione di altre. Tuttavia, per comune ragione, si applicano ugualmente a tutte.
51. L'ordine di costituzione era questo: il primo giorno, dopo che i Cieli, gli Angeli e la Messa informe furono generati; la parte più sottile di quella Messa, essendo stata chiamata verso l'alto, fu creata la luce, cioè il fuoco splendente.
52. Il secondo giorno, da quella parte che per sottigliezza si avvicinava alla precedente, fu creata l'Aria.
53. Il terzo giorno, le parti della Messa furono distribuite in modo tale che le Acque si raccolsero nei loro canali da quella parte che era la più grande; il Mare era isolato, e la Terra apparve, adornata di Erbe e Alberi.
54. Il quarto giorno, i Luminari del Cielo furono creati per illuminare la Terra.
55. Il quinto giorno, furono generati i Pesci e gli Uccelli che dimorano nell'acqua e nell'aria.
56. Il sesto giorno, furono generati tutti gli esseri viventi terrestri: prima gli esseri bruti, e poi l'uomo. E così i Cieli e la Terra furono perfezionati, e tutte le loro schiere.
57. In quest'ordine, la sapienza, la potenza e la bontà di Dio risplendono grandemente.
58. La sapienza di Dio risplende: 1. In quanto gli elementi semplici furono creati per primi prima delle cose elementari (o concrete) e composte. 2. In quanto, tra le cose semplici, furono create per prime quelle più perfette, quelle che si avvicinano di più alla natura di Dio. 3. In quanto furono create per prime quelle cose che hanno solo l'essere; poi quelle che,
oltre ad avere essere e vita, hanno anche il senso; e infine, infine, quelle cose che, oltre ad avere essere, vita e senso, hanno anche ragione. 4. In quanto, nelle cose semplici, vi fu un progresso da cose più perfette a cose meno perfette; ma nelle cose composte, vi fu un progresso da cose meno perfette a cose più perfette: dalle piante agli uomini.
59. La potenza di Dio risplendette nel fatto che creò per primi le piante, le erbe e gli alberi, prima di creare il sole e le stelle, che di solito sono le cause del loro essere.138
60. La bontà di Dio risplendette nel fatto che creò le abitazioni prima degli abitanti, il cibo prima degli esseri viventi, quelle cose che sarebbero state utili all'uomo, prima dell'uomo stesso.
61. L'uomo, essendo l'ultima delle creature, ne era il compendio, il compendio di tutte le creature, immediatamente e mediatamente perfetto – partecipando della natura delle une nella sua anima e della natura delle altre nel suo corpo.
62. Egli era il fine delle Creature mediatamente perfette; e quindi, nell'intenzione di Dio, l'uomo era considerato in esse e al di sopra di esse.
63. Per questo si dice che egli fu creato in modo diverso dalle altre Creature; poiché esse furono generate da una sola parola: Sia la luce; Sia il firmamento. Ma l'uomo fu generato, per così dire, con maggiore consiglio e deliberazione: Facciamo l'uomo, Gen 1,26.
64. Infatti, il corpo fu preparato per primo, e poi l'anima fu ispirata, Gen 2,7. Il corpo fu preparato dalla materia elementare, ma l'anima fu prodotta da nessuna materia preesistente, ma prodotta immediatamente dalla potenza di Dio.
65. L'eccellenza dell'uomo risiedeva principalmente in questo: che egli portasse l'Immagine di Dio.
66. Tre cose sono richieste per creare un'Immagine. 1. Che sia simile. 2. Che sia espressa e concepita per imitare un'altra cosa come un esempio o una copia. 3. Che la somiglianza sia nella sua natura specifica o nella sua più nobile perfezione.
67. Da qui deriva che l'Immagine di Dio non si trova propriamente nelle Creature inferiori, ma ne è solo un'ombra e un'impronta.
68. Ma nell'uomo si trova la ragione propria di un'Immagine; tuttavia non è un'immagine perfetta. La perfezione è solo nel Figlio di Dio (Col 1,15; Eb 1,3,139). Ma nell'uomo è imperfetta, non con un'imperfezione privativa, ma negativa.
69. Quest'Immagine, quindi, è la conformità dell'uomo alla suprema perfezione di Dio, secondo la sua misura.
70. Tutta questa Immagine era naturale per l'uomo, ma sotto un aspetto diverso; poiché era in parte la natura stessa dell'uomo; in parte derivava dai principi e dalla perfezione della natura; e in parte era dovuta alla natura in un certo modo.
