La fonte di sane facoltà critiche  (Ebrei 4:12-13)

Domenica 21 Aprile 2024 – Quarta Domenica di Pasqua

(Culto completo con predicazione, 50′ 50″)

(Solo predicazione, 27′ 53″)

L’importanza del pensiero critico

L’importanza di acquisire un pensiero critico verso noi stessi e il mondo in cui viviamo è di fondamentale importanza per evitare di essere trasportati qui e là, manipolati e sfruttati da forze delle quali spesso non abbiamo coscienza. Ne va della nostra dignità umana e libertà. Il pensiero critico permette di discernere tra verità e menzogna, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ciò implica la capacità di analizzare le informazioni che riceviamo, di ricercare e verificarne le fonti, i loro presupposti e motivazioni, di porre domande e di non accettare passivamente tutto ciò che ci viene detto. Senza un pensiero critico, siamo vulnerabili alla manipolazione da parte di coloro che cercano di trarre vantaggio dalla nostra credulità o dalla nostra ignoranza. Questo vale in ogni ambito della vita. L’acquisizione di un pensiero critico è una delle competenze più importanti che pure un discepolo del Signore e Salvatore Gesù Cristo possa sviluppare.

Gesù non era un ingenuo e non si lasciava manipolare. Era in pieno controllo delle situazioni in cui si trovava e sapeva come rispondere a chi avrebbe voluto sfruttarlo ed intrappolarlo. Gesù non lo si poteva ingannare. Egli aveva una straordinaria capacità introspettiva non solo nel valutare correttamente le circostanze che via via gli si presentavano, ma sapeva leggere nell’intimo dell’animo delle persone che incontrava e ne conosceva il carattere, le motivazioni come pure le necessità più profonde – al di là delle apparenze. Di questo abbiamo nei vangeli numerosi esempi. Ne cito due: “Mentre egli era in Gerusalemme, alla festa di Pasqua, molti credettero nel suo nome vedendo i miracoli che egli faceva. Ma Gesù non si fidava di loro, perché conosceva tutti, e perché non aveva bisogno della testimonianza di nessuno sull’uomo, poiché egli stesso conosceva quello che era nell’uomo” (Giovanni 2:23-25); una volta aveva pure detto: ‘“… ma fra di voi ci sono alcuni che non credono’. Poiché Gesù sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito” (Giovanni 6:64). Anche i Suoi avversari riconoscevano queste Sue qualità: “… E gli mandarono i loro discepoli con gli erodiani a dirgli: ‘Maestro, noi sappiamo che sei sincero e insegni la via di Dio secondo verità, e non hai riguardi per nessuno, perché non guardi all’apparenza delle persone’” (Matteo 22:16).

Gesù, evidentemente, era una persona unica, e noi sappiamo perché: in Lui si manifestava la presenza stessa di Dio, l’Onnisciente. In quanto Parola di Dio fattasi uomo, le Sue capacità di muoversi in questo mondo con sapienza erano magistrali. Inoltre, Egli sapeva avvalersi della Parola ispirata riportata nelle Sacre Scritture per insegnare, riprendere, correggere, e educare alla giustizia, come pure per contraddire chi ne abusava. Gesù sapeva farlo. E noi? Gesù però è anche il Maestro, il Maestro per eccellenza. Noi abbiamo ricevuto il privilegio di essere Suoi discepoli e non solo riceviamo dalla Sua Persona ed opera redenzione, santificazione e giustizia, ma anche impariamo a conoscere la Parola scritta di Dio che esprime la Sua volontà buona e giusta per noi perché la possiamo vivere appieno. Questa parola noi impariamo ad avvalercene con competenza e sapienza, per noi stessi e per gli altri, così com’è scritto: “…affinché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:17).

