Confessioni di fede/Elvetica/17

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Indice generale

Confessione di fede elvetica del 1566

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XVII. La Chiesa di Dio, santa e cattolica e il suo unico capo

Vi sarà sempre una chiesa

Avendo Iddio voluto fin dall’inizio che gli uomini fossero salvi e giungessero alla conoscenza della verità[1], è necessario che vi sia sempre stata una Chiesa, che essa esista ancora oggi e che duri fino alla fine dei secoli.

Definizione di Chiesa

Essa è l’assemblea dei fedeli, chiamata o raccolta dal mondo intero, vale a dire la comunione dei santi, cioè di tutti coloro che, mediante la Parola e lo Spirito Santo, [ri]conoscono ed adorano un vero Dio in Cristo Gesù Salvatore e partecipano per fede a tutti i beni che ci sono gratuitamente offerti per mezzo di Gesù Cristo. Tutti costoro sono come i cittadini di una stessa città: vivono sotto uno stesso Signore, sotto le stesse leggi e nella stessa partecipazione di tutti i beni [della Chiesa]. L’Apostolo, infatti, così chiama coloro che appartengono alla Chiesa: “ concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio” (Ef. 2:19), chiamando santi tutti i fedeli che vivono ancora in questo mondo, santificati dal sangue del Figlio di Dio (1 Co. 6:11)[2]. A tutti costoro si applica [conviene intendere] l’articolo del Credo apostolico che dice: “Credo la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi”.

La Chiesa è una

E poiché non vi è che un solo Dio ed un solo Mediatore fra Dio ed gli uomini, cioè Gesù Cristo, come pure un solo Pastore del gregge universale, un unico Capo di questo corpo, e in fine, un solo Spirito, una sola salvezza, una sola fede, un solo testamento o alleanza, ne consegue necessariamente che non vi sia che una sola Chiesa che possa chiamarsi cattolica[3] cioè universale, dal momento che é diffusa [sparsa] in tutte le parti del mondo e che si estenda in ogni tempo, non potendo essere confinata in nessun luogo e in nessun tempo determinato.

Condanna del localismo

Condanniamo perciò i Donatisti[4], i quali confinavano e limitavano la Chiesa a non so quali stretti cantoni dell’Africa. Neppure approviamo [reputiamo buono] il parere del Clero romano che dà quasi esclusivamente alla Chiesa romana il titolo di Chiesa cattolica [che millanta o spaccia la Chiesa romana come se fosse l’unica cattolica o universale].

Militante e trionfante

Vero è che dalla Chiesa, come da una sorgente, sgorgano come diversi ruscelli e condutture, diverse parti o specie, non che essa sia spartita o divisa in sé stessa, ma piuttosto perché essa è differente a causa della diversità dei membri che si trovano in essa. Vi è infatti una Chiesa, detta militante ed un’altra trionfante. La prima lotta ancora sulla terra e combatte contro la carne, il mondo ed il principe di questo mondo, cioè il diavolo, con il peccato e con la morte, mentre la seconda, avendo riportato vittoria sui suoi nemici ed essendo quindi esente da ogni forma di lotta, trionfa in cielo e gioisce davanti al Signore. Ciononostante, queste due chiese non cessano di essere in comunione ed in congiunzione [connessione] fra di loro.

Chiese particolari

Ora questa Chiesa militante in terra ha sempre avuto diverse chiese particolari, le quali si riconducono comunque tutte all’unità della Chiesa universale. Questa Chiesa si è presentata diversamente [diversamente costituita ed ordinata] fra i patriarchi prima della Legge, sotto Mosè, attraverso la Legge e [differentemente] sotto Gesù Cristo attraverso l’Evangelo.

Un’unica chiesa sia nell’AT che nel NT

Abitualmente si contano anche due popoli nella Chiesa, cioè gli israeliti e quelli d’origine pagana, o coloro che dagli ebrei e dai pagani sono stati raccolti nella Chiesa. Si contano anche due Testamenti: l’Antico e il Nuovo. Ciononostante vi è sempre stata e sempre vi sarà una sola società di tutti questi popoli e un’unica salvezza in un unico Messia, nel quale sono tutti congiunti come membra di un solo corpo, sotto un solo Capo, mediante una stessa fede e mediante la partecipazione ad uno stesso cibo e ad una stessa bevanda spirituale. Noi riconosciamo [confessiamo], tuttavia, che al riguardo vi sono stati tempi diversi e diversi sacramenti[5] o simboli del Messia promesso e poi donato dal Padre e che, abolite le cerimonie dell’Antica Alleanza, noi siamo sotto la Nuova illuminati con una luce fulgente ed abbiamo ricevuto doni più grandi ed una libertà molto più completa.