71. L'Immagine di Dio nell'uomo era in parte interiore e in parte esteriore o esterna. L'interiore era la perfezione del corpo e dell'anima.
72. La perfezione del corpo è quella per cui era assolutamente idoneo all'attrattiva e all'uso conforme alla Volontà di Dio, Gen 2,25; Romani 6,13.141.
73. La perfezione dell'anima era quella per cui era di natura immortale, non solo in quelle facoltà per cui era libero principio delle proprie azioni – nell'intelletto e nella volontà – ma anche essendo adornata di doni per cui l'uomo era reso capace e idoneo a vivere bene: cioè, con sapienza, santità e giustizia.
ess, Ef 4,24; Col 3,10.142
74. La perfezione esteriore dell'uomo era il suo dominio sulle altre creature, grazie al quale poteva usarle liberamente per la gloria di Dio e per le sue necessità, Gen 1,26; 2,19-20.143
75. Da qui gli fu affidato coltivare la terra e ricavare cibo dalle piante della terra, Gen 2,5.144
76. Da qui le creature vennero all'uomo come al loro Signore, e furono dati loro dei nomi, come dal loro Signore, Gen 2,19.
77. Da qui egli fu posto nel Giardino dell'Eden come nel suo Palazzo, Gen 2,15.145
78. In tutte queste cose unite insieme, la perfezione dell'uomo era completa; e da quella perfezione nacque una certa Immagine di Dio o della perfezione divina. 79. Questa Creazione dell'uomo fu del Maschio e della Femmina, entrambi dal nulla, in quanto toccanti l'anima. Il corpo del Maschio fu creato dalla Terra, mescolata ad altri Elementi. Il corpo della Donna fu creato dal Maschio e per il Maschio, affinché nulla mancasse al suo benessere, 1Cor 11,8-9,146.
80. Dalla considerazione della Creazione, la nostra Fede si eleva al di sopra dell'intero ordine della natura e comprende la luce della Gloria di Dio che si manifesta nel Volto di Gesù Cristo, perché è Dio che ha comandato alla luce di risplendere dalle tenebre, 2Cor 4,6,147.
Note
- ↑ Ames, segue una tradizione riformata che enfatizza la sovranità di Dio e la distinzione tra Creatore e creatura. In questi paragrafi, sta discutendo la dottrina della creazione ex nihilo (creazione dal nulla), un concetto centrale nel cristianesimo ortodosso. Ames distingue tra "creazione attiva" (l'atto di Dio nel creare) e "creazione passiva" (l'effetto di quell'atto sulla creatura). "Transient action" (azione transeunte): nella filosofia scolastica, un'azione "transeunte" è un'azione che passa dall'agente a un oggetto preesistente (es.: un falegname che modifica un pezzo di legno). Ames sta dicendo che, in apparenza, la creazione divina assomiglia a questo tipo di azione perché implica un rapporto tra Dio (agente) e il creato (oggetto). Tuttavia, sottolinea che la creazione non è veramente transeunte, perché di solito un'azione transeunte presuppone un oggetto preesistente su cui agire (mentre Dio crea dal nulla). Formalmente: La creazione non è un'azione transeunte in senso stretto, perché non c'è un oggetto preesistente. Virtualmente: Lo è solo in analogia, perché Dio produce l'oggetto stesso (la creatura) anziché agire su qualcosa di già esistente. Dio non modifica qualcosa di preesistente, ma porta all'esistenza l'oggetto stesso. Questo è il cuore della dottrina della creatio ex nihilo.
- ↑ "Passive Creation": Si riferisce alla ricezione dell'atto creativo da parte della creatura. Mentre la "creazione attiva" è l'opera di Dio, la "passiva" è l'effetto su ciò che è creato. "Manner of mutation": "Mutazione" implicherebbe un cambiamento in qualcosa che già esiste (es.: da uno stato A a uno stato B). Ma nella creazione, non c'è un "prima" – la creatura non esisteva affatto prima di essere chiamata all'esistenza. Perciò, Ames dice che è improprio chiamarla "mutazione", perché non c'è un sostrato preesistente che subisca cambiamento. È piuttosto un inizio assoluto.
