Letteratura/Devozioni Bavinck/Essere la prosecuzione dell’amore di Cristo

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 LXXVI.  Essere la prosecuzione dell’amore di Cristo

“Allora il Re dirà a quelli della sua destra: 'Venite, voi, i benedetti del Padre mio; ereditate il regno che vi è stato preparato fin dalla fondazione del mondo! Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui infermo e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi'” (Matteo 25:34-36).

Bavinck aveva dedicato una sezione del suo libro sull’etica cristiana al tema: “Amore verso chi è in difficoltà”. Questa sezione è ricca di esempi biblici di modi in cui dobbiamo, come cristiani, provvedere ai bisognosi e sull’amore che dobbiamo loro praticamente manifestare. Essi includono: “i poveri, i malati, le vedove, gli orfani, gli stranieri, i prigionieri” e molti altri. In una nota a margine a questa sezione, Bavinck scrive: “Le persone in difficoltà di vario genere sono di grande importanza nel campo dell’etica. Esse esistono al fine di poter condurre altri a meglio apprezzare i benefici che abbiamo ricevuto da Dio ... esse esistono al fine di insegnarci la beneficenza e la compassione”.

La rassegna che Bavinck fa delle prescrizioni dell’Antico e del Nuovo Testamento sulla cura che dobbiamo avere dei poveri di vario tipo è molto estesa. L’Antico Testamento provvede, per esempio, ad un Anno del Giubileo (Levitico 25) e comanda di dare gratuitamente e fare prestiti senza interesse ai poveri (Deuteronomio 15:7-8). Il Nuovo Testamento si interessa a che i poveri siano sostenuti (Matteo 6:2), che i cristiani provvedano agli orfani e alle vedove (la categoria sociale allora più afflitta) (Giacomo 1:27) e si aiutino i forestieri (Matteo 25:35). Nella chiesa primitiva le opere di misericordia erano gestite dai diaconi (Atti 6).

Lo scopo di queste opere di misericordia, osserva Bavinck, è quello di “guarire e dare sollievo alle afflizioni umane - un continuare l’opera di Cristo in quanto compassionevole Sommo Sacerdote. La misericordia è radicata in un cuore pieno d’amore”. Quando noi provvediamo ai poveri e agli afflitti, noi continuiamo a manifestare la compassione che Gesù aveva verso i bisognosi di ogni tipo (Matteo 14:14; 15:32; 20:34). Oggi stesso il Cristo risorto ed asceso al cielo  rimane “un misericordioso e fedele sommo sacerdote” per tutti i bisognosi (Ebrei 2:17; 4:15). A noi è accordata la grazia di partecipare al ministero continuo di Cristo quando ci prendiamo amorevole cura di coloro che sono afflitti.

La cura compassionevole che dobbiamo dare agli agli altri trova il suo “carburante” in un cuore che trabocca di amore. Quando ci prendiamo cura di coloro che sono nel bisogno siamo come Cristo. Amando concretamente gli altri rispondiamo a Gesù che aveva detto: “In verità vi dico che, in quanto l'avete fatto a uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me” (Matteo 25:40). Servire loro vuol dire servire Cristo.

Siate la prosecuzione della compassione di Cristo!

Spunto di riflessione. Pensa a dei modi in cui tu e la tua comunità cristiana potete ulteriormente estendere la compassione di Gesù Cristo verso i bisognosi. Considera dei modi in cui tu possa sostenere la causa di coloro che sono nel bisogno ed aiutarli attraverso servizi sociali ed azioni politiche nel volontariato e nell’aiutare i tuoi vicini di casa.

Citazione da “Reformed Ethics: The Duties of the Christian Life” 444, 3446.

[Donald K. McKim, Devozioni giornaliere con Herman Bavinck - Credere e crescere nella fede cristiana, Phillisburgh, New Jersey: P&R Publishing, 2023, capitolo LXXIV, p. 203-204].