Letteratura/Midollo Sacra Teologia/5 La sussistenza di Dio: differenze tra le versioni

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= Capitolo 5 – Della Sussistenza di Dio =
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La sussistenza di Dio è la sua esistenza nella propria essenza spirituale, così come è distinta nelle tre Persone.
La sussistenza di Dio è [1] la sua esistenza nella propria essenza spirituale, così come è distinta nelle tre Persone.


<ref>Il termine "sussistenza", nella teologia cristiana classica, indica il modo in cui l’essenza divina sussiste (cioè esiste concretamente) in tre Persone distinte, senza dividere l’essenza. È una traduzione del latino *subsistentia*, usato per distinguere le tre Persone da semplici modalità o manifestazioni: ciascuna Persona è una "sussistenza" reale e distinta della stessa essenza divina.</ref>
2. La stessa essenza è comune a tre sussistenze; e quanto alla divinità, ogni sussistenza è da sé stessa [2].
 
2. La stessa essenza è comune a tre sussistenze; e quanto alla divinità, ogni sussistenza è da sé stessa<ref>Cioè non deriva l’esistenza da un’altra, in quanto tutte partecipano della stessa essenza divina eterna.</ref>.


3. Inoltre, nulla è attribuito all’essenza che non possa essere attribuito a ogni sussistenza in quanto tale.
3. Inoltre, nulla è attribuito all’essenza che non possa essere attribuito a ogni sussistenza in quanto tale.
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5. Le sussistenze si distinguono dall’essenza come i modi di sussistere, che si accompagnano all’essenza, si distinguono dall’essenza stessa considerata in modo assoluto.
5. Le sussistenze si distinguono dall’essenza come i modi di sussistere, che si accompagnano all’essenza, si distinguono dall’essenza stessa considerata in modo assoluto.


6. Esse si distinguono tra loro come Relazioni, mediante certe proprietà relative; così che l’una non può essere l’altra, sebbene siano insieme nella stessa natura; né si può dire che siano prima o dopo, se non nell’ordine del principio e nel modo di sussistere<ref>Questa distinzione “nell’ordine del principio” si riferisce alla generazione del Figlio dal Padre e alla processione dello Spirito.</ref>.
6. Esse si distinguono tra loro come Relazioni, mediante certe proprietà relative; così che l’una non può essere l’altra, sebbene siano insieme nella stessa natura; né si può dire che siano prima o dopo, se non nell’ordine del principio e nel modo di sussistere [3].


7. Ma poiché queste proprietà relative sono, per così dire, individuanti in un’essenza che vive spiritualmente e perfettamente, perciò queste sussistenze sono giustamente chiamate persone.
7. Ma poiché queste proprietà relative sono, per così dire, individuanti in un’essenza che vive spiritualmente e perfettamente, perciò queste sussistenze sono giustamente chiamate persone.
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15. La differenza tra l’essere generato, che si riferisce al Figlio, e il procedere, che è proprio dello Spirito Santo, non può essere spiegata con parole proprie, se non per il fatto che il Figlio procede solo dal Padre, mentre lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, formando insieme una relazione.
15. La differenza tra l’essere generato, che si riferisce al Figlio, e il procedere, che è proprio dello Spirito Santo, non può essere spiegata con parole proprie, se non per il fatto che il Figlio procede solo dal Padre, mentre lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, formando insieme una relazione.


