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'''XI.'''


'''LA CHIESA E' IL POPOLO CHE DIO AMA'''
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''Leggere: Efesini 4:1-16; 1 Pietro 2:4-10''
= X. GLI STRUMENTI DELLA GRAZIA PER LA CRESCITA SPIRITUALE =


La Bibbia insegna con chiarezza che c'è una sola chiesa che Dio ha portato all'esistenza e che appartiene a Lui. La Bibbia però mette pure in chiaro come vi siano due aspetti della chiesa - ''quello visibile, e quello invisibile''. Quando noi accogliamo nella nostra vita Cristo come nostro Signore e Salvatore, immediatamente noi diventiamo membri della chiesa invisibile. Come autentici credenti, però, abbiamo il dovere di identificarci pure con il popolo di Dio qui sulla terra, e lo possiamo fare unendoci ad una comunità di credenti mediante una professione di fede pubblica. Se non siamo mai stati prima battezzati, veniamo accolti con pieni diritti nella chiesa tramite questo sacramento come parte della nostra visibile confessione di fede personale in Cristo. Parliamo di quest'atto come adesione alla chiesa visibile.
'''Leggere''': {{Passo biblico|Salmi 119:9-16; 105-112}};{{Passo biblico| Luca 11:1-13}}; {{Passo biblico|1Corinzi 11:23-31}}


La chiesa invisibile, però, è conosciuta solo da Dio ed include tutti gli autentici credenti eletti da Dio in ogni tempo e paese fin dall'eternità. La chiesa visibile, d'altro canto, consiste di tutti quelli che in questo mondo professano la vera fede, insieme ai loro figli.
Abbiamo visto come Dio desideri che i Suoi figlioli crescano in maturità e come Egli abbia loro provveduto lo Spirito Santo per assisterli nella loro santificazione. Il metro mediante il quale possiamo misurare la nostra crescita e le nostre buone opere è la legge divina. Abbiamo pure notato come ci portiamo dietro elementi della nostra vecchia natura e come anche le nostre opere migliori siano contaminate dal peccato. In questo capitolo desideriamo considerare gli strumenti, gli ausili, che Dio ci ha provveduto affinché potessimo crescere in modo sempre più efficace. Chiameremo questi ausili "i mezzi della grazia".


E' possibile che alcuni fra gli eletti, sebbene pervengano ad una certa conoscenza di Cristo in questa vita, non si associno mai ad una chiesa visibile. Il ladrone sulla croce, per esempio, non ebbe mai l'opportunità di essere battezzato o di essere ammesso in una comunità visibile del popolo di Dio. D'altro canto è possibile per alcuni fare una pubblica professione di fede (associandosi così ad una chiesa visibile) in modo ipocrita e non autentico, cioè senza aver mai veramente creduto in Cristo come Signore e Salvatore. Simon Mago, per esempio, era stato battezzato ed accolto nella chiesa in Samaria (At. 8:13), quando però aveva cercato di comprarsi la capacità di dispensare lo Spirito Santo, Pietro disse: ''"Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto dinanzi a Dio"'' (At. 8:21). In questo modo Simone era rimasto per un certo tempo membro di una chiesa visibile, ma non lo era della chiesa invisibile.
I mezzi della grazia sono stati donati ad ogni cristiano, il quale deve farne uso. Non si tratta di pacchetti-dono straordinari dati solo ad alcune persone, ma speciali mezzi di crescita che ogni cristiano, in circostanze normali, ha a sua disposizione. Usiamo l'espressione in circostanze normali per rammentarci del fatto che in tempo di persecuzione potremmo non avere accesso ad alcuni di questi. In molti paesi ancora i cristiani non possono avvalersi del privilegio di un culto pubblico o persino di possedere una Bibbia personale.


Questa situazione perdurerà fino alla fine dei tempi, poiché Dio ha affidato ad uomini fallibili -i quali non possono investigare nel cuore umano- la responsabilità di accettare una professione di fede credibile per la loro ammissione nella chiesa visibile. Alla fine, quando Cristo ritornerà e separerà ''"le pecore dalle capre"'' (Mt. 25:31-46), la chiesa visibile e la chiesa invisibile saranno una e la stessa.
Lo studio dei mezzi della grazia ci porterà a considerare la Parola di Dio, la preghiera, e due sacramenti, e questi devono essere utilizzati nel rendere a Dio, maestoso e sovrano, il culto che Gli è dovuto. Incominciamo allora col trattare dell'importanza del culto.


'''La chiesa nella storia biblica'''
== Il culto ==


In questo capitolo noi considereremo soprattutto la chiesa visibile. Dall'inizio della storia della salvezza Dio ha operato una distinzione fra coloro che Gli appartengono e coloro che sono nel mondo. Nella Sua prima affermazione salvifica Egli promise che sarebbe stato attraverso il seme di una donna che sarebbe venuto il Salvatore (Ge. 3:15). Coloro che credettero a questa promessa divennero parte del "seme della donna" -la chiesa visibile- e così nella storia susseguente le linee famigliari di Set e di Caino vengono tracciate separatamente -la prima, la linea della fede, la seconda, la linea dell'incredulità.
Come credenti noi diamo una risposta positiva alla straordinaria salvezza che Dio ci ha provveduto in Cristo dedicando l'intera nostra vita a renderGli il culto che Gli è dovuto e nel cercare di renderGli gloria in tutto quello che siamo e che facciamo. In un certo senso il culto include per il cristiano ogni manifestazione della sua vita. In generale, però, parliamo di culto ogni qual volta che, come credenti, da soli o in compagnia di altri, ci presentiamo a Dio con lo scopo specifico di essere in comunione con Lui, lodarLo e glorificarLo.


E' stato solo però al tempo di Abramo, che una singola famiglia è stata estratta dal resto dell'umanità per diventare il visibile popolo di Dio. In altre parole, il patto abramitico è stata l'istituzione formale del popolo di Dio come entità separata sulla terra, con un proprio suggello visibile (la circoncisione) per distinguerla dal resto del mondo.
E' necessario fare una distinzione fra culto privato e culto pubblico. Il culto pubblico ha luogo quando una comunità locale del popolo di Dio si raccoglie insieme al fine di renderGli culto. Il culto privato, d'altro canto, avviene quando un credente singolo manifesta privatamente la propria adorazione e culto di Dio. Sia il primo che il secondo tipo di culto sono vitali per la crescita nella vita cristiana. Quando noi trascuriamo o uno o l'altro è la qualità della nostra crescita a soffrirne rallentando.


Questo concetto è stato sviluppato più ampiamente allorché Israele venne chiamata fuori dall'Egitto essendo così stabilita davanti a Dio come un regno di sacerdoti (Es. 19:5,6). Come abbiamo notato nell'ultimo nostro capitolo, questo popolo venne convocato per la sua prima assemblea generale presso il Monte Sinai. Lo scrittore di Ebrei descrive la chiesa del Nuovo Testamento come l'adempimento di quella prima riunione, perché oggi siamo pervenuti ''"al monte di Sion, e alla città dell'Iddio vivente, che è la Gerusalemme celeste, ed alla festante assemblea delle miriadi degli angeli, e alla Chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli" ''(Eb. 12:22,23).
In tempi come i nostri in cui si mette un forte accento sull'individuo, sorge un grave problema: il culto pubblico diviene per alcuni cristiani relativamente poco importante. Vi sono coloro che ritengono di aver fatto abbastanza per Dio e per sé stessi quando assistono ad un culto televisivo o radiofonico. Certo è possibile avere beneficio da tali culti "a distanza", essi però non possono sostituire il culto in comunità al quale si partecipa in prima persona.


Alcuni oggi vogliono fare una netta separazione fra l'Israele dell'Antico Testamento e la chiesa del Nuovo Testamento, ma l'unità del popolo di Dio di tutte le età smentisce questa distinzione. La Bibbia insegna che l'intero popolo di Dio è uno attraverso tutte le dispensazioni e che la chiesa del Nuovo Testamento è in realtà la continuazione del patto abramitico.
E' Dio stesso che chiama il Suo popolo a renderGli pubblicamente il culto, e vediamo questo in diverse occasioni dell'Antico Testamento. Già agli inizi della storia di Israele, Egli esigeva che tutto il popolo si presentasse ai piedi del Monte Sinai in occasione della proclamazione della Legge (Es. 19-24). Questa fu la prima grande assemblea generale del popolo di Dio. Lo scrittore della lettera agli Ebrei si riferisce a quest'occasione affermando che pure noi, sebbene viventi nell'era del Nuovo Testamento, siamo venuti al Monte Sion per adorare il Signore. Qui noi ci incontriamo con Dio, con gli angeli e con Gesù, il Mediatore del Nuovo Patto (Eb. 12:18-29) come prefigurazione del grande giorno in cui tutto il creato sarà riunito difronte al Trono di Dio per lodarLo e per renderGli culto (v. Ap. 4, 5).


