Corsi/Custodisci/04: differenze tra le versioni

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'''IV.'''


'''DIO E' IL CREATORE'''
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'''''Lettura Biblica: Genesi 1, 2'''''
= IV. Dio ha ogni cosa sotto controllo =


Da dove vengo? Chi mi ha fatto? Com’è sorto il mondo? E' qualcuno che l'ha fatto, oppure è sempre stato qui come lo conosciamo oggi? Ogni bambino si pone domande come queste. Riflettono la curiosità naturale che abbiamo sulle nostre origini. In realtà queste domande e le loro risposte sono basilari per la nostra concezione del mondo e della vita.
'''Letture bibliche: {{Passo biblico|Efesini 1:1-4}}'''


Come cristiani, anche per queste domande ricorriamo alla Bibbia, e la questione sulle nostre origini viene soddisfatta immediatamente: ''"Nel principio Iddio creò i cieli e la terra"'' (Genesi 1:1). Con quest’affermazione profonda e semplice nel contempo viene presentata una concezione di base per comprendere il mondo ed il suo significato.
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, il Dio in cui crediamo è eterno e sovrano, e solo a pensarci la nostra mente deve fare un notevole sforzo. Abbiamo studiato la Sua onniscienza, e verificato dalla Scrittura che Egli conosce ogni cosa. Se è vero come è vero che Dio ha ogni cosa sotto controllo e che conosce la fine già dall'inizio, dovremmo concluderne che egli abbia già pianificato e stabilito ogni cosa che debba accadere. Difatti, è proprio così e ne abbiamo ampie evidenze dalla Bibbia.


Dio ha creato ogni cosa per la propria gloria (vedi Salmo 19:1; 72:19; Is. 43:7). Tutto ciò che vnel creato dovrebbe quindi glorificare Dio. In un certo senso tutto ciò che la Bibbia poi ancora dirà non è che un'amplificazione di questa idea di base.
Il fatto che Dio abbia già prestabilito tutto ciò che deve accadere nell'universo è un'idea che fa sorgere nella nostra mente seri problemi e perplessità. Significa forse questo che non vi sia libertà alcuna per le Sue creature e particolarmente per l'essere umano? Se è così, perché mai dovremmo cercare di compiacerGli? Perché mai preoccuparsi per la salvezza se Egli ha già prestabilito chi dovrà essere salvato e chi no. Perché mai evangelizzare? Se è già prestabilito chi dovrà essere salvato, se io devo essere salvato, certamente lo sarò, se no, no... Perché mai preoccuparsi di udire l'Evangelo? Perché darsi tanta pena per predicarlo?


'''Concezioni errate sulle nostre origini'''
Nel pensare a Dio, queste e altre simili questioni possono sorgere per renderci piuttosto perplessi. Osserviamo però che se non ci fosse un Dio che tiene tutto sotto controllo, beh, le implicazioni sarebbero molto più sconcertanti. Se Dio non avesse controllo sugli eventi non avremmo certezza alcuna né sul futuro, né sulla redenzione, né sulla vita eterna. Certo, abbiamo parecchi problemi intellettuali nel concepire un Dio che abbia sovranità assoluta su tutto, ma qualsiasi alternativa proponiamo pregiudica qualsiasi possibilità di dare alla vita o alla realtà significato di sorta.


La dottrina biblica della creazione è la linea divisoria di base fra la concezione cristiana del mondo e tutto il pensiero non-cristiano.
Dobbiamo esaminare con attenzione, perciò ciò che la Bibbia insegna sulla sovranità di Dio e sui Suoi decreti. Nello spazio limitato a nostra disposizione potremo solo però esaminare solo alcuni brani biblici e solo alcune delle implicazioni di questa dottrina.


Varie altre culture antiche, per esempio, avevano una grande varietà di racconti a spiegare come il mondo e l'uomo erano sorti, e pure l'uomo moderno ha elaborato le proprie teorie.
Questa breve esposizione, però, sarà sufficiente per mostrarci come quest'argomento sia la stessa trama di fondo della Scrittura. La Bibbia, infatti, presenta con chiarezza un Dio che pianifica ogni cosa e che sovranamente realizza i suoi propositi per la propria gloria e per il bene di tutti coloro che ne sono coinvolti.


Molti di questi antichi racconti immaginavano divinità che lottavano l'una contro l'altra, e quando una vinceva, distruggeva l'avversaria e con i suoi resti formava il mondo come noi lo conosciamo ora. Altri si rappresentano divinità maschili e divinità femminili che producono altre divinità, le quali, a loro volta, formano il mondo. In molti di questi miti troviamo un panteon con un gran numero di divinità in cui ciascuna serve per spiegare un aspetto od un altro del mondo. Per esempio, alcune culture si rappresentano divinità come il dio maggiore e sua moglie, un dio sole, una dea luna, un dio della guerra e una dea dell'amore. Il male presente nel mondo, per esempio, per alcuni aveva origine dal mito del vaso di Pandora, oppure dal fatto che gli dei erano stati offesi dagli uomini.
A questo punto possiamo definire i decreti di Dio come "il suo eterno proposito, secondo il consiglio della sua volontà, per cui egli, per la propria gloria, ha prestabilito tutto ciò che deve accadere" (Catechismo abbreviato di Westminster, #7).


Tali tentativi di rendere ragione all'origine del mondo non soddisfacevano però il pubblico più colto, perché già nell'antichità noi troviamo espressioni di insoddisfazione e di generale scetticismo rispetto ai miti ed alle leggende che parlano delle origini. Questo può essere riflesso nella domanda di Pilato: "''Che cos'è la verità?''".
== L'insegnamento di Gesù ==


L'uomo moderno è stato influenzato dall'ipotesi evoluzionista e dalla "scienza" e crede che il mondo si sia formato semplicemente per un processo di evoluzione senza la presenza di alcuna divinità creatrice. Questo implica che l'intero universo, incluso l'uomo, sia sorto semplicemente per caso. Questa teoria, però non rende giustizia ai dati di una scienza legittima, esaminati con attenzione. Essa pure non può spiegare il rapporto causa-effetto che esiste all'interno degli eventi che accadono nel mondo.
Dato che si tratta di una dottrina che turba molti, vediamo che cosa Gesù aveva da dire a questo riguardo. Gli Evangeli registrano che Cristo, come Dio-uomo sosteneva con fermezza il concetto dell'assoluta sovranità di Dio su ogni cosa.