Questo implica indubbiamente acquisire un salutare pensiero critico su noi stessi e sul mondo in cui viviamo. Così come il Cristo aveva grandi capacità critiche ed introspettive, così Egli insegnava ed insegna a Suoi discepoli ad acuire le loro facoltà critiche, la loro capacità di discernimento, quella che manca a gran parte delle persone oggi – e se ne vedono i risultati! La nostra rimane infatti più che mai una “generazione storta e perversa” alla quale la corruzione operata dal peccato ha pregiudicato le sue sane facoltà critiche. Attraverso questa parola Egli ci insegna ad avvalercene per valutare noi stessi ed il mondo in cui viviamo, portandoci ad agire in maniera appropriata. Questo è pure il necessario compito educativo della comunità cristiana.

La facoltà critica della Parola di Dio

Quella che potremmo chiamare la facoltà critica della Parola di Dio è incuneata in un’espressione dell’epistola agli Ebrei che dice – ascoltate:

“La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli, penetra fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla e giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. E non c’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto” (Ebrei 4:12,13).

Quando questo testo dice che la Parola di Dio “giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” il termine usato nell’originale per “giudica” è “κριτικὸς” [kritikòs] cioè questa Parola critica, discerne, discrimina, mette in luce, valuta. Che cosa qui in particolare? Questo testo, nel suo contesto, fa parte dell’avvertimento che l’Apostolo rivolgeva al popolo di Dio di non presumere troppo facilmente di poter entrare nel “riposo” della salvezza che Dio provvede attraverso la persona ed opera di Cristo senza che vi sia in noi autentica fiduciosa ubbidienza all’espressa volontà di Dio. Come infatti, dell’antico Israele solo a pochi era stato permesso di entrare nella terra promessa a causa della loro disubbidienza, così anche fra i cristiani “molti sono chiamati, ma pochi eletti” (Matteo 22:14). Perché? Perché Dio non lo si può ingannare, leggendo Egli nel profondo del nostro cuore non solo come un esperto psicanalista, ma come un chirurgo che, con il suo bisturi, si addentra fra “le giunture” del cuore umano, com’è scritto: “Tutte le vie dell’uomo sembrano pure ai suoi occhi, ma chi scruta gli spiriti è il Signore” (Proverbi 16:2 CEI), tanto da rendere tutte le cose “nude e scoperte”.

Ecco, così, un “bisturi” del tutto speciale, ma tagliente ed efficace che entra non nel corpo, ma nel “cuore” morale e spirituale dell’uomo, sia come singolo (noi stessi) che la società (quella in cui viviamo). La Parola di Dio “apre”, “scava”, trova “il marcio”, lo “estrae” e vi trapianta “un nuovo cuore” e con esso persone rinnovate per essere “sale” e “luce” del mondo che così sarà gradualmente rinnovato.

Le espressioni di questo testo

Consideriamo le espressioni di questo testo. Questa Parola è: “vivente ed efficace”. Vuol dire che il Cristo stesso, Parola eterna di Dio non è qualcosa di astratto e teorico, ma il Vivente per sempre che ha la vita in Sé stesso. È Lui che sovranamente dona vita, che la sostiene e che imprime vigore, forza ed energia a tutto ciò che si muove nell’universo, l’unico a cui dobbiamo appellarci per vivere pienamente. Egli è la fonte di ogni bene. Per questo Egli, a tutt’oggi, può efficacemente guarire, salvare vite rovinate, cuori oppressi e sviati, creature alienate da Dio e dagli altri. Egli può ristabilire per noi un contatto vitale con Dio. Egli vive per sempre per preservare il Suo popolo, come pure nella Sua opera di Avvocato ed intercessore presso Dio Padre. Egli è potente ed efficace nel combattere le forze spirituali della malvagità e edificare il Regno di Dio. La parola scritta di Dio, allo stesso modo, si è sempre rivelata potente ed efficace, usata a tutt’oggi sovranamente dal Santo Spirito di Dio per convincere, convertire e confortare, perché Dio ha voluto che essa fosse in mano Sua strumento privilegiato di trasformazione. Infatti:

La parola di Dio è “più affilata di qualunque spada a due tagli”. Le parole della Sua bocca, mediante la potenza dello Spirito Santo e l’efficacia della Sua grazia sono affilate come un bisturi ed entrano dove null’altro potrebbe. Non mi sorprende che per molti siano scomode e mettano in crisi; non mi sorprende che molti che amano fare ciò che a Dio dispiace se ne tengano lontano. Essa “taglia” da una parte il male che c’è in noi, dall’altra colpisce pure il male che circola in questo mondo. Sono le parole profetiche di denuncia delle “opere infruttuose delle tenebre” (Efesini 5:11) di questo mondo, della società in cui viviamo e delle nazioni, che, come cristiani abbiamo il dovere di denunciare, rivelare e condannare. Di Cristo Giovanni in Apocalisse testimonia dicendo: “Dalla sua bocca usciva una spada acuta per colpire con essa le nazioni; egli governerà con uno scettro di ferro ed egli stesso pigerà il tino del vino della furente ira di Dio onnipotente” (Apocalisse 19:15). Con questa spada Iddio incide il cuore umano e lo apre affinché tutto il marcio che contiene possa venire alla luce ed essere estratto. Impietosa come la mano decisa di un chirurgo che ha deciso di amputare, la Parola di Dio rivela chi veramente io sono: un’immagine che io vorrei magari nascondere agli altri e a me stesso. Sarà doloroso e spiacevole, ma lo fa per guarirmi. Così pure per il nostro dovere di denunciare i mali della società in cui viviamo. Fin dove arrivano questi “tagli”?

“…penetra fino alla divisione dell’anima dallo spirito, delle giunture dalle midolla”. Ogni espressione dell’anima umana da essa è incisa, esaminata e vagliata. La Parola di Dio è la migliore psicanalisi, perché rileva le vere cause degli scompensi del cuore umano che trovano sempre nella ribellione a Dio ed alla Sua Legge morale suprema la loro causa. Come l’anima e lo spirito sono invisibili, e le giunture e le midolla sono coperte, la Parola di Dio è così affilata che può raggiungere i luoghi più reconditi dell’uomo, trovare la causa ultima dei suoi mali e, chiamando al ravvedimento e ad adeguate terapie spirituali, a risanarci. La Parola di Dio, inoltre, è la migliore analisi della società umana perché colpisce le vere cause dei suoi mali. Potrebbe esserci forse una migliore critica sociale di quella che la Bibbia presenta? Prendiamo per esempio le guerre. Essa dice: “Da dove vengono le guerre e le contese fra voi? Non è forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi contendete e guerreggiate” (Giacomo 4:1-2).

Disse qualcuno: “Possiamo affermare della Bibbia che chi la legge con attenzione, troverà in essa il proprio ritratto dipinto con tanta accuratezza, il suo cuore così svelato e pronto per l’introspezione, che non vi sarà per lui altro da fare che confessare come l’Autore della Bibbia lo conosceva meglio di quanto mai avesse potuto conoscere sé stesso… C’è qualcuno fra voi che ha letto così poco la Bibbia, o con così scarsa attenzione, tanto da non trovarvi descritto il proprio caso, e con tale sorprendente accuratezza che si è sentito come se si fosse seduto per farsi fare un ritratto? Quando la scrittura insiste sulla radicale corruzione del cuore, della sua innata inimicizia contro Dio, con tutto il suo inganno, c’è ancora qualcuno che potrebbe dubitarne onestamente la verità?” (H. Melvill).

“…e giudica i sentimenti ed i pensieri del cuore”. Cristo conosce bene ciò che è nell’uomo. Chi può conoscere le vere intenzioni di un uomo abile nell’arte di ingannare e di apparire ciò che non è? Alcuni sanno farlo, ma potete stare certi che a Dio non sfugge nulla. Nell’Apocalisse il Signore dice: “…tutte le chiese conosceranno che io sono colui che investigo le reni e i cuori e darò a ciascuno di voi secondo le vostre opere” (Apocalisse 2:23). Questo sarà pienamente manifesto negli ultimi giorni, quando i consigli dei cuori saranno aperti, ed Egli dopo aver esaminato accuratamente ogni cosa, renderà giustizia.

