Teopedia/Tradizione

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Tradizione

Tradizione nel Nuovo Testamento

Il termine corrispondente a "tradizione" nel Nuovo Testamento è il greco "παράδοσις" (paradosis), che significa "trasmissione" o "consegna". Nel Nuovo Testamento, il termine "tradizione" e le sue varianti appaiono in diversi contesti e con significati differenti.

In alcuni passi, il termine "tradizione" è usato in senso negativo per indicare le pratiche religiose e culturali degli ebrei che sono state tramandate ma che, secondo Gesù e gli autori del Nuovo Testamento, possono ostacolare la corretta comprensione della legge di Dio o diventare ipocrite. Ad esempio, nel Vangelo secondo Matteo (15:1-9) e nel Vangelo secondo Marco (7:1-13), Gesù critica i farisei e gli scribi per aver osservato le tradizioni umane a scapito dei comandamenti di Dio.

Tuttavia, in altri passi del Nuovo Testamento, il termine "tradizione" è usato in senso positivo per descrivere gli insegnamenti degli apostoli e la dottrina cristiana che è stata tramandata ai credenti. Ad esempio, nelle lettere di Paolo, l'apostolo incoraggia i cristiani a mantenere le tradizioni che hanno ricevuto dagli apostoli, sia oralmente che per iscritto:

  • 1 Corinzi 11:2: "Ora vi lodo perché vi ricordate di me in ogni cosa e ritenete i miei insegnamenti quali ve li ho trasmessi".
  • 2 Tessalonicesi 2:15: "Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera".
  • 2 Tessalonicesi 3:6: "Fratelli, vi ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che si comporta disordinatamente e non secondo l'insegnamento che avete ricevuto da noi".

Da questi passi emerge che il Nuovo Testamento riconosce l'importanza delle tradizioni apostoliche, sia orali che scritte, nella dottrina e nella vita cristiana. Gli apostoli hanno trasmesso la fede cristiana ai primi credenti attraverso l'insegnamento orale e le lettere, e questi insegnamenti sono stati conservati e trasmessi nella Chiesa primitiva.

Tuttavia, è importante notare che la concezione della "tradizione" nel Nuovo Testamento non corrisponde esattamente alle complesse nozioni di Sacra Tradizione che si sono sviluppate nelle Chiese cattolica e ortodossa nei secoli successivi. Il Nuovo Testamento mette in evidenza l'importanza di mantenere gli insegnamenti degli apostoli e di vivere secondo la loro guida, ma non fornisce una definizione formale o una teologia dettagliata della tradizione come fonte di rivelazione e autorità nella Chiesa.

Tradizione nelle chiese  riformate

Nelle Chiese riformate (calviniste) che aderiscono all'ortodossia calvinista, la tradizione viene considerata in modo diverso rispetto alle Chiese cattoliche e ortodosse.Il principio fondamentale della teologia riformata è la "Sola Scriptura", che sostiene che le Sacre Scritture siano l'unica e suprema autorità in materia di fede e pratica cristiana. In questo contesto, la tradizione è vista come utile e importante, ma subordinata alle Scritture.

Nelle Chiese riformate, la tradizione viene considerata in diversi modi:

  • Confessioni e catechismi: La tradizione riformata si esprime principalmente attraverso le confessioni di fede e i catechismi, che sono documenti teologici e liturgici che riassumono e sistematizzano gli insegnamenti delle Scritture. Alcuni esempi di questi documenti includono la Confessione di fede di Westminster, il Catechismo di Heidelberg e la Seconda Confessione Elvetica. Questi documenti sono visti come espressioni umane fallibili della verità biblica e non come autorità infallibili.
  • Insegnamenti dei riformatori: La tradizione riformata comprende anche gli insegnamenti dei principali riformatori, come Giovanni Calvino, Ulrico Zwingli e altri. Anche se questi insegnamenti sono altamente rispettati e influenti nelle Chiese riformate, essi non sono considerati alla stregua delle Scritture e possono essere soggetti a revisione e critica alla luce della Bibbia.
  • Pratica liturgica e sacramentale: Nelle Chiese riformate, la tradizione gioca un ruolo nella pratica liturgica e sacramentale, ma in modo più limitato rispetto alle Chiese cattoliche e ortodosse. Le Chiese riformate tendono a dare maggiore enfasi alla semplicità, alla sobrietà e alla centralità della Parola di Dio nella liturgia e nei sacramenti. Ciò può portare a una maggiore flessibilità e diversità nelle pratiche liturgiche rispetto alle Chiese cattoliche e ortodosse.
  • Teologia e interpretazione biblica: La tradizione riformata fornisce un contesto e un quadro di riferimento per la teologia e l'interpretazione biblica nelle Chiese riformate. Tuttavia, la tradizione è sempre subordinata alle Scritture, e le interpretazioni tradizionali possono essere modificate o rifiutate se si ritiene che siano in conflitto con l'insegnamento biblico.