Definizioni bibliche

Questa Chiesa santa è chiamata la casa del Dio vivente, costruita con pietre vive e spirituali e fondata sulla pietra immobile e sul fondamento al di fuori del quale non è possibile stabilirne un altro, ragion per cui essa è chiamata anche colonna e sostegno della verità (1 Ti. 3:15). Essa non può errare per il fatto di poggiare ed essere fondata sulla pietra, cioè Cristo, e sul fondamento dei profeti e degli apostoli. Tuttavia non bisogna meravigliarsi se essa erra ogni qual volta abbandona Colui che solo è la verità. La Chiesa è chiamata anche vergine e sposa di Gesù Cristo, anzi, unica e diletta, secondo l’espressione dell’Apostolo: “vi ho fidanzati a un unico sposo, per presentarvi come una casta vergine a Cristo” (2 Co. 11:2). La Chiesa viene chiamata anche gregge delle pecore sotto un solo Pastore che è Gesù Cristo, e questo da Ezechiele, cap. 34, e Giovanni, cap. 10. Infine, essa è chiamata il corpo di Cristo, perché i fedeli sono membra vive di Gesù Cristo sotto un solo capo, cioè Cristo.

Il Capo della Chiesa

Il capo è colui che sovrasta tutto il corpo [nel corpo ha l’eminenza] e dal quale il corpo trae la vita, dal cui Spirito esso è anche governato e dal quale riceve la sua crescita. Ugualmente non vi è che un solo capo per il corpo ed egli ha un buon rapporto con il corpo. La Chiesa, quindi, non può avere alcun altro capo che Cristo. Essendo infatti la Chiesa un corpo spirituale, è necessario anche che abbia un capo che le corrisponda e le sia adatto, cioè spirituale. Del resto, non può essere governata da altro Spirito se non quello di Cristo, come attesta Paolo dicendo: “Egli è il capo del corpo, cioè della Chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato” (Cl. 1:18), e lo stesso aggiunge: “Cristo è capo della Chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo” (Ef. 5:23), e nella stessa lettera dice: “Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla Chiesa, che è il corpo di lui, il compimento di colui che porta a compimento ogni cosa in tutti”(Ef. 1:22,23). Ugualmente: “seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare sé stesso nell'amore” (Ef. 4:15,16).

Rifiuto del papato

Rigettiamo quindi la dottrina del clero romano attraverso la quale esso sostiene che il proprio papa è il pastore universale della Chiesa cattolica militante sulla terra, capo sovrano della stessa e vero vicario o luogotenente di Cristo e che egli abbia nella Chiesa la pienezza del potere, come esso la chiama, e il dominio supremo. Noi insegniamo, infatti, che Cristo è il solo Signore e che resta l’unico pastore universale; così pure che egli è vescovo sovrano [sommo pontefice] davanti a Dio, Suo Padre celeste, il quale, compiendo nella Chiesa ogni ufficio e dovere di vero vescovo [sommo pontefice] e [sommo] pastore fino alla fine dei secoli, non ha bisogno di alcun vicario. Il vicario è necessario, infatti laddove il vero Signore sia assente. Ora, Cristo è sempre presente nella Sua Chiesa ed è il Suo capo che la vivifica. Lui stesso ha vietato [rigorosamente proibito] con grandi minacce ai Suoi apostoli ed ai loro successori di usurpare il primato ed il potere nella Chiesa. Tutti coloro, quindi, che contraddicono questa verità così evidente e vi si oppongono, sforzandosi di introdurre nella Chiesa di Cristo un governo del tutto contrario, non devono forse essere rigettati nel numero di coloro che hanno profetizzato gli apostoli di Gesù Cristo (2 Pi. 2), e Paolo in At. 20, 2 Co. 11 e 2 Ts. 2 e in altri passi?