E' veramente curioso il fatto che così tanti scienziati moderni, che in altre aree pretendono prove dimostrabili alle loro conclusioni, accettino così ingenuamente e senza riflettere un'ipotesi sull'origine e sullo sviluppo dell'universo la cui sola base sia il caso, perché una volta permesso al concetto di 'caso' entrare nel sistema, tutto l'intero sistema cade! Laddove è presente il caso, non vi può essere alcun sistema razionale, nessuna causa, nessun effetto, nessuna spiegazione ragionevole.
Una volta i discepoli erano appena ritornati da un giro di predicazioni e si rallegravano del fatto che anche i démoni fossero loro soggetti. Gesù altresì era pieno di gioia e disse: "Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi ed agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli" (Luca 10:21).


'''L'insegnamento della Bibbia'''
Qui vediamo che Gesù, nella sua preghiera afferma che Dio rivela l'Evangelo, "queste cose" ad alcuni mentre le nasconde ad altri. Inoltre Gesù "giubilava per lo Spirito Santo". Questo significa che il suo giubilo aveva l'approvazione ed era mosso dallo Spirito Santo. Poi Gesù si rivolge a Suo Padre come al "Signore del cielo e della terra" e lo ringrazia per ciò che ha fatto. La signoria di Dio -Padre, Figlio e Spirito Santo- qui è evidente: Dio il Padre ha prestabilito ogni cosa, il Figlio adempie questi propositi attraverso i Suoi discepoli, e lo Spirito Santo approva e dirige quello che stava succedendo.


Solo il resoconto biblico dell'origine di tutte le cose può adeguatamente spiegare il mondo in cui viviamo. Il primo versetto stesso della Bibbia è già un riassunto di ciò che immediatamente ne segue, come pure un'introduzione dell'intero racconto.
Poi Gesù continua nella Sua preghiera: "Ogni cosa m'è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figliolo se non il Padre; né chi è il Padre se non il Figliolo, e colui al quale in Figliolo voglia rivelarlo" (Luca 10:22). Gesù non solo ringrazia il Padre per aver nascosto l'Evangelo ad alcuni ed averlo rivelato ad altri: egli pure afferma che solo coloro a cui il Figlio sceglie di rivelare il Padre lo conosceranno. Ciò che lui qui sta insegnando è che il piano di Dio include pure i dettagli: chi dovrà ricevere l'Evangelo e chi non lo dovrà ricevere.


Notiamo immediatamente che si presuppone l'esistenza di Dio. Non troviamo infatti "dimostrazioni" o prove della sua esistenza, giacché questo Dio che esiste dall'eternità è la sorgente di ogni cosa che esiste. Le espressioni, i''cieli'' e ''la terra'', includono tutte le stelle e le galassie dell'universo come pure la dimensione a noi invisibile in cui si muovono Dio e gli angeli. "''Terra''" include tutto ciò che esiste qui sul nostro pianeta.
A questo punto fermiamoci ed rammentiamo a noi stessi che questa dottrina non fa di Dio un Dio ingiusto. Se Egli avesse agito con noi semplicemente sulla base della giustizia e dell'equità noi tutti dovremmo essere perduti e gettati nell'inferno. La cosa sorprendente di questa dottrina non è che l'Evangelo venga nascosto ad alcuni ma che sia di fatto rivelato a qualcuno -un atto questo di pura grazia sovrana e secondo il beneplacito di Dio.


Avendo così affermato il fatto dell'esistenza del Creatore e che Egli abbia creato, il resto della prima sezione (Genesi 1:2-2:3) dà una sommaria descrizione dell'ordinato processo di creazione del mondo. Dovremmo prendere nota del fatto, a questo punto, che, sebbene l'affermazione iniziale parli dell'universo intero, il resto di questa sezione si focalizza sulla terra perché essa è la nostra abitazione ed il luogo dove abbiamo un rapporto con Dio. Questo è coerente con il proposito stesso della Bibbia, ed è assolutamente appropriato che il racconto dettagliato della creazione interessi soprattutto la terra ed i suoi abitanti, piuttosto che l'universo intero.
Un giorno a Scuola Domenicale il mio pastore raccontò qualcosa che illustra bene questo concetto. Stavano accompagnando un visitatore attraverso una scuola per sordomuti. In una classe questi andò alla lavagna e scrisse: "Perché voi siete come siete, sordomuti?". Uno dei bambini si avvicinò alla lavagna, prese il gesso e scrisse: "Perché così è piaciuto al nostro Padre celeste". Quel bambino era giunto ad accettare la sovranità di Dio nella vita e si sottometteva alla Sua volontà nel dover essere sordomuto (v. Romani 9:20,21). Se pure noi tutti potessimo imparare questa lezione, quando ci sopraggiungono prove, saremmo maggiormente pronti a sottometterci alla volontà di Dio.


Il racconto della Genesi continua con una descrizione degli elementi basilari che Dio ha creato, prima di formare il mondo abitato (Genesi 1:2). E' interessante notare come Dio non chiami ogni cosa all'esistenza nella sua forma finale.
== Tutte le cose cooperano al bene ==


Egli potrebbe aver certo potuto fare così, ma Egli invece scelse di creare le cose per tappe. Forse questo avvenne per permettere a noi di vedere come Dio sia un Dio d'ordine. In quest'affermazione noi vediamo lo Spirito di Dio che si muove o "aleggia" sulle acque. Lo Spirito Santo era attivo nella creazione, come pure lo era il Figlio (vedi Giovanni 1:1,2). Tutt'e tre le persone della Trinità partecipano alla creazione.
L'apostolo Paolo fa un'affermazione sconcertante sulla sovranità e sul potere di Dio sopra ogni cosa: "Ora noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento" (Romani 8:28).


Il primo passo per mettere ordine a tutti questi elementi fu il comando di Dio che sorgesse la luce (Genesi 1:3-5). Questo rivela il Suo potere, perché Egli semplicemente comanda ed ecco che la luce diviene presente. L'intero processo della Sua opera creatrice può essere descritto come avvenuto "per la potenza della Sua Parola" (v. Isaia 40:26; Geremia 10:12).
Quest'affermazione sarebbe vera solo se Dio fosse veramente Signore del cielo e della terra, ed è vero. Possiamo avere questo tipo di certezza solo allorché Egli è in controllo del nostro futuro e del nostro destino. Paolo era assolutamente convinto che Dio è proprio così, tanto che elabora questa dottrina in dettaglio nei capitoli che ne seguono (Romani 9-11).