16. Tuttavia, in parte si può illustrare con una similitudine: il Padre è, per così dire, ''Deus intelligens'', Dio che intende; il Figlio, immagine espressa del Padre, è ''Deus intellectus'', Dio inteso; lo Spirito Santo, che fluisce e viene spirato dal Padre tramite il Figlio, è ''Deus dilectus'', Dio amato.   
16. Tuttavia, in parte si può illustrare con una similitudine: il Padre è, per così dire, ''Deus intelligens'', Dio che intende; il Figlio, immagine espressa del Padre, è ''Deus intellectus'', Dio inteso; lo Spirito Santo, che fluisce e viene spirato dal Padre tramite il Figlio, è ''Deus dilectus'', Dio amato.  Il Figlio è prodotto, per così dire, da un atto di intelletto o di parola, dalla memoria feconda del Padre; lo Spirito Santo è prodotto da un atto d’amore o di spirazione dalla volontà feconda del Padre e del Figlio.  Perciò il Figlio è chiamato Parola, Sapienza, Immagine — nomi che non sono dati allo Spirito Santo.  Ma poiché nella creatura si trova la generazione di un figlio, mentre non vi è nulla che proceda immediatamente da due perfetti in modo analogo (come avviene per lo Spirito Santo), la generazione del Figlio è propriamente indicata nella Scrittura, mentre non si trova un nome specifico e proprio per la Terza Persona.   
Il Figlio è prodotto, per così dire, da un atto di intelletto o di parola, dalla memoria feconda del Padre; lo Spirito Santo è prodotto da un atto d’amore o di spirazione dalla volontà feconda del Padre e del Figlio.   
Perciò il Figlio è chiamato Parola, Sapienza, Immagine — nomi che non sono dati allo Spirito Santo.   
Ma poiché nella creatura si trova la generazione di un figlio, mentre non vi è nulla che proceda immediatamente da due perfetti in modo analogo (come avviene per lo Spirito Santo), la generazione del Figlio è propriamente indicata nella Scrittura, mentre non si trova un nome specifico e proprio per la Terza Persona.   
Tuttavia si dice veramente del Padre e del Figlio che sono Spiriti e santi; e il Figlio pure procede dal Padre mediante generazione spirituale.
Tuttavia si dice veramente del Padre e del Figlio che sono Spiriti e santi; e il Figlio pure procede dal Padre mediante generazione spirituale.


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28. La dottrina della Trinità è misteriosa, ma non contraddittoria, e va creduta per la sua rivelazione nelle Scritture, anche se non può essere pienamente compresa dalla mente umana.
28. La dottrina della Trinità è misteriosa, ma non contraddittoria, e va creduta per la sua rivelazione nelle Scritture, anche se non può essere pienamente compresa dalla mente umana.


: «Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo, e questi tre sono uno» — ''1 Giovanni 5:7''<ref>Questo versetto è assente nei manoscritti greci più antichi, ma fu spesso citato nella tradizione latina per affermare la Trinità. La dottrina tuttavia non dipende esclusivamente da questo passo.</ref>
: «Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo, e questi tre sono uno» — ''1 Giovanni 5:7 [4].''


29. Questo mistero deve essere trattato con riverenza, perché appartiene alla sostanza della nostra fede: conoscere Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo è fondamentale per la nostra salvezza e per il nostro culto spirituale.
29. Questo mistero deve essere trattato con riverenza, perché appartiene alla sostanza della nostra fede: conoscere Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo è fondamentale per la nostra salvezza e per il nostro culto spirituale.
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== Note ==
== Note ==
<references/>
 
[1] Il termine "sussistenza", nella teologia cristiana classica, indica il modo in cui l’essenza divina sussiste (cioè esiste concretamente) in tre Persone distinte, senza dividere l’essenza. È una traduzione del latino *subsistentia*, usato per distinguere le tre Persone da semplici modalità o manifestazioni: ciascuna Persona è una "sussistenza" reale e distinta della stessa essenza divina.
 
[2] Cioè non deriva l’esistenza da un’altra, in quanto tutte partecipano della stessa essenza divina eterna.
 
[3] Questa distinzione “nell’ordine del principio” si riferisce alla generazione del Figlio dal Padre e alla processione dello Spirito.
 
[4] Questo versetto è assente nei manoscritti greci più antichi, ma fu spesso citato nella tradizione latina per affermare la Trinità. La dottrina tuttavia non dipende esclusivamente da questo passo.


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Versione attuale delle 00:38, 3 giu 2025

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Capitolo 5 – Della Sussistenza di Dio

La sussistenza di Dio è [1] la sua esistenza nella propria essenza spirituale, così come è distinta nelle tre Persone.