Il chirurgo deve fare in fretta ed essere capace di fare istantaneamente ciò che è necessario non appena aperto il corpo, così è la Parola di Dio. Il chirurgo ha con sé una luce chiara e potente per investigare ogni cavità nascosta. Ancora di più lo sono le sonde della moderna chirurgia. Ma davanti a Dio, c’è ancora qualcuno che potrà nascondersi? Il nostro testo, infatti, dice: “non c’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui”. Cristo è l’onnisciente Signore Iddio. Ogni cosa è conosciuta perfettamente dal suo Creatore. Conosce le persone, vede le loro azioni, persino i complotti segreti contro quelli che gli appartengono, e ne prende nota per poi manifestare il Suo giudizio. Può distinguere fra forma ed apparenza della fede, vera e falsa professione. Fino a che punto può leggere chi siamo?

“… ma tutte le cose sono nude e scoperte”. Questa espressione ha a che fare con i lottatori, che si esercitavano nudi, e che si prendevano per il collo, e quando uno veniva gettato con la schiena a terra, egli veniva pubblicamente esposto e conosciuto. Difatti il Signore Iddio, anche se molti lo vorrebbero negare, è: “colui al quale dobbiamo rendere conto”, tradotto anche: “con il quale avremo inevitabilmente a che fare”.  Davanti al quale ci presenteremo per rendere conto di noi stessi”. Per questo faremmo bene a tenerlo in debito conto… Crediamo forse di “passarla liscia”? Dice pure l’apostolo Paolo che quando il Signore tornerà: “… metterà in luce le cose occulte nelle tenebre e manifesterà i propositi dei cuori; allora ciascuno avrà la sua lode da Dio” (1 Corinzi 4:5).

Conclusione

Oggi è comune “lo sport” di criticare la Bibbia, metterne in discussione le affermazioni, deriderla e magari “spiegarla” distorcendone il messaggio a nostra propria convenienza, se non proprio a bandirla dalle case, dalle scuole e dalla vita sociale. La cosa non sorprende perché, di fatto, essa è “scomoda”. Dice la verità su noi stessi e sul nostro modo di pensare e di vivere in questo mondo accompagnandoci a Cristo e questo il nostro cuore ribelle non lo sopporta. Che piaccia o non piaccia, però, come essa dice: “In nessun altro è la salvezza, poiché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).

Già. Con quanta folle negligenza si tratta spesso oggi la Bibbia, potente strumento di Dio, regalata magari a qualche cerimonia religiosa ed abbandonata a prendere polvere su qualche scaffale come se non ci potesse interessare! Essa, però, è lo strumento che Dio ha scelto per accendere le nostre facoltà critiche e farci evitare di essere trasportati qui e là, manipolati e sfruttati e quindi per farci ricuperare la nostra dignità e libertà. Essa dev’essere nostro nutrimento quotidiano così come noi mangiamo pranzo e cena! Coltiva infatti il nostro rapporto con il nostro Creatore e Salvatore – nostro personale, della nostra famiglia, della nostra vita sociale. Essa è “ scuola di vita” non solo da bambini ed adolescenti, ma ci deve accompagnare per tutta la nostra esistenza terrena.

Allo stesso modo la comunità cristiana non può essere qualcosa che riguardi solo …battesimi, matrimoni e funerali! Essa deve essere costantemente scuola di vita per noi e per tutta la nostra famiglia, e questo per acuire e sostenere il nostro spirito critico verso noi stessi e la società ed accompagnarci ad attingere dalla fonte della nostra vita morale e spirituale. È vero che talvolta si ascoltano sermoni riempiti di inutili parole, vaghe astrazioni e noiose trattazioni, magari al servizio dell’establishment. Se è così cerchiamo altre comunità cristiane che nutrano veramente la nostra fede in modo fedele a Cristo, che è lo stesso ieri, oggi e in eterno (Ebrei 13:8). Egli è il Signore e il Salvatore di tutta la nostra vita, e non solo “per modo di dire”. Come potremmo mai pensare di non averne bisogno? “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:16-17). Non vorremmo noi essere così?

(Paolo Castellina, rielaborazione del 13 aprile 2024 della predicazione del 31 gennaio 1997).