Il giorno di Pentecoste l'apostolo Pietro concluse il suo sermone con l'affermazione che la promessa dello Spirito Santo: ''"è per voi, e per i vostri figlioli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà" ''(At. 2:39). Questo riferimento della promessa di benedizione risale a Genesi 17:7 laddove Dio disse che Egli sarebbe stato il Dio di Abrahamo e della sua discendenza (tutti i veri credenti in Dio come lo era Abrahamo) dopo di lui. Questa era la vera istituzione della religione biblica dell'Antico Testamento. Pietro fa riferimento alla promessa in questo contesto quando dichiara che la venuta del Messia -e del susseguente Spirito Santo- è l'adempimento e la continuazione di ciò che era cominciato col patto abramitico.
Dato che è Dio stesso Colui che ci chiama al culto, Egli è pure Colui che prescrive come si debba renderGli culto. Dobbiamo adorare soltanto Lui e nel modo in cui Egli ci ha indicato nella Sua Parola, non cioè secondo la nostra immaginazione o desiderio.


Paolo, nello scrivere ai Galati, sottolinea il fatto che Abramo è il padre di tutti i credenti in ogni età: ''"riconoscete anche voi che coloro i quali hanno la fede, sono figlioli di Abrahamo"'' (Ga. 3:7). In altre parole, Abramo viene considerato come il padre di tutti coloro che ricevono l'Evangelo per fede. Paolo è ancora più esplicito e dice: ''"Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge... affinché la benedizione di Abrahamo venisse sui Gentili in Cristo Gesù, affinché ricevessimo, per mezzo della fede, lo Spirito promesso"'' (Ga. 3:13,14).
La conclusione di questo brano fa appello a tutti i cristiani ad essere riconoscenti ed offrire così a Dio "un culto accettevole, con riverenza e timore" (Eb. 12:28). Prima questo stesso scrittore aveva affermato chiaramente il fatto che è riprovevole da parte nostra trascurare di riunirci in assemblea con il popolo di Dio per onorarLo nel culto (Eb. 10:25).


Inoltre egli continua e dice: ''"E se siete di Cristo, siete dunque progenie di Abrahamo; eredi, secondo la promessa" ''(Ga. 3:29). Paolo qui insegna in modo incontrovertibile l'unità della chiesa del Nuovo Testamento con la progenie di Abrahamo, l'Israele antico. Ecco perché la chiesa dell'era del Nuovo Testamento è stata talora chiamata l'Israele della Nuova Alleanza.
== La Parola ==


'''Alcune descrizioni neotestamentarie della Chiesa'''
La maggior parte dei Protestanti da sempre ha sottolineato con forza l'importanza della Parola di Dio come il maggiore mezzo della grazia: senza di essa non possiamo crescere spiritualmente. Essa sta nel cuore stesso del culto pubblico come pure deve stare al cuore stesso delle nostre devozioni private. Essa è il mezzo mediante il quale possiamo fare progressi nella nostra santificazione in quanto è lo stesso Spirito Santo che usa la Parola di Dio per aiutarci a crescere.


Il Nuovo Testamento ci presenta un certo numero di interessanti figure per descrivere la chiesa. In primo luogo la chiesa viene descritta come il corpo di Cristo (Ef. 1:23; 2:16; 4:4; 1 Co. 10:17). L'apostolo Paolo descrive Gesù Cristo come la testa (il capo) del corpo (Ef. 1:23) e mostra l'importanza di tutte le differenti parti del corpo che lavorano assieme, essendo ciascuna necessaria all'intero funzionamento del corpo ( v. 1 Co. 12:12-27).
Dio ci parla soprattutto tramite la Sua Parola, che noi chiamiamo Bibbia, o Sacre Scritture. Esse sono un dono della grazia di Dio, perché Dio ha parlato in forma scritta ed oggettiva affinché potessimo averle sempre con noi. Al fine di ricevere beneficio dall'uso che facciamo della Bibbia e quindi crescere spiritualmente, dovremmo udirla consapevoli trattarsi della stessa Parola che Dio vuole rivolgerci, come pure leggerla con cura e diligenza, pregando affinché Iddio apra la nostra mente ad intenderla come si conviene. Dobbiamo studiarla in modo sistematico come pure memorizzarla affinché essa possa veramente essere efficace nella nostra vita quotidiana.


Il secondo luogo Paolo parla del rapporto della chiesa con Cristo come del rapporto fra una sposa con il suo sposo. Come tale lei Gli deve essere sottomessa in ogni cosa (Ef. 5:22,23), e questa figura diventa la base della gloriosa scena quando la chiesa viene riunita a Cristo e si celebra così la festa nuziale dell'Agnello (Ap. 19:6-9).
Dobbiamo udire la Parola di Dio com'è predicata da fedeli ministri dell'Evangelo. Storicamente il culto protestante è stato da sempre incentrato nella Bibbia, con la fedele proclamazione della Parola che ne occupa metà del tempo. Come cristiani impegnati nella crescita spirituale dobbiamo udire la predicazione attendendo di udire la stessa Parola di Dio per noi, aspettandocene una benedizione ed applicando ciò che udiamo nella nostra vita personale e famigliare.


In terzo luogo la chiesa viene chiamata tempio del Signore (Ef. 2:19-22; 1 Pi. 2:5). Ogni pietra è posta nell'edificio proprio dove è necessario, essendo Cristo il costruttore di questo tempio (Mt. 16:18; Za. 6:12,13).
Dobbiamo impegnarci a leggere regolarmente la Parola di Dio singolarmente e in famiglia. Una dieta regolare delle Scritture edificherà la nostra comunione con Dio e rafforzerà la nostra vita spirituale. Non dovrebbe essere una lettura saltuaria e casuale, come chi apre a caso la Bibbia e punta il dito con gli occhi chiusi sul testo aspettandosi di trovare il "versetto del giorno". Certo Dio può benedire qualsiasi lettura della Sua Parola, ma lo possiamo fare nel modo più utile solo quando ne impostiamo lo studio in modo sistematico al fine di crescere nella conoscenza della verità.


La quarta e la quinta figura della chiesa hanno relazione con la casa di Dio -un'idea simile a quella del tempio- come colonna e base della verità (1 Ti. 3:15). Queste figure sono prese dalla struttura degli edifici antichi con colonne e con fondamenta. La chiesa come colonna della verità deve sostenere la Parola del Signore verso il mondo come pure edificare ogni suo insegnamento sul fondamento di tale verità come pure sicuro fondamento per tutti i suoi membri.
I cristiani dovrebbero fare un piano per leggere l'intera Bibbia periodicamente. Questo ovviamente richiederà del tempo, ma noi dovremmo riservare tempo sufficiente per la nostra lettura biblica al fine di apprendere larghe porzioni del testo. E' particolarmente utile, per esempio, leggere tutti i libri più brevi della Bibbia in una seduta, in modo particolare le lettere del Nuovo Testamento.


L'ultima figura che vogliamo notare è quella in cui il popolo di Dio viene descritto come: "Chiesa dell'Iddio vivente". La parola italiana "chiesa" deriva dal greco "ekklesia", e significa "quelli che sono stati chiamati fuori dal mondo per appartenere ad una assemblea". Coloro che sono stati chiamati ad un rapporto di salvezza con Dio appartengono a Colui che è il vero, solo, e vivente Iddio.
Oltre ad una lettura estensiva della Bibbia, è nostro dovere pure studiare libri particolari od argomenti più attentamente. Per esempio, uno studio degli Evangeli ci dà una conoscenza di ciò che Gesù ha detto ed ha fatto quand'era sulla terra. Lo studio di epistole come Romani e Galati ci può dare una comprensione più chiara della dottrina della giustificazione per fede, mentre lo studio della prima epistola di Giovanni ci potrà dare la sicurezza di cui abbiamo bisogno del fatto che conosciamo Iddio ed abbiamo ricevuto l'Evangelo.