2. La stessa essenza è comune a tre sussistenze; e quanto alla divinità, ogni sussistenza è da sé stessa [2].

3. Inoltre, nulla è attribuito all’essenza che non possa essere attribuito a ogni sussistenza in quanto tale.

4. Ma le cose che sono propriamente attribuite a ciascuna sussistenza in quanto tale, non possono essere attribuite all’essenza.

5. Le sussistenze si distinguono dall’essenza come i modi di sussistere, che si accompagnano all’essenza, si distinguono dall’essenza stessa considerata in modo assoluto.

6. Esse si distinguono tra loro come Relazioni, mediante certe proprietà relative; così che l’una non può essere l’altra, sebbene siano insieme nella stessa natura; né si può dire che siano prima o dopo, se non nell’ordine del principio e nel modo di sussistere [3].

7. Ma poiché queste proprietà relative sono, per così dire, individuanti in un’essenza che vive spiritualmente e perfettamente, perciò queste sussistenze sono giustamente chiamate persone.

8. Ora, queste proprietà non sono qualità inerenti, ma affezioni relative, alle quali si addice tutta la perfezione che si trova nelle affezioni simili delle creature; ma nessuna delle imperfezioni delle creature si applica a esse.

9. Da qui deriva che una proprietà relativa in Dio costituisce o implica una persona, cosa che nelle creature non avviene nello stesso modo.

10. Queste sussistenze sono o spiranti, come il Padre e il Figlio spirano; oppure spirate, come lo Spirito Santo è spirato.

11. Spirare o mandare è una relazione — non tale che da sola possa costituire una persona — ma è comune a due persone.

12. La proprietà relativa del Padre è generare:

«Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato» — Salmo 2:7
«...ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio...» — Giovanni 3:16
«E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice: "Tutti gli angeli di Dio lo adorino!"» — Ebrei 1:6

Perciò il Padre è il primo nell’ordine.

13. La proprietà relativa del Figlio è essere generato; cioè procedere dal Padre in modo tale da partecipare della stessa essenza e rispecchiare perfettamente la sua natura. Per questo motivo è il secondo nell’ordine:

«Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza...» — Ebrei 1:3

14. La proprietà dello Spirito Santo è essere spirato o mandato, e procede dal Padre e dal Figlio:

«...che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità, che procede dal Padre...» — Giovanni 15:26
«Ma voi non siete nella carne, bensì nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non appartiene a lui» — Romani 8:9
«E perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori...» — Galati 4:6

15. La differenza tra l’essere generato, che si riferisce al Figlio, e il procedere, che è proprio dello Spirito Santo, non può essere spiegata con parole proprie, se non per il fatto che il Figlio procede solo dal Padre, mentre lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, formando insieme una relazione.

16. Tuttavia, in parte si può illustrare con una similitudine: il Padre è, per così dire, Deus intelligens, Dio che intende; il Figlio, immagine espressa del Padre, è Deus intellectus, Dio inteso; lo Spirito Santo, che fluisce e viene spirato dal Padre tramite il Figlio, è Deus dilectus, Dio amato. Il Figlio è prodotto, per così dire, da un atto di intelletto o di parola, dalla memoria feconda del Padre; lo Spirito Santo è prodotto da un atto d’amore o di spirazione dalla volontà feconda del Padre e del Figlio. Perciò il Figlio è chiamato Parola, Sapienza, Immagine — nomi che non sono dati allo Spirito Santo. Ma poiché nella creatura si trova la generazione di un figlio, mentre non vi è nulla che proceda immediatamente da due perfetti in modo analogo (come avviene per lo Spirito Santo), la generazione del Figlio è propriamente indicata nella Scrittura, mentre non si trova un nome specifico e proprio per la Terza Persona. Tuttavia si dice veramente del Padre e del Figlio che sono Spiriti e santi; e il Figlio pure procede dal Padre mediante generazione spirituale.

17. Sebbene lo Spirito Santo sia detto procedere dal Padre, ciò non esclude che proceda anche dal Figlio; infatti si dice anche: «Lo Spirito del Figlio», come si è visto sopra (Galati 4:6); e si dice anche: «Che io vi manderò da parte del Padre» (Giovanni 15:26), e «Egli lo riceverà da quel che è mio» (Giovanni 16:14).