La luce così creata è ciò che oggi comprendiamo come "energia", il che include molto più che la luce come comunemente la intendiamo. L'atto creativo portò all'esistenza questa energia, inclusa naturalmente il corso della luce visibile che noi distinguiamo dalle tenebre.
Se veramente crediamo a questa affermazione e siamo convinti che Dio faccia cooperare ogni cosa per il nostro bene, possiamo allora dire, quando qualcosa di buono o di cattivo ci avviene: "Non potrebbe essere altrimenti". Questa è una prospettiva molto difficile da raggiungere, specialmente se stiamo soffrendo o se stiamo subendo delle difficili prove. Questo, però è ciò che intendeva l'apostolo quando ci esorta a rallegrarci nelle nostre sofferenze (Romani 5:3). Possiamo rallegrarci in esse, solo quando sappiamo che Dio opera, attraverso di esse, per il nostro bene.


Nel secondo giorno della creazione Dio separa le acque e crea al di sopra "una distesa" (il cielo) e ne lasciò le acque al di sotto. Il terzo giorno Egli fa apparire l'asciutto e la vegetazione (Genesi 1:9-13). Questi primi tre giorni vedono così la creazione dell'ambiente in cui le susseguenti creature dovranno vivere. Gli ultimi tre giorni vengono posti in parallelo ai primi tre, in questi vengono creati gli abitanti delle rispettive sfere corrispondenti alla creazione degli ambienti.
== La responsabilità umana ==


Il quarto giorno è parallelo al primo: in esso vengono creati il sole, la luna e le stelle con la loro rispettiva luminosità (Genesi 1:14-19). Dobbiamo confessare di non comprendere come possa esistere la lue indipendentemente da ciò che ne consideriamo la fonte, ma questo dipende dalla nostra prospettiva di come vediamo oggi le cose. Viviamo in un universo pienamente creato ed ordinato, e quindi non abbiamo esperienza di come possono essere state le cose prima nel corso del processo creativo. Dobbiamo semplicemente riconoscere la nostra incapacità a comprendere pienamente come avvenne la creazione ed accettarla sulla base che essa è autorevole Parola di Dio.
Una volta aver scoperto dalla Scrittura che Dio è assolutamente sovrano ed ha un proposito che include ogni cosa (Ef. 1:1), la questione che immediatamente sorge nella nostra mente è se questa dottrina annulli totalmente l'umana responsabilità. In un'altra occasione, quando Gesù stava insegnando sullo stesso argomento, Egli chiarì il fatto che gli esseri umani hanno piena responsabilità nel rispondere all'Evangelo.


Il quinto giorno è parallelo col secondo e in esso vediamo la creazione dei pesci e degli uccelli, i quali abitano le acque ed i cieli (Genesi 1:20-23). Il sesto giorno è parallelo col terzo e riporta la creazione degli abitanti della terra asciutta (Genesi 1:24-31), la quale fu creata il terzo giorno. Vediamo così in questo scritto, che Mosè presenta una progressione ordinata dei tre giorni che servono per preparare i tre ambienti, ed i tre giorni che servono per crearne i rispettivi abitanti.
Dopo aver ringraziato Iddio per aver celato l'Evangelo ad alcuni e per averlo rivelato ad altri, Gesù affermò che Dio determina con assolutezza chi vuole e chi non vuole ricevere l'Evangelo (Mt. 11:25-27 e Luca 10:21,22). Qui Egli asserisce di nuovo non solo il controllo di Dio Padre su ogni cosa, ma pure il controllo specifico di Dio figlio su chi vorrà venire a conoscere il Padre. Si tratta di una dichiarazione sull'assoluta sovranità di Dio in questa materia.


Certo per noi rimangono diversi problemi, specialmente per quanto riguarda i tempi e le modalità, tutto ciò però è già chiara evidenza della mano di un Dio d'ordine. Non potremmo forse mai risolvere tutte le difficoltà che sorgono nella nostra mente con soddisfazione di tutti, ma basti dire che in questo racconto Dio è rappresentato come direttamente coinvolto in tutte le tappe della creazione del mondo e di ogni cosa in esso.
Nelle parole immediatamente successive Gesù si indirizza alla gente e pone su di loro la responsabilità di ricevere l'Evangelo: "Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo" (Matteo 11:28). Qui, come pure in altre occasioni negli Evangeli, abbiamo l'insegnamento sulla sovranità di Dio fianco a fianco all'insegnamento sulla responsabilità umana. Le due verità sono perfettamente allineate (vedi anche Genesi 50:20 e Atti 2:23). Alcuni trovano che questo sia un'evidente contraddizione totalmente incomprensibile. Come possono essere vere entrambe le concezioni? Come può la Bibbia insegnare due verità che sembrano reciprocamente contraddirsi?


'''La lunghezza dei giorni della creazione'''
La nostra mente di solito tende ad accettare uno solo di questi insegnamenti e a portarlo alle logiche sue conseguenze. Da una parte, se Dio ha già decretato chi dovrà e chi non dovrà essere salvato (predestinazione ed elezione), non possiamo fare nulla a riguardo -se siamo eletti, saremo salvati, e se non lo siamo non saremo salvati. D'altro canto, se noi sottolineiamo troppo l'insegnamento sulla responsabilità umana, dobbiamo accettare il fatto che Dio non possa già in precedenza aver determinato chi sarà salvato -tutto dipenderà da noi, e Dio, nella migliore delle ipotesi, può solo prevedere ciò che noi sceglieremo, rimanendo la decisione finale completamente nelle nostre mani, e non nelle sue.


Il resoconto biblico afferma che la creazione avvenne in sei giorni, e che Dio si riposò il settimo giorno. Sebbene molti cristiani credano che il modo migliore per accettare questo fatto sia accettare questi giorni come periodi letterali di 24 ore, dobbiamo ammettere che la Bibbia non ci dà dati sufficienti per essere assolutamente dogmatici in questo. La stessa parola "giorno" nei racconti biblici è usata in modi differenti.
il punto è che nessuna di queste due logiche conclusioni è ciò che insegna la Bibbia. Non possiamo porre noi stessi al di sopra della Parola di Dio e decidere quello che essa può o non può dire. Ciò che noi dobbiamo fare come cristiani è sottomettere la nostra mente al chiaro insegnamento della Scrittura senza preoccuparci troppo delle difficoltà intellettuali che possiamo avere al riguardo di un dato insegnamento. Se qualcosa sembra contraddire una certa dottrina accetteremo entrambe le affermazioni anche se non sappiamo come conciliarle (queste apparenti contraddizioni vengono chiamate "antinomie", e la Bibbia ne conta alcune; ricordate Isaia 55:8,9).