'''Le chiavi del regno'''
Lo studio sistematico di una porzione delle Scritture richiede l'uso di un quaderno per appunti per farci uno schema degli argomenti come vengono trattati e per annotarvi pensieri che ci possono aiutare nella nostra crescita spirituale. uno studio tematico potrà farci tracciare nelle Scritture importanti temi e dottrine come si trovano nel complesso della Parola di Dio; è possibile fare questo direttamente mediante l'uso di una concordanza biblica (alfabetica o per argomenti), oppure attraverso l'uso di un libro di studio come questo. Lo studio biblico ci mette in grado di confrontare scrittura a scrittura e di crescere nella nostra conoscenza della Parola, rendendoci così più utili nella nostra chiesa e più efficaci nella nostra testimonianza nel mondo. Esistono oggi sul mercato molte guide per lo studio biblico e suggerimenti per uno studio induttivo (direttamente dalla Scrittura). Nell'interpretare ciò che studiamo, dovremmo cercare prima di capire il contesto di ciascun brano, poi quello che in quel contesto lo scrittore cerca di dire. Questo si chiama studio storico-grammaticale di interpretazione della Bibbia.


La Bibbia presenta Gesù Cristo come Signore della Sua chiesa. Gesù lo afferma quando risponde alla grande confessione di fede Pietro pronunzia, dichiarando: ''"Su questa pietra edificherò la mia chiesa"'' (Mt. 16:18). Poi Gesù passa a parlare delle "chiavi" per l'accesso al Regno dei cieli affermando che ai suoi discepoli sarebbe stata affidata l'autorità in terra "di legare e di sciogliere" (16:19). Matteo fa pure riferimento a questa autorità in 18:18 quando Gesù descrive il modo con il quale dovremmo trattare un fratello che sbaglia. Dovremmo prima andare da lui a tu per tu, e se non ci ascolta, dovremmo ritornare con dei testimoni; e se ancora rifiuta di considerare il suo peccato, la faccenda dovrebbe essere sottoposta all'intera chiesa.
Un buon suggerimento è memorizzare la Parola di Dio, perché questo ci può rendere più forti nel resistere alle tentazioni, prendere decisioni che possano essere gradite a Dio quando la Bibbia non ci è direttamente disponibile nella nostra vita quotidiana, come pure nel testimoniare a coloro che non conoscono Cristo. Meditare su una parola che abbiamo letto, leggerla, studiarla, e memorizzarla, contribuisce ad una maggiore comprensione della volontà di Dio e promuove la nostra crescita spirituale.


E' a questo punto che Gesù dice: ''"Ed anche in verità vi dico: Se due di voi sulla terra s'accordano a domandare una cosa qualsiasi, quella sarà loro concessa dal Padre mio che è nei cieli"'' (Mt. 18:19). E' un brano rilevante, perché esso indica che ogni qual volta la chiesa esercita la disciplina, essa lo fa in accordo con la stessa autorità del cielo, quando è esercitata in accordo con la Parola. Gesù diceva essenzialmente la stessa cosa nella camera alta dopo la Sua risurrezione, quando impartiva ai Suoi discepoli lo Spirito (Gv. 20:22,23). Questo segnava il conferimento ufficiale della Sua autorità e potere alla chiesa. Si tratta di un potere che continua a risiedere nella chiesa visibile.
Non dobbiamo accontentarci di leggere la Parola di Dio, ma dobbiamo pure impegnarci ad applicarla nella nostra vita personale come "facitori" della Parola (v. Gm. 1:22). I peggiori critici della Bibbia non sono coloro che hanno problemi intellettuali con alcune sue parti, che la mettono in questione, o che l'attaccano: talora i peggiori nemici della Scrittura sono coloro che professano di credervi ma che non la mettono in pratica. Crescere nella grazia non significa solo divenire un credente nella Bibbia, ma divenire una persona che applica l'insegnamento della Bibbia regolarmente e che cerca di vivere in modo coerente con quanto vi trova.


La fonte di questo potere è il Signore Gesù Cristo, il quale è il capo della chiesa ed ha autorità in cielo e sulla terra. La natura di questo potere è spirituale -cioè si muove nel campo esclusivo delle sanzioni di carattere spirituale. questa autorità viene esercitata quando la chiesa ammette delle persone fra i suoi membri nella chiesa visibile, e come è implicito, quando ne esclude altri.
Nella Sua provvidenza e saggezza Dio ha comandato che l'Evangelo sia proclamato per la salvezza dei perduti, attraverso la follia della predicazione dell'Evangelo (1 Co. 1:21-25), come pure, tramite essa, che i credenti ne vengano edificati (Ro. 1:16). Dovremmo perciò riconoscere l'importanza di presenziare regolarmente in chiesa ogni qual volta si predica la Parola. E' il mezzo che Dio ha stabilito per diffondere la Sua Parola ai perduti e per rafforzare la Sua Chiesa.


Il solo codice giuridico che la chiesa può possedere è la Parola di Dio, ed il compito della chiesa non è quello di legiferare, ma di dichiarare ciò che Dio già ci ha dato nella Sua Parola scritta. In altre parole, la funzione della chiesa non è legislativa, ma dichiarativa. Questo rimane vero quando essa formula confessioni di fede, catechismi, credi, e libri di costituzione ecclesiastica, come pure decisioni giuridiche. Quando tutto questo viene compiuto fedelmente in conformità con la Parola, la chiesa visibile funziona in senso biblico e i suoi leader insieme alle sue affermazioni devono essere obbedite.
== La preghiera ==


'''I segni distintivi della Chiesa'''
Quando consideriamo l'oggetto della comunione con Dio. dovremmo rammentarci che una tale comunione è sempre bi-direzionale, cioè, che Dio ci parla attraverso la Sua Parola e che noi parliamo a Lui attraverso la preghiera. La preghiera è il mezzo con il quale noi Lo lodiamo e gli chiediamo ciò che è in armonia alla Sua volontà rivelata, il tutto in nome di Gesù Cristo (Gv. 16:24).


A causa delle molte differenti chiese esistenti oggi, noi abbiamo bisogno di un metro per giudicare se una certa chiesa sia la vera chiesa oppure no. I riformatori hanno stabilito tre segni basilari che distinguono la vera chiesa: ''la sana predicazione della Parola, la vera amministrazione dei sacramenti, e l'esercizio appropriato della disciplina''. In realtà il primo di questi principi include anche il secondo ed il terzo, perché quando la chiesa è veramente consacrata alla Parola ed alla sua corretta proclamazione, vi sarà necessariamente una corretta amministrazione dei sacramenti ed un vero esercizio della disciplina. Quando la chiesa cessa di esercitare queste sue due ultime funzioni, in effetti essa ha già abbandonato il primo di questi segni della vera chiesa.
Qualcuno potrebbe domandarsi: Perché dovremmo pregare? Noi preghiamo perché Dio ci ha comandato di farlo (Lc. 11:9; 18:1; Ef. 6:18; 1 Te. 5:17,18), ed Egli desidera che noi Gli parliamo. Inoltre Egli si compiace di udire le nostre preghiere, sebbene talora possa anche risponderci di no per il nostro stesso bene. Noi ci priviamo di un'eccezionale benedizione quando trascuriamo di rivolgerci a Dio in ogni nostro bisogno, necessità, o desiderio.


'''Il governo della Chiesa'''
I discepoli una volta chiesero a Gesù di insegnare loro a pregare (Lc. 11:1). E' interessante notare come essi non gli avevano chiesto di insegnare loro come testimoniare o come predicare. Evidentemente essi sentivano, come molti di noi, che la preghiera è difficile ed essi si aspettavano che il loro Maestro insegnasse loro qualcosa a questo riguardo. Gesù così acconsentì alla loro richiesta, ed insegnò loro ciò che noi tradizionalmente chiamiamo "il Padre Nostro" (Lc. 11:2-4; Mt. 6:9-13). Egli usò pure molte altre opportunità durante il suo breve ministerio per istruire i suoi discepoli sull'argomento della preghiera.


