Terapia somatica per una vita vissuta con sapienza (Proverbi 4:20-27) 

Domenica 17 Dicembre 2023 – Terza domenica di Avvento

(Culto completo con predicazione, 41′ 39″)

(Solo predicazione, 26′ 04″)

Alla scuola del Cristo 

Riporre la nostra fiducia nella persona ed opera del Salvatore Gesù Cristo è essenziale perché ci salva dalle temibili conseguenze eterne del nostro peccato e ci riconcilia con Dio. Affidarci al Salvatore Gesù Cristo, però, vuole anche dire, tanto oggi come lo era quando Egli era fisicamente su questa terra, impegnarci nel discepolato, cioè imparare a pensare, a parlare e a vivere secondo il Suo insegnamento. Dove lo troviamo oggi questo insegnamento? Sicuramente nei vangeli e nel resto del Nuovo Testamento che ce lo espone con autorevole precisione. Non dobbiamo però sottovalutare o persino dimenticarci che il Cristo, come Parola di Dio, ci parla attraverso tutto l’insegnamento della Bibbia, quindi anche attraverso l’Antico Testamento. Ecco perché ogni cristiano deve avere una copia personale dell’intera Bibbia di cui fa uso quotidiano come principale “libro di testo” nella scuola della vita.

La sapienza del vivere secondo la volontà di Dio la troviamo espressa e specificata in tutta la Legge morale suprema dataci da Dio. Considerata sempre nell’ottica del Cristo, la legge morale di Dio, legge suprema, guida la nostra vita in ogni suo aspetto e fa parte di ciò che noi dobbiamo apprendere come Suoi discepoli. Se ci chiediamo, infatti, che cosa Gesù avesse insegnato allora ai Suoi discepoli per circa tre anni possiamo sicuramente rispondere: la sapienza del vivere secondo Dio. Per questo Gesù era chiamato Maestro, il maestro per eccellenza.

Potremmo però anche dire, per estendere questo concetto, che Gesù fosse e rimanga pure il grande medico che sottopone i suoi discepoli ad una terapia etico-morale per riparare i danni del peccato sulla loro vita. Siamo tutti, infatti, indubbiamente “malati di peccato”, peccato che contamina ogni espressione della nostra vita e dal peccato dobbiamo guarire, fin da oggi! Per questo l’insegnamento di libri biblici come Proverbi, di cui ci stiamo occupando in queste domeniche, rimangono preziosi per inculcarci la sapienza di Dio per ogni aspetto della nostra vita.

Possiamo dire così che il libro di Proverbi, oltre che ad essere un eccelso inno alla sapienza di Dio, costituisca una parte non secondaria del nostro “libro di testo” e per regolare al meglio la nostra vita. Pure attraverso di esso Gesù ci parla e ci ammaestra.

Una sapienza che tocca ogni aspetto della vita 

Della sapienza di Dio questo libro biblico ne esalta le virtù con appelli che fanno uso di affascinanti artifici letterari. Il terzo appello della sapienza di Dio, quello che esaminiamo oggi, fa un uso metaforico di diverse parti del corpo umano come le orecchie, gli occhi, la bocca, il cuore e i piedi. Si tratta di molto di più che un poetico artificio letterario, perché indica quanto pratica sia la sapienza di Dio, la quale coinvolge non solo la nostra anima, ma anche il nostro corpo in ogni sua espressione. È per questa ragione che potremmo veramente pensare a questa sezione  del libro come di una sorta di “Terapia somatica per una vita saggia”. “Somatico” significa “di o relativo al corpo”. La “terapia somatica” normalmente si riferisce al trattamento olistico progettato per integrare gli aspetti mentali, emotivi, spirituali e fisici del nostro essere. L’olismo, da ὅλος «tutto, intero, totale», afferma che le manifestazioni vitali degli organismi devono essere interpretate sulla base delle interrelazioni e delle interdipendenze funzionali tra le parti che compongono l’individuo, che, nel suo complesso, presenta caratteristiche non riconducibili alla somma delle sue parti. Il concetto biblico di essere umano, infatti, lo vede come un tutt’uno indivisibile di materia e di spirito. Ecco perché parliamo anche della risurrezione come qualcosa che coinvolgerà sia la nostra anima che il nostro corpo.

