Consapevoli partecipanti del Regno di Dio fin da oggi (Marco 1:15-16)

Domenica 17 settembre 2023

Chi detiene il potere in questo mondo? 

Chi sono oggi quelli che la Bibbia definirebbe come “i dominatori di questo mondo”? Chi vi detiene “il potere”? Non più le monarchie dinastiche di un tempo, re e regine, ma i plutocrati.

La “plutocrazia” è un termine che deriva dalle parole greche “ploutos,” che significa ricchezza, e “kratos,” che significa potere o governo. Questo concetto si riferisce a un sistema in cui il potere politico è saldamente nelle mani di una classe dominante di individui estremamente ricchi o di élite economiche. In una plutocrazia, le decisioni politiche e le politiche pubbliche tendono a essere fortemente influenzate o determinate dalle priorità e dagli interessi delle persone con grandi risorse finanziarie e gli stati stessi risultano essere semplicemente entità controllate (e spesso corrotte) dalle prime. La politica in una plutocrazia è, infatti, largamente caratterizzata da politiche fiscali che favoriscono le élite, regolamentazioni che beneficiano le grandi imprese e un accesso privilegiato alle istituzioni governative per coloro che hanno il potere economico. Associato a questo concetto, si parla oggi anche del potere degli oligarchi, termine che si riferisce generalmente a un gruppo ristretto di individui che detiene un potere politico, economico o sociale significativo in una determinata società o paese. Gli oligarchi sono spesso associati, appunto, a un’elevata concentrazione di potere e ricchezza nelle loro mani, il che può influenzare notevolmente le decisioni politiche ed economiche di una nazione attraverso una combinazione di ricchezza personale, connessioni politiche e controllo su settori chiave dell’industria o delle risorse. Questa influenza può manifestarsi in varie forme, tra cui il finanziamento di campagne politiche, la partecipazione a lobby, il controllo dei media o delle imprese strategiche, e l’accesso privilegiato alle risorse del paese. In questo quadro la democrazia (o potere del popolo) si risolve, di fatto, in una formale finzione.

Dio regna sovrano? 

E “il regno di Dio”? Per molti oggi questo non è che un’ulteriore finzione ancora meno reale della democrazia perché, essi ritengono, Dio non regnerebbe affatto quaggiù e “ben altri” sarebbero “i dominatori di questo mondo”. Al massimo si crede che Dio regni “nei cieli”, ma non sulla terra, che si ritiene abbandonata a sé stessa o peggio, lasciata al Maligno fino a data da destinarsi. Difatti si parla talvolta di “Regno dei cieli”, equivocando il senso di questa espressione. Il “regno di Dio” è identificato al massimo come “la religione” in senso deteriore quando è trasformata in strumento di potere magari di gruppi clericali che dominano pretendendo stabilire la teocrazia. 

Chi regna allora su questo mondo? La questione è sollevata dal teologo Arthur W. Pink nell’introduzione della sua opera del 1918 dal titolo “La sovranità di Dio”. In essa si domanda: “Chi è che oggi sta regolando gli affari sulla terra: Dio o il Diavolo? Che Dio regni supremo in cielo, generalmente lo si è pronti oggi a concedere; che Egli regni supremo sui fatti del mondo è quasi universalmente negato – se non direttamente, almeno indirettamente. Sempre di più sono, infatti, coloro che filosofeggiano e teorizzano relegando Dio nel retroscena”, la cui realtà è alquanto nebulosa.

Eppure, tutto dipende dalla prospettiva che prendiamo sulla realtà, perché, che lo riconosciamo oppure no, Dio regna su questo mondo che ha creato e sostiene e per esso ha stabilito precisi propositi che andranno a sicuro compimento. Dio non ha semplicemente “caricato” il meccanismo di questo mondo come si fa con un orologio che poi venga lasciato funzionare fino alla prossima ricarica. No, Dio è Re della terra e tutto rimane sotto il Suo controllo. Di fatto, come afferma il Salmo 2, è Dio che si fa beffe dei “potenti della terra” perché, per quanto essi vantino grandi cose, sono solo pedine nelle Sue mani. “Perché questo tumulto fra le nazioni, e perché i popoli meditano cose vane? I re della terra si ritrovano e i principi si consigliano insieme (…), ma Colui che  siede nei cieli ne riderà; il Signore si befferà di loro. Allora parlerà loro nella sua ira,  nel suo furore li renderà smarriti’” (Salmo 2:1-5).