18. È possibile dunque affermare che lo Spirito Santo procede da entrambi, purché si intenda che procede dal Padre per mezzo del Figlio.

19. Ma la generazione del Figlio è eterna e continua, sebbene senza mutamento o successione. È eterna, perché il Padre non esiste mai senza generare il Figlio; è continua, perché non è come un’azione che ha inizio e poi termina; è senza mutamento o successione, perché in Dio non c’è tempo, né variazione alcuna.

20. È anche spirituale, non fisica o materiale, come avviene nelle creature. Essa avviene in Dio stesso, ed è così perfetta da far sì che la Persona generata abbia la stessa essenza di Colui che genera. È quindi appropriato parlare, come fa la Scrittura, di “generazione”, anche se il concetto è purificato da ogni imperfezione che troviamo in quella umana.

21. La processione dello Spirito Santo è anch’essa eterna, continua, immutabile, spirituale e divina, come lo è la generazione del Figlio.

22. La Trinità delle Persone non implica alcuna molteplicità o divisione nell’essenza divina, né una composizione da tre parti; perché la divina essenza è unica, semplice e indivisibile, ed è interamente posseduta da ciascuna delle Persone.

23. Eppure, questa stessa essenza è posseduta realmente, distintamente, totalmente e ugualmente da ciascuna delle Persone. Ciascuna ha tutta la pienezza della Deità, senza nessuna inferiore all’altra.

24. Perciò si dice: «In Lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità» — Colossesi 2:9; e ancora: «Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo» — 2 Corinzi 5:19.

25. Tuttavia, le tre Persone non sono tre dèi, ma un solo Dio: perché non c’è in esse pluralità di essenza o di volontà, ma solo distinzione personale.

26. Per questo motivo, la fede cristiana ha sempre rifiutato i due estremi: da un lato, il politeismo o triteismo, che attribuirebbe una divinità separata a ciascuna persona; dall’altro, il modalismo (come quello dei Sabelliani), che confonde le persone riducendole a manifestazioni temporanee di un unico Dio.

27. Infatti, non diciamo che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo siano tre nomi di una sola Persona, ma che sono tre Persone in un’unica essenza divina. Così come il Padre non è il Figlio, né lo Spirito; e tuttavia il Padre è Dio, il Figlio è Dio, e lo Spirito Santo è Dio.

28. La dottrina della Trinità è misteriosa, ma non contraddittoria, e va creduta per la sua rivelazione nelle Scritture, anche se non può essere pienamente compresa dalla mente umana.

«Poiché tre sono quelli che rendono testimonianza nel cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo, e questi tre sono uno» — 1 Giovanni 5:7 [4].

29. Questo mistero deve essere trattato con riverenza, perché appartiene alla sostanza della nostra fede: conoscere Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo è fondamentale per la nostra salvezza e per il nostro culto spirituale.

30. Perciò, il Battesimo si compie nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo — Matteo 28:19 —, e la benedizione apostolica invoca «la grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio, e la comunione dello Spirito Santo» — 2 Corinzi 13:13.

Note

[1] Il termine "sussistenza", nella teologia cristiana classica, indica il modo in cui l’essenza divina sussiste (cioè esiste concretamente) in tre Persone distinte, senza dividere l’essenza. È una traduzione del latino *subsistentia*, usato per distinguere le tre Persone da semplici modalità o manifestazioni: ciascuna Persona è una "sussistenza" reale e distinta della stessa essenza divina.

[2] Cioè non deriva l’esistenza da un’altra, in quanto tutte partecipano della stessa essenza divina eterna.

[3] Questa distinzione “nell’ordine del principio” si riferisce alla generazione del Figlio dal Padre e alla processione dello Spirito.

[4] Questo versetto è assente nei manoscritti greci più antichi, ma fu spesso citato nella tradizione latina per affermare la Trinità. La dottrina tuttavia non dipende esclusivamente da questo passo. Dottrina di Dio