Non garanzia di ordine

Del resto, rigettando dalla Chiesa il capo romano, non intendiamo affatto introdurre in essa al suo posto disordine o confusione, dal momento che insegniamo che il governo della Chiesa, quale gli apostoli ce l’hanno lasciato, ci basta per mantenere nell’ordine e nel buon governo la Chiesa, la quale fin dall’inizio non è stata disordinata e senza buon governo, quando ancora non si conosceva affatto questo capo romano, del quale i suoi dicono oggi che conserva la Chiesa in buon ordine. Non abbiamo alcuna difficoltà a concedere che egli conservi veramente e mantenga, sia con la forza che con l’inganno, la sua tirannia e la corruzione che ha introdotto nella Chiesa e che, con lo stesso mezzo, impedisca, combatta e distrugga con tutte le sue forze la giusta riforma della Chiesa[6].

Il governo stabilito dalle Scritture è sufficiente

Ci si obietta [ci si rinfaccia], però che nelle nostre chiese esistano molte discordie e lotte da quando si sono separate dalla Chiesa romana e che questo dimostra a sufficienza che non sarebbero vere chiese. Come se non vi fossero mai state sètte nella Chiesa romana, né alcuna forma di discordia e di lotta, persino riguardo alla stessa religione, per la quale si sono combattuti non tanto nelle scuole, quanto nelle sacre sedi [cattedre] ed in mezzo a tutto il popolo. Quanto a noi, noi riconosciamo ciò che dice l’Apostolo, cioè “Dio non è un Dio di confusione, ma di pace” (1 Co. 14:33). In un altro passo dice: “dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate come qualsiasi uomo?” (1 Co. 3:3). Ora non si può negare che Dio non sia stato presente nella Chiesa apostolica e che la Chiesa apostolica non sia stata la vera Chiesa, nella quale si sono avuti non di meno dissensi e discussioni. In effetti Pietro è stato ripreso da Paolo (Ga. 2:11)[7] e anche Barnaba, lui pure apostolo, ha avuto una discussione con Paolo. D’altra parte vediamo nel libro degli Atti, cap. 15, che nella Chiesa di Antiochia si ebbe una grave contesa fra coloro che predicavano lo stesso Gesù Cristo. Di fatto vi sono sempre stati nella Chiesa grandi dibattiti ed esimi dottori della Chiesa si sono scontrati fra di loro su cose di grande importanza, e tuttavia, a motivo di queste contese la Chiesa non ha cessato di essere ciò che era. A Dio piace, infatti, servirsi delle discussioni ecclesiastiche sia per la gloria del Suo nome che per rendere più chiara ed evidente la verità, ed anche perché si manifestino coloro che sono approvati (1 Co. 11:19)[8].

Non tutte le chiese sono Chiesa

Ora, come noi non riconosciamo altro capo della Chiesa se non Gesù Cristo, così non riconosciamo per vere chiese tutte quelle che si vantano di esserlo [che si spaccia per vera] e vogliono essere riconosciute come tali, ma insegniamo che debba essere ritenuta tale la Chiesa nella quale si trovano le caratteristiche[9] ed i segni della vera Chiesa.

La pura predicazione

Le sue principali caratteristiche sono: (1) la pura e legittima predicazione della Parola di Dio [la legittima e sincera dottrina o predicazione], tale e quale ci è stata donata attraverso i libri dei profeti e degli apostoli, i quali ci conducono tutti come per mano a Cristo, il quale, nel vangelo, ci ha detto: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono … Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va davanti a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Ma un estraneo non lo seguiranno; anzi, fuggiranno via da lui perché non conoscono la voce degli estranei” (Gv. 10:27,4,5). Ben più, coloro che sono tali nella Chiesa hanno una sola fede, un solo Spirito e quindi adorano un solo Dio che servono in spirito e verità; amano solo Lui con tutto il loro cuore e con tutte le loro forze, Lo invocano solo attraverso Gesù Cristo loro unico Mediatore ed Intercessore, e non cercano alcuna giustizia e vita al di fuori di Gesù Cristo e della fede in Lui. E poiché riconoscono Cristo come unico capo e fondamento della Chiesa, essendo fondati su di lui, riformano ed emendano ogni giorno la loro vita mediante la penitenza e portano pazientemente la croce che è stata loro imposta e mediante una carità non finta, essendo uniti con tutte le membra di Cristo, si dichiarano Suoi veri discepoli, perseverando nel vincolo della pace e della santa unione. (2) Essi partecipano similmente ai sacramenti ordinati da Cristo e donati dagli Apostoli, di cui non si sentono diversamente da come hanno ricevuto ed appreso dal Signore. Ciò che l’Apostolo dice ai Corinzi è infatti ben noto: “Poiché ho ricevuto dal Signore quello che vi ho anche trasmesso” (1 Co. 11:23).