Alcuni principi di base per il governo della chiesa possono essere ritrovati nella stessa Scrittura. In primo luogo notiamo che gli apostoli non imposero la loro autorità nel nominare propri successori od altri ministri della chiesa. Difatti, quando erano confrontati col bisogno di essere assistiti negli affari temporali della chiesa, essi condussero la comunità a scegliere sette uomini che amavano il Signore per servire in questa funzione. Dopo aver fatto questa scelta, gli apostoli avevano messo a parte sette diaconi tramite la preghiera e l'imposizione delle mani, cosa che oggi chiamiamo 'ordinazione' (At. 6:1-6).
Dal "Padre Nostro", la preghiera dei discepoli di Gesù, e dall'insegnamento che ne dà Paolo, apprendiamo come la preghiera debba includere l'adorazione, la confessione, il ringraziamento, e la supplica sia per noi stessi (petizione) sia per gli altri (intercessione). Inoltre è il libro dei salmi a darci molti esempi di come pregare. Infine, le molte preghiere di individui che sono riportate nella Bibbia possono pure servirci come modello su come pregare (v. Gb. 40:3,4; 1 Cr. 29:10-13; 2 Cr. 6:12-42; Da. 9:3-19, e, in particolare Ne. 1:5-11.


Quando Paolo e Barnaba dovevano lasciare una chiesa, essi stabilivano in essa degli "anziani" (At. 14:23). Da questo e da altri brani simili possiamo dedurre che in ogni comunità vi era una pluralità di "anziani" (At. 20:17: Fl. 1:1; Tt. 1:5). L'idea di avere anziani in ogni comunità non era nuova per Paolo, perché questo era pure il modo in cui veniva governata la sinagoga. La chiesa semplicemente aveva preso a prestito il sistema ebraico che si era sviluppato sotto l'Antico Testamento.
== I sacramenti ==


Con la regola degli anziani nella comunità locale la chiesa primitiva aveva pure sviluppato un sistema giuridico graduato. Lo possiamo verificare considerando alcuni esempi biblici come per quanto riguarda i problemi che erano sorti ad Antiochia di Siria. In quel caso la chiesa aveva sottoposto i suoi particolari problemi agli apostoli ed agli anziani di Gerusalemme tramite dei suoi rappresentanti. A Gerusalemme poi si era dibattuto a lungo sul tema, e poi le decisioni prese erano state pubblicate fra tutte le chiese (vedi At. 15:1-35).
Oltre alla Parola ed alla preghiera, Dio ci ha dato pure, come mezzi di grazia, i sacramenti, mediante i quali Egli ci rivela l'Evangelo in ciò che sono stati chiamati "segni visibili". Ciò che Dio nei sacramenti ci ha donato è un modo di illustrare la Parola all'intero essere umano, e lo vediamo chiaramente in connessione con la Cena del Signore. Questo sacramento deve essere osservato solo in connessione con la predicazione della Parola, cosicché pure udire è necessario; gli elementi sono visibili agli occhi e possono anche essere toccati e persino odorati. Sono così tutti i cinque nostri sensi che vengono coinvolti nella Cena del Signore. Il battesimo, naturalmente, si rivolge all'udito, all'occhio, e al tatto soltanto.


Da questo breve sguardo di alcuni fra i brani del Nuovo Testamento che descrivono la forma di governo adottata nell'era apostolica, ne facciamo derivare il sistema conosciuto oggi come forma di governo presbiteriana. L'aggettivo "presbiteriano" deriva dalla parola greca "presbyteros", che significa appunto "anziano" e che descrive il tipo di governo ecclesiale in cui anziani eletti dalla comunità governano il corpo del popolo di Dio come leader-servitori nel processo decisionale. Il sistema giudiziario graduato menzionato più sopra estende questa forma congregazionale al corpo regionale che chiamiamo 'presbiterio' e la sua forma nazionale (o internazionale) che designamo come assemblea generale.
Nel Protestantesimo evangelico i sacramenti sono considerati come estensione della Parola predicata, e nei circoli riformati essi sono stati designati come segni e suggelli del patto di grazia. I segni esteriori (pane, vino, acqua) indicano qualcosa che è significato come realtà spirituale interiore (vedi più avanti sotto ciascun sacramento).


Sebbene questo sistema di governo ecclesiale sia in maggiore conformità con la Scrittura, credere in essa o praticarla non è essenziale per l'esistenza di una chiesa. In altre parole, se una chiesa possiede un'altra forma di governo, non significa che non si tratti di una vera chiesa. Il governo biblico della chiesa non è necessario per la vera essenza di una chiesa. Dovremmo però cercare di accertarci che la nostra chiesa sia il più biblica possibile, inclusa la sua forma di governo.
Quando si appone un sigillo ad un documento, esso serve per confermarci l'autorità di quel documento. I sacramenti non comportano un messaggio nuovo o differente da ciò che viene predicato, ma suggellano o affermano certe realtà spirituali che noi dobbiamo rammentare. essi illustrano, con segni rivolti ai vari sensi, l'Evangelo proclamato dalla Parola, e ci suggellano le promesse di quell'Evangelo attraverso la nostra partecipazione al sacramento, di fatto e personalmente.


'''La missione della Chiesa'''
I protestanti definiscono il sacramento generalmente come un'ordinanza istituita da Cristo con lo scopo di rivelare Sé stesso ed i benefici dell'Evangelo. Limitando i sacramenti a quelle ordinanze specifiche istituite da Cristo, escludiamo da questa categoria tutte le ordinanze aggiuntive considerate sacramenti dai cattolici romani, cioè: la cresima, la penitenza, il matrimonio, l'ordine, e l'estrema unzione. Il matrimonio e l'ordinazione sono ordinanze bibliche, ma non rispondono alla definizione di sacramento che abbiamo fatto prima. Uno studio attento dei racconti evangelici rivelano soltanto due ordinanze che Cristo stesso ha istituito per illustrare lo stesso Evangelo, cioè: il battesimo (Mt. 28:19,20) e la Cena del Signore (Mt. 26:26-30).


Cristo, con il grado di re, ha affidato alla chiesa la sua missione in ciò che chiamiamo il Grande Mandato (Mt. 28:19,20). Questo mandato comporta essenzialmente due compiti. Il primo è l'impegno evangelistico per il quale alla chiesa di ogni età è affidato l'incarico di andare e di fare discepoli tra gente di ogni nazione; il secondo è quello di istruire coloro che vengono raccolti nel suo ambito, ''"insegnando loro di osservare tutte quante le cose che io vi ho comandate"'' (Mt. 28:20).
=== Il Battesimo ===


Abbiamo talora la tendenza di pensare dell'aspetto evangelistico soltanto come adempimento di questo mandato. Uno studio attento del comandamento dato da Gesù, però, indica un equilibrio fra i due aspetti della missione. Non adempiamo al grande mandato se noi compiamo solo l'opera evangelistica e trascuriamo l'istruzione di coloro che sono raccolti nella chiesa, e neppure adempiamo al grande mandato se solo educhiamo la nostra gente e non cerchiamo di raggiungere gente di ogni nazione.
Il battesimo è il rito di iniziazione per il quale una persona viene ricevuta nella chiesa visibile come segno del nostro innesto in Cristo Gesù. Nell'Antico Testamento Dio aveva comandato che ogni maschio venisse circonciso come segno del rapporto di alleanza. Questo veniva applicato a bambini di otto giorni di vita come pure ad adulti (Ge. 17:12). Dio quindi includeva i bambini nel patto comunitario insieme con i loro genitori. Era un segno fisico di una purificazione interiore, la quale simbolizzava la circoncisione del cuore.


Questo è il solo mandato che Gesù Cristo abbia dato alla Sua chiesa. Oggi si fa molta pressione sulla chiesa affinché sia coinvolta in attività politiche e sociali. La chiesa come chiesa, però, non deve occuparsi d'altro che quello di cui Cristo l'ha incaricata. Se la chiesa porta avanti seriamente la funzione di insegnare ogni cosa ai suoi membri, allora i cristiani si impegneranno in ogni altra area dell'etica.
Paolo parla della circoncisione di Cristo come di un battesimo (Cl. 2:11,12). Dato che la chiesa è la continuazione del popolo di Dio, i figli dei credenti devono essere considerati come figli del patto, e per questo ricevono il battesimo, il quale ha preso il posto della circoncisione. Approssimativamente un quarto di tutti i casi di battesimo cristiano ricordati nel Nuovo Testamento si riferiscono a battesimi dell'intero nucleo famigliare. Senza dubbio questo alludeva all'inclusione pure di bambini.


