Il coraggio del “pensiero forte” cristiano (Giovanni 14:1-14)

Domenica 7 Maggio 2023 – Quinta domenica di Pasqua

Letture bibliche: Salmo 31:1-5, 15-16; Atti 7:55-60; 1 Pietro 2:2-10; Giovanni 14:1-14

(Servizio di culto con predicazione, 55′)

(Solo predicazione, 20′)

A questo link tutto il culto per iscritto con predicazione, liturgia e letture bibliche

Uno degli “eroi” della società occidentale oggi, in incipiente decadenza, potrebbe essere identificato nel personaggio del governatore romano della Palestina Ponzio Pilato che, interrogando Gesù e valutando le Sue affermazioni per poterlo eventualmente incriminare, risponde con scetticismo: “Che cos’è la verità?”. Pilato considerava infatti la verità solo come uno strumento  al servizio del potere che domina una società.

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Questo è indubbiamente un concetto molto moderno, o meglio, post-moderno. È stato espresso e diffuso dal filosofo Gianni Vattimo (n. nel 1936) nel promuovere il cosiddetto “pensiero debole”. Il “pensiero debole” è un’espressione da lui coniata per descrivere la tendenza del pensiero contemporaneo a rinunciare alla verità assoluta e a sostenere una prospettiva relativista. Vattimo scrive: “Il pensiero debole è un pensiero che accetta l’incertezza e la pluralità delle prospettive, e che rinuncia alla verità assoluta  … La verità non è più vista come qualcosa di fisso e universale, ma come un costante processo di costruzione e trasformazione … Il cristianesimo non è una religione della verità, ma una religione dell’amore e della misericordia … La verità non è una questione di corretta o sbagliata, ma una questione di prospettive e interpretazioni diverse”. Vattimo sostiene che questa prospettiva relativista sarebbe una forza positiva perché incoraggia la tolleranza e la comprensione interculturale. Ha pure, però avvertito che potrebbe portare a una debolezza nell’affrontare i problemi morali e sociali, che richiedono una posizione forte e coerente. Ciononostante, pare che non intenda rinunziare al suo relativismo.

Per quanto, però, i sofismi intesi a interpretare pure la fede cristiana in chiave relativista e “ecumenica” per farle dire che essa non sia l’unica fede che porti a Dio e alla salvezza, il messaggio del Nuovo Testamento è radicalmente esclusivista. Le parole stesse di Gesù indicano chiaramente che Lui e solo Lui sia la via, la verità e la vita. Che piaccia o non piaccia, Egli è “il solo nome” attraverso il quale è possibile trovare salvezza dai nostri peccati e dalle loro fatali conseguenze. Chi vuole esserne fedele non può ignorarlo. Ascoltiamo le parole di Gesù in Giovanni 14.

“Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, ve l’avrei detto; io vado a prepararvi un luogo e, quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi;  e del dove io vado sapete anche la via”. Tommaso gli disse: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?”. Gesù gli disse: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se mi aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; fin da ora lo conoscete e l’avete visto”. Filippo gli disse: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gesù gli disse: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici tu: ‘Mostraci il Padre?’. Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio, ma il Padre che dimora in me fa le opere sue. Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me; se no, credete a causa di quelle stesse opere. In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anche egli le opere che faccio io e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre e quello che chiederete nel mio nome, lo farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Giovanni 14:1-14).

Scandalosamente esclusivo 

Parte di ciò che è così scandaloso a proposito dell’Evangelo di Gesù Cristo, è che esso sia così …inclusivamente esclusivo! E’ inclusivo nel senso che Gesù è morto per ogni tipo di persone senza eccezione, ma la salvezza passa solo attraverso il riconoscerlo come proprio Signore e Salvatore.  Non esiste al mondo, infatti, altro nome fuori di Gesù di Nazareth, in cui vi sia certezza di vita e di salvezza, così afferma la Parola di Dio.  Vi è solo un possibile sacrificio espiatorio per il perdono dei peccati, e quel sacrificio è Gesù crocifisso. Questo esclude qualsiasi altra presunta via di salvezza. Non vi è che un solo Dio, il Dio trino rivelato da Gesù Cristo. Non vi è che un’unica salvezza, quella data attraverso la fede nella Sua virtù espiatrice. Questo è scandaloso ed inaccettabile oggi, ma fa parte dell’ineludibile “scandalo della croce”. Fintanto che predichiamo generiche virtù, certo noi non rappresentiamo alcuna minaccia, non offendiamo nessuno, non mettiamo in questione le credenze favorite di nessuno. Se predichiamo vaghi concetti e virtù relative nessuno obietterà. Se però annunciamo l’unicità di Gesù e l’esclusività dell’Evangelo ci daranno dei retrogrado e del settario…