Leggiamo dunque il testo di Proverbi 4:20-27

“Figlio mio, sta’ attento alle mie parole, inclina l’orecchio ai miei detti; non si allontanino mai dai tuoi occhi, serbali nel fondo del cuore; poiché sono vita per quelli che li trovano, e salute per tutto il loro corpo. Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita. Rimuovi da te la perversità della bocca, e allontana da te la falsità delle labbra. I tuoi occhi guardino bene in faccia, e le tue palpebre si dirigano dritto davanti a te. Appiana il sentiero dei tuoi piedi, e tutte le tue vie siano ben preparate. Non deviare né a destra né a sinistra; ritira il tuo piede dal male” (Proverbi 4:20-27).

Sulla base di questo testo, come discepoli del Cristo, in che modo potremmo impostare questa nostra “terapia somatica”? Cominciamo dai fondamenti, quelli che potremmo chiamare…

Le basi di questa terapia 

“Figlio mio, sta’ attento alle mie parole, inclina l’orecchio ai miei detti” (Proverbi 4:20). In altre parole, è necessaria una diligente attenzione alle parole di saggezza che Dio ci rivolge. Se abbiamo orecchie per intendere, dobbiamo usarle, sporgendoci in avanti per ascoltare, se necessario. Non udire bene la predicazione o lo studio biblico o esserne distratti, o persino ritenerla secondaria è qualcosa di esiziale, rovinoso e reca gravissimo danno alla sua funzione stessa.

Orecchie. È simile ai credenti di Berea, che “… ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavano così” (Atti 17:11). Facciamo buon uso delle nostre orecchie, ascoltando attentamente quando  riceviamo la saggezza di Dio tramite la predicazione o lo studio biblico?

Occhi. “non si allontanino mai dai tuoi occhi” (Proverbi 4:21a). Gli occhi dovrebbero essere fissi sull’insegnamento. Oggi c’è persino chi durante la predicazione guarda il telefonino, non per leggere la versione elettronica del testo biblico, ma per vedere se ha messaggi dei suoi amici! “Occhi” qui implica una lettura attenta di ciò che la sapienza di Dio impartisce. Come Paolo aveva consigliato al discepolo Timoteo: “Applicati finché io torni alla lettura” (1 Timoteo 4:13). Facciamo quindi buon uso dei nostri occhi, leggendo cose che ci aiutano a acquisire la divina saggezza?

Cuore. “Serbali nel fondo del cuore” (Proverbi 4:21b). Il cuore nella Bibbia si riferisce spesso alla mente o agli affetti di una persona. Ciò implica la meditazione, la riflessione, il “ruminare” ciò che abbiamo ascoltato o letto. Come Paolo esortava i Filippesi: “…tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode siano oggetto dei vostri pensieri” (Filippesi 4:8). In che modo noi “ruminiamo” la saggezza che ci viene impartita?

Se facciamo così ne avremo indubbiamente un profitto di importanza vitale: “… poiché sono vita per quelli che li trovano, e salute per tutto il loro corpo” (Proverbi 4:22). Le parole della saggezza di Dio sono vivificanti, operanti in noi, creative. E sono salute per tutto il corpo perché liberano una persona dai peccati e dallo stress che, fra l‘altro, causano pure tante malattie. Come disse Gesù: “Le parole che vi ho detto sono spirito e vita” (Giovanni 6:63). Abbiamo mai pensato che cosa questo voglia dire?

Lasciamo che la saggezza di Dio ci dia una vita migliore sia per il corpo che per l’anima? La vita saggia coinvolge davvero qualcosa di più del semplice “uomo interiore”. Dobbiamo usare tutto l’essere nostro, compresi gli occhi e le orecchie che Dio ci ha dato. C’è però, a questo, un livello successivo:

Il proseguimento della terapia somatica 

“Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita” (Proverbi 4:23). È necessaria massima diligenza, vigilanza, per custodire il nostro cuore (la mente, i pensieri perché è la fonte da cui scaturiscono tutte le nostre azioni. Come l’esercizio fisico rafforza il cuore, così l’esercizio spirituale rafforza la nostra anima.

Perché dobbiamo vigilare sul nostro cuore anche spirituale? Perché, come Gesù ha rivelato riguardo al peccato: “… è dall’interno, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi,  adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose malvagie escono dal di dentro e contaminano l’uomo” (Marco 7:21-23),

Dobbiamo quindi stare molto attenti a ciò che accade nei nostri cuori (menti) per far si che gli altri nostri organi ne siano influenzati. Quali?