(1) Viene usata per distinguere la luce dalle tenebre, come il giorno e la notte (Genesi 1:5).
== Le cose occulte ==


(2) E' usata nello stesso versetto del periodo di tempo descritto nella frase: ''"Così fu sera, poi fu mattina: e fu il primo giorno"''. Presumibilmente questo include sia la notte che il giorno.
Le parole di Mosè in Deuteronomio 29:29 ci ammoniscono nel non cercare di conciliare a tutti i costi le antinomie bibliche: "Le cose occulte appartengono all'Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figlioli, in perpetuo, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge".


(3) La stessa parola descrive l'intera settimana della creazione: ''"Queste furono le origini del cielo e della terra quando furono creati, nel giorno che l'Eterno fece la terra e i cieli"'' (Genesi 2:4).
Fra le cose occulte che la Bibbia rivela sono le dottrine sulla predestinazione e sull'elezione come pure sulla responsabilità dell'uomo. Ciò che a noi non è stato rivelato è come queste dottrine possano essere entrambe vere e come possano conciliarsi.


Vediamo così tre modi in cui viene usata la parola "giorno" nei primi due capitoli della Genesi. Inoltre sia Mosè che Pietro ci dicono che un giorno equivale a mille anni, e mille anni per Dio sono come un giorno (Salmo 90:4; 2 Pietro 3:8). Questa varietà di usi del termine "giorno" nella Scrittura dovrebbe metterci in guardia contro un'eccessiva insistenza su una particolare lunghezza dei giorni nel racconto della creazione. I cristiani ortodossi si sono però attenuti all'interpretazione di 24 ore come la migliore interpretazione di Genesi 1, mentre altri cristiani ugualmente ortodossi sostengono la concezione che molto probabilmente il periodo di tempo era estremamente più lungo. Non ne sappiamo abbastanza per giungere ad una conclusione su questo punto.
Dobbiamo quindi credere ad entrambe ed insegnarle ai nostri figli esattamente come fa la Bibbia, anche se non siamo intellettualmente in grado di risolvere i problemi che possono sorgere a causa di esse.


'''La creazione dell'uomo ad immagine di Dio'''
Nella Bibbia vi sono pure altri problemi intellettualmente non risolvibili. Come può, per esempio, un Dio immutabile, che prima della creazione non era creatore, diventarne uno senza cambiare in sé stesso? Come può un Dio che possiede ogni gloria, essere glorificato dai suoi figlioli? Come può Dio essere sia uno che trino? Come può Cristo essere sia Dio che uomo, infinito ed immutabile e allo stesso tempo finito e mutevole e cambiare in natura? Come può morire il Principe della vita? La risposta a queste domande è che noi dobbiamo accettare tutto ciò per fede e non per visione (2 Cor. 5:7).


Il sesto giorno, dopo la creazione degli animali, troviamo la creazione dell'uomo. Qui il linguaggio usato nel racconto della creazione si distingue nettamente. In tutte le affermazioni precedenti si diceva: ''"Dio disse... sia..."'' o ''"...che la terra produca..."'' ((Genesi 1:3,6,24), mentre nel caso della creazione dell'uomo Dio disse: ''"Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza".'' Pare che quasi vi sia stata una consultazione divina all'interno della Trinità prima della creazione dell'uomo. Fra parentesi, già in questa affermazione plurale è presente il concetto di Trinità.
== Dio non è l'autore del peccato ==


L'uomo venne creato ad immagine e somiglianza di Dio. Che cos'è questa immagine? Alcuni hanno suggerito trattarsi dell'anima dell'uomo, altri del suo intelletto, altri della sua natura morale. La Bibbia suggerisce che ''l'intero'' uomo debba essere considerato ad immagine di Dio. Paolo dice che l'uomo è ''"immagine e gloria di Dio"'' (1 Corinzi 11:7). Così l'uomo proprio in quanto uomo è all'immagine di Dio, non qualche particolare aspetto della sua natura. D'altro canto, altri brani biblici sembrano identificare l'immagine di Dio nell'uomo in aspetti particolari della sua natura, cioè: vera conoscenza (Colossesi 3:10), vera giustizia e vera santità (Efesini 4:24).
Abbiamo affermato che la Bibbia insegna che Dio ha preordinato tutto ciò che deve accadere (vedi Isaia 46:9,10; 48:3; Ef. 1:11). Se questo è vero, come è vero, non potrebbe Dio essere considerato pure l'autore del peccato? Che il peccato sia incluso nel decreto di Dio viene chiaramente insegnato da Pietro (Atti 2:23), questo però non significa che Egli sia la causa o l'agente del peccare. Il più orribile peccato della storia è già avvenuto -la crocifissione di Gesù, "per il determinato consiglio e per la prescienza di Dio". Allo stesso tempo, però, Pietro punta il dito contro l'umanità e dice: "voi, per man d'iniqui, inchiodandolo sulla croce lo uccideste".


Questi aspetti più particolari parlano d’alcune funzioni più elevate dell'uomo come portatore dell'immagine di Dio, funzioni che altre creature non hanno. Gli studiosi hanno generalmente catalogato l'immagine di Dio nell'uomo in due modi:
Pietro afferma che la morte di Cristo era stata chiaramente preordinata. Lo vediamo anche in altri modi quando Dio specifica nell'Antico Testamento i dettagli della crocifissione (vedi Salmo 22; Isaia 52:13-53:12). La malvagità di questi atti, però, è ascritta a uomini malvagi. In altre parole, Dio ci ritiene responsabili per la morte di Suo Figlio. Così, anche se Dio aveva preordinato questo avvenimento, Egli non è stato l'autore di quest'atto malvagio. L'uomo ne è stato l'autore.


(1) l'immagine che rende l'uomo unico nel suo genere e differente da ogni altra creatura (cioè la natura umana);
Può essere utile a questo punto pensare a questa apparente contraddizione nei termini di decreto e di esecuzione di un decreto. Il decreto è il piano di Dio come Lui l'ha elaborato ed esso include tutto ciò che deve succedere, L'esecuzione di questo decreto avviene nel tempo e nella storia, e qui Iddio può esservi più o meno attivo.


(2) l'immagine che parla della sua dirittura morale prima della caduta, in cui aveva vera conoscenza, giustizia e santità.
Nel caso della proclamazione dell'Evangelo a peccatori perduti, è necessaria una effettiva vocazione da parte dello Spirito Santo per mettere in grado l'uomo di rispondervi. E' Lui che dà al peccatore un nuovo cuore, mettendolo in grado di rispondere all'Evangelo e ricevere Gesù Cristo come Signore e Salvatore. L'uomo deve "venire", ma egli lo può solo fare per l'intervento diretto dello Spirito Santo.