L’apostolo Paolo,  non aveva causato tumulti per aver predicato vaghi concetti e virtù morali. Aveva causato dei tumulti predicando solo Gesù, crocifisso e risorto, come il Cristo di Dio. Provate a farlo e vi attirerete ogni sorta di fulmini. Se l’apostolo Paolo avesse predicato un messaggio “ecumenico” e “tollerante, egli non avrebbe avuto problemi. Dopo tutto, egli si rivolgeva ad un pubblico già molto religioso. Se Paolo avesse creduto che tutte le religioni conducessero allo stesso luogo (e allora ve n’erano più di oggi), egli non avrebbe fatto proponimento di recarsi ogni sabato nelle sinagoghe per dibattere sulla base delle Scritture che questo Gesù, è il Cristo, il Salvatore, che Gesù è la Via, la Verità, e la Vita.  Proprio quando il mondo afferma esservi molte vie, molte verità, e molte vite, Gesù insegna che non ve n’è che una sola. L’articolo determinativo “la” di fronte alle parole Via, Verità, e Vita, non lascia spazio alcuno ad altre possibilità. Gesù non è una via fra le molte vie. Egli non è una vita fra le molte vite. Egli è l’unica strada che porta a Dio Padre.

Gesù è la via 

Gesù è la Via. Tommaso non n’era completamente certo quando aveva chiesto: «Signore, noi non sappiamo dove vai; come dunque possiamo conoscere la via?».  Tommaso aveva bisogno di sapere dove stesse andando, prima di poterne conoscere la via. Questo è il modo in cui la cosa funziona quando noi viaggiamo. Noi dobbiamo sapere dove stiamo andando prima di determinare la via che dobbiamo prendere per giungervi. Di solito non ci mettiamo in autostrada “solo per fare un giro”. Di solito decidiamo prima la destinazione.

Quando però c’è la risurrezione alla vita eterna con Dio, le cose sono diverse. Solo Gesù ha idee chiare sulla destinazione. Egli solo è morto ed è risorto dai morti. Non c’è nessun altro come Gesù. Noi non conosciamo per natura la via che porta alla vita eterna. Solo Gesù la conosce, ed Egli la rivela attraverso la  Sua sofferenza, morte e risurrezione. Dio è il conducente, e Lui conosce la via. Gesù conosce la via che porta alla riconciliazione con Dio.  Lasciati a noi stessi, noi finiremmo fuori strada. Noi nasciamo rivolti nella direzione sbagliata, con le spalle rivolte alla direzione opposta “alla casa di nostro Padre”.

Gesù fa di più che mostrarci la via: egli è la via. Egli è la via che conduce al Padre, Egli è la strada maestra che conduce a Dio. Le nostre presunte buone opere, le nostre sofferenze, le nostre preghiere, non sono la via. Le Sue sofferenze, la Sua santità, le Sue preghiere lo sono. Gesù è molto di più che un cartello indicatore. Egli è la via.  Gesù dice: “Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo” (Giovanni 3:13). Gesù è il solo ponte che ci permette di attraversare il baratro esistente fra morte e vita, la sola scala che tocchi cielo e terra. Egli è l’unico Mediatore fra Dio e gli uomini, Colui che unisce cielo e terra.

Le altre strade conducono alle tenebre ed alla dannazione. Su qualsiasi altro sentiero non saremo mai certi di avere fatto abbastanza, di essere stati abbastanza perfetti, di aver meditato abbastanza, pregato abbastanza, fatto abbastanza opere buone. Sulla via chiamata Gesù, invece, queste preoccupazioni non sono necessarie. Camminare sulla via chiamata Gesù, per fede noi siamo perfetti. La Sua giustizia ci copre. Il Suo sangue purificatore ci guadagna il perdono.

Gesù ci pone sulla Via della fede in Lui, suggellata dal battesimo, mediante la quale Egli ci unisce a Sé, alla Sua morte e risurrezione. Certo, la via chiamata Gesù non è una vita comoda e priva di preoccupazioni. Gesù non è una scappatoia dalla sofferenza, dal dolore, e dalla morte. Egli è l’unica via attraverso tutto questo. Ogni altra via in questo mondo che ci promette vita, è una contraffazione non un’alternativa.

Gesù è la verità 

Gesù è la Via e la Verità. La verità è più che un’idea o un concetto astratto. La verità è concreta, è di carne ed ossa. Gesù è la Verità.

Egli è la Verità su noi stessi, la Verità su ciò che noi siamo. La Legge di Dio dice la verità. Essa mette in luce il nostro peccato. Essa rivela la verità della nostra ribellione, del nostro egocentrismo, avidità, concupiscenza. La Legge di Dio mostra l’impatto che la menzogna ha nella nostra vita. Gesù è la verità su chi realmente siamo, di ciò che Dio aveva inteso fare quando per primo Egli ci creò. La verità è che non è umano peccare. Il peccato va contro l’uomo, è disumano. Gesù era privo di peccato. Guardando a Gesù noi possiamo essere fieri d’essere umani perché esseri umani vuol dire esse come lui.

Gesù è la verità su Dio. Egli ci rivela l’amore di Dio Padre. Egli ci mostra chi Dio sia veramente quando Dio è per noi. Gesù pronuncia  le parole che Dio gli ha dato di pronunciare. Egli compie l’opera che Dio gli ha detto di compiere. Egli ci mostra il cuore di Dio Padre, la Sua volontà di salvarci. Vedere Gesù significa vedere Dio. Credere in Gesù significa credere nel Padre. Non c’è alcuna rivelazione di Dio, nessuna visione, nessun rapporto con Dio indipendentemente da Gesù.