Quando Gesù affida alla chiesa il Suo gran mandato, egli l'aveva fondato sul fatto di poter esigere autorità su ogni area della vita (vedi Mt, 28:18). La chiesa dovrebbe debitamente riconoscere questa signoria di Cristo sul tutto della vita e dovrebbe istruire i suoi membri sul come dovrebbero comportarsi per mettere in pratica questo principio in tutti i loro contatti con la società. Essi lo faranno come individui, o forse in associazione con altri cristiani in organizzazioni volontarie come associazioni di genitori, gruppi di azione politica oppure di solidarietà a diverso livello, non però come chiesa.
Il battesimo è pure una purificazione cerimoniale laddove, mediante il lavaggio con acqua, noi raffiguriamo la purificazione che avviene a tutti i credenti che vengono sottoposti al sangue di Cristo. Questa purificazione è naturalmente opera dello Spirito Santo, il quale ci dà un nuovo cuore mediante il lavacro della rigenerazione" (Tt. 3:5). Non crediamo che il battesimo d'acqua salvi, ma crediamo che esso raffiguri l'opera dello Spirito nell'atto di applicare la redenzione realizzata da Gesù Cristo a ciascuno dei nostri cuori. Coloro che in questo modo sono stati purificati dallo Spirito vengono considerati come innestati in Cristo ed hanno così i diritti ed i privilegi dei membri della chiesa, il corpo di Cristo.


'''Unità e diversità nella Chiesa'''
Il battesimo come cerimonia di iniziazione avviene solo una volta. Non deve essere ripetuto.


La chiesa primitiva aveva stabilito un certo numero di comunità locali. Se consideriamo quante persone fossero state convertite il giorno di Pentecoste, come pure nel periodo subito seguente (v. At. 2:41; 4:4; 6:7), possiamo dedurne che questo grande numero di persone non si riuniva nello stesso luogo. La chiesa possedeva diverse comunità in Gerusalemme stessa, come pure i Giudei avevano diverse sinagoghe in città.Quando Paolo parla della chiesta di Gerusalemme si riferisce a questo gruppo di comunità più piccole che costituivano la chiesa in quella città. Lo stesso potrebbe dirsi per la chiesa ad Efeso, perché una città così grande aveva senz'altro diverse comunità cristiane.
=== La Cena del Signore ===


Dalla lettera a Filemone possiamo comprendere che una comunità cristiana si riuniva nella sua stessa casa (Fl. 2), ma la stessa città di Colosse aveva pure una comunità che si riuniva in casa di Ninfa (Cl. 4:15). Da questi diversi esempi possiamo dunque vedere come il termine 'chiesa' potesse essere applicato sia a una comunità locale, come pure a diverse comunità insieme di una stessa regione. Durante il periodo del Nuovo Testamento certo non troviamo la chiesa divisa in denominazioni - queste sono uno sviluppo ulteriore della storia della chiesa.
La Cena del Signore, che rappresenta il nostro nutrirci di Cristo, secondo il comandamento stesso di Cristo deve essere ripetuta tutto attraverso la vita del credente.


I rami orientali e occidentali della cristianità si erano già divisi prima della Riforma protestante. Dopo la Riforma si ebbe un'ulteriore frammentazione della chiesa occidentale in diversi rami che ora noi chiamiamo 'denominazioni'. Questi gruppi generalmente riflettono differenze di convinzioni teologiche.
E' Gesù stessi che ha istituito la Cena in modo tale che avremmo ricordato Lui e la Sua morte per noi sulla croce. Egli prese dalla mensa pasquale non una porzione d'agnello ma un pezzo di pane e il calice. Questi due elementi non implicano alcun spargimento di sangue, dato che commemorano la morte di Cristo, il sacrificio finale. Essi così ci testimoniano dell'opera completa realizzata da Cristo.


Se noi tutti comprendessimo la Bibbia pienamente ed accuratamente non ci sarebbe né il bisogno né la giustificazione per tali divisioni nella chiesa; a causa però della tendenza a peccare che rimane nella nostra natura noi sviluppiamo angoli oscuri al riguardo di diverse dottrine della fede. Il risultato è perciò la frammentazione in denominazioni.
E' sorprendente renderci conto che, sebbene la vita e la risurrezione di Cristo siano elementi vitali della nostra salvezza, Egli indichi il valore della Sua morte in questo memoriale. Questo senza dubbio è dovuto al fatto che la Sua morte è l'aspetto più sorprendente della Sua opera. Non sorprende più di tanto il fatto che Gesù poté vivere una vita perfetta di obbedienza e che Egli risorse dai morti (Egli era il Dio-uomo, dopo tutto). Ciò che però più sorprende è che il Principe della vita dovesse morire!


E' chiaro dalla 'preghiera sacerdotale' di Cristo che Egli desidera l'unità della chiesa (Gv. 17:21-23). Il tipo di unità per la quale Egli prega, però, non era un'unità organizzativa forzata in cui le chiese avrebbero potuto comunque conservare forti differenze teologiche. Dato che Egli menziona l'unità che ha con il Padre, Egli si riferiva certamente ad un'unità di tipo spirituale, non semplicemente organizzativa. Questo è il tipo di unità che pure noi dovremmo cercare nella chiesa oggi.
L'essenza della buona notizia dell'Evangelo è che Gesù Cristo è morto in favore dei peccatori; ecco perché noi osserviamo e celebriamo la Sua morte nella Cena del Signore.


Il pericolo a cui vanno incontro coloro che hanno reagito opponendosi al moderno movimento ecumenico liberale (che vede l'unità principalmente in termini di unità organizzativa) è di non interessarsi per nulla nell'ecumenismo. Dobbiamo però saper sviluppare un ecumenismo biblico e operare per l'unità di tutti i cristiani che si fondano saldamente sulla Bibbia come Parola di Dio, per dimostrare così il tipo di unità per la quale Gesù pregava nella Sua grande preghiera sacerdotale (v. Gv. 17).
Nel corso della storia della chiesa sono sorte diverse concezioni sul significato di questo sacramento in riferimento alla presenza o meno di Cristo in esso. Una di queste concezioni include l'idea che gli elementi del pane e del vino trasformino di fatto la loro sostanza e diventino lo stesso corpo e sangue di Cristo ("transustanziazione"). E' la posizione della Chiesa Cattolica Romana, nella quale il tavolo della Cena del Signore viene considerato un altare perché così diviene un luogo di sacrificio.


'''Domande di revisione'''
I Luterani credono che il corpo ed il sangue di Cristo siano di fatto presenti con e sotto gli elementi ("consustanziazione"). Così per Lutero chiunque riceve il pane ed il vino nella sua bocca riceve pure nella bocca il corpo ed il sangue di Cristo.


#
Zwingli, il riformatore svizzero, sosteneva che la Cena del Signore era solo un memoriale della morte di Cristo. Gesù non viene considerato come presente in nessun modo speciale alla tavola, e coloro che partecipano alla Cena del Signore ricevono esclusivamente pane e vino, in ricordo del Cristo assente.
Spiega la differenza che intercorre fra la chiesa visibile e la chiesa invisibile. Quali conseguenze pratiche questo comporta?


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Giovanni Calvino sosteneva che il pane ed il vino rimanevano pane e vino, ma che Cristo fosse presente spiritualmente col credente che vi partecipa. Così il credente riceve nella bocca pane e vino, e Cristo nel cuore. In altre parole, Cristo è veramente -seppure spiritualmente- presente nella Cena e noi riceviamo la benedizione del nutrirci di Lui nella misura in cui lo Spirito Lo applica al nostro cuore quando osserviamo la Santa Cena in conformità con la Sua parola. In questo modo il sacramento suggella per il credente il grande amore di Cristo rivelato nel suo arrendersi ad una morte amara e vergognosa.
Tenere la chiesa locale in alta stima è importante. Qual è la giustificazione biblica per questo atteggiamento?


