Teopedia/Ex opere operato

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Ex opere operato

"Ex opere operato" è un'espressione latina che si traduce letteralmente in "dall'opera compiuta" o "per il fatto stesso che è stato fatto". Questo concetto proviene dalla teologia cattolica e si riferisce all'efficacia dei sacramenti amministrati dalla Chiesa.

In base a questo principio, i sacramenti sono validi ed efficaci non in virtù del merito personale del ministro che li amministra o della disposizione spirituale del ricevente, ma per il fatto stesso che sono stati celebrati correttamente secondo le norme stabilite dalla Chiesa. In altre parole, i sacramenti sono efficaci per la loro intrinseca natura sacramentale e l'intervento di Dio, indipendentemente dalla santità o peccaminosità del ministro o del ricevente.

Questo concetto è importante nella teologia cattolica, poiché garantisce che i sacramenti siano efficaci e conferiscano grazia divina, anche se celebrati da ministri peccaminosi o ricevuti da persone in uno stato spirituale imperfetto. Esso sottolinea il ruolo di Dio e la natura oggettiva dei sacramenti nella mediazione della grazia, al di là delle qualità umane dei partecipanti.

Il concetto di "ex opere operato" è stato contestato durante la Riforma Protestante nel XVI secolo. Molti riformatori protestanti, tra cui Martin Lutero, Giovanni Calvino e Ulrico Zwingli, criticarono vari aspetti della teologia sacramentale cattolica, compreso il principio dell'efficacia "ex opere operato".

I riformatori sostenevano che la grazia divina non poteva essere automaticamente garantita attraverso la semplice amministrazione dei sacramenti e che la fede personale e la disposizione del ricevente fossero cruciali per ricevere la grazia di Dio. Essi attribuivano maggiore importanza alla fede e alla relazione personale con Dio piuttosto che ai riti sacramentali.

Alcuni riformatori, come Lutero, mantennero l'idea che alcuni sacramenti fossero mezzi di grazia, ma ridussero il loro numero e sottolinearono il ruolo della fede nella loro efficacia. Altri, come Zwingli, adottarono un approccio più simbolico, considerando i sacramenti come segni esterni della grazia di Dio e della fede del credente, piuttosto che come meccanismi oggettivi per trasmettere la grazia.

In sintesi, la contestazione del concetto "ex opere operato" da parte dei riformatori protestanti portò a una diversa comprensione del ruolo e dell'efficacia dei sacramenti all'interno delle diverse denominazioni protestanti.