A causa del peccato, egli ha perduto quest'ultimo aspetto dell'immagine, ed essa deve essere rinnovata nel processo della nuova nascita e della santificazione (così Paolo in Efesini 4:24 e Colossesi 3:10).
Al riguardo del peccato, Iddio non è attivo nel far si che l'uomo pecchi. Tutto ciò che Lui deve fare è lasciare il peccatore alle proprie risorse ed egli commetterà atti peccaminosi. Questo talora è stato chiamato un "decreto permissivo", mediante il quale Egli permette agli uomini di fare ciò che desiderano -il che, naturalmente, è il peccato. Dio, quindi, non è l'autore del peccato.


Il primo aspetto (la sua natura umana), sebbene abusata e sporcata, non fu perduta totalmente alla caduta - l'uomo rimane ancora uomo e pure come peccatore è diverso dal resto del creato.
Inoltre, Dio non può essere l'autore del peccato per la definizione e la natura stessa del peccato. Abbiamo già veduto come Dio sia assolutamente santo e che giammai possa contemplare il minimo peccato. Il peccato, per definizione, è la trasgressione della Legge di Dio (essere "fuorilegge", vedi 1 Giovanni 3:4). Suggerire che Dio vada contro la sua stessa legge significa presupporre una contraddizione nella Sua stessa natura: Una tale concezione di Dio implicherebbe che Dio non sia Dio.


Il dominio che l'uomo ha sul mondo, non è in sé stesso l'immagine, ma risultato dell'essere stato fatto ad immagine di Dio. E' proprio perché egli è una creatura razionale e personale che gli è stata data posizione di governare sulle creature che non ne sono dotate (vedi Genesi 1:26-28).
Oltre a queste ragionevoli argomentazioni, la Bibbia dice esplicitamente che Dio non è l'autore del peccato. "Dio è luce, e in Lui non vi sono tenebre alcune" (1 Giovanni 1:5)."Nessuno, quand'è tentato, dica: Io sono tentato da Dio; perché Dio non può essere tentato dal male, né Egli stesso tenta alcuno" (Giacomo 1:13). Ancora una volta dobbiamo semplicemente sottomettere la nostra mente alla Scrittura ed accettare ciò che essa dice anche se non lo comprendiamo completamente.


'''Il mandato della creazione'''
E' vero: tutto ciò "fa fumare il cervello" sottoponendolo ad uno sforzo considerevole, e il cuore stesso della fede accetta queste antinomie, unendosi nella dossologia di lode che Paolo eleva alla fine dell'intera sua argomentazione su questo argomento: "O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi, ed incomprensibili le sue vie! Poiché: Chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato il suo consigliere? O chi gli ha dato per primo, e gli sarà contraccambiato? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno" (Romani 11:33-36).


Il primo comandamento che Dio diede ai nostri progenitori era: ''"Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta"'' (Genesi 1:28). Questo è stato talora chiamato "il mandato della creazione", ed è la direttiva sotto la quale si include il modo in cui l'uomo può usare la terra. E' il mandato che abbiamo di studiare il mondo intorno a noi, il quale perdura anche se l'uso che ne facciamo spesso è un abuso a causa della presenza del peccato nel mondo.
== Domande di revisione ==


Questo mandato include pure la responsabilità umana inclusa nel patto che Dio ha stabilito con l'uomo. Come fu originalmente creato, l'uomo doveva avere un personalissimo rapporto con il suo Creatore, il che naturalmente implicava che dovesse esserGli soggetto in obbedienza e fedeltà. Possiamo dunque affermare che l'uomo sia stato creato per avere un rapporto con Dio del tipo di "alleanza", il che può essere meglio visto nei concetti d'alleanza rivelati e sviluppati più tardi nella storia biblica.
*''1. Qual era l'insegnamento di Gesù sull'elezione che Dio opera e sul fatto che Egli passi oltre ad altri con il Suo Evangelo?''
*''2. Quale dovrebbe essere il nostro particolare atteggiamento verso le cose che ci avvengono, ed in modo particolare le cose brutte?''
*''3. Qual è l'insegnamento della Bibbia sulla sovranità di Dio e sulla responsabilità dell'uomo?''
*''4. Perché Dio non può essere l'autore del peccato?''
*''5. Quali brani della Scrittura ci danno utili linee per stabilire il nostro atteggiamento verso le antinomie della Bibbia e le cose insegnate o non-insegnate in essa?''


Nell'essere persona con la qual è stato stabilito un patto, l'uomo doveva adempiere a tre precise funzioni.
== Domande per la discussione ==


(1) Doveva essere il portavoce di Dio, il suo rappresentante. Ad Adamo fu dato il compito di dare un nome agli animali, e comunque li avrebbe chiamati, quello sarebbe stato il loro nome. Più tardi questa funzione sarebbe poi stata quella di profeta, autentico portavoce di Dio.
*''1. In che tipo di mondo vivremmo se Dio non avesse un progetto ed un proposito per esso e per tutte le cose che vi avvengono?''  
 
*''2. Perché Dio ha incluso il peccato ed il male nei suoi piani?''  
(2) L'uomo era stato creato per avere comunione con Dio. E' evidente che Dio incontrasse l'uomo e conversasse con lui regolarmente, dandogli determinate istruzioni. Dopo la caduta, Adamo ed Eva riconoscevano il suono dei suoi "passi" e si erano nascosti, dato che con il peccato essi avevano perduto la capacità di aver comunione con Dio. Questa comunione e questo parlare con Dio trova la sua controparte più tardi nella funzione di sacerdote, il quale avrebbe presentato i bisogni del popolo a Dio.
*''3. Perché possiamo credere nell'assoluta predestinazione e nell'assoluta responsabilità umana allo stesso tempo? Citate brani della Scrittura che appoggino la vostra risposta.''  
 
*''4. Possiamo noi che crediamo nella predestinazione credere pure nell'evangelizzazione? Possiamo credere nell'efficacia della preghiera se tutto è già stato predestinato, e perché?''  
(3) la terza funzione è chiaramente visibile nel fatto che l'uomo domini o governi su ciò che Dio gli aveva dato. L'uomo doveva soggiogarsi la terra e governarla. in altre parole, egli doveva essere re sotto Iddio sopra i domini che Dio gli aveva dato.
*''5. Com'è che noi talora rinfacciamo a Dio i nostri peccati, inadempienze e fallimenti? Perché noi Lo accusiamo di causarli?''
 
Da tutta questa discussione vediamo come l'uomo sia stato fatto ad immagine di Dio e per la gloria di Dio. Egli era il destinatario di un patto e doveva avere una personale comunione con Dio. Doveva servire Dio come profeta, sacerdote e re.
 