Il regnare di Dio non è qualcosa di lontano 

Anche quando, però, accogliamo per fede che Dio governi su questo mondo e lo stia portando alle finalità stabilite, la cosa potrebbe esserci di fatto di scarsa consolazione. Una persona si potrebbe infatti chiedere: chi sono io, che cosa rappresento io in questo quadro? Sono forse solo un’insignificante rotellina di un grande meccanismo? Sono forse come una singola formica in sé di scarso valore in un grande formicaio? La mia esistenza personale si dissolverà anonima come una goccia in un oceano? Di questo oceano sono contento di farne parte, ma io, che valgo io in fondo? Io non sono e non sarò mai “famoso” nei libri del grande flusso della storia di Dio. È così che Dio e il suo regno potrebbe rimanere per noi una realtà  comunque abbastanza lontana, al limite di un’astrazione.

Il succo del messaggio cristiano, l’Evangelo, però, proclama che il Regno di Dio, Dio e il Suo regnare, si è avvicinato a noi. Non solo, questo regnare di Dio ci coinvolge personalmente con Gesù e in Gesù di Nazareth. I vangeli ci dicono:

“Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando l’evangelo di Dio e dicendo:  “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’evangelo” (Marco 1:15-16).

Come all’antico Israele, l’annuncio dell’Evangelo ci raggiunge personalmente e Dio ci dice: Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei stimato e io ti amo” (Isaia 43:4). Analizziamo il testo del vangelo di Marco che riassume la predicazione di Gesù e vediamo quanto il Regno di Dio ci sia vicino e come ci coinvolga.

Dopo Giovanni 

Si potrebbe dire che sia stato il re Erode a far terminare violentemente il ministero di Giovanni detto “il battezzatore”, precursore del Messia, facendolo imprigionare e poi decapitare. Quello, però, segna il momento in cui, nei tempi stabiliti da Dio, “scatta” il tempo di Gesù. Non sono i potenti di questo mondo a determinare il corso complessivo della storia. I tempi di Dio trascendono ogni decisione umana. La sorte di Giovanni è certamente deplorevole, ma nulla può ostacolare lo svolgimento dei propositi di Dio. C’è un’interazione fra le decisioni dell’uomo e i propositi di Dio che sempre le sovrasta. Come nel caso degli avvenimenti che avevano coinvolto il patriarca Giuseppe, ricordate che cosa egli aveva detto ai suoi malvagi fratelli: Voi avevate pensato del male contro di me; ma Dio ha pensato di convertirlo in bene, per compiere quello che oggi avviene” (Genesi 50:20). Giovanni stesso aveva affermato: “Dopo di me viene colui che è più forte di me” (7), cioè “qualcuno molto più importante di me”. Egli si rallegra grandemente quando gli fanno sapere come con Gesù il regno di Dio si manifesti con potenza: “i ciechi recuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, l’evangelo è annunciato ai poveri” (Luca 7:22). Indubbiamente Giovanni è testimone del regnare di Dio nella Persona ed opera di Gesù.

Il tempo è compiuto 

Ecco così che: “Dopo che Giovanni fu messo in prigione, Gesù si recò in Galilea, predicando l’evangelo di Dio, dicendo: ‘il tempo è compiuto’” (14), cioè: il tempo del Messia è finalmente giunto, i propositi del regno di Dio sono giunti al culmine nella Persona ed opera di Gesù di Nazareth. Essa chiama e coinvolge direttamente nei Suoi progetti uomini e donne di ogni tempo e paese. Le rende coscienti dell’attività sovrana di Dio e le fa partecipare consapevolmente allo sviluppo e compimento dei Suoi propositi.

Questo è indubbiamente Evangelo, cioè di una magnifica notizia per chi ode e accoglie con piacere questo messaggio. Queste persone sono i destinatari eletti della grazia di Dio che vengono così coinvolte come partecipanti e collaboratrici dello svolgersi in questo mondo di questo regno. Il regno di Dio non è solo un’attività futura di Dio, il suo trionfo finale, ma è un regno qui e ora. Rammentate che cosa dice il vangelo di Luca: “Interrogato poi dai farisei sul quando verrebbe il regno di Dio, [Gesù] rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; né si dirà: “Eccolo qui”, o “eccolo là”; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi» (Luca 17:20-21 NR), o “il regno di Dio è già in mezzo a voi” (Martini). Quando Gesù aveva predicato nella sinagoga di Nazareth, dopo aver letto dal profeta Isaia, “chiuso il libro e resolo all’inserviente, si pose a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. Ed egli iniziò a dire loro: “Oggi si è adempiuta questa scrittura e voi la udite” (Luca 4:20-21). Il tempo del Regno di Dio è al presente, e questo aveva scandalizzato allora l’uditorio di Gesù.