#
Nel concludere questo capitolo dovremmo esaminare noi stessi per verificare se noi, fedelmente e regolarmente ci avvaliamo dei mezzi di grazia a noi disponibili per crescere spiritualmente e per progredire nella nostra santificazione. Facciamo nostra la Parola di Dio in modo coerente con tutti i mezzi possibili? Portiamo i nostri bisogni a Dio in preghiera? Partecipiamo regolarmente alla Cena del Signore con cuore penitente? Ci conformiamo all'immagine di Cristo, il Figliolo di Dio (Ro. 8:29)?
Come si può dimostrare l'unità sostanziale della chiesa nell'intero complesso della storia biblica?


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== Domande di revisione ==
Quali sono le immagini che la Bibbia usa per descrivere la chiesa?


#
*''1. Quali sono i mezzi della grazia?''
Quale autorità la chiesa deve avere al suo interno? E perché?
*''2. Qual è l'essenza del culto?''
*''3. Come possiamo noi usare la Parola di Dio per crescere nella grazia?''
*''4. Perché preghiamo? Come si prega?''
*''5. Che cos'è un sacramento?''
*''6. Qual è il significato del battesimo? Chi dovrebbe essere battezzato? Come?''
*''7. Com'è che il Signore è presente nella Santa Cena?''


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== Domande per la discussione ==
Quali sono i segni che contraddistinguono una vera chiesa?
 
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Quale è la missione della chiesa? Come deve essere portata avanti questa missione?
 
 
'''Domande per la discussione'''
 
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Quale potrebbe essere una valida ragione per abbandonare una chiesa particolare?
 
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Come si è formata la tua particolare denominazione? Era giustificato biblicamente questo fatto?
 
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E' importante appartenere ad un ramo della chiesa visibile? Perché è importante diventare membri di una chiesa? Quali sono gli svantaggi di chi non aderisce ad una comunità di credenti?
 
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Perché appartieni alla tua chiesa? In che cosa contribuisci tu al lavoro della tua chiesa? Che contributo dà la tua chiesa al tuo benessere spirituale?
 
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Come dovrebbe la chiesa con i suoi membri intervenire su problemi come l'aborto, la guerra, e la fame nel mondo?


*''1. Come svolgi le tue devozioni private? Che cosa leggi? Come preghi?''
*''2. Qual è il tuo piano per uno studio biblico continuato, personale, ed applicativo?''
*''3. Che piano usi per memorizzare la Scrittura?''
*''4. Quale libro della Bibbia potrebbe essere meglio utilizzato come guida per la preghiera? Che idee si possono dedurre da questo?''
*''5. A che cosa pensi quando partecipi ai sacramenti?''


 
 

Versione attuale delle 18:58, 2 lug 2020

Indice generale

Custodisci in buon deposito (M. H. Smith)

01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14

 

X. GLI STRUMENTI DELLA GRAZIA PER LA CRESCITA SPIRITUALE

Leggere: Salmi 119:9-16; 105-112;Luca 11:1-13; 1Corinzi 11:23-31

Abbiamo visto come Dio desideri che i Suoi figlioli crescano in maturità e come Egli abbia loro provveduto lo Spirito Santo per assisterli nella loro santificazione. Il metro mediante il quale possiamo misurare la nostra crescita e le nostre buone opere è la legge divina. Abbiamo pure notato come ci portiamo dietro elementi della nostra vecchia natura e come anche le nostre opere migliori siano contaminate dal peccato. In questo capitolo desideriamo considerare gli strumenti, gli ausili, che Dio ci ha provveduto affinché potessimo crescere in modo sempre più efficace. Chiameremo questi ausili "i mezzi della grazia".

I mezzi della grazia sono stati donati ad ogni cristiano, il quale deve farne uso. Non si tratta di pacchetti-dono straordinari dati solo ad alcune persone, ma speciali mezzi di crescita che ogni cristiano, in circostanze normali, ha a sua disposizione. Usiamo l'espressione in circostanze normali per rammentarci del fatto che in tempo di persecuzione potremmo non avere accesso ad alcuni di questi. In molti paesi ancora i cristiani non possono avvalersi del privilegio di un culto pubblico o persino di possedere una Bibbia personale.

Lo studio dei mezzi della grazia ci porterà a considerare la Parola di Dio, la preghiera, e due sacramenti, e questi devono essere utilizzati nel rendere a Dio, maestoso e sovrano, il culto che Gli è dovuto. Incominciamo allora col trattare dell'importanza del culto.

Il culto

Come credenti noi diamo una risposta positiva alla straordinaria salvezza che Dio ci ha provveduto in Cristo dedicando l'intera nostra vita a renderGli il culto che Gli è dovuto e nel cercare di renderGli gloria in tutto quello che siamo e che facciamo. In un certo senso il culto include per il cristiano ogni manifestazione della sua vita. In generale, però, parliamo di culto ogni qual volta che, come credenti, da soli o in compagnia di altri, ci presentiamo a Dio con lo scopo specifico di essere in comunione con Lui, lodarLo e glorificarLo.

E' necessario fare una distinzione fra culto privato e culto pubblico. Il culto pubblico ha luogo quando una comunità locale del popolo di Dio si raccoglie insieme al fine di renderGli culto. Il culto privato, d'altro canto, avviene quando un credente singolo manifesta privatamente la propria adorazione e culto di Dio. Sia il primo che il secondo tipo di culto sono vitali per la crescita nella vita cristiana. Quando noi trascuriamo o uno o l'altro è la qualità della nostra crescita a soffrirne rallentando.

In tempi come i nostri in cui si mette un forte accento sull'individuo, sorge un grave problema: il culto pubblico diviene per alcuni cristiani relativamente poco importante. Vi sono coloro che ritengono di aver fatto abbastanza per Dio e per sé stessi quando assistono ad un culto televisivo o radiofonico. Certo è possibile avere beneficio da tali culti "a distanza", essi però non possono sostituire il culto in comunità al quale si partecipa in prima persona.

E' Dio stesso che chiama il Suo popolo a renderGli pubblicamente il culto, e vediamo questo in diverse occasioni dell'Antico Testamento. Già agli inizi della storia di Israele, Egli esigeva che tutto il popolo si presentasse ai piedi del Monte Sinai in occasione della proclamazione della Legge (Es. 19-24). Questa fu la prima grande assemblea generale del popolo di Dio. Lo scrittore della lettera agli Ebrei si riferisce a quest'occasione affermando che pure noi, sebbene viventi nell'era del Nuovo Testamento, siamo venuti al Monte Sion per adorare il Signore. Qui noi ci incontriamo con Dio, con gli angeli e con Gesù, il Mediatore del Nuovo Patto (Eb. 12:18-29) come prefigurazione del grande giorno in cui tutto il creato sarà riunito difronte al Trono di Dio per lodarLo e per renderGli culto (v. Ap. 4, 5).

Dato che è Dio stesso Colui che ci chiama al culto, Egli è pure Colui che prescrive come si debba renderGli culto. Dobbiamo adorare soltanto Lui e nel modo in cui Egli ci ha indicato nella Sua Parola, non cioè secondo la nostra immaginazione o desiderio.

La conclusione di questo brano fa appello a tutti i cristiani ad essere riconoscenti ed offrire così a Dio "un culto accettevole, con riverenza e timore" (Eb. 12:28). Prima questo stesso scrittore aveva affermato chiaramente il fatto che è riprovevole da parte nostra trascurare di riunirci in assemblea con il popolo di Dio per onorarLo nel culto (Eb. 10:25).

La Parola

La maggior parte dei Protestanti da sempre ha sottolineato con forza l'importanza della Parola di Dio come il maggiore mezzo della grazia: senza di essa non possiamo crescere spiritualmente. Essa sta nel cuore stesso del culto pubblico come pure deve stare al cuore stesso delle nostre devozioni private. Essa è il mezzo mediante il quale possiamo fare progressi nella nostra santificazione in quanto è lo stesso Spirito Santo che usa la Parola di Dio per aiutarci a crescere.