Abbiamo così tanta familiarità con il mondo e con le cose che sono in esso che raramente ci fermiamo a considerare quanto grande in effetti sia il creato che Dio ha fatto. Il nostro Dio sovrano ed eterno portò all'esistenza tutto ciò che esiste semplicemente dicendo: ''"Sia..."'', e tutto secondo il suo progetto e il suo proposito. Un tale Dio merita ogni culto ed adorazione da parte di tutto il creato.
 
''"Degno sei, o Signore e Iddio nostro, di ricevere la gloria e l'onore e la potenza: Poiché tu creasti tutte le cose, e per la tua volontà esistettero e furono create" ''(Apocalisse 4:11).
 
Essere stati creati ad immagine di Dio è indubbiamente un alto privilegio. Significa che siamo stati resi capaci di essere ammessi alla presenza
 
stessa di Dio. Significa pure che la nostra stessa natura era quantomai adatta per l'incarnazione della seconda Persona della Trinità, Gesù, il Dio-uomo, il quale ora siede alla destra del trono di Dio precisamente in quella natura.
 
'''''Domande di revisione'''''
 
''1. Da dove proviene la materia primordiale? Quali sono alcune delle teorie inventate dall'uomo per spiegare l'origine della materia?''
 
''2. Qual è il parallelismo fra i primi tre giorni della creazione ed i secondi tre?''
 
''3. Qual era il proposito di ciò che è stato creato durante il quarto, quinto e sesto giorno della creazione?''
 
''4. Che cosa c'è di così significativo sull'uomo reso ad immagine e somiglianza di Dio?''
 
''5. Quale dovrebbe essere la nostra risposta alle responsabilità che l'alleanza propone rispetto al nostro mandato creazionale? Si applica forse questo anche oggi?''
 
'''''Domande di discussione'''''
 
''1. Perché Iddio creò l'universo?''
 
''2. Perché si discute su come interpretare i giorni della creazione? Come dovremmo comportarci verso coloro che sono in disaccordo con noi? Perché?''
 
''3. A che cosa si riferisce l'immagine di Dio in noi? Che cosa voleva dire Paolo quando scriveva che noi dobbiamo essere rinnovati in vera conoscenza, vera giustizia e vera santità?''
 
''4. Quali sono alcune delle implicazioni del mandato creazionale per noi oggi, in particolare in aree come la scienza, la pianificazione famigliare e la prevenzione della guerra nucleare?''
 
''5. Come dovremmo rispondere in modo appropriato al Creatore?''

Versione attuale delle 19:30, 2 lug 2020

Indice generale

Custodisci in buon deposito (M. H. Smith)

01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14

 

IV. Dio ha ogni cosa sotto controllo

Letture bibliche: Efesini 1:1-4

Come abbiamo visto nel capitolo precedente, il Dio in cui crediamo è eterno e sovrano, e solo a pensarci la nostra mente deve fare un notevole sforzo. Abbiamo studiato la Sua onniscienza, e verificato dalla Scrittura che Egli conosce ogni cosa. Se è vero come è vero che Dio ha ogni cosa sotto controllo e che conosce la fine già dall'inizio, dovremmo concluderne che egli abbia già pianificato e stabilito ogni cosa che debba accadere. Difatti, è proprio così e ne abbiamo ampie evidenze dalla Bibbia.

Il fatto che Dio abbia già prestabilito tutto ciò che deve accadere nell'universo è un'idea che fa sorgere nella nostra mente seri problemi e perplessità. Significa forse questo che non vi sia libertà alcuna per le Sue creature e particolarmente per l'essere umano? Se è così, perché mai dovremmo cercare di compiacerGli? Perché mai preoccuparsi per la salvezza se Egli ha già prestabilito chi dovrà essere salvato e chi no. Perché mai evangelizzare? Se è già prestabilito chi dovrà essere salvato, se io devo essere salvato, certamente lo sarò, se no, no... Perché mai preoccuparsi di udire l'Evangelo? Perché darsi tanta pena per predicarlo?

Nel pensare a Dio, queste e altre simili questioni possono sorgere per renderci piuttosto perplessi. Osserviamo però che se non ci fosse un Dio che tiene tutto sotto controllo, beh, le implicazioni sarebbero molto più sconcertanti. Se Dio non avesse controllo sugli eventi non avremmo certezza alcuna né sul futuro, né sulla redenzione, né sulla vita eterna. Certo, abbiamo parecchi problemi intellettuali nel concepire un Dio che abbia sovranità assoluta su tutto, ma qualsiasi alternativa proponiamo pregiudica qualsiasi possibilità di dare alla vita o alla realtà significato di sorta.

Dobbiamo esaminare con attenzione, perciò ciò che la Bibbia insegna sulla sovranità di Dio e sui Suoi decreti. Nello spazio limitato a nostra disposizione potremo solo però esaminare solo alcuni brani biblici e solo alcune delle implicazioni di questa dottrina.

Questa breve esposizione, però, sarà sufficiente per mostrarci come quest'argomento sia la stessa trama di fondo della Scrittura. La Bibbia, infatti, presenta con chiarezza un Dio che pianifica ogni cosa e che sovranamente realizza i suoi propositi per la propria gloria e per il bene di tutti coloro che ne sono coinvolti.

A questo punto possiamo definire i decreti di Dio come "il suo eterno proposito, secondo il consiglio della sua volontà, per cui egli, per la propria gloria, ha prestabilito tutto ciò che deve accadere" (Catechismo abbreviato di Westminster, #7).

L'insegnamento di Gesù

Dato che si tratta di una dottrina che turba molti, vediamo che cosa Gesù aveva da dire a questo riguardo. Gli Evangeli registrano che Cristo, come Dio-uomo sosteneva con fermezza il concetto dell'assoluta sovranità di Dio su ogni cosa.

Una volta i discepoli erano appena ritornati da un giro di predicazioni e si rallegravano del fatto che anche i démoni fossero loro soggetti. Gesù altresì era pieno di gioia e disse: "Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi ed agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli" (Luca 10:21).

Qui vediamo che Gesù, nella sua preghiera afferma che Dio rivela l'Evangelo, "queste cose" ad alcuni mentre le nasconde ad altri. Inoltre Gesù "giubilava per lo Spirito Santo". Questo significa che il suo giubilo aveva l'approvazione ed era mosso dallo Spirito Santo. Poi Gesù si rivolge a Suo Padre come al "Signore del cielo e della terra" e lo ringrazia per ciò che ha fatto. La signoria di Dio -Padre, Figlio e Spirito Santo- qui è evidente: Dio il Padre ha prestabilito ogni cosa, il Figlio adempie questi propositi attraverso i Suoi discepoli, e lo Spirito Santo approva e dirige quello che stava succedendo.