In sintesi, nelle Chiese riformate (calviniste) che aderiscono all'ortodossia calvinista, la tradizione viene considerata come utile e importante, ma subordinata alle Sacre Scritture. La "Sola Scriptura" è il principio fondamentale della teologia riformata, e le tradizioni sono valutate e criticate alla luce della Bibbia. La tradizione riformata si esprime principalmente attraverso le confessioni di fede, i catechismi e gli insegnamenti dei riformatori, ma questi elementi non sono considerati alla stregua delle Scritture e possono essere soggetti a revisione e critica in base all'autorità biblica.

Nelle Chiese riformate moderne che applicano il metodo storico-critico all'approccio della Bibbia, il concetto di tradizione può essere visto in una luce ancora più flessibile e aperta al cambiamento. L'uso del metodo storico-critico implica un esame approfondito e critico del testo biblico, considerando il contesto storico, culturale e letterario in cui è stato scritto.Questo approccio può portare a una maggiore consapevolezza delle diverse interpretazioni e comprensioni delle Scritture nel corso della storia, incluso il modo in cui la tradizione ha influenzato la lettura e l'applicazione della Bibbia.

Le Chiese riformate moderne che adottano questo approccio tendono ad avere un atteggiamento più aperto nei confronti della tradizione, pur continuando a sottolineare l'importanza delle Sacre Scritture come fondamento della fede e della pratica cristiana. La tradizione viene vista come una risorsa preziosa per comprendere la fede cristiana nel suo contesto storico e culturale, ma non come una fonte di autorità al pari delle Scritture.

In queste chiese, la ragione e la scienza possono essere considerate come importanti strumenti per comprendere la fede e per dialogare con la cultura contemporanea. La teologia riformata ha sempre enfatizzato il ruolo della ragione nella comprensione e nell'applicazione delle Scritture, e le Chiese riformate moderne tendono a sostenere un dialogo critico e costruttivo tra fede, ragione e scienza. Tuttavia, queste chiese in genere non considerano la ragione o la scienza come autorità indipendenti dalla Bibbia, ma piuttosto come strumenti per approfondire la comprensione delle Scritture e per rispondere alle sfide culturali e intellettuali del mondo contemporaneo.

In sintesi, nelle Chiese riformate moderne che applicano il metodo storico-critico all'approccio della Bibbia, il concetto di tradizione è stato riveduto per essere più flessibile e aperto al cambiamento, pur continuando a sottolineare l'importanza delle Sacre Scritture. La ragione e la scienza sono considerate come strumenti utili per comprendere la fede e dialogare con la cultura contemporanea, ma non come autorità indipendenti dalla Bibbia.

Tradizione nel Cattolicesimo romano

Nel cattolicesimo romano, la tradizione ecclesiastica svolge un ruolo importante e complementare rispetto alla Sacra Scrittura. Insieme, la Scrittura e la Tradizione costituiscono le due fonti della Rivelazione divina e della fede cattolica. La Chiesa cattolica insegna che Dio si è rivelato sia attraverso le Sacre Scritture che attraverso la Sacra Tradizione, che è stata tramandata attraverso le generazioni sotto la guida dello Spirito Santo.

Il ruolo della tradizione ecclesiastica nel cattolicesimo romano include vari aspetti:

  1. Interpretazione delle Scritture: La tradizione ecclesiastica aiuta a interpretare e a comprendere le Sacre Scritture in modo corretto e autentico. La Chiesa cattolica sostiene che essa è guidata dallo Spirito Santo nell'interpretazione delle Scritture e che l'autorità della Chiesa stessa è necessaria per garantire una corretta comprensione del messaggio biblico.
  2. Insegnamento e dottrina: La tradizione ecclesiastica è una fonte di insegnamento e di dottrina che si affianca alle Scritture. Alcuni insegnamenti della Chiesa cattolica, come la venerazione della Vergine Maria e dei santi, l'Immacolata Concezione, l'Assunzione di Maria e la presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, sono radicati nella tradizione ecclesiastica e non sono esplicitamente menzionati nella Bibbia.
  3. Concili e magistero: La tradizione ecclesiastica comprende anche i concili e il magistero della Chiesa, cioè l'insegnamento ufficiale dei papi e dei vescovi in comunione con loro. I concili e il magistero contribuiscono a sviluppare e a chiarire la dottrina e la pratica della Chiesa nel corso del tempo, sotto la guida dello Spirito Santo.
  4. Pratica liturgica e sacramentale: La tradizione ecclesiastica gioca un ruolo significativo nella pratica liturgica e sacramentale della Chiesa cattolica. Molte preghiere, riti e usanze, come il rosario e la Via Crucis, derivano dalla tradizione ecclesiastica e sono stati tramandati nel corso dei secoli.
  5. Spiritualità e vita monastica: La tradizione ecclesiastica ha dato origine a diverse scuole di spiritualità e a ordini religiosi e monastici, come i benedettini, i francescani, i domenicani e i gesuiti, che hanno arricchito la vita della Chiesa e contribuito alla sua missione nel mondo.