Dio ci parla soprattutto tramite la Sua Parola, che noi chiamiamo Bibbia, o Sacre Scritture. Esse sono un dono della grazia di Dio, perché Dio ha parlato in forma scritta ed oggettiva affinché potessimo averle sempre con noi. Al fine di ricevere beneficio dall'uso che facciamo della Bibbia e quindi crescere spiritualmente, dovremmo udirla consapevoli trattarsi della stessa Parola che Dio vuole rivolgerci, come pure leggerla con cura e diligenza, pregando affinché Iddio apra la nostra mente ad intenderla come si conviene. Dobbiamo studiarla in modo sistematico come pure memorizzarla affinché essa possa veramente essere efficace nella nostra vita quotidiana.

Dobbiamo udire la Parola di Dio com'è predicata da fedeli ministri dell'Evangelo. Storicamente il culto protestante è stato da sempre incentrato nella Bibbia, con la fedele proclamazione della Parola che ne occupa metà del tempo. Come cristiani impegnati nella crescita spirituale dobbiamo udire la predicazione attendendo di udire la stessa Parola di Dio per noi, aspettandocene una benedizione ed applicando ciò che udiamo nella nostra vita personale e famigliare.

Dobbiamo impegnarci a leggere regolarmente la Parola di Dio singolarmente e in famiglia. Una dieta regolare delle Scritture edificherà la nostra comunione con Dio e rafforzerà la nostra vita spirituale. Non dovrebbe essere una lettura saltuaria e casuale, come chi apre a caso la Bibbia e punta il dito con gli occhi chiusi sul testo aspettandosi di trovare il "versetto del giorno". Certo Dio può benedire qualsiasi lettura della Sua Parola, ma lo possiamo fare nel modo più utile solo quando ne impostiamo lo studio in modo sistematico al fine di crescere nella conoscenza della verità.

I cristiani dovrebbero fare un piano per leggere l'intera Bibbia periodicamente. Questo ovviamente richiederà del tempo, ma noi dovremmo riservare tempo sufficiente per la nostra lettura biblica al fine di apprendere larghe porzioni del testo. E' particolarmente utile, per esempio, leggere tutti i libri più brevi della Bibbia in una seduta, in modo particolare le lettere del Nuovo Testamento.

Oltre ad una lettura estensiva della Bibbia, è nostro dovere pure studiare libri particolari od argomenti più attentamente. Per esempio, uno studio degli Evangeli ci dà una conoscenza di ciò che Gesù ha detto ed ha fatto quand'era sulla terra. Lo studio di epistole come Romani e Galati ci può dare una comprensione più chiara della dottrina della giustificazione per fede, mentre lo studio della prima epistola di Giovanni ci potrà dare la sicurezza di cui abbiamo bisogno del fatto che conosciamo Iddio ed abbiamo ricevuto l'Evangelo.

Lo studio sistematico di una porzione delle Scritture richiede l'uso di un quaderno per appunti per farci uno schema degli argomenti come vengono trattati e per annotarvi pensieri che ci possono aiutare nella nostra crescita spirituale. uno studio tematico potrà farci tracciare nelle Scritture importanti temi e dottrine come si trovano nel complesso della Parola di Dio; è possibile fare questo direttamente mediante l'uso di una concordanza biblica (alfabetica o per argomenti), oppure attraverso l'uso di un libro di studio come questo. Lo studio biblico ci mette in grado di confrontare scrittura a scrittura e di crescere nella nostra conoscenza della Parola, rendendoci così più utili nella nostra chiesa e più efficaci nella nostra testimonianza nel mondo. Esistono oggi sul mercato molte guide per lo studio biblico e suggerimenti per uno studio induttivo (direttamente dalla Scrittura). Nell'interpretare ciò che studiamo, dovremmo cercare prima di capire il contesto di ciascun brano, poi quello che in quel contesto lo scrittore cerca di dire. Questo si chiama studio storico-grammaticale di interpretazione della Bibbia.

Un buon suggerimento è memorizzare la Parola di Dio, perché questo ci può rendere più forti nel resistere alle tentazioni, prendere decisioni che possano essere gradite a Dio quando la Bibbia non ci è direttamente disponibile nella nostra vita quotidiana, come pure nel testimoniare a coloro che non conoscono Cristo. Meditare su una parola che abbiamo letto, leggerla, studiarla, e memorizzarla, contribuisce ad una maggiore comprensione della volontà di Dio e promuove la nostra crescita spirituale.

Non dobbiamo accontentarci di leggere la Parola di Dio, ma dobbiamo pure impegnarci ad applicarla nella nostra vita personale come "facitori" della Parola (v. Gm. 1:22). I peggiori critici della Bibbia non sono coloro che hanno problemi intellettuali con alcune sue parti, che la mettono in questione, o che l'attaccano: talora i peggiori nemici della Scrittura sono coloro che professano di credervi ma che non la mettono in pratica. Crescere nella grazia non significa solo divenire un credente nella Bibbia, ma divenire una persona che applica l'insegnamento della Bibbia regolarmente e che cerca di vivere in modo coerente con quanto vi trova.

Nella Sua provvidenza e saggezza Dio ha comandato che l'Evangelo sia proclamato per la salvezza dei perduti, attraverso la follia della predicazione dell'Evangelo (1 Co. 1:21-25), come pure, tramite essa, che i credenti ne vengano edificati (Ro. 1:16). Dovremmo perciò riconoscere l'importanza di presenziare regolarmente in chiesa ogni qual volta si predica la Parola. E' il mezzo che Dio ha stabilito per diffondere la Sua Parola ai perduti e per rafforzare la Sua Chiesa.

La preghiera

Quando consideriamo l'oggetto della comunione con Dio. dovremmo rammentarci che una tale comunione è sempre bi-direzionale, cioè, che Dio ci parla attraverso la Sua Parola e che noi parliamo a Lui attraverso la preghiera. La preghiera è il mezzo con il quale noi Lo lodiamo e gli chiediamo ciò che è in armonia alla Sua volontà rivelata, il tutto in nome di Gesù Cristo (Gv. 16:24).

Qualcuno potrebbe domandarsi: Perché dovremmo pregare? Noi preghiamo perché Dio ci ha comandato di farlo (Lc. 11:9; 18:1; Ef. 6:18; 1 Te. 5:17,18), ed Egli desidera che noi Gli parliamo. Inoltre Egli si compiace di udire le nostre preghiere, sebbene talora possa anche risponderci di no per il nostro stesso bene. Noi ci priviamo di un'eccezionale benedizione quando trascuriamo di rivolgerci a Dio in ogni nostro bisogno, necessità, o desiderio.

I discepoli una volta chiesero a Gesù di insegnare loro a pregare (Lc. 11:1). E' interessante notare come essi non gli avevano chiesto di insegnare loro come testimoniare o come predicare. Evidentemente essi sentivano, come molti di noi, che la preghiera è difficile ed essi si aspettavano che il loro Maestro insegnasse loro qualcosa a questo riguardo. Gesù così acconsentì alla loro richiesta, ed insegnò loro ciò che noi tradizionalmente chiamiamo "il Padre Nostro" (Lc. 11:2-4; Mt. 6:9-13). Egli usò pure molte altre opportunità durante il suo breve ministerio per istruire i suoi discepoli sull'argomento della preghiera.

Dal "Padre Nostro", la preghiera dei discepoli di Gesù, e dall'insegnamento che ne dà Paolo, apprendiamo come la preghiera debba includere l'adorazione, la confessione, il ringraziamento, e la supplica sia per noi stessi (petizione) sia per gli altri (intercessione). Inoltre è il libro dei salmi a darci molti esempi di come pregare. Infine, le molte preghiere di individui che sono riportate nella Bibbia possono pure servirci come modello su come pregare (v. Gb. 40:3,4; 1 Cr. 29:10-13; 2 Cr. 6:12-42; Da. 9:3-19, e, in particolare Ne. 1:5-11.

I sacramenti

Oltre alla Parola ed alla preghiera, Dio ci ha dato pure, come mezzi di grazia, i sacramenti, mediante i quali Egli ci rivela l'Evangelo in ciò che sono stati chiamati "segni visibili". Ciò che Dio nei sacramenti ci ha donato è un modo di illustrare la Parola all'intero essere umano, e lo vediamo chiaramente in connessione con la Cena del Signore. Questo sacramento deve essere osservato solo in connessione con la predicazione della Parola, cosicché pure udire è necessario; gli elementi sono visibili agli occhi e possono anche essere toccati e persino odorati. Sono così tutti i cinque nostri sensi che vengono coinvolti nella Cena del Signore. Il battesimo, naturalmente, si rivolge all'udito, all'occhio, e al tatto soltanto.