- ↑ Ames afferma due punti chiave: Il mondo non è stato creato dall'eternità (contro filosofie come l'aristotelismo medievale che ipotizzavano un universo eterno). La creazione ha un inizio temporale (cfr. Genesi 1:1), perché dipende dalla libera volontà di Dio, non da una necessità eterna. Non avrebbe potuto essere creato dall'eternità neppure nell'ordine attuale (cioè con la stessa struttura di cause-effetti e relazioni che vediamo oggi). Per Ames, l'ordine temporale (passato-presente-futuro) è parte costitutiva del mondo creato. Un mondo "eterno" ma con un ordine temporale come il nostro sarebbe una contraddizione, perché l'eternità divina è atemporale, mentre il creato è per definizione soggetto al tempo. Ames rifiuta ogni forma di eternalismo del mondo (come in Aristotele o Averroè), difendendo la visione biblica di una creazione ex nihilo con un inizio. Sottolinea che il tempo stesso è una creatura: Dio agisce nel tempo ma non è soggetto al tempo. L'"ordine attuale" (leggi naturali, causalità, storia) presuppone una sequenza temporale, impossibile in un ipotetico mondo "eterno".
- ↑ E quando non si adatta a tale utilizzo, è perverso, ovvero si discosta dall'uso per cui è stato concepito.
- ↑ In 8:27, William Ames delinea una visione strutturata della creazione del mondo, evidenziando come essa sia organizzata secondo le parti che compongono il mondo stesso. Pur essendo il mondo un’unità coerente — unificato dalla connessione delle sue componenti (unità di aggregazione), dall’armonia del suo ordine interno e dal fine comune a cui tende — esso non è un tutto indifferenziato, bensì è costituito da parti distinte. Questa distinzione non riguarda soltanto la collocazione spaziale degli elementi (la loro "situazione"), ma anche la loro natura più profonda: le parti differiscono infatti per essenza (cioè per la loro definizione ontologica, ciò che le rende ciò che sono) e per esistenza (il modo specifico in cui ciascuna partecipa all’essere). Ames suggerisce così che la creazione non è un atto generico, ma articolato e intenzionale, dove Dio conferisce a ogni componente del mondo una identità precisa, una collocazione e una funzione all’interno di un disegno ordinato. Questo riflette la classica prospettiva cristiana della creazione come atto di sapienza divina, in cui la diversità del creato manifesta la ricchezza del progetto di Dio, pur nella coesione di un unico cosmo governato da leggi e finalità comuni. La distinzione tra essenza ed esistenza, poi, rimanda alla dipendenza radicale di ogni creatura da Dio: ciò che una cosa è (essenza) e il fatto stesso che esista (esistenza) sono entrambi frutto diretto dell’atto creativo, sottolineando così la totale contingenza del mondo e la sua assoluta derivazione dal Creatore.
- ↑ William Ames non sta ammettendo una forma di "evoluzione" nel senso moderno del termine (come nel darwinismo o in processi naturalistici autonomi). Piuttosto, sta affermando che la creazione del mondo avvenne in una successione ordinata e sovrannaturale, secondo il racconto biblico dei sei giorni della Genesi. Ames insiste sul fatto che Dio creò il mondo per parti distinte e in una sequenza temporale (i sei giorni), ciascuna delle quali fu un atto divino immediato e intenzionale, non il risultato di un processo graduale o di trasformazione autonoma della materia. La "successione" di cui parla non implica sviluppo casuale o meccanicistico, ma un disegno provvidenziale in cui ogni elemento fu plasmato direttamente da Dio, in un ordine logico e finalizzato (es.: prima gli elementi fondamentali come luce e cielo, poi gli esseri viventi, infine l’uomo). L’uso del termine "by parts succeeding one another" riflette la struttura narrativa di Genesi 1, dove Dio opera con precisione sovrana, stabilendo confini, funzioni e relazioni tra le creature. Ames, in linea con la teologia riformata del suo tempo, vedeva nei "sei giorni" un modello pedagogico per insegnare l’ordine della creazione, non una metafora per processi naturali prolungati. Anzi, la sua enfasi sull’intervento diretto di Dio esclude qualsiasi idea di evoluzione naturalistica, poiché per Ames (come per la maggior parte dei teologi premoderni) l’esistenza e la forma di ogni creatura dipendono esclusivamente dal comando divino istantaneo ("Dio disse… e fu"). In sintesi: la successione temporale ammessa da Ames è un ordinamento voluto da Dio, non un’emergenza graduale della complessità per cause seconde. La sua visione rimane creazionista in senso classico, lontana da qualsiasi concetto di evoluzione biologica o cosmologica autonoma.