Letteratura/Devozioni Bavinck/La perseveranza dei santi

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XXXVIII. La perseveranza dei santi 

“Io rendo grazie al mio Dio di tutto il ricordo che ho di voi e sempre, in ogni mia preghiera, prego per voi tutti con gioia a motivo della vostra partecipazione all'Evangelo, dal primo giorno fino ad ora, avendo fiducia in questo: che colui che ha cominciato un'opera buona in voi, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (Filippesi 1:3-6).

Potrebbero dei cristiani perdere la loro salvezza in Cristo? Dopo essere diventato cristiano, potrebbe uno perdere la fede? Esistono al riguardo diversi termini che descrivono questa situazione, ad esempio: apostasia, defezione spirituale, abbandono della fede, scivolamento spirituale, smarrimento della fede. Potrebbero coloro che iniziano il cammino della fede ritornare sui loro passi e perdere la salvezza?

Questa è stata e rimane una questione controversa nelle chiese. La tradizione arminiana insegna che la fede possa essere perduta. Essa considera le ammonizioni della Scrittura contro l’apostasia e sostiene proprio questa possibilità. Essa pure guarda ad esempi di persone che avevano mostrato forti segni di fede e che poi, apparentemente, terminano la loro vita privi di fede.

La tradizione riformata insegna la dottrina chiamata “perseveranza dei santi”. Essa mette in rilievo come la nascita e lo sviluppo della fede in Cristo dipenda da  Dio che “opera in noi” (Efesini 3:20) e che possiamo avere “fiducia in questo: che colui che ha cominciato un'opera buona in noi, la condurrà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (Filippesi 1:6). Gesù stesso dice: “Io do loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano” (Giovanni 10:28). Coloro che sono nelle mani di Dio non possono scivolare via fra le sue dita.

Bavinck credeva che “Dubbio e incertezze vengano alla fine se la perseveranza dei santi non è atto della volontà umana ma un’opera di Dio compiuta da lui dall’inizio alla fine; se, in altre parole, prima d’essere perseveranza umana essa è preservazione da parte di Dio”. Il santo Spirito di Dio opera nella vita dei credenti “in modo tale che essi stessi pure perseverano nella grazia che Dio ha loro accordata”. La fedeltà di Dio rende sicura questa perseveranza tanto quanto la salvezza stessa.

Bavinck scriveva che: “Si potrebbe dire che la fede nell’opera preservatrice di Dio renda i veri credenti arroganti e negligenti ma, al contrario, essa è la vera radice dell’umiltà, del timore filiale, della vera pietà, della perseveranza in tutte le battaglie, preghiere ferventi, costanza nel portare la croce e nella confessione della verità, come pure ferma gioia in Dio”. Questa è la testimonianza - e la pratica - dei credenti cristiani. Una profonda riconoscenza per la salvezza ottenuta in Cristo conduce ai “frutti della gratitudine”.

Spunto di riflessione: Pensa a persone che hai conosciute che avevano iniziato il cammino della fede ma che poi sembravano abbandonarlo senza più farvi ritorno. Nel contemplare la tua stessa fede, che cos’è che ti rende sicuro che Dio è colui che ti mantiene perseverante e che non sono i tuoi sforzi che ti permetteranno di continuare ad essere un credente cristiano?

Citazioni da: Magnalia Dei, 355-57.

[Donald K. McKim, Devozioni giornaliere con Herman Bavinck - Credere e crescere nella fede cristiana, Phillisburgh, New Jersey: P&R Publishing, 2023, capitolo XXXVIII, p. 111].

Per approfondire vedasi:

Santificazione mediante Cristo 

La santità che noi dobbiamo condividere è ... pienamente disponibile per noi in Cristo. Vi sono molti cristiani che, almeno nella vita pratica, la pensano su questo in modo diverso. Essi riconoscono di essere giustificati dalla giustizia che per loro il Cristo ha operato, ma essi pretendono o agiscono come se dovessero essere santificati da una santità che essi stessi debbano produrre. Se questo fosse il caso, contrariamente alla testimonianza apostolica (Romani 6:14; Galati 4:31; 5:1,13), noi non vivremmo sotto la grazia ma saremmo ancora sotto la legge. La santificazione evangelica, però, è tanto distinta dalla santificazione sulla base della legge quanto la giustizia di Dio rivelata nell’Evangelo differisce da quella richiesta dalla legge, non in quanto contenuto, ma nel modo in cui essa è comunicata. Essa consiste in Dio che ci accorda in Cristo, insieme alla giustizia, anche perfetta santità, e che ce la comunica interiormente attraverso l’opera rigenerante e rinnovatrice dello Spirito Santo.