Poi Gesù continua nella Sua preghiera: "Ogni cosa m'è stata data in mano dal Padre mio; e nessuno conosce il Figliolo se non il Padre; né chi è il Padre se non il Figliolo, e colui al quale in Figliolo voglia rivelarlo" (Luca 10:22). Gesù non solo ringrazia il Padre per aver nascosto l'Evangelo ad alcuni ed averlo rivelato ad altri: egli pure afferma che solo coloro a cui il Figlio sceglie di rivelare il Padre lo conosceranno. Ciò che lui qui sta insegnando è che il piano di Dio include pure i dettagli: chi dovrà ricevere l'Evangelo e chi non lo dovrà ricevere.

A questo punto fermiamoci ed rammentiamo a noi stessi che questa dottrina non fa di Dio un Dio ingiusto. Se Egli avesse agito con noi semplicemente sulla base della giustizia e dell'equità noi tutti dovremmo essere perduti e gettati nell'inferno. La cosa sorprendente di questa dottrina non è che l'Evangelo venga nascosto ad alcuni ma che sia di fatto rivelato a qualcuno -un atto questo di pura grazia sovrana e secondo il beneplacito di Dio.

Un giorno a Scuola Domenicale il mio pastore raccontò qualcosa che illustra bene questo concetto. Stavano accompagnando un visitatore attraverso una scuola per sordomuti. In una classe questi andò alla lavagna e scrisse: "Perché voi siete come siete, sordomuti?". Uno dei bambini si avvicinò alla lavagna, prese il gesso e scrisse: "Perché così è piaciuto al nostro Padre celeste". Quel bambino era giunto ad accettare la sovranità di Dio nella vita e si sottometteva alla Sua volontà nel dover essere sordomuto (v. Romani 9:20,21). Se pure noi tutti potessimo imparare questa lezione, quando ci sopraggiungono prove, saremmo maggiormente pronti a sottometterci alla volontà di Dio.

Tutte le cose cooperano al bene

L'apostolo Paolo fa un'affermazione sconcertante sulla sovranità e sul potere di Dio sopra ogni cosa: "Ora noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento" (Romani 8:28).

Quest'affermazione sarebbe vera solo se Dio fosse veramente Signore del cielo e della terra, ed è vero. Possiamo avere questo tipo di certezza solo allorché Egli è in controllo del nostro futuro e del nostro destino. Paolo era assolutamente convinto che Dio è proprio così, tanto che elabora questa dottrina in dettaglio nei capitoli che ne seguono (Romani 9-11).

Se veramente crediamo a questa affermazione e siamo convinti che Dio faccia cooperare ogni cosa per il nostro bene, possiamo allora dire, quando qualcosa di buono o di cattivo ci avviene: "Non potrebbe essere altrimenti". Questa è una prospettiva molto difficile da raggiungere, specialmente se stiamo soffrendo o se stiamo subendo delle difficili prove. Questo, però è ciò che intendeva l'apostolo quando ci esorta a rallegrarci nelle nostre sofferenze (Romani 5:3). Possiamo rallegrarci in esse, solo quando sappiamo che Dio opera, attraverso di esse, per il nostro bene.

La responsabilità umana

Una volta aver scoperto dalla Scrittura che Dio è assolutamente sovrano ed ha un proposito che include ogni cosa (Ef. 1:1), la questione che immediatamente sorge nella nostra mente è se questa dottrina annulli totalmente l'umana responsabilità. In un'altra occasione, quando Gesù stava insegnando sullo stesso argomento, Egli chiarì il fatto che gli esseri umani hanno piena responsabilità nel rispondere all'Evangelo.

Dopo aver ringraziato Iddio per aver celato l'Evangelo ad alcuni e per averlo rivelato ad altri, Gesù affermò che Dio determina con assolutezza chi vuole e chi non vuole ricevere l'Evangelo (Mt. 11:25-27 e Luca 10:21,22). Qui Egli asserisce di nuovo non solo il controllo di Dio Padre su ogni cosa, ma pure il controllo specifico di Dio figlio su chi vorrà venire a conoscere il Padre. Si tratta di una dichiarazione sull'assoluta sovranità di Dio in questa materia.

Nelle parole immediatamente successive Gesù si indirizza alla gente e pone su di loro la responsabilità di ricevere l'Evangelo: "Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo" (Matteo 11:28). Qui, come pure in altre occasioni negli Evangeli, abbiamo l'insegnamento sulla sovranità di Dio fianco a fianco all'insegnamento sulla responsabilità umana. Le due verità sono perfettamente allineate (vedi anche Genesi 50:20 e Atti 2:23). Alcuni trovano che questo sia un'evidente contraddizione totalmente incomprensibile. Come possono essere vere entrambe le concezioni? Come può la Bibbia insegnare due verità che sembrano reciprocamente contraddirsi?

La nostra mente di solito tende ad accettare uno solo di questi insegnamenti e a portarlo alle logiche sue conseguenze. Da una parte, se Dio ha già decretato chi dovrà e chi non dovrà essere salvato (predestinazione ed elezione), non possiamo fare nulla a riguardo -se siamo eletti, saremo salvati, e se non lo siamo non saremo salvati. D'altro canto, se noi sottolineiamo troppo l'insegnamento sulla responsabilità umana, dobbiamo accettare il fatto che Dio non possa già in precedenza aver determinato chi sarà salvato -tutto dipenderà da noi, e Dio, nella migliore delle ipotesi, può solo prevedere ciò che noi sceglieremo, rimanendo la decisione finale completamente nelle nostre mani, e non nelle sue.

il punto è che nessuna di queste due logiche conclusioni è ciò che insegna la Bibbia. Non possiamo porre noi stessi al di sopra della Parola di Dio e decidere quello che essa può o non può dire. Ciò che noi dobbiamo fare come cristiani è sottomettere la nostra mente al chiaro insegnamento della Scrittura senza preoccuparci troppo delle difficoltà intellettuali che possiamo avere al riguardo di un dato insegnamento. Se qualcosa sembra contraddire una certa dottrina accetteremo entrambe le affermazioni anche se non sappiamo come conciliarle (queste apparenti contraddizioni vengono chiamate "antinomie", e la Bibbia ne conta alcune; ricordate Isaia 55:8,9).

Le cose occulte

Le parole di Mosè in Deuteronomio 29:29 ci ammoniscono nel non cercare di conciliare a tutti i costi le antinomie bibliche: "Le cose occulte appartengono all'Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figlioli, in perpetuo, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge".