In sintesi, la tradizione ecclesiastica nel cattolicesimo romano è vista come una fonte di Rivelazione divina complementare alle Sacre Scritture e svolge un ruolo cruciale nella comprensione, nell'insegnamento e nella pratica della fede cattolica.

Tradizione nelle chiese ortodosse orientali

Le Chiese ortodosse orientali, tra cui la Chiesa ortodossa greca e quella russa, attribuiscono grande importanza alla tradizione ecclesiastica. La tradizione ecclesiastica, insieme alla Sacra Scrittura, costituisce una fonte fondamentale di autorità e di insegnamento nella fede ortodossa. Ci sono diversi elementi che caratterizzano il modo in cui queste Chiese considerano la tradizione ecclesiastica:

  1. Apostolicità: Le Chiese ortodosse orientali enfatizzano la continuità con gli apostoli e i primi cristiani. Essi credono che la loro fede e pratica siano in linea con gli insegnamenti originari degli apostoli e delle prime comunità cristiane.
  2. Sacra Tradizione: Le Chiese ortodosse considerano la Sacra Tradizione come una rivelazione divina, che comprende non solo la Scrittura ma anche gli insegnamenti dei Padri della Chiesa, i concili ecumenici, la liturgia, l'iconografia, la musica sacra e le pratiche ascetiche e monastiche. Essi credono che la Sacra Tradizione sia stata tramandata attraverso le generazioni e sia la fonte della loro fede e della loro pratica.
  3. Concili ecumenici: Le Chiese ortodosse danno grande importanza ai primi sette concili ecumenici (dal 325 al 787 d.C.), che hanno definito i dogmi fondamentali della fede cristiana, come la divinità di Cristo, la Trinità e la natura umana e divina di Cristo. I concili ecumenici sono visti come manifestazioni dello Spirito Santo che guida la Chiesa nella verità.
  4. Padri della Chiesa: Le opere dei Padri della Chiesa, come San Basilio Magno, San Gregorio di Nazianzo, San Giovanni Crisostomo e altri, sono altamente stimate per la loro profondità teologica, spirituale e pastorale. Le Chiese ortodosse considerano le loro opere come parte integrante della tradizione ecclesiastica e le studiano attentamente per comprendere meglio la fede cristiana.
  5. Liturgia: La liturgia ortodossa, che comprende la Divina Liturgia, i servizi delle ore e le preghiere private, è considerata un tesoro della tradizione ecclesiastica. Essa ha radici antiche e incorpora elementi della cultura e della spiritualità delle diverse Chiese ortodosse locali. La liturgia è vista come un mezzo per entrare in comunione con Dio e con i santi, ed è caratterizzata da una profonda spiritualità, un linguaggio simbolico e una ricca iconografia.
  6. Venerazione delle icone: L'iconografia è un elemento distintivo della tradizione ortodossa. Le icone sono considerate "finestre sul cielo" che permettono ai fedeli di entrare in comunione con i santi e con Cristo. La venerazione delle icone è stata confermata dal settimo concilio ecumenico (787 d.C.) e fa parte integrante della tradizione ecclesiastica ortodossa.

Le Chiese ortodosse orientali non si considerano necessariamente portatrici di conoscenze "segrete" nel senso di insegnamenti esoterici o nascosti. Tuttavia, esse enfatizzano l'importanza della Sacra Tradizione, che viene trasmessa attraverso le generazioni e va oltre il testo scritto delle Scritture. La Sacra Tradizione include gli insegnamenti degli apostoli, dei Padri della Chiesa, i canoni e le decisioni dei concili ecumenici, la liturgia, l'iconografia, la musica sacra e le pratiche ascetiche e monastiche. Alcuni di questi elementi possono essere trasmessi oralmente, mentre altri sono stati codificati per iscritto nel corso della storia. La Sacra Tradizione è vista come complementare alle Sacre Scritture e insieme costituiscono la base dell'insegnamento e della pratica della fede ortodossa. Nonostante l'enfasi sulla Sacra Tradizione, la fede ortodossa non promuove la nozione di conoscenze segrete riservate a un gruppo elitario di iniziati. Al contrario, l'ortodossia cerca di rendere accessibile a tutti la verità della fede cristiana e incoraggia i fedeli a crescere nella conoscenza di Dio attraverso la preghiera, lo studio delle Scritture e la partecipazione alla vita sacramentale e liturgica della Chiesa.