Un giusto discernimento

Noi condanniamo perciò come non appartenenti affatto alla vera Chiesa tutte le chiese [Per questa ragione ci allontaniamo e ci separiamo, come da chiese straniere, da quelle chiese] che non sono quali noi abbiamo appreso che dovrebbero essere, qualunque vanto esse possano menare circa la successione dei loro vescovi, l’unità e l’antichità. Tanto più che gli apostoli ci ordinano di fuggire l’idolatria e Babilonia, e di non partecipare in alcun modo ad essa se non vogliamo partecipare alle piaghe che il Signore manda (1 Co. 10:14; 1 Gv. 5:21; Ap. 18:4; 2 Co. 6:14).

Importanza della Chiesa

Del resto, noi abbiamo in così alta stima la comunione con la vera Chiesa di Dio da negare che possano vivere davanti a Dio coloro che non sono in comunione con la vera Chiesa di Dio, ma si separano da essa. Infatti, come fuori dall’arca di Noè non si poteva essere salvati, quando il mondo venne distrutto dal diluvio, così noi crediamo che non vi sia alcuna salvezza certa al di fuori di Cristo, il quale si comunica nella Chiesa ai Suoi eletti. Per cui insegniamo che è necessario che coloro che vogliono vivere, non si separino mai dalla vera Chiesa di Cristo.

Confini vasti

Ciononostante non rinchiudiamo così strettamente la Chiesa nei segni che abbiamo appena ricordato, da insegnare che sono fuori dalla Chiesa tutti coloro che non partecipano ai sacramenti non di loro spontanea volontà, né per disprezzo, ma perché impediti da una necessità inevitabile e forzata, i quali altrimenti si guarderebbero bene dall’astenersene e dal non prendervi parte, o coloro nei quali la fede viene come a meno per un certo tempo, senza tuttavia spegnersi del tutto e scomparire completamente, o coloro nei quali si trovano diversi vizi ed errori dovuti ad infermità. Sappiamo infatti che Dio ha amato nel mondo alcuni che erano al di fuori della repubblica di Israele. Né ignoriamo ciò che è successo al popolo di Dio nell’esilio babilonese, durante il quale è rimasto settant’anni privo dei propri sacrifici. Sappiamo anche ciò che è accaduto a Pietro che ha rinnegato Gesù Cristo e ciò che accade ogni giorno ai fedeli eletti di Dio, erranti ed infermi. Inoltre sappiamo bene ciò che sono state le chiese dei Galati e dei Corinti ai tempi degli Apostoli, alle quali l’apostolo rimprovera diversi e gravi difetti e malvagità, e ciononostante le chiama sante chiese di Cristo.

Il giudizio di Dio sulla Chiesa

A volte accade addirittura che Dio, per il suo giusto giudizio, lascia che si oscuri e venga come a meno la verità della Sua parola, la fede cattolica, e il legittimo culto di Dio, a tal punto che la Chiesa sembra quasi del tutto spenta e che non ne resti traccia. E’ ciò che vediamo essere avvenuto al tempo di Elia (1 Re 19:18) ed anche in altre epoche, ed tuttavia Dio non smette di avere in questo mondo, e in mezzo a queste tenebre, i suoi veri adoratori, non in piccolo numero, ma settemila e più (Apocalisse 7:3). L’apostolo esclama infatti che resta saldo il fondamento di Dio che ha questo sigillo: il Signore conosce chi sono i Suoi (2 Timoteo 2:19). Ed è anche da questo punto di vista che la Chiesa si può chiamare anche invisibile, non che gli uomini in mezzo ai quali è raccolta siano invisibili, ma perché, essendo nascosta ai nostri occhi e nota solo a Dio, spesso non può essere percepita dal giudizio umano.