Nel Protestantesimo evangelico i sacramenti sono considerati come estensione della Parola predicata, e nei circoli riformati essi sono stati designati come segni e suggelli del patto di grazia. I segni esteriori (pane, vino, acqua) indicano qualcosa che è significato come realtà spirituale interiore (vedi più avanti sotto ciascun sacramento).

Quando si appone un sigillo ad un documento, esso serve per confermarci l'autorità di quel documento. I sacramenti non comportano un messaggio nuovo o differente da ciò che viene predicato, ma suggellano o affermano certe realtà spirituali che noi dobbiamo rammentare. essi illustrano, con segni rivolti ai vari sensi, l'Evangelo proclamato dalla Parola, e ci suggellano le promesse di quell'Evangelo attraverso la nostra partecipazione al sacramento, di fatto e personalmente.

I protestanti definiscono il sacramento generalmente come un'ordinanza istituita da Cristo con lo scopo di rivelare Sé stesso ed i benefici dell'Evangelo. Limitando i sacramenti a quelle ordinanze specifiche istituite da Cristo, escludiamo da questa categoria tutte le ordinanze aggiuntive considerate sacramenti dai cattolici romani, cioè: la cresima, la penitenza, il matrimonio, l'ordine, e l'estrema unzione. Il matrimonio e l'ordinazione sono ordinanze bibliche, ma non rispondono alla definizione di sacramento che abbiamo fatto prima. Uno studio attento dei racconti evangelici rivelano soltanto due ordinanze che Cristo stesso ha istituito per illustrare lo stesso Evangelo, cioè: il battesimo (Mt. 28:19,20) e la Cena del Signore (Mt. 26:26-30).

Il Battesimo

Il battesimo è il rito di iniziazione per il quale una persona viene ricevuta nella chiesa visibile come segno del nostro innesto in Cristo Gesù. Nell'Antico Testamento Dio aveva comandato che ogni maschio venisse circonciso come segno del rapporto di alleanza. Questo veniva applicato a bambini di otto giorni di vita come pure ad adulti (Ge. 17:12). Dio quindi includeva i bambini nel patto comunitario insieme con i loro genitori. Era un segno fisico di una purificazione interiore, la quale simbolizzava la circoncisione del cuore.

Paolo parla della circoncisione di Cristo come di un battesimo (Cl. 2:11,12). Dato che la chiesa è la continuazione del popolo di Dio, i figli dei credenti devono essere considerati come figli del patto, e per questo ricevono il battesimo, il quale ha preso il posto della circoncisione. Approssimativamente un quarto di tutti i casi di battesimo cristiano ricordati nel Nuovo Testamento si riferiscono a battesimi dell'intero nucleo famigliare. Senza dubbio questo alludeva all'inclusione pure di bambini.

Il battesimo è pure una purificazione cerimoniale laddove, mediante il lavaggio con acqua, noi raffiguriamo la purificazione che avviene a tutti i credenti che vengono sottoposti al sangue di Cristo. Questa purificazione è naturalmente opera dello Spirito Santo, il quale ci dà un nuovo cuore mediante il lavacro della rigenerazione" (Tt. 3:5). Non crediamo che il battesimo d'acqua salvi, ma crediamo che esso raffiguri l'opera dello Spirito nell'atto di applicare la redenzione realizzata da Gesù Cristo a ciascuno dei nostri cuori. Coloro che in questo modo sono stati purificati dallo Spirito vengono considerati come innestati in Cristo ed hanno così i diritti ed i privilegi dei membri della chiesa, il corpo di Cristo.

Il battesimo come cerimonia di iniziazione avviene solo una volta. Non deve essere ripetuto.

La Cena del Signore

La Cena del Signore, che rappresenta il nostro nutrirci di Cristo, secondo il comandamento stesso di Cristo deve essere ripetuta tutto attraverso la vita del credente.

E' Gesù stessi che ha istituito la Cena in modo tale che avremmo ricordato Lui e la Sua morte per noi sulla croce. Egli prese dalla mensa pasquale non una porzione d'agnello ma un pezzo di pane e il calice. Questi due elementi non implicano alcun spargimento di sangue, dato che commemorano la morte di Cristo, il sacrificio finale. Essi così ci testimoniano dell'opera completa realizzata da Cristo.

E' sorprendente renderci conto che, sebbene la vita e la risurrezione di Cristo siano elementi vitali della nostra salvezza, Egli indichi il valore della Sua morte in questo memoriale. Questo senza dubbio è dovuto al fatto che la Sua morte è l'aspetto più sorprendente della Sua opera. Non sorprende più di tanto il fatto che Gesù poté vivere una vita perfetta di obbedienza e che Egli risorse dai morti (Egli era il Dio-uomo, dopo tutto). Ciò che però più sorprende è che il Principe della vita dovesse morire!

L'essenza della buona notizia dell'Evangelo è che Gesù Cristo è morto in favore dei peccatori; ecco perché noi osserviamo e celebriamo la Sua morte nella Cena del Signore.

Nel corso della storia della chiesa sono sorte diverse concezioni sul significato di questo sacramento in riferimento alla presenza o meno di Cristo in esso. Una di queste concezioni include l'idea che gli elementi del pane e del vino trasformino di fatto la loro sostanza e diventino lo stesso corpo e sangue di Cristo ("transustanziazione"). E' la posizione della Chiesa Cattolica Romana, nella quale il tavolo della Cena del Signore viene considerato un altare perché così diviene un luogo di sacrificio.

I Luterani credono che il corpo ed il sangue di Cristo siano di fatto presenti con e sotto gli elementi ("consustanziazione"). Così per Lutero chiunque riceve il pane ed il vino nella sua bocca riceve pure nella bocca il corpo ed il sangue di Cristo.

Zwingli, il riformatore svizzero, sosteneva che la Cena del Signore era solo un memoriale della morte di Cristo. Gesù non viene considerato come presente in nessun modo speciale alla tavola, e coloro che partecipano alla Cena del Signore ricevono esclusivamente pane e vino, in ricordo del Cristo assente.

Giovanni Calvino sosteneva che il pane ed il vino rimanevano pane e vino, ma che Cristo fosse presente spiritualmente col credente che vi partecipa. Così il credente riceve nella bocca pane e vino, e Cristo nel cuore. In altre parole, Cristo è veramente -seppure spiritualmente- presente nella Cena e noi riceviamo la benedizione del nutrirci di Lui nella misura in cui lo Spirito Lo applica al nostro cuore quando osserviamo la Santa Cena in conformità con la Sua parola. In questo modo il sacramento suggella per il credente il grande amore di Cristo rivelato nel suo arrendersi ad una morte amara e vergognosa.

Nel concludere questo capitolo dovremmo esaminare noi stessi per verificare se noi, fedelmente e regolarmente ci avvaliamo dei mezzi di grazia a noi disponibili per crescere spiritualmente e per progredire nella nostra santificazione. Facciamo nostra la Parola di Dio in modo coerente con tutti i mezzi possibili? Portiamo i nostri bisogni a Dio in preghiera? Partecipiamo regolarmente alla Cena del Signore con cuore penitente? Ci conformiamo all'immagine di Cristo, il Figliolo di Dio (Ro. 8:29)?

Domande di revisione

  • 1. Quali sono i mezzi della grazia?
  • 2. Qual è l'essenza del culto?
  • 3. Come possiamo noi usare la Parola di Dio per crescere nella grazia?
  • 4. Perché preghiamo? Come si prega?
  • 5. Che cos'è un sacramento?
  • 6. Qual è il significato del battesimo? Chi dovrebbe essere battezzato? Come?
  • 7. Com'è che il Signore è presente nella Santa Cena?

Domande per la discussione

  • 1. Come svolgi le tue devozioni private? Che cosa leggi? Come preghi?
  • 2. Qual è il tuo piano per uno studio biblico continuato, personale, ed applicativo?
  • 3. Che piano usi per memorizzare la Scrittura?
  • 4. Quale libro della Bibbia potrebbe essere meglio utilizzato come guida per la preghiera? Che idee si possono dedurre da questo?
  • 5. A che cosa pensi quando partecipi ai sacramenti?