Fra le cose occulte che la Bibbia rivela sono le dottrine sulla predestinazione e sull'elezione come pure sulla responsabilità dell'uomo. Ciò che a noi non è stato rivelato è come queste dottrine possano essere entrambe vere e come possano conciliarsi.

Dobbiamo quindi credere ad entrambe ed insegnarle ai nostri figli esattamente come fa la Bibbia, anche se non siamo intellettualmente in grado di risolvere i problemi che possono sorgere a causa di esse.

Nella Bibbia vi sono pure altri problemi intellettualmente non risolvibili. Come può, per esempio, un Dio immutabile, che prima della creazione non era creatore, diventarne uno senza cambiare in sé stesso? Come può un Dio che possiede ogni gloria, essere glorificato dai suoi figlioli? Come può Dio essere sia uno che trino? Come può Cristo essere sia Dio che uomo, infinito ed immutabile e allo stesso tempo finito e mutevole e cambiare in natura? Come può morire il Principe della vita? La risposta a queste domande è che noi dobbiamo accettare tutto ciò per fede e non per visione (2 Cor. 5:7).

Dio non è l'autore del peccato

Abbiamo affermato che la Bibbia insegna che Dio ha preordinato tutto ciò che deve accadere (vedi Isaia 46:9,10; 48:3; Ef. 1:11). Se questo è vero, come è vero, non potrebbe Dio essere considerato pure l'autore del peccato? Che il peccato sia incluso nel decreto di Dio viene chiaramente insegnato da Pietro (Atti 2:23), questo però non significa che Egli sia la causa o l'agente del peccare. Il più orribile peccato della storia è già avvenuto -la crocifissione di Gesù, "per il determinato consiglio e per la prescienza di Dio". Allo stesso tempo, però, Pietro punta il dito contro l'umanità e dice: "voi, per man d'iniqui, inchiodandolo sulla croce lo uccideste".

Pietro afferma che la morte di Cristo era stata chiaramente preordinata. Lo vediamo anche in altri modi quando Dio specifica nell'Antico Testamento i dettagli della crocifissione (vedi Salmo 22; Isaia 52:13-53:12). La malvagità di questi atti, però, è ascritta a uomini malvagi. In altre parole, Dio ci ritiene responsabili per la morte di Suo Figlio. Così, anche se Dio aveva preordinato questo avvenimento, Egli non è stato l'autore di quest'atto malvagio. L'uomo ne è stato l'autore.

Può essere utile a questo punto pensare a questa apparente contraddizione nei termini di decreto e di esecuzione di un decreto. Il decreto è il piano di Dio come Lui l'ha elaborato ed esso include tutto ciò che deve succedere, L'esecuzione di questo decreto avviene nel tempo e nella storia, e qui Iddio può esservi più o meno attivo.

Nel caso della proclamazione dell'Evangelo a peccatori perduti, è necessaria una effettiva vocazione da parte dello Spirito Santo per mettere in grado l'uomo di rispondervi. E' Lui che dà al peccatore un nuovo cuore, mettendolo in grado di rispondere all'Evangelo e ricevere Gesù Cristo come Signore e Salvatore. L'uomo deve "venire", ma egli lo può solo fare per l'intervento diretto dello Spirito Santo.

Al riguardo del peccato, Iddio non è attivo nel far si che l'uomo pecchi. Tutto ciò che Lui deve fare è lasciare il peccatore alle proprie risorse ed egli commetterà atti peccaminosi. Questo talora è stato chiamato un "decreto permissivo", mediante il quale Egli permette agli uomini di fare ciò che desiderano -il che, naturalmente, è il peccato. Dio, quindi, non è l'autore del peccato.

Inoltre, Dio non può essere l'autore del peccato per la definizione e la natura stessa del peccato. Abbiamo già veduto come Dio sia assolutamente santo e che giammai possa contemplare il minimo peccato. Il peccato, per definizione, è la trasgressione della Legge di Dio (essere "fuorilegge", vedi 1 Giovanni 3:4). Suggerire che Dio vada contro la sua stessa legge significa presupporre una contraddizione nella Sua stessa natura: Una tale concezione di Dio implicherebbe che Dio non sia Dio.

Oltre a queste ragionevoli argomentazioni, la Bibbia dice esplicitamente che Dio non è l'autore del peccato. "Dio è luce, e in Lui non vi sono tenebre alcune" (1 Giovanni 1:5)."Nessuno, quand'è tentato, dica: Io sono tentato da Dio; perché Dio non può essere tentato dal male, né Egli stesso tenta alcuno" (Giacomo 1:13). Ancora una volta dobbiamo semplicemente sottomettere la nostra mente alla Scrittura ed accettare ciò che essa dice anche se non lo comprendiamo completamente.

E' vero: tutto ciò "fa fumare il cervello" sottoponendolo ad uno sforzo considerevole, e il cuore stesso della fede accetta queste antinomie, unendosi nella dossologia di lode che Paolo eleva alla fine dell'intera sua argomentazione su questo argomento: "O profondità della ricchezza e della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto inscrutabili sono i suoi giudizi, ed incomprensibili le sue vie! Poiché: Chi ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi è stato il suo consigliere? O chi gli ha dato per primo, e gli sarà contraccambiato? Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno" (Romani 11:33-36).

Domande di revisione

  • 1. Qual era l'insegnamento di Gesù sull'elezione che Dio opera e sul fatto che Egli passi oltre ad altri con il Suo Evangelo?
  • 2. Quale dovrebbe essere il nostro particolare atteggiamento verso le cose che ci avvengono, ed in modo particolare le cose brutte?
  • 3. Qual è l'insegnamento della Bibbia sulla sovranità di Dio e sulla responsabilità dell'uomo?
  • 4. Perché Dio non può essere l'autore del peccato?
  • 5. Quali brani della Scrittura ci danno utili linee per stabilire il nostro atteggiamento verso le antinomie della Bibbia e le cose insegnate o non-insegnate in essa?

Domande per la discussione

  • 1. In che tipo di mondo vivremmo se Dio non avesse un progetto ed un proposito per esso e per tutte le cose che vi avvengono?
  • 2. Perché Dio ha incluso il peccato ed il male nei suoi piani?
  • 3. Perché possiamo credere nell'assoluta predestinazione e nell'assoluta responsabilità umana allo stesso tempo? Citate brani della Scrittura che appoggino la vostra risposta.
  • 4. Possiamo noi che crediamo nella predestinazione credere pure nell'evangelizzazione? Possiamo credere nell'efficacia della preghiera se tutto è già stato predestinato, e perché?
  • 5. Com'è che noi talora rinfacciamo a Dio i nostri peccati, inadempienze e fallimenti? Perché noi Lo accusiamo di causarli?