Teologia/Perché studiare la dottrina è un'ottima medicina

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Perché studiare la dottrina biblica è un'ottima medicina


L'apostolo Paolo scrisse le lettere che conosciamo come 1 e 2 Timoteo al suo giovane collega Timoteo che era stato incaricato di organizzare le chiese-famiglia in operanti comunità cristiane. Paolo sperava di assistere Timoteo di persona ma, nel caso, egli scrive:

"Ti scrivo queste cose sperando di venir presto da te, affinché tu sappia, nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità" (1 Timoteo 3:14-15). Queste istruzioni si applicano a noi oggi e, indubbiamente ad ogni comunità cristiana. Uno dei primi argomenti di queste istruzioni dicono:

"...per ordinare ad alcuni di non insegnare dottrine diverse ... e ogni altra cosa contraria alla sana dottrina" (1 Timoteo 1:3,10).  Oggi viviamo in un'epoca in cui il termine stesso "dottrina" o, peggio, "dogma" è considerata cosa negativa, ma è semplicemente impossibile vivere senza credenze dottrinali. Potremmo anche non volere usare questo termine, ma tutti, sia persone religiose che secolarizzate, considerano determinate affermazioni come orribili eresie.

Capita non di rado di incontrare cristiani e persino chiese che dicono: "Noi non insegnamo dottrine ma predichiamo solo Cristo". Il momento, però, in cui si chiede loro: "Bene, ma chi è per voi questo Gesù e che cosa Egli ha compiuto?", essi possono solo rispondere in termini dottrinali, quelli che essi presuppongono quando si riferiscono a Cristo.

Paolo non dice semplicemente che la giusta dottrina sia necessaria, ma che deve essere anche "sana". Il termine greco qui usato è lo stesso che viene utilizzato per indicare una persona "in salute" rispetto ad una malata. Questo è il modo che Paolo ha per dire che le dottrine errate pregiudicano la nostra salute spirituale o, per dirla in altro modo, che se manchi di vitalità spirituale e di frutto, se non sei abbastanza coraggioso, o abbastanza gioioso, o pieno di amore e speranza, molto probabilmente è perché la tua comprensione della dottrina biblica è superficiale, scarsa, o peggio, distorta ed errata.

La dottrina è pratica! 

Ci si deve così seriamente fare delle domande simili a quelle che ho trovato in un corso sugli attributi rivelati di Dio (le risposte date possono essere molto rivelanti):

1. Quali specifici falsi pensieri od emozioni disturbate mi sono di ostacolo quando non confido (colgo pienamente) che Dio abbia un particolare attributo?
2. Sebbene io, con la mia mente consapevole, concordo che Dio abbia questo attributo, la vita che io di fatto conduco dimostra che Egli sia in quel modo?

Verificate queste domande in connessione con la gloria e la maestà di Dio, la sapienza e la sovranità di Dio, l'amore e la misericordia di Dio. Prendetevi tempo per pensarci su e notate come la maggior parte dei nostri problemi personali e pratici siano di fatto di carattere dottrinale, si fondano cioè sui presupposti dottrinali che noi sosteniamo. O noi non cogliamo la verità come dovremmo oppure non la connettiamo con la nostra vita: è inevitabile allora che questo non crei in noi "salute", salute spirituale.

E' impressionante notare il contrasto esistente fra le strategie che oggi vengono proposte per combattere lo stress e il consiglio che Paolo dà su come giungere alla pace interiore. L'approccio moderno dice che per bloccare pensieri negativi o sensi di colpa, devi prenderti del tempo libero, equilibrare meglio il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato al divertimento, imparare tecniche di rilassamento. I libri moderni non dicono mai alle persone stressate: "Pensa alle grandi questioni della vita. Da dove veniamo? Dove stiamo andando? Qual è il significato della vita?".


Paolo, però, dice: "Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi" (Filippesi 4:8-9). In breve, il mondo dice di raggiungere la pace liberando la mente da ogni pensiero; la fede cristiana dice che troveremo pace pensando molto intensamente su ciò che più vale di fronte a Dio - imparare, cogliere, rallegrarsi, e riposare sulle verità della Parola di Dio.

Contrariamente a quanto alcuni suppongono, alcune fra le dottrine evidenziate dalla fede evangelica riformata sono tali da scacciare ogni ansia e preoccupazione indebita. Assorbire, per esempio, il concetto di sovranità di Dio (che tutto è sotto il controllo di Dio) e di provvidenza (che Egli sempre provvede ai Suoi) infonde pace interiore anche nelle circostanze peggiori. Allo stesso modo la fede nella risurrezione di Cristo infonde determinazione e certezza che Egli trionferà su ogni male.

Quanti poi sono quelli che affermano come la dottrina della predestinazione infonda ansia e fatalistico immobilismo. Non nell'esperienza di chi vi crede come si conviene. Essa infonde pace e consolazione al credente. L'articolo XVII dei 39 articoli della chiesa anglicana afferma giustamente:
"La devota considerazione della predestinazione e della nostra elezione in Cristo e piena di dolce, piacevole e indicibile consolazione per le persone religiose e tale da far sentire loro l'azione dello Spirito di Cristo, che mortifica le opere della carne e le loro membra terrene ed eleva la loro mente verso le realtà superiori e celesti, consolidando al tempo stesso e confermando grandemente la loro fede nel godimento dell'eterna salvezza in Cristo e accendendo fervidamente il loro amore per Dio"