Il regno si è avvicinato

Ecco così che Gesù annuncia: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino” (15).  Che cosa si intende per “è vicino”? Dicendo: “il regno di Dio è vicino” Gesù non intende in senso temporale, come se volesse dire, per esempio: “Il regno di Dio verrà fra tre anni”, cioè fra non molto tempo. No, Egli lo intende in senso spaziale: “Il regno di Dio è arrivato a pochi centimetri da voi”, vi coinvolge personalmente. Dio regna con Gesù e in Gesù e quando Gesù vi tocca con le sue virtù terapeutiche dell’anima, del corpo e dello spirito, voi state vivendo, facendo esperienza, qui ed ora, del regno di Dio. Ancora: il regnare di Dio non è qualcosa che sarà riservato solo ad un tempo futuro!

Gli “ultimi tempi” sono ora! L’apostolo Pietro scrive: “… Cristo, … agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della fondazione del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi, i quali per mezzo di lui credete in Dio che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria, affinché la vostra fede e la vostra speranza fossero in Dio” (1 Pietro 1:19-21). Nell’originale greco Pietro usa i termini “ἐπ᾿ ἐσχάτου τῶν χρόνων δι᾿ ὑμᾶς”, letteralmente “l’escatologia dei tempi”, e quelli sono i suoi tempi allora! Sono pure “gli ultimi tempi” per chiunque accoglie oggi Gesù Cristo come proprio Signore e Salvatore. Perché? Perché “la vostra vecchia vita è terminata e ne state iniziando una nuova”. “Il tempo ha raggiunto il suo compimento e il regno di Dio si è avvicinato [a voi]” (Bibbia Einaudi).

Il testo che segue nel vangelo di Marco esplicita questa vicinanza fisica del Regno di Dio nella vocazione dei primi discepoli di Gesù.

Ravvedersi e credere all’Evangelo 

Qui sta il punto: accogliere con fiducia il Signore e Salvatore Gesù Cristo vuol dire “toccare con mano” il Regno di Dio ed esserne attivamente coinvolti contribuendo personalmente al suo trionfo finale. Gesù dice: Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete all’evangelo”.

Nel suo sintetico messaggio Gesù chiama uomini e donne a seguirlo come Suoi discepoli. Egli li chiama ad abbandonare tutto ciò che Dio considera nella loro vita mortifero peccato e ad iniziare così, a livello individuale e comunitario un nuovo stile di vita, quello dove Dio regna sovrano. Coloro che si ravvedono dai loro peccati e ripongono la loro fiducia nello stupefacente annuncio dell’Evangelo vedono aprirsi così davanti a loro la visione del regno di Dio in azione in Gesù e con Gesù e poi, attraverso di loro, nel mondo circostante come attivi partecipanti. Il testo di Marco, infatti, prosegue con la chiamata dei primi discepoli di Gesù: “…ed essi lasciate subito le reti lo seguirono” (18).

Conclusione 

Coloro che la Bibbia stessa chiama “i dominatori di questo mondo di tenebre” possono ritenere di determinarne il destino assoggettando l’intero globo alle loro empie e perverse idee. Plutocrati e oligarchi si ritrovano e i principi si consigliano insieme” (Salmo 2:2). Essi complottano, macchinano, pervertono e corrompono in modo più o meno segreto per giungere ai loro “illuminati” fini, ma saranno svergognati. Quale infatti impero di questo mondo è riuscito a realizzare tutti i suoi piani? Nessuno: sono tutti falliti miseramente caduti nelle loro contraddizioni. Dio ha sempre sovranamente prevalso perché Egli regna sovrano. Il regno di Dio è una realtà.

Su questa realtà, in azione qui e fin da oggi, aprono gli occhi tutti coloro che, rispondendo all’appello dell’Evangelo, si ravvedono dai loro peccati e diventano così consapevoli partecipanti del Regno di Dio in Cristo. La Sua opera trasforma la loro vita individuale e comunitaria diffondendo intorno a loro il modo di pensare e di agire del Regno di Dio. Esso un giorno giungerà a compimento: “Poiché bisogna che egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico che sarà distrutto sarà la morte” (1 Corinzi 15:25 -26). 

Dio è presente ed operante in Cristo Gesù e trionferà in ogni caso. Il messaggio di salvezza dell’Evangelo ci fa la grazia di non perire fra i Suoi nemici, ma di diventare consapevoli ed attivi partecipanti del Regno di Dio come discepoli del Signore e Salvatore Gesù Cristo.

Paolo Castellina, 10 settembre 2023