Bocca e labbra. “Rimuovi da te la perversità della bocca, e allontana da te la falsità delle labbra” (Proverbi 4:24). Non dobbiamo usare la bocca e le labbra per mentire o per fuorviare in alcun modo gli altri. Come comanda Paolo: “Perciò, bandita la menzogna, ognuno dica la verità al suo prossimo perché siamo membra gli uni degli altri” (Efesini 4:25), come pure “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra bocca, ma, se ne avete qualcuna buona che edifichi, secondo il bisogno, ditela, affinché conferisca grazia a chi l’ascolta” (Efesini 4:29). Stiamo attenti a ciò che esce dalla nostra bocca e dalle nostre labbra?

Occhi e palpebre. “I tuoi occhi guardino bene in faccia, e le tue palpebre si dirigano dritto davanti a te” (Proverbi 4:25). Ciò suggerisce unicità di scopo, determinazione ad imparare, ma può anche essere preso alla lettera.  In un’epoca in cui i mass media ci bombardano con pubblicità destinate a risvegliare i nostri appetiti inferiori di ogni genere, dobbiamo imparare a tenere lo sguardo fisso su Gesù.  Come ha avvertito Gesù, gli occhi possono essere un condotto verso l’anima dell’uomo: “La lampada del corpo è l’occhio. Se dunque il tuo occhio è sano, tutto il tuo corpo sarà illuminato, ma, se il tuo occhio è viziato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, queste tenebre quanto grandi saranno!” (Matteo 6:22-23). Stiamo attenti a ciò su cui indugiano i nostri occhi?

I piedi. “Appiana il sentiero dei tuoi piedi, e tutte le tue vie siano ben preparate” (Proverbi 4:26). Dobbiamo pensare bene alla “direzione” in cui ci stanno portando i nostri piedi e, quindi, dobbiamo impegnarci a camminare su vie consolidate, ben ferme, di comprovata stabilità non su quelle instabili e ingannevoli del mondo empio. In questo il Signore è disposto ad aiutarci. La Scrittura ci dice: “I passi dell’uomo onesto sono diretti dall’Eterno ed egli gradisce le vie di lui” (Salmo 37:23); “Egli mi ha fatto uscire da una fossa di perdizione, dal pantano fangoso; ha fatto posare i miei piedi sulla roccia, e ha stabilito i miei passi” (Salmo 40:2); “Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i tuoi sentieri” (Proverbi 3:6);

Infine, dice il nostro testo: “Non deviare né a destra né a sinistra; ritira il tuo piede dal male” (Proverbi 4:27). Con il Signore davanti a noi, non dobbiamo permettere che le lusinghe del mondo ti distraggano, come aveva fatto il mitico Ulisse che si era fatto legare all’albero della nave per non cedere alle lusinghe delle seducenti sirene! Ancora una volta, il Signore è disposto ad aiutarci a questo riguardo. Gesù disse: “Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26:41), come pure “Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; ma Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare” (1 Corinzi 10:13); “il Signore sa liberare i pii dalla tentazione e riservare gli ingiusti per essere puniti nel giorno del giudizio” (2 Pietro 2:9). Stiamo attenti a dove ci portano i piedi?

Conclusione 

La “scuola di Cristo” è quella che, come cristiani dobbiamo frequentare per tutto il corso della nostra vita. Essa è pure una “terapia somatica” che ci permette di vivere saggiamente in ogni aspetto della nostra vita. Il testo che abbiamo letto dal libro di Proverbi ci chiama a usare le nostre orecchie, occhi e bocca in modi salutari. Ci chiama a riempire il nostro cuore di bene, affinché sia il bene che procede dal nostro cuore. Ci chiama a guardare dove ci portano i piedi, e cambiare al più presto direzione quando ci accorgiamo di camminare dalla parte sbagliata. Come usiamo il nostro corpo nel corso della vita? Ascoltiamo attentamente la Parola di Dio insegnata? Leggiamo attentamente la Parola scritta di Dio? Applichiamo la parola di Dio al nostro cuore e alla nostra anima? Stiamo attenti a ciò che vediamo, diciamo e sentiamo? Stiamo osservando la direzione in cui ci portano i nostri piedi?

Se non riusciamo ad applicare le lezioni della “Terapia Somatica” sia a livello di base che avanzato, non riusciremo ad avere successo nel corso della vita cristiana per raggiungere il nostro obiettivo finale di assumere l’immagine morale e spirituale del Cristo.

Paolo Castellina, 8 dicembre 2023