Gli ipocriti

D’altra parte, tutti coloro che sono annoverati nella Chiesa non per questo sono vivi e veri membri della stessa. Vi sono infatti molti ipocriti che ascoltano la Parola di Dio esteriormente e ricevono pubblicamente i sacramenti e sembrano invocare Dio unicamente attraverso Gesù Cristo e confessare che Gesù Cristo è la sola loro giustizia, così come sembrano servire Dio, esercitare le opere di carità e, per un certo tempo sopportare pazientemente le calamità e le afflizioni, e tuttavia, dentro [interiormente], sono privi della vera illuminazione dello Spirito e della fede e sincerità di cuore e non perseverano fino alla fine; e così, alla fine, essi vengono scoperti e conosciuti per quello che sono. E’ dunque di essi che ha parlato l’Apostolo Giovanni dicendo: “Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; perché se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma ciò è avvenuto perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri” (1 Gv. 2:19). Ciononostante, per il tempo in cui fingono di temere e di amare Dio, vengono contati nella Chiesa, benché non siano affatto della Chiesa, esattamente come in una repubblica i traditori vengono contati nel numero dei cittadini prima che il loro tradimento sia scoperto e come il loglio e la paglia è mescolato con il grano, e come gli ascessi e le gobbe si trovino in un corpo sano, benché, in verità, si tratti piuttosto di malattie [tumori] e di deformità del corpo che non di vere membra dello stesso. La Chiesa di Dio viene perciò a ragione paragonata ad una rete che contiene ogni sorta di pesci e ad un campo in cui si trovino erbacce in mezzo al buon grano (Mt. 13:47ss; 13:24ss). Ma in tutto questo dobbiamo fare attenzione a non giudicare a non giudicare prima del tempo, per non correre il rischio di escludere e rigettare o togliere coloro che il Signore non vuole che siano tolti o coloro che non possiamo separare dalla Chiesa senza arrecarle un danno. D’altro canto bisogna vegliare per impedire che, se i fedeli si addormentano, i malvagi si facciano avanti e rechino danno alla Chiesa.

La vera unità

Inoltre noi insegniamo accuratamente in che cosa consista soprattutto la verità e l’unità della Chiesa, affinché per temerarietà non provochiamo o nutriamo degli scismi nella Chiesa. Ora questa unità non consiste affatto in cerimonie e comportamenti esteriori, ma nella verità e nell’unità della fede cattolica. E la fede cattolica non ci è data dalle leggi umane ma dalla Sacra Scrittura, il cui sommario si trova nel Credo apostolico. Per questo motivo leggiamo che fin dal tempo degli antichi padri, vi è stata diversità di cerimonie, ma libera e lasciata alla volontà di ogni Chiesa, diversità a motivo della quale nessuno ha mai ritenuto che fosse infranta l’unità ecclesiale. Diciamo pertanto che la vera unione della Chiesa consiste negli articoli di fede [dogmi], nella vera e concorde predicazione dell’Evangelo di Cristo e, infine, nei modi di fare che il Signore ci ha espressamente dato. Al riguardo, usiamo soprattutto questa affermazione dell’Apostolo: “Sia questo dunque il sentimento di quanti siamo maturi; se in qualche cosa voi pensate altrimenti, Dio vi rivelerà anche quella. Soltanto, dal punto a cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via” (Fl. 3:15,16).

Note

[1] “…il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità” (1 Ti. 2:4).

[2] « siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio » (1 Co. 6:11).

[3] Per « cattolica » si intende universale. I Riformatori ritenevano che il titolo di “cattolica” non fosse in alcun modo appannaggio della sola Chiesa di Roma.

[4] Gruppo scismatico sorto nel IV secolo ad opera di Donato, vescovo di Cartagine. Sosteneva che non si dovessero riaccogliere nella chiesa chi aveva rinnegato la fede in seguito alle persecuzioni. Furono combattuti da Agostino.

[5] Symbola.

[6] Così rende questo paragrafo l’altra versione: [Rimuovendo il capo romano, non introduciamo nella Chiesa alcuna confusione o turbamento, perché insegniamo che il governo degli apostoli suggerito ed affidato alla Chiesa, sia sufficiente per conservare nella Chiesa un giusto e bene inteso ordine. Da principio, quando il capo romano non era ancora nella Chiesa, il quale (come dicono) conserva la Chiesa nell’ordine, non c’era alcun disordine. E’ piuttosto il capo romano che conserva e mantiene la sua tirannia e che introduce la corruzione nella Chiesa, è lui che anzi che oppugna, e con tutte le forze possibili tenta di estirpare dalla Chiesa ogni giusta e vera riforma].

[7] «Ma quando Cefa venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare » Ga. 2:11).

[8] « infatti è necessario che ci siano tra voi anche delle divisioni, perché quelli che sono approvati siano riconosciuti tali in mezzo a voi” (1 Co. 11:19).

[9] Anche note, segnali.