
Crisi epocali e apocalittica
Crisi epocali e apocalittica In concomitanza con ogni maggiore crisi storica di questo mondo (sembra che ce ne sia una o due ogni secolo) aumenta […]
Crisi epocali e apocalittica In concomitanza con ogni maggiore crisi storica di questo mondo (sembra che ce ne sia una o due ogni secolo) aumenta […]
E’ importante l’orientamento di fondo della nostra vita, la nostra mentalità? Assolutamente sì: a certe condizioni essa può ostacolare o promuovere il successo di tante nostre imprese nella nostra vita personale, famigliare, sociale e professionale. Dobbiamo valutarlo criticamente, avere la giusta impostazione mentale, essere aperti al cambiamento ed all’innovazione. Ancora più importante è abbandonare la nostra “mentalità di fondo”, la disposizione mentale materialista per assumere, per grazia di Dio, quella spirituale, conforme a quella del Signore e Salvatore Gesù Cristo. E’ ciò che ci insegna il testo biblico di Romani 8:6-11 che esaminamo oggi.
La denuncia è un compito essenziale del giornalismo che svolge un ruolo fondamentale nel garantire la trasparenza e l’accountability della società. Attraverso la denuncia, il giornalista può aiutare a promuovere la giustizia, l’uguaglianza e il rispetto dei diritti umani, contribuendo in modo significativo al miglioramento della vita delle persone. La denuncia delle “opere infruttuose delle tenebre”, però non è solo compito dei giornalisti, ma di ogni cristiano! Lo considereremo oggi dal testo di Efesini 5:8-14 comprendendone prima il contesto e poi l’attualità.
Non avete mai risposto ad un annuncio sul giornale che diceva “Cercasi…”? Voi siete o avete ciò che l’inquirente cerca e lo contattate. Un giorno Gesù aveva detto ad una donna “Dio cerca chi gli renda culto in spirito e verità”. Come ha risposto quella donna? Che cosa le è successo dopo la sua risposta? Lo vedremo oggi dal racconto che troviamo nel vangelo secondo giovanni al capitolo 4. Tali persone Egli continua a cercarne anche oggi. Perché?
Una persona anziana considera stoicamente il prossimo termine della sua vita e, senza più ambizioni, considera ciò che ha realizzato nella sua vita sia in bene che in male. “Non è più tempo di fare progetti per sé”, pensa sconsolato. Per il personaggio biblico di Abramo, però si può dire che la sua vita, quella più significativa, inizi a 75 anni. Per Dio l’età di una persona non conta se questa si mette con fiducia nelle Sue mani intenzionata a realizzare i Suoi propositi. Farlo non può che scaturire in abbondanti benedizioni per sé e per gli altri. Lo vediamo oggi considerando il testo biblico di Genesi 12:1-4, la vocazione di Abramo.
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