Persino l’apostolo Filippo, che aveva assistito ai miracoli di Gesù ed udito il Suo insegnamento, era stato tentato di aggirare Gesù ed accostarsi a Dio indipendentemente da Lui. Filippo ci rammenta quanto in noi sia profondamente radicata la tendenza di prescindere da Cristo. Vorremmo cercare Dio fuori dalla Sua Parola. Cerchiamo Dio dovunque eccetto là dove Egli ha promesso di essere. Gesù, però, sospinge Filippo e noi, a ritornare sempre a Lui. E’ in Cristo dove noi ci dobbiamo trovare per poter essere salvati. Gesù è la nostra via, ed Egli ci unisce alla Sua morte e risurrezione per fede in lui. Egli distoglie la nostra attenzione da noi stessi e ci fa rivolgere verso il Padre per mezzo Suo. Gesù è la nostra verità che ci guida e ci sostiene sulla via della vita eterna. Ecco la verità alla quale dobbiamo aggrapparci anche quando tutto nella nostra vita testimonia il contrario. Abbiamo la Verità in Gesù, la quale vince ogni menzogna.

Gesù è la vita 

Gesù è la vita. La vita è la destinazione di Gesù come Via e Verità. Egli ci porta al termine della nostra vita e ci dona la vita eterna. Egli è venuto affinché noi avessimo vita. Credere in Lui significa avere vita nonostante la morte. Egli ci dice parole di vita eterna.  Già come cristiani in Lui noi viviamo, essendo stati fatti risorgere con Lui. “Non sono più io che vivo”, scrive l’apostolo Paolo, “ma è Cristo che vive in me. E la vita che ora vivo nella carne, la vivo per fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e che ha dato sé stesso per me”.

Noi desideriamo vivere più di qualsiasi altra cosa. Vi sono molte cose che in sé hanno la promessa della vita. Qui Gesù vorrebbe staccare il nostro cuore da tutto ciò che illusoriamente promette vita per unirlo saldamente a Lui solo. Solo Lui è la vita. Egli sconfigge la morte con la Sua vita.

Conclusione 

Gesù è la vita. Egli è la verità. Egli è la vita. Egli è la sola via che va dalla morte alla vita. Egli è la sola verità che sconfigge ogni menzogna. Egli è la sola vita che sia eterna. Tutte le altre strade conducono al medesimo posto: morte e distruzione. Una è la via che conduce alla vita con Dio. Gesù. Dire così non è in sintonia con la mentalità oggi corrente e con la concezione del mondo a cui vorrebbero assoggettarci. I filosofi di questo mondo dicono che non vi sono verità e che tutto va bene, basta che ci sia un non meglio precisato “amore”. Dobbiamo però accogliere la sfida di non uniformarci, e dire le cose come sono, non importa se siano gradite oppure no. La sfida è avere il coraggio di seguire fedelmente Gesù: Egli è la via, la verità, e la vita. Nostra e vostra. Questo è il “pensiero forte” che deve essere nostro. Senza vergognarcene.

[Paolo Castellina, 29-4-2023, riduzione della mia predicazione dell’11-10-1999].

Sintesi e domande di riflessione sul testo 

Giovanni 14:1-14 è un passo biblico che contiene le parole di Gesù ai suoi discepoli poco prima della sua sofferenza e morte in croce. In questo discorso, Gesù consola i suoi discepoli, dicendo loro di non essere turbati e di credere in Dio e in lui stesso come loro guida e sostegno. Gesù afferma che lui e il Padre sono uno e che chi crede in lui farà opere anche maggiori di quelle che ha compiuto. Gesù promette che, se chiedono qualsiasi cosa in suo nome, sarà fatto per loro. Il passo culmina con la famosa affermazione di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. In sostanza, il passo sottolinea l’importanza di avere fede in Gesù come via sicura per raggiungere Dio Padre e il suo messaggio di speranza e consolazione per i suoi discepoli durante un momento di grande difficoltà.

  • Qual è il significato di “Non sia turbato il vostro cuore” nelle parole di Gesù ai suoi discepoli?
  • Come possiamo comprendere l’affermazione di Gesù “Io sono la via, la verità e la vita”?
  • Qual è la relazione tra Dio il Padre e Dio il Figlio, secondo la descrizione di Gesù in questo passo biblico?
  • Che cosa significa che Gesù afferma “Chi ha visto me, ha visto il Padre”?
  • Come possiamo comprendere il significato di “Chi crede in me, farà anche le opere che io faccio”?
  • Che cosa significa la promessa di Gesù di “chiedere qualsiasi cosa nel mio nome” e di essere esauditi?
  • In che modo l’amore di Gesù per i suoi discepoli è dimostrato in questo passo biblico?
  • Come possiamo comprendere la relazione tra la fede e le opere, alla luce di quanto affermato da Gesù in questo passo?
  • Qual è il significato di “Chiunque mi ama, osserverà la mia parola”?

Come possiamo rispondere a chi ci dice che tante sono le vie per giungere a Dio e che quella di Gesù è solo una di queste?